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Cfr rispettivamente i docc 10-12, 25, 26, 30-33 e 24 in Appendice Prendendo in considerazione gli studi moderni, la mappamundi di Fra Mauro è stata analizzata in oltre

I REGISTRI CONTABILI DI SAN MICHELE

14 Cfr rispettivamente i docc 10-12, 25, 26, 30-33 e 24 in Appendice Prendendo in considerazione gli studi moderni, la mappamundi di Fra Mauro è stata analizzata in oltre

quaranta lavori scientifici. Cfr. P. Falchetta, Carte veneziane dell’Asia da Fra Paolino a Giacomo Gastaldi, cit., pp. 49-50.

15 «Troviamo ne' Libri d’entrata ed uscita di questo stesso nostro Monastero tra que' che spettano a! secolo XV, troviamo, io dissi, non di rado notato il nome di Fra Mauro, e le spese per colori, per oro battuto, ecc. per formar mappamondi, come nel registro 451 delle spese di D. Niccolò Monaco ed Economo del Monastero predetto nel 1448, fino Luglio 1449, e più di tutto nel libro a piccolo foglio, segnato 449, scritto di pugno di Don Maffeo Gherardo Patrizio Veneto, istituito Abate di San Michele di Murano nel 1449, che poi fu eletto sesto Patriarca di Venezia nel 1466, e creato cardinale l'anno 1489». P. Zu r l a, Il Mappamondo di Fra Mauro, cit, 1806, p. 79: Si veda anche D. Wo o d w a r d, Medieval Mappaemundi, in The History of Cartography, voi. I , Cartography in Preistorie, Ancient, and Medieval Europe and thè Mediterranean, edited by J. B. Ha rley - D. Woodw ard, Chicago-London, The University of Chicago Press, 1987, p. 367.

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H TiTÌ r rmm mmm

Censimento, descrizione delie fonti e datazione

di Stato di Roma.16 Si tratta dì un registro contabile autografo di don Maffeo Gherardo, abate del monastero dal 1448 al 1466, che riporta le notizie sulle spese sostenute per la lavorazione del mappamondo commissionato nel 1456 dal re del Portogallo Alfonso V (1448-1481), per la cui esecuzione Fra Mauro, Andrea Bianco e alcuni scrìptori e

pictori lavorarono dal febbraio 1457 all'aprile 1459. Le entrate e le uscite per la mappamundi «portoghese» sono riportate in circa venti carte.17 Nel registro il nome di

Fra Mauro ricorre molte volte, non solo in riferimento alla realizzazione del mappamondo per la corte di Alfonso V dì Portogallo, ma anche, come era costume per i conversi, occupato a mediare, riscuotere affitti, svolgere in generale commissioni per il monastero tenendo i rapporti con Venezia. Il registro, di cui si trascrivono in appendice le note che riguardano Fra Mauro, è cruciale nell'analisi della questione della datazione della mappamundi come per la comprensione del valore sociale e economico delle mappaemundi nel Quattrocento; un tema che verrà affrontato nel capitolo II.

Le t e s t im o n ia n z e q u a t t r o c e n t e s c h e

In una nota datata 13 maggio 1483, il domenicano Felix Fabri (...) neWEvagatorium

Fratrìs Felicis in Terrae sanctae, Arabiae et Egypti peregrìnationem, il diario del suo

pellegrinaggio in Terra Santa, riporta la seguente notizia: «Est enim inter Venetias et Murianum insula, in qua est ecclesia nova et pulchra S. Cristophori cum monasterio Ordinis albi. In ilio monasterio est depicta una mappa mundi valde pulchra» (doc. 10 in appendice). Nonostante l’evidente errore neH’identrficazione di S. Cristoforo al posto di S. Michele, si tratta della prima nota che ricordi la mappamundi e che attesti come il mappamondo fosse conosciuto anche al di fuori dell’ordine camaldolese e ritenuto uno dei «miracoli» delta Serenissima, come ebbe a scrivere Giovanni Battista Ramusio cinquantanni più tardi.18

In una lettera datata 26 marzo 1494, in un epistolario manoscritto di Pietro Delfino (1444-1525), oggi alla Biblioteca Nazionale Marciana, l'abate di San Michele scrisse a

16 Si veda T. Gasparrini Lepo race, Introduzione, in II Mappamondo di Fra Mauro, cit., p. 15; A

Ra t t i, A Lost Map of Fra Mauro, c it, p. 84. Cécile Caby lo ha ritrovato nell’Archivio di Stato di

Roma nel 1999; cfr. C. Ca b y, De l'érémitisme rurafau monachisme urban.... cit., pp. 625-32. Il registro è conservato presso Archivio di Stato di Roma, San Gregorio al Celio (inv 25/II, n. 9), n. 63, Maffeo Gherardo, Entrata e Uscita, San Michele di Murano (1453-1460).

