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Per una riflessione teorica e metodologica ben condotta sul rapporto tra significato storico di un’opera e la storia della sua ricezione letteraria, cfr C G inzburg , fi vecchio e nuovo mondo

visti da Utopia, in Nessuna isola è un'isola. Quattro sguardi sulla letteratura inglese, Milano, Feltrinelli, 2002, pp. 17-44; cfr. anche Id., Rapporti di forza: storia, retorica, prova, Milano, Feltrinelli, 2000.

Censimento, descrizione delle fonti e datazione

Cod. 1112: In Cod. 1112 cogitabamus has Mauri adnotationes producere; verum, quoniam longiores sunt, & potissimum versantur super numerum coelorum & planetarum juxta auctoritatem factorum Theologorum, circa situm Paradisi Terrestris, circa distantiam planetarum a centro terrae, circa dementa variasque ipsorum qualitates, circa demum descriptionem partium orbis terraquei, Regnorum, Provinciarum & illustrium insularum, ideo eas libenter omittimus, contenti sequentes observationes, notulasque nonnullas ab eo confectas excerpere. [Col. 756].

Cod. 624: Delfinus Petrus Venetus Patritius Abbas S. Michaelis de Muriano inde Prior & Abbas generalis Camaldulensis, Epistularum libri tres manu ipsius scripti, [Codices 723, 724, 725], in folio. »Ceterum Petrus Delphinus Abbas generalis Camaldulensis omnia adnotata vulgari sermone a Mauro in pictura orbis, Latina fecit, ut scribit die XXVI martii anni 1494 ad Bemardinum Gadolum, eaque se deposuisse scribit osservanda in domo Petri Medicei, sed in eam rerum perturbatione quae tunc temporis Petrum Mediceum divexabat, aegre posse re peri ri».

Cod. 626: Anseimo Costadoni, Adnotationes, quas fecit suo planisphaerio [Col. 760]. Annaies Camaldulenses, Tomus VII, p. 252 ad annum 1457 [Col. 760].

Delle Memorie per servir alla Storia Letteraria, T. VII P. I. pag. 56: «Aliqua etiam ex hoc Planispherio derivarunt in suas epistolas collectores» [Col. 760].

Abundium Collinam, Considerazioni istoriche sopra la origine della bussola nautica, nell'Europa e nellAsia, Parte II, cap. IV, Faenza, 1748 [Col. 760].

Giovanni Battista Ramusio: «Nostris temporibus nullus fere est eruditorum virorum, qui Venetias pertransiens, Bibliothecam nostram non adeat, ut Planisphaerium bocce observet & consulat, ut usuveniebat etiam temporibus Ramusii, qui de eo verba facit, ut diximus, Tomo II. suarum Navigationum». [Col. 760].

Di questi otto codici che si trovavano alla fine del Settecento nella biblioteca di San Michele, ad eccezione di un codice ritenuto autografo di Fra Mauro, che trascriveva le legende della mappamundi e di un secondo codice quattrocentesco con una redazione più estesa dei cartigli, gli altri documenti riguardavano la storia della ricezione dell’opera, comprendendo una lettera autografa di Pietro Delfino del 1494 con notizie riguardanti una copia della carta preparata per Piero de’ Medici; quattro studi settecenteschi, di padre Anseimo Costadoni e di padre Abbondio Collina, infine, una descrizione della metà del Cinquecento tratta dalle Navigazioni e viaggi di Giovanni Battista Ramusio. Il celebre e primo studio completo sul mappamondo di Placido Zurla del 1806, summa di oltre cento anni di indagini compiute aH’intemo dell’ordine camaldolese, si basava su questo corpus documentale.

Nel 1956 nella Presentazione alla pregevole edizione facsimile del mappamondo si lamentava il grave stato di dispersione dell’intera base documentaria.9 Tullia Gasparrini

9 «I famosi registri di spese del sec. XV del monastero muranese che ci danno notizie delle spese sostenute per la lavorazione del mappamondo ordinato dal re del Portogallo, sono andati purtroppo perduti. Alla soppressione del monastero di S. Michele di Murano, essi furono portati a Roma dal cardinale Placido Zurla e dal padre Mauro Cappellari, il futuro Gregorio XVI. A Roma li vide nel 1884 Antonio Bertolotti, che li utilizzò per la sua pubblicazione sugli Artisti veneti in Roma nei secoli XV, XVI, XVII»; cfr. T. Gasparrini Leporace, Introduzione, in II

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Capitolo i

Leporace e Roberto Almagià deploravano soprattutto la perdita dei Libri di entrata e

uscita di San Michele di Murano e, specificatamente, del registro autografo di do n

Maffeo Gherardo. Tale registro riguardava gli anni 1453-1460 e vi erano riportate le spese sostenute dal monastero tra il febbraio 1457 e il 24 aprile 1459 per la realizzazione della mappamundi per la maiestad del Segnorde Portugal.

