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di Loretta Fabbri, Mario Giampaolo

4. Discussione e conclusion

Nelle ricerche riportate, le metodologie partecipative e collaborative pro- poste sono integrate in strumenti e ambienti tecnologici. Le piattaforme per il digital storytelling, i video, i learning content management system, i forum, le chat e gli e-portfolio mostrano la possibilità di una sinergia tra tecnica e azio- ne con la quale si prova a facilitare, nei professionisti coinvolti, la costruzione di nuove concatenazioni di senso (Rossi, 2009). Tutte le ricerche vedono l’uso della tecnologia come processo sociale che può creare nuovi significati e prati- che che conducono a riconsiderare i propri schemi e prospettive di significato.

È proprio questo cambiamento il risultato di un processo di reificazione che dà valore effettivo alle tecnologie.

Le metodologie presentate permettono, grazie alla mediazione delle tecnolo- gie, di progettare, rappresentare, denominare, codificare, descrivere, interpretare e dare forma ad un’idea (Rossi, 2009). Questa idea emergente ha, come riportano le ricerche presentate, il potenziale per produrre un cambiamento nelle pratiche.

La metodologia del CDS grazie a software quali Coggle, Storyboard e Padlet permette la creazione di storie che danno ai professionisti la possibilità di vedere e discutere i pattern di temi che emergono dalle interazioni organiz- zative così come le loro aspettative future per il successo dell’organizzazione. Le storie costituiscono una modalità primaria di costruzione del significato e il linguaggio che utilizziamo per esprimere la nostra esperienza è profondamente radicato nella nostra epistemologia e nelle relazioni che abbiamo nel contesto in cui operiamo. Gli artefatti, creati grazie a questi software, permettono di rap- presentare la cultura organizzativa sotterranea; la condivisione con i propri col- leghi permette un discorso riflessivo che permea la collettività dell’organizza- zione trasformando le più profonde correnti che hanno effetto sul cambiamento organizzativo.

La metodologia dell’action learning supportato da pari evidenzia come una ricerca azione realizzata nella propria organizzazione, può essere potenziata con strumenti online. Da un lato la continua riflessione con i facilitatori e gli al- tri partecipanti mediante i canali online permette ai contenuti d’apprendimento di emergere maggiormente, dall’altro è possibile impostare sulla base dei risul- tati ottenuti nuove ricerche sul campo. A differenza di un percorso d’appren- dimento in presenza in cui c’è una netta distinzione temporale e spaziale tra contesto lavorativo, comunità d’apprendimento e ritorno nel contesto lavorati- vo per applicare l’apprendimento, la metodologia proposta, integrata in un am- biente online, permette la simultaneità di questi spazi. Il supporto continuo tra partecipanti ha permesso la creazione di una community di inquiry nella quale si materializzano idee, metodi e significati condivisi, utilizzati per rispondere a sacrifici, dubbi ed errori comuni a tutti i partecipanti.

La produzione di artefatti tecnologici nel modello “Sviluppo di progetti ba- sati sul compito”, quali mappe concettuali e video, permette ai partecipanti sta- tunitensi e sudcoreani di evolvere e sviluppare in un’ottica comparata le proprie prospettive di significato sul tema dell’insegnamento. L’analisi degli artefatti creati e la discussione online hanno permesso di fare connessioni, valutare e applicare ciò che era stato appreso, alla propria situazione e materializzare le proprie prospettive di significato su una cultura distante. Anche in questo caso, caratteristica chiave del modello proposto è quella di aver creato, con la media- zione delle tecnologie, un senso di comunità che permette di essere coinvolti

nelle conversazioni, di discutere importanti concetti e di pensare globalmente mentre si collabora localmente in aula.

Infine l’integrazione dell’e-portfolio con il metodo del TLC propone una mo- dalità per facilitare l’aggiornamento professionale degli insegnanti. L’e-portfolio permette la collezione dei prodotti d’apprendimento realizzati come applicazio- ne delle nuove conoscenze pedagogiche e tecnologiche acquisite. Inoltre grazie alla possibilità di condivisione, tutti i partecipanti possono riflettere seguendo il TLC intrapreso e far emergere nuovi significati e possibilità di utilizzo degli ar- tefatti sviluppati. La ricerca riporta dati che testimoniano la comune trasforma- zione delle credenze e delle filosofie dei partecipanti sia grazie all’e-portfolio sia grazie all’impostazione del corso basato sulla collaborazione, sulla riflessione critica, sulla discussione e sulla costruzione di esperienze d’apprendimento.

Le ricerche e i modelli proposti provano a facilitare nuovi sistemi di signifi- cato all’interno delle varie comunità e organizzazioni nelle quali i partecipanti si situano. Questi sistemi di significato aiutano a tematizzare gli artefatti tecno- logici come emancipativi e innovativi. È l’attivazione di traiettorie d’apprendi- mento che rappresenta, però, l’approccio necessario per accompagnare processi di adozione duraturi. Nelle ricerche riportate, le tecnologie pongono i profes- sionisti in situazioni inusuali e disorientanti, ma permettono di fare esperienze di grande potenzialità.

Se questa potenzialità non è sviluppata in un’esperienza condivisa che aiuta a comprendere e negoziare l’uso dell’artefatto, le nuove soluzioni tecnologiche rischiano di venire abbandonate.

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Prospettive e pratiche di sviluppo professionale