Michele Giacomelli, Elisa Giobbi
L’architettura fortificata costituisce - dopo quella ecclesiastica - il patrimonio monumentale più imponente di cui l’Italia dispone. Non esiste località, infatti, che non annoveri tra le sue vestigia traccia o memoria (anche solo nella toponomastica del luogo) di un ca- stello. Lo studio e la conoscenza di questi complessi, al pari di altri monumenti, è pertanto fondamentale al fine di tutelare e valoriz- zare una parte importante della nostra storia che deve essere in assoluto preservata per le generazioni future.
Per valutare la possibilità di riusare questi complessi, molti dei quali utilizzati oggi solo come museo di se stessi, è stata presa in esame la fortezza di Verrucole, una delle più imponenti strut- ture militari che costellano la Garfagnana, strategico territorio di confine tra la Toscana e l’Emilia Romagna.
L’informazione storico - architettonica del complesso monumen- tale, integrata dal rilievo sistematico, è stata utilizzata come base per l’elaborazione di una proposta di riutilizzo in vista di un pro- gramma di recupero dell’intera rete dei castelli presenti nell’area. Garantendo l’assoluto rispetto per la configurazione morfologica del monumento, è stato possibile redigere un progetto che ne per- mette un uso del tutto nuovo rispetto a quello originario.
La particolare posizione della fortezza, che domina l’intera valle del fiume Serchio garantendone la visibilità da ogni punto di questo territorio, è stato l’elemento che ha fatto propendere per la scelta di Verrucole come “porta” al sistema fortificato Garfagnanino. Per ottemperare a tale finalità sono state progettate una serie di strutture di sevizio - quali un punto informativo, una sala conferenze e un centro studi sull’architettura fortificata - uti- lizzando i manufatti esistenti, ricavando nuovi vani e ripristi-
nando, mediante dei nuovi volumi in acciaio e vetro dalla forte identità architettonica, le due polarità che caratterizzavano originariamente il manufatto, consentendo così non solo di ri- stabilire l’originario rapporto tra fortezza e territorio, ma an- che di averne una più compiuta percezione.
L’idea di progetto: contesto storico e ambientale a confronto La proposta progettuale elaborata per il recupero della fortezza di Verrucole si inserisce in un quadro di recupero globale del- l’intera rete delle fortificazioni garfagnine. Gli studi storici con- dotti, infatti, hanno evidenziato come questo territorio sia carat- terizzato dalla presenza di numerose opere fortificate, testimo- nianza dell’importante ruolo che l’area ha rivestito nel corso dei secoli per il dominio dell’Italia centrale. Negli ultimi anni, insie- me a Verrucole, le amministrazioni locali hanno promosso il re- stauro di molti altri complessi, con l’obiettivo di un rilancio della zona che possa vedere anche nei castelli, insieme alle emer- genze paesaggistiche e naturalistiche, un motivo di richiamo. Prima e fondamentale fase dello studio progettuale è stata quella di individuare quale nuova funzione attribuire alla for- tezza, tenendo conto delle analisi dello stato di fatto e, paralle- lamente, delle esigenze espresse dall’Amministrazione che vuole preservare la piena accessibilità del pubblico al sito. Sulla base di tali considerazioni si prevede una doppia funzionalità, configurando la fortezza sia come “museo di se stessa” sia come “porta” del sistema fortificato.
