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Discussione e Conclusion

Ad oggi, solo un numero limitato di studi sulla creatività sono stati intrapresi direttamente in relazione all’IE di tratto (Sanchez-Ruiz et al. 2011).

Recentemente Sànchez-Ruiz e altri colleghi (2011) hanno indagato la relazione esistente tra tratti dell’intelligenza emotiva e la creatività. I dati hanno evidenziato che la regolazione delle emozioni, la loro espressione e la stima di sé sono aspetti direttamente correlati alla creatività. E’ emersa una relazione significativa anche tra il pensiero creativo, misurato con il TTCT (Torrance, 1974) e la regolazione emotiva. Secondo gli autori (Hoffman & Russ, 2012), la regolazione emotiva è correlata positivamente con alcune dimensioni del pensiero creativo, quali

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la fluidità e la flessibilità. La comprensione delle emozioni, oltre ad essere un aspetto estremamente importante della competenza emotiva, si sviluppa parallelamente alla capacità di regolarle ed esprimerle (Frijda, 1986).

Ivcevic e Brackett (2015) sostengono che le emozioni giochino un ruolo cruciale nei confronti della creatività e sostengono che la capacità di regolare le emozioni sia un aspetto molto importante nella predizione positiva di comportamenti creativi in soggetti che sono aperti all’esperienza (2015).

Nonostante questo non si trovano comunque in letteratura molte ricerche sulla relazione tra intelligenza emotiva e creatività-intesa come abilità cognitiva.

Come Sternberg e O’Hara (1999) hanno osservato, il grado in cui creatività ed intelligenza sono correlati- e la natura di tale relazione- è “teoricamente importante e la sua risposta influisce sulla vita di innumerevoli bambini ed adulti”. Plucker e Renzulli (1999) sostengono che non è tanto questione di scoprire se l’intelligenza emotiva e la creatività sono correlati, ma piuttosto di scoprire come lo sono. In questa prospettiva si è inserita la prima ipotesi di questo studio, secondo cui l’intelligenza emotiva predice positivamente la creatività. Questo tipo di ipotesi è stata formulata sulla base della letteratura esistente in merito alla forte relazione tra le due variabili. Secondo Mednick (1962), ad esempio, l’intelligenza rappresenta una sorta di precursore necessario allo sviluppo dell’abilità creativa.

I risultati emersi da questa indagine confermano l’ipotesi secondo cui l’intelligenza emotiva influenza direttamente la creatività.

Questo tipo di dato può essere utile specialmente osservando l’elevato grado di importanza che questo tipo di variabili, l’intelligenza emotiva e la creatività, stanno acquisendo nel “ventunesimo secolo”. In particolare, la capacità di risolvere problemi, di incontrare soluzioni inedite e di fronteggiare il cambiamento richiede una capacità creativa e un’apertura, secondo Brackett (2015) nei confronti dell’esperienza. Yvcevic e Brackett (2015) sostengono, infatti, che l’apertura nei confronti dell’esperienza sia il tratto di personalità più correlato con la creatività across domains (come lo traduco?). L’apertura include tratti di personalità e di motivazione come la ricerca di nuove esperienze, l’espressione sociale tramite atteggiamenti non conformi e tratti relativi alla self regulation come la tolleranza nei confronti dell’ambiguità.

All’interno di questo quadro teorico, l’intelligenza e la creatività sono considerate parti integranti della capacità di saper risolvere i problemi in modo efficace ed efficiente (Plucker et al., 2015).

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Conseguentemente, sostengono Plucker e colleghi, è fondamentale che le scuole e i luoghi di lavoro impieghino le proprie risorse allo scopo di coltivare e supportare entrambe.

Parallelamente, Dudek (1974) e Garfield (1968) sottolineano che lo sviluppo della salute emotiva è un aspetto rilevante della creatività nei bambini e che, contemporaneamente la creatività è un aspetto importante della salute emotiva.

La relazione tra creatività e competenze sociali ed emotive è stata presa in considerazione da Paget (1980) con specifico riferimento ai bambini con deficit nella comprensione e nell’espressione delle emozioni. I dati evidenziano che a seguito del Development Therapy Model (Wood, 1975)- terapia che prevede l’utilizzo di attività strutturate a carattere artistico, musicale, di gioco o di drammaturgia creativa, allo scopo di suscitare sentimenti ed emozioni di diverso tipo nei partecipanti- emerge una relazione significativa tra un cambiamento nello status socio- emotivo ed un cambiamento nel livello di creatività dimostrato dai bambini.

Occuparsi quindi di entrambe queste dimensioni dovrebbe poter essere parte integrante degli obiettivi formativi dei sistemi scolastici.

All’interno del processo creativo entrerebbero in gioco anche fattori che hanno carattere prevalentemente motivazionale ed affettivo. Rogers (1969) sostiene, infatti, che lo sviluppo della creatività non abbia esiti fini solo a se stessi, ma che abbia una ricaduta sul vissuto emotivo di un soggetto, sulla prospettiva che questi condivide con il mondo circostante e sulla fiducia inerente alle proprie capacità e risorse.

Secondo la letteratura un altro aspetto importante della creatività legato all’intelligenza emotiva è quello della fluidità, ovvero la capacità di fornire più soluzioni possibili ad un problema.

