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LETTURA E COMPRENSIONE DEL LUOGO NELL’INSERIMENTO AMBIENTALE

Adolfo Cesare Dell’Acqua

mento, di identificazione e memorizzazione, che chiariscono il processo costitutivo degli insediamenti.

L’uso del luogo risulta, infatti, connotato da diversi momenti significativi, corrispondenti ad altrettante sequenze di vari eventi ed azioni che contrassegnano l’abitare in uno specifico ambito territoriale; possono quindi riconoscersi, in rapporto all’orga- nizzazione e alla strutturazione degli spazi e dei percorsi che caratterizzano la relazione tra paesaggio e insediamento, mo- menti di arrivo, di incontro, di ritrovo e isolamento, di chia-

rimento, nel coordinare, rendendoli significativi, determinati ambiti di attività in rapporto al contesto d’inserimento. L’orga- nizzazione di questi momenti d’uso, corrispondenti a specifici luoghi destinati allo svolgimento di determinate azioni, può rac- cordarsi in stretta aderenza ai caratteri morfologici e struttu- rali del contesto paesistico2. In tal senso, il paesaggio risulta strutturato secondo ambiti spaziali che corrispondono ad un insieme di “accadimenti” e attività che guidano i criteri progettuali, collegando specifiche unità di paesaggio sia ai pro- cessi storici che ai caratteri morfologici del luogo naturale. L’impostazione metodologica risulta pertanto caratterizzata - nel momento della lettura - dal rapporto con la storia e con la ricostruzione delle fasi formative delle strutture insediative, e - nel momento del progetto - dalle diverse problematiche rela- tive all’attualizzazione della proposta progettuale, secondo spe- cifiche condizioni di rispondenza e “pertinenza di fase”3 con i corrispondenti processi tipologici.

La riproposizione delle fasi di sviluppo storico dei processi insediativi risulta così strettamente connessa alla strutturazione

del luogo e consente di individuare le condizioni d’inserimento dei nuovi interventi, secondo specifici criteri di “rendimento” ambientale. In tale quadro di riferimento alla sequenza delle fasi formative degli insediamenti, la lettura svolge un ruolo fondamentale nell’assicurare una “garanzia economica”, come rendimento, delle nuove strutture edilizie, sulla base del con- fronto con un sistema di relazioni tra vari gradi di analisi criti- ca degli organismi costruiti, secondo specifici “livelli di tipicità”. Nel riscontro di questa compatibilità con lo sviluppo della strutturazione insediativa, i criteri d’intervento richiedono, tut- tavia, un approccio alla conoscenza del luogo rispondente alle condizioni di variabilità e di contingenza, che connotano specifi- camente le risorse e i vincoli del contesto d’inserimento. In generale, il riferimento all’ambiente4, come denominatore comune a cui rapportare lo sviluppo dei fenomeni insediativi, può considerarsi in una duplice valenza, di conservazione delle strutture edilizie in un determinato contesto e di trasforma-

zione di tali strutture, in rapporto ai cambiamenti che inter- vengono sia nella configurazione e nelle potenzialità fisico- ambientali del luogo naturale, sia nella strutturazione antropica del luogo artificiale.

In questo confronto con il “limite ambientale“, si evidenzia il ruolo di un metodo fenomenologico di ritorno alle “cose con- crete”5 del luogo e di connessione tra “mondo della vita” attuale e processo storico.

Il quadro di rapporti tra le diverse componenti della strutturazione insediativa porta, quindi, a evidenziare criteri d’in- tervento progettuale che richiedono un carattere dinamico di rispondenza al divenire quotidiano dei modi e dei momenti d’uso del luogo, nell’organizzazione dei suoi spazi e nella configura- zione delle corrispondenti forme costruite.

Le regole e i caratteri tipologici che contraddistinguono i pro- cessi insediativi storici vengono così confrontati con i fenome- ni e le strutture del luogo naturale, nell’ambito di una organicità ambientale, nella quale la dislocazione spazio-temporale dei diversi modi d’uso viene rapportata alla strutturazione degli spazi costruiti preesistenti.