17 Archivio di Stato di Roma, San Gregorio al Celio (inv 25/II, n. 9), n. 63, Entrata e Uscita, San Michele di Murano (1453-1460), cc. Il, 41r, 42r, 44r, 123v-125r, 128v, 129r, 137v, 139r, 144r, 169r-171v, 172v, 173v, 174r, 175r, 180v, 181r.

18 F. Fa b r i, Les errances de Frère Felix, pèlerin en Terre sainte, en Arabie et en Egypte (1480-

83). Texte latin, traduction, introduction et notes sous la direction de Jean Meyers et Nicole Chareyron. Montpellier, Publications du Cercam, 2000, p. 137.

Capitolo I

Bernardino Gadolo di avere terminato la traduzione in latino dei cartigli della

mappamundi di Fra Mauro, prima di trasferirsi da San Michele a Camaidoli nel 1480,

una volta eletto generale dei Camaldolesi (doc. 11 in appendice).19 Delfino riferiva anche di avere lasciato a San Michele il codice con le legende in latino. Tali cartigli sarebbero serviti per una copia della mappamundi commissionata da Piero de' Medici, per la quale erano già stati inviati a San Michele di Murano due pictorì che, stando a Delfino, l’avevano già terminata.20 A metà del Settecento Gianbattista Mittarelli commissionò la ricerca negli archivi di Firenze della copia «latina» della mappamundi, senza tuttavia rinvenirne alcuna traccia. Non scartando del tutto la possibilità che ta le copia in realtà non sia mai stata compiuta, l’ipotesi più probabile è che la mappamundi sia stata sottratta al palazzo di Piero de' Medici e sia andata dispersa nel saccheggio di palazzo Medici avvenuto alla fine del 1494. Che le legende siano state tradotte in latino, è invece fuori di dubbio, visto che Delfino stesso lo comunica, con una certa soddisfazione, all’amico Bernardino Gadolo. Fino ad ora la traduzione latina delle legende della mappamundi non è stata rinvenuta.

Al di là del fatto che una copia «fiorentina» della mappamundi sia davvero esistita, la commissione di una cosmografia veneziana «non tolemaica» per Firenze, come è noto a quell'epoca uno dei centri principali di produzione dei codici della Geographia di Tolomeo, è un elemento che merita di essere approfondito. Nella Firenze rinascimentale umanisti-scienziati come Niccolò Niccoli, Leonardo Bruni, Palla Strozzi, Jacopo Angeli da Scarperia, Ambrogio Traversali, Cosimo de' Medici, Paolo dal Pozzo Toscanelli, avevavo creato e vissuto, parafrasando Eugenio Garin e Jürgen Schültz, il

furor geographicus legato al recupero petrarchesco della Chorographia di Pomponio

Mela e della Geografia di Claudio Tolomeo, come parte dell'istanza cruciale deH'umanesimo di recuperare il patrimonio culturale degli antichi.21 * * 24 In relazione

19 Venezia, Biblioteca Nazionale Marciana, Ms. Lat. XI. 92=(3828), pp. 502-503. P. Zo r zan ello, Catalogo dei codici latini della Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia non compresi nel catalogo di G. Valentinelli, Trezzano sul Naviglio, Etimar, 1980-1985, voi. I: Fondo antico, Classi l-X, Classe XI, codici 1-100, pp. 549-550. Il manoscritto, segnato 722 secondo l’antica numerazione di San Michele, è succintamente descritto in G.B. Mittar elli, Bibliotheca codicum manuscrìptorum, cit., col. 360; Si veda anche P. Zurla, Il mappamondo di Fra Mauro, cit., pp. 150-151. Si noti che Placido Zurla, a differenza di Mittarelli, cita erroneamente il manoscritto 729, c. 106v. Il codice 729, oggi alla Biblioteca Apostolica Vaticana, segnato X III.702, raccoglie orazioni autografe di Delfino a diversi papi; non contiene tuttavia la lettera citata. Si tratta probabilmente di un errore di stampa.

20 Per la trascrizione della lettera, si veda l’Appendice. Su Bernardino Gadolo si consulti C. Caby, Bernardino Gadolo ou les débuts de f'historiographie camaldule, «MélEcFrM» 110 (1997), pp. 225-268.

21 Per un’analisi più approfondita della questione rinviamo di seguito al capitolo V. In questo