Dalla letteratura emerge, infatti, un legame tra elevata creatività e competenza emotiva, e in particolar modo tra la buona capacità di regolare le emozioni e la fluidità (Butcher & Niec, 2005; Sànchez-Ruiz et al., 2011; Hoffman & Russ, 2012). La fluidità, secondo alcuni studi, è direttamente correlata con la comprensione delle emozioni (Paget, 1980; Hansenne & Legrand, 2012).

In questo studio l’ipotesi secondo cui l’intelligenza emotiva dei bambini influisce anche sulla loro fluidità di pensiero e sulla loro capacità, quindi, di elaborare idee diverse, è stata confermata. Sarebbe interessante, in futuro, indagare quale delle dimensioni dell’intelligenza emotiva di tratto (adattabilità, effettiva disposizione affettiva, espressione emotiva, percezione emotiva,

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regolazione emotiva, bassa impulsività, relazione tra pari, autostima ed auto-motivazione) predice la fluidità.

In merito alla dimensione della fluidità emerge un altro dato interessante: viene, infatti, confermata l’ipotesi secondo cui l’età è un predittore negativo di tale variabile. Il fattore della fluidità sembra cioè decrescere con l’aumentare dell’età dei bambini, ovvero, più i bambini sono piccoli e più sembrano essere in grado di produrre nuove idee, più crescono, più accade l’esatto contrario.

Anche l’ipotesi secondo cui l’età è un predittore negativo della creatività globale viene inoltre confermata da questa ricerca. Alcuni studi hanno dimostrato una decrescita della creatività proprio in seguito all’ingresso nel mondo della scuola (Byrnes, 1984; Charles & Runco, 2001; Sternberg, 2003; Karwowski, 2010; Kim, 2011), importante quindi sarebbe approfondire tale questione per comprendere in modo più dettagliato quali possono essere le cause di questo tipo di relazione. Alcuni studi, ad esempio, riportano un calo di creatività in corrispondenza della classe terza della scuola primaria (Kim, 2011).

Secondo la letteratura l’età dovrebbe predire invece in modo positivo un’altra dimensione della creatività: l’elaborazione, ovvero la capacità del soggetto di utilizzare l’immaginazione elaborando idee dettagliate. Dalla letteratura emerge, infatti, che l’elaborazione potrebbe essere maggiormente correlata al pensiero convergente, incrementando, di conseguenza, con l’età (Cristante, 1982), così come la comprensione delle emozioni (Pons & Harris, 2000; Albanese e Molina, 2008).

In questo studio, invece, questa ipotesi non viene confermata, ma al contrario, sembra che più l’età dei bambini aumenta e meno questi producano idee dettagliate.

L’ipotesi che l’età non predica positivamente la dimensione creativa dell’originalità viene invece confermata.

In merito alle ipotesi di genere effettuate, in accordo con la letteratura (Torrance & Aliotti, 2011) viene confermata l’ipotesi secondo cui i maschi risultano essere globalmente più creativi delle femmine.

Limiti della ricerca e prospettive future

Vale la pena evidenziare tre limiti in relazione a questo studio.

Innanzitutto è stata utilizzata solo la forma figurale del TCTT. Come è dimostrato dalla meta analisi di Caroll (1993), la creatività figurale e quella verbale non sono identiche, quindi altre

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conclusioni potrebbero essere state forse sviluppate se fosse stato utilizzato lo strumento includendo anche la forma verbale del test TTCT.

Il secondo limite di questa indagine può, inoltre, essere ricondotto al fatto che è stato utilizzato il test TEIQue short form, costituito da 36 item, anziché 75, il quale misura solamente il punteggio globale dell’Intelligenza Emotiva e non le specifiche nove scale misurate invece attraverso il TEIQue full form (adattabilità, effettiva disposizione affettiva, espressione emotiva, percezione emotiva, regolazione emotiva, bassa impulsività, relazione tra pari, autostima ed auto- motivazione).

Secondo Russ (2003), sarebbe importante tenere, infatti, in considerazione tratti emotivi specifici, come l’espressione delle emozioni, la regolazione delle emozioni, e l’autostima, che possano essere correlati direttamente alla creatività. Questi tratti, assieme ad altri che vengono associati ad individui creativi, come un basso autocontrollo, emotività, impulsività ed auto motivazione, (Feist, 1998), sono, secondo l’autore, efficientemente integrati all’interno del quadro teorico dell’EI di tratto.

La bassa significatività riscontrata nella varianza spiegata e nelle relazioni tra le variabili potrebbe essere inoltre spiegata facendo riferimento ad un terzo limite insito nella presente ricerca. L’analisi di regressione multipla è stata effettuata, infatti, utilizzando due tipologie di strumento che differiscono intrinsecamente: il TCTT è uno strumento che misura la performance del soggetto in merito alla creatività e alle sue dimensioni; il TEIQue, invece, è un test self-report che misura l’intelligenza emotiva percepita da parte dei soggetti in questione.

Indipendentemente da tali considerazioni metodologiche, il presente studio dimostra che sarebbe interessante indagare ulteriormente il legame tra la variabile dell’età e quella della creatività, essendo stato evidenziato in più casi una regressione di tipo negativo, e quello dell’intelligenza emotiva e della creatività, dove l’intelligenza emotiva risulta essere un’ antecedente della creatività.

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IL CLIMA DI CREATIVITA’ COME MEDIATORE