1.2 ‘Nativi digitali’ e competenze
1.3 Digital Competence
1.3.1 Diverse denominazioni e definizioni
Negli ultimi anni il tema della competenza digitale (digital competence o digital
literacy29), nelle sue varie sfaccettature, è stato oggetto di crescente
attenzione. Tale competenza è formalmente entrata anche nel framework europeo delle Competenze chiave per il Lifelong Learning (2006/962/EC). La definizione di Digital competence nel framework europeo è la seguente:
"Digital Competence involves the confident and critical use of Information Society Technology (IST) for work, leisure and communication. It is underpinned by basic skills in ICT: the use of computers to retrieve, assess, store, produce, present and exchange information, and to communicate and participate in collaborative networks via the Internet." (European Union, 2006).
29 Mentre inizialmente si utilizzava maggiormente il termine literacy, alfabetizzazione, oggi si tende più spesso a parlare di competence e anche nel lessico degli organismi internazionali questo secondo termine è volutamente privilegiato (Ryken & Salganik, 2007, p. 95).
La Raccomandazione illustra poi la competenza in termini di conoscenza, abilità (skills) e attitudini. La conoscenza include la comprensione del funzionamento delle principali applicazioni per computer, la consapevolezza dei rischi della comunicazione on-line, del ruolo delle tecnologie nel supportare la creatività e l’innovazione, la capacità di valutare l’affidabilità delle informazioni reperite online e la conoscenza dei principi legali ed etici che regolano l’uso di strumenti collaborativi. Le abilità riguardano: la gestione delle informazioni, la capacità di distinguere tra mondo reale e mondo vituale e di intravvedere le connessioni tra i due; l’abilità di utilizzare le tecnologie e Internet come strumento di supporto al pensiero critico, alla creatività e all’innovazione. Riguardo alle attitudini, la raccomandazione specifica che è importante che i cittadini abbiano un atteggiamento critico e riflessivo nei confronti delle informazioni, che siano utenti responsabili e interessati a costruire comunità e reti on-line.
Oltre a questa, esistono in letteratura numerose altre definizioni del concetto e, parallelamente, numerose ‘letture’ a testimonianza della ricchezza semantica del concetto, che spesso si sovrappone ad altre aree.
Già solo all’interno delle iniziative e comunicazioni della Commissione Europea, come rileva Ferrari (2012) si fa riferimento – indifferentemente – a Digital Literacy, Digital Competence, eLiteracy, e-Skills, eCompetence, use of ICT, basic ICT skills, basic computer skills, ICT user skills.
La terminologia si fa ancora più vasta se si esaminano le locuzioni utilizzate negli articoli scientifici, che aggiungono alla lista espressioni come 'technology literacy' (Amiel, 2006), 'new literacies' (Coiro et al., 2008), 'multimodality' (Kress, 2010)
Diversi autori concordano oggi nel ritenere che nel concetto di Digital Competence confluiscano altre literacy legate alle ICTs e più in generale ai media (Tornero, 2004; Martin, 2006; Midoro, 2007). Altri vedono più specificamente la Digital Competence al punto di confluenza tra Media e Information Literacy (Andretta, 2007; Bawden, 2001; Buckingham, 2003; Hartley et al., 2008; Horton, 1983; Knobel & Lankshear, 2010; Livingstone, 2003).
1.3 Digital Competence
In particolare Ala-Mutka (2011) ha sintetizzato in un diagramma la confluenza tra ICT literacy, Internet literacy, Media literacy e Information literacy che si sovrappongono parzialmente al concetto di Digital literacy/competence. Tutte le altre literacy contengono infatti una componente digitale e, viceversa, la Digital literacy è arricchita dai nuovi mezzi e strumenti derivanti dall’evoluzione tecnologica.
Inizialmente Digital literacy indicava l’abilità di utilizzare un computer e scrivere in linguaggi di programmazione (avendo un background di scienze informatiche)30. Oggi essere alfabetizzati digitalmente implica l’abilità di utilizzare i media (dato che molti dei media sono ormai digitali e non più analogici), di cercare e valutare le informazioni e di comunicare con gli altri attraverso diverse applicazioni. Tutte queste abilità appartengono a differenti discipline: ai cosidetti media studies, alle scienze informatiche e alla teoria della comunicazione.
30 Tuttavia Calvani, Fini e Ranieri (2009) notano che l’espressione è stata utilizzata per la prima volta da Gilster (1997) in un volume intitolato Digital literacy, nel quale questa competenza veniva definita enfatizzando le capacità di pensiero critico e di valutazione dell’informazione più che le abilità di natura tecnica e procedurale.