L’organizzazione delle strutture insediative ai diversi livelli scalari viene vista, pertanto, nel quadro della loro interazione con l’insieme degli elementi fisici dell’ambiente, individuando valenze integrative tra le varie componenti qualitative dell’or- ganismo ambientale, e realizzando in tal modo un’omogeneità

di caratteri che coinvolge sia gli elementi naturali che quelli antropici del luogo.

Nel linguaggio che contraddistingue i diversi elementi costitutivi del luogo, una particolare rilevanza assume il rapporto tra

tipologia e morfologia, e, nel riferimento alle figure tipiche che connotano uno specifico contesto costruito, il ritorno al- l’unità originaria di forma e tecnica costruttiva, nell’inserimento e nella “messa in opera”6 dei diversi elementi che caratteriz- zano un determinato intorno ambientale.

Questi aspetti di realizzabilità costruttiva delle strutture formali del luogo vengono a incidere profondamente sui fattori di tra- sformazione del linguaggio edilizio; in proposito, si può rilevare che alla ricostruzione tipologica dei processi insediativi, con spe- cifico riferimento ai loro caratteri di permanenza, fa riscontro la sequenza di varianti nella configurazione formale dei tipi edilizi, indotte nel tempo dall’evoluzione del quadro esigenziale e dei processi tecnologico-produttivi di un determinato contesto. La variabilità degli elementi formali è quindi strettamente con- nessa con le modificazioni di varie componenti ambientali, connotando il carattere dinamico del processo tipologico, nell’interdipendenza tra invarianti strutturali - corrispondenti a figure ed organismi tipici - e trasformazioni indotte dalle mutazioni delle diverse esigenze abitative.

I caratteri universali del linguaggio vengono quindi a specifi- carsi, nello sviluppo temporale della strutturazione insediativa, tramite elementi morfologici, spaziali e costruttivi che caratte- rizzano un particolare contesto locale; nella realizzazione del luogo, si evidenzia pertanto un carattere processuale che chia- risce la differenziazione delle soluzioni progettuali, in relazione alle trasformazioni delle componenti ambientali.

Nel quadro delle relazioni tra le varie dimensioni del linguag- gio, l’individuazione dei criteri d’intervento per la riqualifica- zione o l’inserimento di nuove strutture insediative, alle diver- se scale dell’ambiente del costruito, pone in evidenza la fecondità del rapporto tra discipline tecnologiche e tipologiche, tramite la loro finalizzazione operativa verso l’applicazione progettuale; secondo tale orientamento di lettura operante, assume particolare rilievo l’integrazione culturale tra differenti ambiti disciplinari, ai fini dello sviluppo di metodi e tecniche di progettazione ai diversi livelli scalari degli interventi.

L’elaborazione di una procedura critico-operativa corrisponde a questa esigenza metodologica nella progettazione - con l’in-

quadramento degli organismi tipici alle successive scale di lettu- ra - ponendo in evidenza l’interconnessione che lega le diverse componenti tipologiche, dalla strutturazione degli elementi tec- nologici e costruttivi alla configurazione degli elementi formali che caratterizzano determinate unità ambientali.

L’inserimento organico degli interventi nell’ambiente richiede, pertanto, il superamento di una visione settoriale e parzializzante delle singole componenti formative, in modo da assicurare una globale “pertinenza di fase” e, quindi un effet- tivo “rendimento” delle nuove strutture insediative nei con- fronti dei corrispondenti processi tipologici.

In quest’ottica, la valutazione dei materiali e delle strutture costruttive interviene, in modo determinante, nel tradurre l’or- ganizzazione degli spazi e delle forme costruite, in rapporto ai caratteri ambientali del luogo. Nelle scelte tecniche concer- nenti la differenziazione dei tipi di materiale e di strutturazione costruttiva in aderenza all’uso del luogo, sono infatti già impli- cite e consequenziali le potenzialità di configurazione spaziale e di risoluzione formale, in un quadro unitario e organico delle diverse componenti progettuali.

