• Non ci sono risultati.

I “diritti di informazione” non sono il preludio alla partecipa zione (1976)

La cogestione imperfetta: il pensiero di Felice Mortillaro

2. I “diritti di informazione” non sono il preludio alla partecipa zione (1976)

Come ricordato, nel 1976 i sindacati, in specie la allora Federazione unitaria dei lavoratori metalmeccanici (FLM), presentano piattaforme per i rinnovi contrattuali con contenuti prevalentemente “politici” che si sostanziano nel- la precisa richiesta di legittimare, nei contratti nazionali, il loro diritto a con- trattare su tutta una serie di aspetti della vita delle singole aziende (investi- menti, occupazione, ristrutturazioni, scelte produttive, decentramento, mo- difiche tecnologiche, appalti, mobilità, ecc.).

(4) Corsivo dell’A., ndr.

(5) Nell’articolo, Mortillaro ricorda, poi, quali sono gli aspetti principali che portano a dare

dello Statuto una interpretazione antiproduttivistica e, fra questi, richiama le conseguenze derivanti dall’art. 5 in termini di incremento dell’assenteismo, il fatto che, con gli artt. 23 e 24, si crea un diritto inderogabile per il lavoratore ad abbandonare l’azienda assumendo l’attività sindacale al rango di interesse superiore a quello dell’impresa. Vi è infine un inevitabile riferimento all’art. 18, la cui applicazione combinata con quella dell’art. 28 attribuisce al rapporto di lavoro privato «garanzie di stabilità paragonabili al pubblico impiego. Mi pare difficile negare che l’indirizzarsi dei nuovi investimenti quasi esclusivamente verso la “razionalizzazione” dei processi produttivi in senso sostitutivo delle energie di lavoro con tecnologie avanzate […] e il disimpegno delle imprese verso nuove assunzioni di lavoratori, discendano anche da questo esasperato garantismo. Si è determinata cioè una situazione in cui chi è all’interno del sistema è sempre più protetto e chi è all’esterno è inesorabilmente respinto». La tutela “reale” rappresenterebbe una «garanzia accettabile se fosse limitata al caso del sindacalista licenziato a causa della sua attività, come negli Stati Uniti, ma del tutto in contrasto, per la sua portata, con le esigenze di un sistema economico a base industriale» (F.MORTILLARO, Dello stato presente delle relazioni

industriali in Italia, in Relazioni Industriali – Rassegna di Politica Sindacale e di Problemi del Lavoro,

1983, n. 1, rivista semestrale promossa dalla Federmeccanica, con editoriali a cura di Felice Mortillaro).

Scritti di Giorgio Usai

«In un sistema di relazioni industriali amministrato all’insegna del conflitto, diritto alla contrattazione coincide in pratica con diritto di veto: l’equivalenza è stata subito percepita dall’opinione pubblica, in genere disat- tenta o superficialmente informata su questi problemi» (6).

Gli accordi per il rinnovo dei contratti collettivi di tutti i maggiori settori manifatturieri si conclusero sostituendo il rivendicato “diritto alla contratta- zione” con il riconoscimento di “diritti di informazione” che non modifica- no, «dal punto di vista giuridico ma, quel che più importa, neppure dal pun- to di vista politico, i contenuti fondamentali dell’iniziativa imprenditoriale» (7).

Sarebbe, però, «un grave errore affermare», prosegue Mortillaro, «che nulla è cambiato […]. In effetti, i nuovi contratti mutano alcune cose importanti nelle relazioni imprenditori-sindacato o, quanto meno, pongono le basi per- ché queste cose si modifichino nel tempo. In questo senso più che di un nuovo sistema di relazioni sindacali, sarebbe corretto parlare, riferendoci al diritto di informazione del sindacato, di un “progetto” di relazioni sindacali che potrà essere realizzato in relazione alla capacità delle parti di sviluppare le “promesse” che si sono scambiate».

Convinto che l’introduzione dei diritti di informazione non dia luogo ad un “nuovo” sistema di relazioni sindacali, Mortillaro non condivide l’«affermazione ricorrente [secondo la quale] con i nuovi contratti si è aper-

(6) F.MORTILLARO, Chiusi i contratti: ora vediamo se funziona la “partecipazione”. Ecco le novità sindacali dopo la lunga “stagione”, in Il Sole 24 Ore, 16 luglio 1976, ora anche in G.SAPELLI (a cura di), op. cit., 369. Per sensibilizzare l’opinione pubblica, specie “qualificata”, la

Federmeccanica si fa promotrice di numerose iniziative che hanno il loro punto massimo di aggregazione nell’incontro nazionale degli imprenditori metalmeccanici organizzato a Roma l’8 marzo 1976. Nella relazione svolta al convegno (si vedano gli atti raccolti in FEDERMECCANICA (a cura di), Dalla conflittualità al consenso. Opinioni e proposte degli imprenditori

sulla crisi attuale, Franco Angeli, Milano, 1976), Mortillaro riferisce che «durante gli incontri

di trattativa abbiamo rilevato che il termine “contrattazione” è stato sostituito dall’espressione “conoscenza e confronto” su alcuni aspetti dei problemi aziendali visti, in particolare, nel quadro della difesa dell’occupazione. […]. Si tratta di stabilire con chiarezza che cosa si intende per “conoscenza” e per “confronto”. […]. Non è accettabile infatti che mediante uno strumento pattizio (pactum da pax) si introducano nelle relazioni industriali

nuovi elementi di conflittualità, come avverrebbe se fosse riconosciuto al sindacato il diritto di contrattare le scelte imprenditoriali, diritto a cui il contratto collettivo darebbe poi efficacia obbligatoria. […]. Sulla parte della piattaforma rivendicativa che affronta il problema della partecipazione, dovremo pervenire quindi a norme contrattuali che individuino con chiarezza diritti ed obblighi di entrambe le parti».

