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3.8. Un approfondimento sull’ansia da valutazione

3.8.1. Discussione

Lo scopo di questo approfondimento è trovare un elemento di rac- cordo tra i tre studi in riferimento a una dimensione di disagio risultata significativa. Per tale ragione è stata condotta una prima analisi che ha mostrato i legami tra aspetti di contesto percepito dagli studenti e l’ansia da valutazione. In questo senso, sono risultate significative le relazioni tra ansia da valutazione e la percezione di discriminazione (all’aumentare dell’una aumenta l’altra) e la percezione di una fiducia

reciproca all’interno del contesto classe: all’aumentare

dell’apprezzamento reciproco diminuisce l’ansia.

Inoltre, l’aspetto di disagio legato all’ansia da valutazione è stato messo in relazione con le dimensioni di Benessere mostrando legami si- gnificativi con la percezione di soddisfazione dell’esperienza scolastica.

Considerando la rilevanza, emersa nell’analisi qualitativa, della rela- zione con l’insegnante e dell’impatto delle caratteristiche personali e comportamentali di quest’ultimo sui vissuti d’ansia, sono stati messi in relazione lo studio 1 e lo studio 2 indagando possibili fattori di rischio e protezione. Agli insegnanti che hanno mostrato un rischio stress lavoro correlato «alto» nella dimensione Domanda corrispondono anche livelli d’ansia da valutazione dei loro studenti significativamente più alti ri- spetto a chi è a rischio stress «basso» o «medio».

Le regressioni lineari hanno mostrato una relazione significativa tra alcune percezioni del contesto lavorativo da parte degli insegnanti e i li- velli d’ansia dei loro studenti; specificatamente le dimensioni riguarda- no la Domanda, intesa come il carico di richieste percepite, le Relazioni, intesa come la percezione di subire comportamenti inaccettabili, e il Ruolo, inteso come la consapevolezza e il riconoscimento del proprio ruolo all’interno del luogo di lavoro. Dunque, agli insegnanti che perce- piscono un carico di lavoro superiore alle loro forze, che percepiscono un contesto negativo rispetto all’ambito relazionale e che non hanno chiaro il proprio ruolo all’interno dell’organizzazione, corrispondono al- ti livelli d’ansia dei loro studenti.

L’approfondimento qualitativo ha evidenziato quali elementi ruotano intorno al vissuto degli studenti rispetto alla categoria voti e ansia da va- lutazione. I concetti emersi, riportati nello schema e spiegati nel paragra- fo precedente, fanno riferimento a un vissuto negativo legato a una

mancanza di significato in relazione alla valutazione e un forte senso paura, sia di deludere gli altri che del loro giudizio.

L’analisi qualitativa del presente contributo, coincide con uno studio interessante di Mosconi sugli aspetti di giustizia e ingiustizia nel proces- so di valutazione e motivazione all’apprendimento (2017). L’obiettivo del lavoro di Mosconi è quello di mettere in relazione i vissuti degli in- segnanti e degli studenti con il processo valutativo, ponendo un’attenzione particolare al vissuto di giustizia e ingiustizia legato all’attribuzione dei voti, che ha un grosso impatto sulla motivazione allo studio e sulla costruzione dell’immagine di sé. La ricerca mostra dei ri- sultati in linea con il presente studio, sottolineando una sostanziale inco- erenza tra il vissuto degli studenti e quello degli insegnanti. Dalle inter- viste di Mosconi emergono aspetti molto simili a quelli qui delineati, in quanto gli studenti subiscono un vissuto di ingiustizia credendo di non ricevere valutazioni eque e soprattutto lamentando una mancanza di spiegazioni e di feedback. Sempre in Mosconi, si fa riferimento al feno- meno della categorizzazione e dello stereotipo dello studente per velo- cizzare il processo valutativo, categoria che qui è emersa sotto la parola «etichetta» secondo la quale lo studente sente di aver subito una etichet- tatura da parte dell’insegnante, e di conseguenza della classe, dalla qua- le non riesce a liberarsi. Dai risultati emerge come l’utilizzo di prove og- gettive e strumenti affinati di valutazione risolva solo in parte il proble- ma, in quanto la modalità e l’utilizzo degli strumenti vengono percepiti dagli studenti come condizionati da stereotipi o da precedenti giudizi di valore sulla persona. Il ruolo della soggettività dell’insegnante risulta quindi predominante ed è coerente con l’importanza che gli viene attri- buita dagli studenti nel determinare la qualità della loro esperienza.

I dati emersi si ricollegano alla letteratura più rilevante sul tema, in- terrogando sul ruolo, sulla responsabilità della valutazione e sul vissuto ad essa collegato. In un’ottica interazionista, in quanto gli elementi di Benessere e Disagio si inseriscono in questo filone teorico, l’ansia da va- lutazione riguarda due aspetti: da un lato le caratteristiche individuali del soggetto, in questo caso dello studente, riassumibili nel suo tratto di personalità, nelle sue distorsioni cognitive e in quello che l’analisi tran- sazionale definirebbe «copione di vita», cioè l’eredità della propria storia familiare con ingiunzioni e doveri (Berne, 1967); dall’altro le caratteristi- che del contesto: a costituire l’ambiente di crescita c’è la famiglia, il sup- porto dei pari (in molti dei gruppi di discussione emerge come i pari possano essere una risorsa positiva per lo studio ma anche per la sop- portazione della frustrazione), il clima di classe, le caratteristiche perso-

nali e di insegnamento del docente. Infine, in riferimento alla valutazio- ne e dunque come elemento specifico rispetto alle classiche teorie sul Benessere e sul Disagio, il tipo di valutazione adottata. Qui entrano in campo la riflessione e la visione educativa. Tutto ciò che ruota intorno alla letteratura sul tema, cioè l’adozione di una valutazione formativa e sommativa, l’accuratezza degli aspetti docimologici, le modalità di resti- tuzione dei voti, il feedback formativo, sono da considerarsi come ele- menti di contesto.

Capitolo quarto

Studio 2