Figura 6 Digital Competence
Fonte: Ala-Mutka, 2011 ICT literacy
Il concetto di ICT literacy, come abbiamo visto, fa riferimento all’abilità di utilizzare il computer e le tecnologie a vari livelli, da quello degli utenti ai professionisti ICT. Secondo Martin (2006), il concetto di computer literacy ha attraversato tre fasi che si sono gradualmente susseguite:
- mastery (dagli anni Sessanta alla metà degli anni Ottanta), con
enfasi sull’acquisizione di conoscenze e abilità rispetto al funzionamento del computer e alla programmazione;
- application (dalla metà degli anni Ottanta alla fine degli anni
Novanta), fase segnata dai cambiamenti che hanno caratterizzato l’evoluzione delle interfacce tecnologiche e che hanno portato a percepire il computer come uno strumento di lavoro quotidiano utilizzabile per un’ampia gamma di attività;
1.3 Digital Competence
- reflective (dalla fine degli anni Novanta a oggi), in cui emerge il
bisogno di una concezione più olistica e riflessiva della computer literacy e si fa strada una visione più articolata delle literacy necessarie per un uso appropriato delle tecnologie per l’apprendimento.
Secondo Calvani, Fini e Ranieri (2009), negli ultimi anni si è verificato un progressivo mutamento nel modo di intendere la computer literacy: se inizialmente essa connotava l’acquisizione di conoscenze e abilità specialistiche, oggi viene a designare un complesso di attività che non possono prescindere da aspetti più trasversali di natura critica e cognitiva.
Non a caso, nel Panel sull’ICT literacy proposto nel 2002 dall’ETS (Educational Testing Service) su incarico dell’OECD. In particolare, nel lavoro dell’ETS, questa competenza viene definita attraverso cinque categorie che riguardano il modo di trattare l’informazione: accesso, gestione, integrazione, valutazione, creazione.
Internet literacy
Internet literacy si riferisce a un uso efficace del web (Ferrari, 2012). Come evidenzia Van Deursen (2010), l’espressione Internet literacy si riferisce a uno strumento specifico. In questo senso potrebbe essere concepita come una sottodimensione dell’ICT literacy. Nel diagramma elaborato da Ala-Mutka (2011) è invece indicato come più ampio dell’ICT literacy in quanto si ritiene che un utente di internet sia in grado di utilizzare il computer ma anche di comprendere le informazioni, i diversi media e comunicare attraverso internet. Anche in questo caso la competenza ha mutato caratteristiche nel tempo. Se per Hofstetter & Sine (1998) l’Internet literacy si riferiva essenzialmente a connettività, sicurezza, comunicazione e sviluppo di pagine web, oggi il range di attività è mutato. Così, per esempio la capacità di creare pagine web è divenuta meno importante rispetto all’uso degli strumenti web 2.0 (che permettono a chiunque, con minime conoscenze, di creare pagine o inserire contenuti on-line). Inoltre oggi Internet è accessibile anche attraverso telefoni mobili, console di giochi, tv ecc.
L’espressione risale agli anni Settanta del secolo scorso, ma l’attenzione verso il concetto di Information Literacy è andata progressivamente aumentando, tra la fine degli anni Novanta e l’inizio del nuovo millennio, sotto la spinta della crescente digitalizzazione dell’informazione.
In origine era infatti stata condificata dai bibliotecari e riguardava la capacità di trovare informazioni. L’ALA (American Library Association) definisce l’information literacy come "l’abilità di riconoscere il bisogno di informazione e di localizzare, valutare e utilizzare l’informazione necessaria in maniera efficace" (ALA, 1989). Successivamente, nel Manifesto ALA (1998) furono definiti alcuni indicatori (Information Literacy Standards) per l’apprendimento. Come osserva Ferrari (2012) da competenza elitaria, appannaggio di una ristretta cerchia di intellettuali, l’information literacy sta a mano a mano diventando un bisogno universalmente riconosciuto per «vivere, lavorare ed apprendere nella società dell’informazione e della conoscenza» (NCCA, 2004). Nel 2008 l’UNESCO ha pubblicato un documento che riassume e sintetizza i principali indicatori emersi in ambito internazionale per la definizione di questa competenza, ossia: 1) riconoscere i propri bisogni informativi; 2) localizzare e valutare la qualità dell’informazione; 3) archiviare e ritrovare le informazioni; 4) fare un uso efficace ed eticamente corretto delle informazioni; 5) comunicare conoscenza.