La necessità di configurare il castello come museo di se stes- so è sicuramente la più contingente, ma questo implica che la
struttura sia in grado di “parlare” alle persone che le visitano. Allo stato attuale il complesso non è in grado consentire que- sto - a meno che non si tratti di addetti ai lavori - ma l’obiettivo può essere facilmente raggiunto realizzando un parco che ab- bia come tema “la storia della fortezza”. Infatti, attraverso semplici pannelli illustrativi, disposti lungo un percorso attrez- zato, si ha possibilità di far capire ai visitatori quale è stata nel corso dei secoli l’evoluzione dell’organismo architettonico; l’area sicuramente più adatta per accogliere questo percorso è l’attuale prato delimitato dalle cortine murarie, dove si ha a disposizione uno spazio molto ampio che attualmente è consi- derato una delle parti meno significative del complesso, poi- ché i visitatori sono piuttosto attratti dai due poli contrapposti della rocca Tonda, da una parte, e dei bastioni dall’altra. Parallelamente alla realizzazione di un giardino tematico, Verrucole dovrà configurarsi anche come “porta” al sistema fortificato della Garfagnana. Infatti, in un ottica di recupero globale della rete dei castelli, è indispensabile individuare tra questi quello che meglio può assolvere al ruolo di “accesso”. La vocazione del sito a tale funzione è dettata dalla colloca- zione che il complesso fortificato assume all’interno del terri- torio, essendo una delle poche emergenze architettoniche vi- sibile da ogni paese della valle e da ogni strada che la percor- re. Questa posizione di massima visibilità - che in passato in- cuteva timore e serviva a scoraggiare gli eventuali assalitori - può oggi essere sfruttata per configurare la fortezza come il
principale polo di attrazione per i visitatori che intendano se- guire il percorso dei castelli garfagnini.
Al fine di assolvere a tale funzione, il complesso militare do- vrà essere dotato di tutti quei servizi che un luogo di questo tipo necessita. Infatti, in quanto “porta” ad un sistema, Verrucole sarà il primo dei castelli della rete ad essere visitato e in questo luogo le persone dovranno ricevere tutte le infor- mazioni sul percorso che andranno a condurre, tuttavia affinchè la struttura possa configurarsi come nucleo del sistema dei castelli della Garfagnana è importante affiancare al ruolo di polo turistico anche la funzione di centro studi del patrimonio presente sul territorio, con lo scopo di promuoverne la tutela, la conoscenza e la conservazione.
Così configurandosi dal punto di vista funzionale, Verrucole potrà realmente essere eletta a centro del sistema fortificato della Garfagnana, tuttavia il suo ruolo sarà pienamente valo- rizzato solo qualora si individui un elemento di forte identità architettonica in grado di configurare la fortezza come polo di richiamo a scala territoriale. Tale elemento deve essere in grado di valorizzare la già imponente emergenza della fortez- za e di comunicare a grande scala il ruolo che la struttura assolve molto prima che il visitatore giunga al suo interno. La soluzione alla problematica è stata ricercata nella lettura del passato del castello: Verrucole, infatti, si caratterizza storica- mente per essere il risultato dell’unione di due rocche distinte che anticamente si sviluppavano sul colle. Attualmente ciò non è leggibile a seguito dello smantellamento della rocca Quadra per realizzarvi al suo posto, nel 1564, l’attuale fronte bastionato, in ragione delle mutate esigenze difensive. Della torre riman- gono solo alcuni ruderi al suolo che hanno costituito le fonda- menta per la realizzazione, nel XVI secolo, del magazzino do- tato di forno. Soltanto ripristinando la polarità che caratteriz- zava originariamente Verrucole - e ristabilendo il suo origina- rio rapporto col territorio - si potrà finalmente avere piena consapevolezza del manufatto architettonico, il quale potrà così configurarsi come elemento di invito alla conoscenza di un’in- tera realtà storico-geografica.
Punto informativo e sala conferenze
Il ruolo di punto informativo è sicuramente quello che meglio connota Verrucole come porta al sistema fortificato della Garfagnana, per cui deve essere posta particolare attenzione
alla progettazione di quello che può essere considerato il vero polo funzionale nel quadro di recupero del complesso. Proprio perché il luogo dove acquisire le informazioni sul ter- ritorio è quello che per primo viene raggiunto da colui che si appresta a visitare la struttura, deve essere collocato il più possibile in prossimità dell’ingresso ed attirare immediatamente l’attenzione. Per questo motivo è stato deciso di localizzare questa funzione in un volume realizzato ex-novo da collocarsi entro il terrapieno che si trova attualmente di fronte all’ingres- so, che in origine sosteneva l’antica piazza d’armi.