Nell’ambito di questi criteri di valutazione dell’inserimento ambientale, un ruolo fondamentale può essere svolto dall’arti- colazione di percorsi formativi ed indirizzi di ricerca che ca- ratterizzino le diverse fasi di inquadramento metodologico e di sviluppo applicativo, nei rapporti tra la comprensione e la “messa in opera” del luogo.

I vari ambiti delle discipline tecniche e metodologiche, che intervengono nello sviluppo dell’iter di progettazione, richiedo- no quindi un approccio integrato nella correlazione tra le spe- cifiche scelte progettuali e le diverse componenti della qualità e dell’identità ambientale del luogo d’inserimento.

NOTE

1 Sull’approccio fenomenologico nell’analisi del luogo e sugli aspetti che

coinvolgono la sua comprensione e realizzazione, in rapporto al linguaggio dell’architettura, cfr. NORBERG-SCHULZ C., Architettura: presenza, linguaggio

e luogo, Skira Editore, Milano1996.

2 Questa articolazione di momenti d’uso del luogo in rapporto alla

strutturazione insediativa del contesto costruito è evidenziata, ad esempio, nella proposta progettuale elaborata da Alessio Bartolini e Anna Lisa Grandi, con il coordinamento di Alberto Bortolotti, e presentata nel corso del presente Workshop “Aramo e le dieci castella della Svizzera Pesciatina”.

3 Sui concetti di rendimento, pertinenza di fase e livello di tipicità nella

lettura delle strutture edilizie, CANIGGIA G., MAFFEI G. L., Lettura dell’edilizia

di base, Marsilio, Venezia 1987.

4 Sul concetto di “limite ambientale” e sul rapporto tra inserimento ambientale

e conoscenza degli organismi tipici, cfr. cap. IV/3 L’ambiente come condizione

di architettura, in DE CARLI E., SCATÀ E. (a cura di), Antologia critica degli

scritti di Saverio Muratori, ALINEA Editrice, Firenze 1991.

5 Per gli aspetti relativi alla presenza nel luogo, cfr. NORBERG-SCHULZ C.,

op.cit. (in particolare il capitolo I.2).

Per l’elaborazione del progetto, le osservazioni all’aria aperta dei primi giorni di workshop hanno fornito un valido aiuto nel- l’acquisizione di un bagaglio di conoscenze e di immagini, indi- spensabili per la formazione di una coscienza critica. Giunti poi al momento di sintesi, è stato necessario operare uno sfor- zo interpretativo complesso, attraverso la lettura e la com- prensione di quanto osservato, fino alla maturazione di un per- sonale atto creativo1.

Agli occhi di un visitatore, i centri abitati della Svizzera Pesciatina appaiono generalmente compatti e conclusi sui pro- montori. Più frammentati quelli sorti in corrispondenza degli insediamenti produttivi di valle, dove le grandi cartiere, ora dismesse, sono a volte circondate da piccoli agglomerati di case. Necessariamente gli edifici si adattano alle condizioni orografiche, con forza ritagliandosi uno spazio tra i boschi, lungo i corsi d’acqua dal carattere torrentizio, che si intreccia- no alle strade di fondovalle e immettono infine alla vasta piana nei dintorni di Pescia.

Solo qui sembrano essere avvenute le grandi trasformazioni urbane che dal dopoguerra hanno progressivamente investito il paesaggio dell’intera penisola, attraverso sempre più rapidi pro- cessi di industrializzazione nell’edilizia e prepotenti fenomeni di urbanizzazione di vastissime aree sottratte all’agricoltura. L’asperità del terreno in Valleriana, invece, ha consentito va- riazioni estremamente lente nell’uso dei suoli, in molti casi con l’affittire dei boschi, in altri con la costruzione di terrazzamenti per le colture specializzate in prossimità dei borghi, grazie a piccole opere di sbancamento del terreno o a poderose mura

AL DI LÀ DEL MURO.