Media literacy
Questa locuzione è in uso a partire dagli anni Settanta, quando negli Stati Uniti vennero sperimentati dei curricula sull’alfabetizzazione televisiva, per poi conoscere una certa popolarità sul finire degli anni Ottanta. In generale, con questa espressione ci si riferisce alle conoscenze, capacità e competenze richieste per poter usare e interpretare i media, in particolare quelli audiovisivi (cinema e televisione):
Media literacy is the ability to analyse media messages and the media environment (Christ & Potter, 1998).
Contiguo è il concetto di Media Education, che però implica una maggiore attenzione verso aspetti semiotici e socioculturali:
1.3 Digital Competence
Media education is typically concerned with a critical evaluation of what we read, hear and see through the media, with the analyses of audiences and the construction of media messages, and the understanding of the purpose of these messages (Buckingham, 2003).
Se nei curricula universitari i corsi di Media literacy e Media education sono stati sempre stati separati da quelli più tecnici di ICT literacy, oggi l’attenzione della Media literacy è sempre più attratta dalle nuove forme di comunicazione mediale e la riflessione si sta progressivamente spostando su come ridefinire questa literacy alla luce dello sviluppo dei media digitali. A questo livello la riflessione sulla Media literacy si interseca con quella sulla Digital literacy: permane da un lato l’enfasi sulla comprensione critica dei media, mentre si rafforza dall’altro l’attenzione verso la dimensione produttiva/ creativa, sollecitata proprio dallo sviluppo dei media digitali.
Digital literacy
Alcuni autori sottolineano come la digital literacy sia la risultante di una combinazione stratificata e complessa di capacità, abilità e conoscenze. In quest’ottica Tornero afferma (2004, p. 31): “La digital literacy risulta dalla combinazione di una serie di capacità: aspetti puramente tecnici, competenze intellettuali e anche competenze relative alla cittadinanza responsabile. Tutto ciò permette ad un individuo di sviluppare se stesso in modo completo nella società dell’informazione”. Anche Martin (2005) definisce la competenza digitale come “la consapevolezza, l’attitudine e l’abilità degli individui di utilizzare in modo appropriato gli strumenti e le opportunità digitali per identificare, accedere, gestire, integrare, valutare, analizzare e sintetizzare risorse digitali, costruire nuove conoscenze, creare media e comunicare con gli altri, in contesti specifici della vita reale, per dar vita ad azioni sociali costruttive e riflettere intorno a questo processo” (Martin, 2005, p. 135). Analogamente Midoro (2007, p. 54) sottolinea il carattere multidimensionale della digital literacy, indicando come componenti essenziali per questa competenza le seguenti capacità: comprendere le caratteristiche dei documenti digitali (media literacy); scegliere le giuste applicazioni in relazione al compito da svolgere; saper usare le diverse applicazioni (IT literacy); saper risolvere problemi riguardanti la ricerca di informazioni, usando metodi e
strumenti per accedere all’informazione e alla conoscenza (information literacy); essere capace di condividere informazioni e conoscenze in un ambiente tecnologico; capacità di partecipare alla vita di comunità di pratica costruendo conoscenza in ambienti virtuali, in modo cooperativo.
Un altro modello degno di considerazione è la tassonomia proposta da Eshet-Alkalai (2004). Sottolineando come l’alfabetizzazione digitale non vada vista come la pura abilità di usare fisicamente un software, la digital literacy viene caratterizzata attraverso 5 tipi di abilità alfabetiche: l’abilità di leggere istruzioni da interfacce grafiche (photovisual literacy), di usare la capacità di riproduzione del computer (copy and paste) al fine di creare prodotti genuini e creativi, sia attraverso la composizione scritta che la produzione creativa (reproduction literacy), la flessibilità cognitiva che rende capaci di gestire/costruire conoscenza ipertestuale non lineare (hypermedia literacy
skill), l’abilità di valutare criticamente la qualità dell’informazione digitale
(information literacy).
Infine, Buckingam (2007, p. 48) propone di definire la digital literacy in relazione alle quattro dimensioni tipiche dell’analisi dei media in generale, ossia: representation (comprensione critica delle rappresentazioni offerte dai media, quindi capacità di leggere criticamente l’informazione), language (comprensione della “retorica” dei media), production (comprendere le finalità comunicative dei media, ad esempio saper riconoscere gli impieghi commerciali di Internet), audience (comprensione del modo in cui i media digitali si rivolgono al loro target).