L’accesso all’interno dell’edificio avviene attraverso un cor- po vetrato aggettante rispetto al muro controterra che sostie- ne il terrapieno, collocato proprio di fronte all’ingresso princi- pale alla fortezza. Il punto informativo è organizzato in un uni- co grande ambiente, dove ad un bancone informazioni - che funziona anche come bookshop - si affianca una zona espositiva in cui, attraverso pannelli e plastici, vengano illu- strate le proposte culturali e di servizio offerte dal territorio. L’accesso alla sala conferenze può avvenire sia dall’info-point stesso - rispetto a cui si dispone parallelamente - sia dal se- condo ingresso alla struttura collocato nel giardino compreso entro le cortine murarie. In quest’ultimo caso la sala è filtrata da un foyer - posto su due livelli collegati da una scala - dotato di angolo relax e spazio per la distribuzione di catering. La capienza della sala è pari a novanta posti - compresi due spazi riservati ai portatori di handicap - ed in sezione si caratterizza per un profilo gradinato che migliora la visibilità e l’acustica1. Dal punto di vista dell’articolazione volumetrica, l’edificio ri- sulta per due lati interrato, mentre gli altri due sono costituiti dal muro controterra esistente, in cui si apre il primo ingresso,
e dal prospetto affacciato sul giardino, che consente l’acces- so al foyer della sala. Quest’ultimo fronte si caratterizza per una facciata inclinata rispetto al piano orizzontale del terreno, in modo tale da seguire l’andamento originario del fronte del terrapieno; in questo modo la visibilità della struttura di nuova realizzazione è possibile solo dall’interno della fortezza, pre- servando il profilo esterno originario del castello. Il fronte ver- so il parco è costituito da una facciata modulata con assi oriz- zontali di legno di teck, fissati ad una sottostante struttura intelaiata in metallo tamponata con vetri; il legno si configura quindi non come elemento di chiusura ma come una sorta di elemento frangi-sole per la modulazione della luce interna. Centro studi sull’architettura fortificata e ricostruzione della ex torre quadra
Collocare il centro studi sull’architettura fortificata entro il mastio della fortezza di Verrucole assume un significato molto importante; infatti, si ha la possibilità di studiare gli organismi militari storici all’interno di uno di questi e, parallelamente, di trovarsi in un sito caratterizzato dalla massima visibilità nei confronti degli altri elementi dello stesso sistema.
Un edificio che si ponga l’obiettivo di assumere il ruolo di polo di raccolta del materiale storico riguardante l’intero apparato militare storico della valle deve essere composto di almeno due ambienti distinti: una biblioteca per la conservazione e la consultazione di documenti librari e archivistici e un locale per la raccolta cartografica.
Per quanto riguarda la realizzazione del centro cartografico è prevista un’organizzazione degli ambienti all’interno dei locali esistenti della rocca Tonda, configurando, dal punto di vista
distributivo, due distinti livelli di fruizione. Il corridoio centrale ha, infatti, una doppia funzionalità: oltre ad essere disimpegno per le stanze riservate alla consultazione, sarà oggetto del transito temporaneo dei visitatori che potranno prendere visione di estratti cartografici collocati nelle bacheche. La biblioteca è invece realizzata in locali di nuova costruzione che ripropongono la volumetria originaria del torrione (dotato di due piani), così come raffigurato in numerose carte storiche. La ricostruzione della porzione di rocca andata distrutta av- viene attraverso la realizzazione di una struttura intelaiata metallica che si caratterizza per la massima leggerezza ed
avvolgenza ed è costituita da una serie di elementi tubolari in acciaio Corten a sezione quadrata, disporti in maniera appa- rentemente casuale, a fasciare lo spazio interno.