Giorgio Usai

ta, anche in Italia, l’era della “partecipazione” dei lavoratori alla gestione im- prenditoriale» (8).

«L’interesse improvviso della nostra pubblicistica specializzata alle forme di cogestione, che si sono sviluppate in alcuni paesi dell’Europa occidentale – prima, fra tutti, quella della Mitbestimmung tedesca e ora quella svedese della partecipazione “contrattata” – costituisc[e] una indicazione significativa del fatto che fra gli studiosi e gli esperti italiani è ancora radicato l’equivoco di fondo (9) che vede nella “partecipazione” uno strumento o meglio lo strumento

per inserire nel sistema il movimento operaio».

«Equivoco di fondo perché […] la struttura politico-culturale del nostro Paese è tale da non permetterci di ipotizzare un sistema di partecipazione che sia finalizzato – come in Germania – alla corresponsabilizzazione del movimento sindacale nella conduzione e nella gestione delle imprese (10). Lo spiegano bene, da diverse angolazioni, Ama-

to, Mancini, Galgano e Romagnoli, Quattro note sulla democrazia industriale, in “Politica del diritto” del febbraio [1976]».

«In altri termini, il sistema italiano di partecipazione, se si svilupperà, sarà lontano dai modelli europei (11), ma non ricalcherà neppure le linee che nel 1946 erano sta-

te tracciate da Massimo Severo Giannini nel non dimenticato progetto Mo- randi per i consigli di gestione (12), che naufragò apparentemente nella solita

polemica sulla libertà di impresa, ma in realtà fu concordemente abbandona- to dalle parti sociali, e soprattutto dalla parte sindacale, perché si poneva in una logica di collaborazione storicamente estranea al movimento operaio italiano.

Il sistema di informazioni accolto nei contratti collettivi di categoria nel 1976 è una delle strade attraverso le quali il sindacato può contribuire a “de- finire un minimo di certezze istituzionali, che racchiudono seppure a termine, le necessarie garanzie per l’esercizio della funzione manageriale”, come ha scritto recentemente Giugni su “Politica del diritto” di aprile [1976] e nel quadro del dibattito» sopra accennato.

«Ma il punto chiave del problema della partecipazione in Italia, o se si prefe- risce della “democrazia industriale” intesa come applicazione all’impresa de- gli schemi di garanzie proprie delle istituzioni politiche (ma qui riaffiora l’usurato interrogativo: l’impresa può sopportare la democrazia?), sta pro- prio nella frase incidentale del discorso di Giugni […]. Seppure a termine, in- fatti contiene in sé il principio del conflitto, assunto come dato storico delle (8) Ivi, 371. (9) Corsivo dell’A., ndr. (10) Corsivo dell’A., ndr. (11) Corsivo dell’A., ndr. (12) Si veda supra, § 1.

Scritti di Giorgio Usai

relazioni impresa-sindacato. L’aspetto veramente nuovo e importante del discorso, soltanto schematizzato nei contratti appena conclusi, è da indivi- duare nel fatto che il sindacato abbandona la “contestazione antiorganizza- tiva” che aveva caratterizzato le sue posizioni fra il 1968 e il 1972, per pro- porsi l’obiettivo di conoscere le scelte della gestione imprenditoriale al fine di verificare in quale misura esse sono congeniali ai traguardi che il sindaca- to si propone. È su questo punto che si precisa l’inconsistenza della tesi che vede la partecipazione come superamento del conflitto fra le parti sociali, che è e rimane tipico di questo sistema di relazioni sociali (13), fondato sul compromesso – che è poi

compromesso costituzionale – fra libertà economica e utilità sociale». «La partecipazione che deriverà dai sistemi di informazione di origine con- trattuale potrà invece essere lo strumento che impegna il sindacato a guarda- re dal di dentro i problemi dell’economia.

[…]. Oggi la stipulazione di un contratto di categoria richiama le parti sociali sull’ideale linea di partenza per un’impresa assai più difficile della trattativa e della definizione del contratto stesso. È per questo che crediamo prematuro proporci il quesito se la partecipazione o la democrazia industriale dovrà svilupparsi at- traverso provvedimenti legislativi “di sostegno”, che continuino e proseguano l’impostazione politica che ha dettato lo Statuto dei diritti dei lavoratori, o nella contrattazione collettiva, come è accaduto finora, in sede aziendale prima e in sede di categoria successivamente.

Il meccanismo che viene proposto […] non elimina il conflitto, ma è anti- conflittuale, nel senso che pone le parti di fronte al linguaggio delle cose, crudo quanto si vuole, ma almeno incontrovertibile» (14).

3. La filosofia dei rapporti impresa-lavoro proposta dalla sinistra

Outline

Documenti correlati