Partendo dal catalogo settecentesco redatto da Mittarelli, Antonio Ratti compilava nel 1987 un nuovo inventario dei documenti e dei codici che si riferivano a Fra Mauro e alla sua produzione cartografica confermando l’ipotesi di dispersione dell’intero corpus documentale, sia per quanto riguarda i documenti sulla genesi e le fonti del mappamondo, sia per quelli sulla sua ricezione:

Much cartographic material of an extremely high level for the time was produced in this workshop which was a centre of activity from about 1430 to the time of Fra Mauro's death which happened before 20 October 1459. Unfortunately, most of this cartographic output {maps of the world, other maps, written documents) has been lost as can be seen from the following list which is based either on documents of the time or on Fra Mauro's own writings: the map of the world for Alphonso V, King of Portugal, produced between 1457 and 1459, probably from a copy of the one in the Marciana Library, it was taken to Portugal by Stefano Trevisan and placed in the monastery of Alcobaga from which, according to Santarem, disappeared and has not been seen since 1528. The map of the world for Pietro de Medici copied from Fra Mauro's by Florentine artists who went to San Michele about 1492-93. On 26 March 1494 Petrus Delfinus of San Michele sent Pietro dei Medici the Latin translation of all the 'legende' on the map of the world that had been written by Fra Maura in the Venetian vernacular. However, on 9 November 1494, Piero dei Medici had to flee from Florence and all his cartographic material was lost. Mittarelli in his catalogue of the codices in the library of the monastery of San Michele writes: Maura monaco camaldolese. Codices 607 and 1112 Planisferio con le sue annotazioni. Codex 626 Memorie relative al Planisferio di Fra Mauro (Notes to serve in the writing of a dissertation on his earlier map of the world). Codex 1112 Adnotationes quas fecit suo Planispherio that Mittarelli thought of printing as they were more detailed than those on * the map of the world and as Fra Mauro himself had written that he had to omit them for

lack of space. Unfortunately, these three precious codices have disappeared.10

Rispetto all’indagine di Gasparrini Leporace, la ricerca di Ratti ha avuto il pregio di indicare la Bibliotheca codicum manuscriptorum Monasterii S. Michaelis Venetiarum

prope Murianum di Mittarelli quale imprescindibile punto di partenza per il censimento

dei documenti che riguardano Fra Mauro e la sua produzione cartografica. Tuttavia, l’ipotesi di dispersione della base documentale veniva confermata e il numero di documenti ritenuti dispersi aumentava.

Mappamondo di Fra Mauro, a cura di R. Almagià e T. Gasparrini Leporace, trascrizione di T. Gasparrini Leporace, Roma, Poligrafico della Zecca dello Stato, 1956, p. 15.

10 A. Ra t t i, A Lost Map of Fra Mauro Found in a Sixteenth Century Copy, in «Imago Mundi», XL, 1988, pp. 77-85, in pari, le pp. 84-85. L'articolo di Ratti riguarda lo studio di una mappa seicentesca di Vincenzo Calapoda, ispirata da, se non addirittura copia della carta Borgiana V della Biblioteca Apostolica Vaticana, attribuibile al «laboratorio di Fra Mauro», sulla quale si veda R. Almagià, Carta nautica con elementi corografici di Anonimo Veneziano (1450 circa), in Monumenta Cartographica Vaticana, Roma, Città del Vaticano, 1 9 4 4 ,1, pp. 32-39.

Censimento, descrizione delie fonti e datazione

La b a s e d o c u m e n t a r ia a l l a l u c e d e l l e p r e s e n t e r ic e r c a

Ricerche recenti presso gli Archivi di Stato di Roma e Venezia e presso la biblioteca del Monastero di Camaldoli hanno portato a riscoprire, salvo poche eccezioni, la maggior parte dei documenti e dei codici che si riferivano a Fra Mauro, cosi come catalogati da Mittarelli e da Ratti, e fino ad ora considerati per la maggior parte perduti.11 Come già accennato, questi non includono purtroppo quelle «scriptum», le carte autografe di fra Mauro, che comprendevano plausibilmente i quaderni preparatori con il vasto lavoro di reperimento, trascrizione ed elaborazione delle fonti, che sarebbero stati fondamentali per la comprensione della genesi del mappamondo. L’esistenza di tali «scriptum» è comprovata dal registro linguistico complesso di molti cartigli della mappamundi e dalle differenze di trascrizione verificabili tra il mappamondo della Biblioteca Marciana e la carta Borgiano V della Biblioteca Apostolica Vaticana, copia tratta in modo evidente, ma con differenze nella lunghezza dei cartigli e con molti errori di copiatura, dalla mappamundi di Fra Mauro (o da un'ulteriore mappamundi, di cui non si ha traccia, ma ad essa molto simile) che induce appunto a pensare all’esistenza di una collezione di testi cosmografici di Fra Mauro più sistematica rispetto alle legende trascritte nella mappamundi'2 1 documenti recuperati annoverano invece le testimonianze antiche riferibili alia storia della ricezione della

mappamundi che, date fin qui per smarrite, sono fortunatamente pervenute. Dunque, i

documenti sopravvissuti riguardanti Fra Mauro e la sua opera cartografica possono essere suddivisi in tre gruppi principali: documenti del tempo di Fra Mauro, provenienti soprattutto dagli Archivi di Stato di Venezia e di Roma e dall'Archivo da Torre do Tombo di Lisbona; antiche descrizioni a stampa, derivate principalmente da quella pubblicata da Giovanni Battista Ramusio nel secondo volume delle Navigazioni e

viaggi; infine, studi manoscritti inediti dei secoli XVII e XVIII provenienti dalla Biblioteca

del Monastero di Camaldoli (d’ora in poi BMC).13

11 C. Ca b y, De l'érémitisme rural au monachisme urbain. Les Camaldules en Italie à la fin du