La presenza di una struttura di questo genere per la ricostru- zione di un organismo fortificato è giustificata dal fatto che il tema dell’intreccio e della leggerezza è strettamente legato alla transitorietà delle strutture che costituivano le appendici di offesa di un castello medievale2. Inoltre, l’idea del traliccio svettante propone una chiave di rilettura del profilo smerlato originario della rocca. D’altra parte, l’uso dell’acciaio Corten - che si caratterizza per un aspetto grezzo e sottoposto al-
Fig. 3. Prospetto Nord-Ovest del punto informativo - sala conferenze, sullo sfondo il prospetto del centro studi sull’architettura fortificata
l’azione del tempo - insieme ad una serie di grate, sempre in acciaio, poste a controventare la struttura in punti significativi della stessa, possono essere letti come una reinterpretazione del rudere antico, rivisto alla luce delle tecnologie costruttive e dei materiali moderni.
Dal punto di vista distributivo la biblioteca si caratterizza per un’or- ganizzazione concentrica ad anello, risultato della regolarizzazione del profilo poligonale della rocca. Il nucleo attorno a cui ruota la pianta è costituito da un blocco in muratura dove sono stati collo- cati i servizi igienici e della sala per la lettura riservata; essa di- spone di sedici posti, comprese quattro postazioni informatiche e
due postazioni destinate agli operatori3.
La biblioteca è chiusa da un cilindro in vetro che si distacca per circa un metro e mezzo dalla struttura reticolare in modo tale da creare una sorta di camminamento di ronda perimetrale destinato alla fruizione turistica, che permette l’accesso alla sovrastante terrazza panoramica, la quale, dal punto di vista della composizio- ne globale del progetto si contrappone all’altro punto panoramico realizzato in corrispondenza della ex rocca Quadra.
La conclusione dell’opera di recupero prevede, infatti, la rico- struzione anche della seconda torre, in modo tale da ripristina- re la dualità originaria che il complesso presentava. Tale inter-
Fig. 4. Proposta di recupero della fortezza di Verrucole: prospetto della torre Quadra
NOTE
1 Contribuisce al miglioramento dell’acustica della sala la presenza di una
serie di elementi a vela posti sul soffitto per la modulazione del suono.
2 Si vedano, ad esempio, i coronamenti in legno nella parte alta del perimetro
delle mura di una città o di un castello per realizzarvi cabine per la difesa piombante. NALDINI M., TADDEI D., Torri Castelli Rocche Fortezze, Firenze
2003, p. 24.
3 Le dimensioni particolarmente ridotte della struttura sono dettate dal fatto
che il centro studi si propone di raccogliere solo un numero limitato di volumi estremamente specialistici destinati agli studiosi della materia.
4 CASSI RAMELLI A., Dalle caverne ai rifugi blindati, Bari 1996, pp. 412 ss. vento, oltre ad essere motivato dal punto di vista storico, trova una giustificazione anche nel quadro funzionale dell’architet- tura militare secentesca, in particolare all’interno del cosid- detto terzo sistema Vaubant per la realizzazione della Tor
d’Or (torre d’oro) in relazione al sistema di difesa bastionato4. Dal punto di vista della connotazione morfologica, la ricostru- zione della torre Quadra segue gli stessi principi della torre Tonda, sia per quanto riguarda la configurazione della struttu- ra reticolare che per l’uso dei materiali. Funzionalmente, inve- ce, l’organismo - la cui percezione nello spazio della fortezza è simile a quella di un’astratta opera scultorea - è una scala che conduce ad una terrazza panoramica.
BIBLIOGRAFIA
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architettura militare, Mario Adda Editore, Bari 1996
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NALDINI M., TADDEI D., Torri Castelli Rocche Fortezze, Edizioni Polistampa,
Firenze 2003
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PINAGLI M. G., Il Sistema Garfagnana, Print & Service, Firenze 1993
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