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Cfr i documenti raccolti e trascritti in modo esemplare nei Monumenta Henrìcina, Coimbra, Comissào Executiva das Comemoragñes do V Centenàrio da Morte do Infante D Henrique,

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F. M elis , Di alcune figure di operatori economici fiorentini attivi nel Portogallo nel XV secolo, in / mercanti italiani nell’Europa medievale e rinascimentale, a cura di L Frangioni, con

77 Cfr i documenti raccolti e trascritti in modo esemplare nei Monumenta Henrìcina, Coimbra, Comissào Executiva das Comemoragñes do V Centenàrio da Morte do Infante D Henrique,

1960-1978,15 voli., in particolare, per il periodo 1420-1460, si consultino i voli. VII-XIV. Si veda anche P. E. Russell, Pànce Henry "thè Navigator*: a Life, New Haven, Yale University Press, 2000, pp. 135-221. Si veda anche J. M. da Silva Marques, Descobrimentos portugueses: documentos para a sua história; publicados e prefaciados por Joào Martins da Silva Marques, 3 tomi in 5 voli., Lisboa, Instituto Nacional de Investigado Científica, 1988 [Reprodudo facsimilada da e d id o de Lisboa, 1944-1971]. Sulla crisi dinastica che portò alla battaglia di Alfarrobeira, si veda lo studio esemplare di H. Baquero Moreno, A batalha de Alfarrobeira: antecedentes e significado histórico, 2 voli., Coimbra, Bibl. Geral da Universidade, 1979-1981.

Capitolo !

notevolmente i propri diritti di sovranità nell’Atlantico occidentale e meridionale senza investire direttamente le risorse di stato, ma controllando direttamente il commercio. Questo controllo venne attuato attraverso il trasferimento della Casa da Guiné, la compagnia che sotto il controllo diretto della Corona fissava il prezzo delle spezie e ne gestiva il commercio e la tassazione, da Lagos a Lisbona (4 luglio 1463) e, in secondo luogo, tramite l’esenzione fiscale sui beni trasportati da e verso le isole atlantiche e i nuovi tenitori africani.78 In questo modo Alfonso V mirava ad assicurare alla corona portoghese l’egemonia marittima nella ricca zona tropicale africana. Si trattava di un progetto e di una politica di espansione che si integrava meglio dei precedenti progetti di conquista di Granada e di quelli del principe Enrique (1394-1460), detto il Navigatore, verso il Marocco nella struttura dei flussi commerciali marittimi che collegavano il Portogallo a Inghilterra e Fiandre verso nord e a quelli verso le coste nord Africane a sud e a est.79

Una parte fondamentale della politica diplomatica portoghese, finalizzata alla tutela degli interessi legati all’espansione verso le isole nell’Atlantico meridionale e lungo le coste africane della Guiné (intorno alla metà del Quattrocento questo termine identificava uno spazio molto vasto, dal Marocco al Congo) passò attraverso la collaborazione con il papato, capo della Respublica Christiana. La disponibilità portoghese alla partecipazione alla crociata bandita da Callisto III si spiega come risposta di Alfonso V e del principe Henrique a Niccolò V per la celebre bolla Romanus

Pontifex che concedeva al Portogallo l’esclusività della conquista e dello sfruttamento

di tutte le terre al di ià del Capo Bojador fino alle Indie, proibendo a tutte le altre nazioni, pena la scomunica, di navigare in quelle acque. Questa bolla, datata 8 gennaio 1455, definita da Charles Boxer «charter of Portuguese imperialism», accanto all’elogio al principe Enrique il Navigatore come soldato di Cristo e difensore della fede, loda il progetto portoghese di estendere la fede cristiana in paesi sconosciuti, cita le scoperte atlantiche e l’obiettivo della circumnavigazione dell’Africa per entrare in contatto con le popolazioni delle Indie che «onorano il nome di Cristo» e con loro combattere i Saraceni. Autorizza il principe a soggiogare e convertire i pagani delle regioni tra Marocco e Indie; approva la riduzione in schiavitù dei neri dAfrica perché

78 V. Ma g alh áes Go d in h o, A economía dos descobrimentos henriquinos, Lisboa, Sá da Costa,

1962. La Casa da Guiné cam bió nome con il proseguim ento dell’espansione, assum endo quello

di Casa da Guiné e Mina tra il 1482-83 e di C asa da india e da Guiné nel 1499.

79 P. E. Russell, Portugal, Spain and the African Atlantic, 1343-1490: Chivalry and Crusade

from John o f Gaunt to Henry the Navigator, Brookfield - Vermont, Aldershot, Variorum, 1995; L.

F. Thom az, Le Portugal et ïAfrique au XVe siècle: tes débuts de l'expansion, Lisboa, Inst, de Investigaçâo Científica Tropical, Sep. Arquivos do Centro Cultural Portugués da Fundaçâo Calouste Gulbenkian - Volume XXVI. Série Separatas; 2 2 1,19 89.

Censimento, descrizione delle fonti e datazione

finalizzata alla cristianizzazione, concede ai Portoghesi il monopolio della navigazione, commercio e pesca tra Africa e Indie e autorizza le misure della Corona in sua difesa, autorizzando inoltre il commercio coi Saraceni e la costruzione di chiese e conventi, proibendo eventuali interferenze da parte di altre nazioni.80 La bolla Inter caetera

divinae, promulgata da Callisto III nel marzo 1456, oltre a confermare la precedente di

Niccolò V, attribuiva all’Ordine di Cristo, guidato dal principe Enrique, la giurisdizione spirituale sulle terre conquistate da Capo Bojador fino alle «Indie». Queste terre, dichiarate nullius diocesis, vennero poste sotto la giurisdizione dell’Ordine che vi avrebbe gestito i benefici ecclesiastici amministrando il clero secolare e regolare.81 A seguito delle due bolle papali, l’orientamento ideologico impresso da Alfonso V alla ripresa dell’espansione portoghese nella seconda metà del Quattrocento, assunse la forma di un’espansione della cristianità «adversus Turcos». È un aspetto evidente nella retorica di quasi tutte le missive intercorse tra la la corte portoghese, la Signoria fiorentina e la Repubblica veneziana degli anni 1456 e 1457.82

Le due bolle papali sintetizzano la politica diplomatica del papato e della corte portoghese, sancendo le linee-guida della successiva politiche europee nelle Indie, dando, soprattutto, fondamento alle pretese e ambizioni portoghesi di espansione. Esse premiarono lo sforzo dei sovrani della casa Aviz di dare, a livello politico e diplomatico, carattere organico a esplorazioni e iniziali conquiste che la recente ricerca, dopo decenni di storiografia fortemente ideologica e strumentalmente nazionalistica e colonialistica, ha finalmente mostrato lungi dall’avere un carattere iniziale programmatico.83

80 BuUarium Patronatus Portugalliae Regum in ecdesiis Afrìcae, Asiae atque Oceanie: buiias,

brevia, epistotas, decreta actaque sedis ab Alexandre III ad hoc usque tempus amplectens, curante L. M. Jordào, Olisipone, Typographia Nationali, 1868-1879, 5 voli, voi. 1, 1868, pp. 31- 34; Monumenta Henricina, cit., XII, doc. 36, pp. 71-79. C. C. R. Boxer, The Portuguese seabome empire 1415-1825, Manchester, Carcanet in association with thè Calouste Gulbenkian Foundation, 19912, pp. 5-56.

81 Ib idpp. 35-36; Monumenta Henricina, voi. XII, pp. 286-88.

82 Missive delle Signoria firorentina e del Re di Portogallo Alfonso V datate 2 settembre 1456, 8