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DOCUMENTAZIONE DELLA VALLERIANA

Massimo Gasperini

zione della città, sia degli spazi “al contorno” che consisto- no negli elementi naturali e antropici del più ampio sistema delle “Castella della Svizzera Pesciatina”.

Il Progetto

L’intervento ambisce a realizzare una nuova polarità all’interno del vasto sistema delle “Dieci Castella della Svizzera Pesciatina”, attraverso il raduno di nuove funzioni a carattere collettivo e culturale da concentrare in un edificio di forma rettilinea e com- patta; un segno limite che, insediandosi sul piccolo promontorio ai margini del borgo fortificato di Aramo, lo conclude mediante la prosecuzione del suo percorso di crinale. La collina in tal modo si espande e si trasforma nella struttura artificiale del nuovo Centro attraverso un processo di trasformazione e di fu- sione tra esterno (paesaggio) ed interno (architettura).

Il percorso di crinale, in qualità di elemento di assenza del costruito, si materializza all’incontro con il muro contenitore arrestandosi nel punto di massimo privilegio di affaccio. Il bel- vedere permette di scrutare il paesaggio con i suoi borghi, elementi di massima manifestazione della struttura antropica della Valleriana. San Quirico, Castelvecchio e Sorana posso- no essere scrutati da quassù in tutto la loro complessità e bel- lezza. Il nuovo edificio diviene in tal modo, sia esternamente che internamente, il momento di osservazione del paesaggio e, alla sua terminazione, il punto di sosta e di incontro. Il muro, inciso nell’ultima propaggine collinare di Aramo, assurge a contenitore recuperando, con la sua massa litica, la

memoria storica delle strutture difensive che caratterizzavano i borghi fortificati.

Nel nuovo skyline territoriale la linea retta del segno contem- poraneo si contrappone con quella curva e dolce della monta- gna emergendo da essa con potenza sotto forma di propaggine senza mai sovrastarla. Il muro si staglia nella breve emergen- za collinare manifestandosi al paesaggio rinunciando a qualsi- asi mediazione mimetica. Un segno di decisa identificazione che allude alla lunga permanenza. L’istituzione di un segno che divenga la manifestazione dello sviluppo di una intera co- munità caratterizzata da una molteplicità di sistemi strutturali di ordine storico, culturale, ambientale e produttivo, diviene una occasione per realizzare, ad Aramo, un punto di riferi- mento e di partenza per le diverse mete e verso i percorsi tematici che si sviluppano sul territorio delle valli del Pescia. I riferimenti, certamente non tipologici ma formali e concettua- li, ai progetti di Mario Botta per la Cappella di Santa Maria degli Angeli (Monte Tamaro, 1990-96) e di Arnaldo Pomodo- ro per il nuovo cimitero di Urbino (1918-81), tornano utili per sottolineare la diversità e le potenzialità del gesto progettuale, al di sopra delle conseguenze: da un lato la prevalenza del- l’emergenza architettonica sul paesaggio, dall’altro l’architet- tura diviene un segno negativo causato dello scavo nel territo- rio. Nel nostro caso ricercare la mediazione tra queste due dissonanze assume un significato particolare nel momento in cui si aspiri al mantenimento delle caratteristiche fisiche ed ambientali del paesaggio naturale.

Il Centro di Informazione e Documentazione oltre a raccogliere materiale storico nelle sale da adibire ad archivio e a biblioteca, per una conoscenza più approfondita della Valleriana, diventerà un nuovo punto di incontro per la popolazione residente e per quella stagionale ed un ricettore turistico di grande valenza. Lungo il nuovo percorso attrezzato le funzioni speciali si svol- gono in continuità con quelle del centro storico e sono a loro integrate e complementari.

All’interno del volume rettilineo del Centro saranno collocati, nelle sale trasparenti identificate nelle funzioni dalle diverse colorazioni, spazi espositivi interattivi, un Museo Multimediale per la conoscenza e la valorizzazione del territorio, un Auditorium per incontri e seminari, una biblioteca, un archivio, una serie di aule didattiche e spazi di incontro e di relax interni ed esterni. Ia materia di questa nuova presenza privilegerà l’utilizzo della

pietra locale. I muri di contenimento di forte spessore conferi- ranno alla nuova struttura un aspetto massiccio e severo. Le sottili feritoie verticali seguiranno le asperità del promontorio e intervalleranno la continuità strutturale per diffondere la luce negli ambienti interni. Una parete completamente vetrata, di- sposta a nord, rifletterà il paesaggio e illuminerà i ballatoi e l’Auditorium posto a livello più basso. Il sistema di rampe continue e rettilinee ricercano la migliore posizione per sfrut- tare il declivio collinare. Insieme ad un ascensore trasparente,

Fig. 2. La forma del muro. Schizzi.

condurranno ai ballatoi sospesi dei tre livelli sino a raggiunge- re l’apice della piazza all’aperto.

Un piccolo edificio di forma cubica anticipa, lungo il percorso, la struttura rettilinea del Centro. Qui troveranno spazio una foresteria, un ambulatorio, un bar e un piccolo negozio di alimentari. Anche in questo caso l’utilizzo preminente della pietra locale manifesta il chiaro riferimento vernacolare alla casa contadi- na. Due corpi leggermente staccati dal nucleo principale into- nacati e dipinti con diversi colori, identificano le parti più inti-

me dell’edificio dove, al primo livello, troveranno disposizione le camere del centro di accoglienza. Un corridoio separa la sequenza delle sale dal corpo centrale a doppio volume configurato come spazio collettivo.

L’intero percorso sarà punteggiato da piccoli slarghi e piazze attrezzate appositamente ricavate sui punti di massimo affac- cio nella direzione dal paesaggio e verso il centro storico di Aramo. Ai giardini coltivati si avvicenderanno superfici lastri- cate adibite alla sosta ed al gioco dei bambini.

Fig. 3. Una nuova linea per Aramo.

Un parcheggio attrezzato è posto alla terminazione della stra- da principale che conduce al paese, tra il cimitero e l’oratorio della Natività di Maria. Da questo punto il percorso inizia con una diramazione: da una parte la vecchia strada che conduce al paese, pronto a serrare il visitatore nelle sue spire avvol- genti; dall’altra un percorso panoramico di grande suggestio- ne cinge la collina antropizzata e conduce sul fronte vetrato del Centro. Da questo punto un itinerario ascensionale svela poco a poco la forma complessiva della struttura sino a rag- giungerne la parte più alta del piccolo colle dominato dalla piazza belvedere.