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Firenze, BNCF Banco rari 236 (antica segnatura: Magi Xlll, 84; Provenienza: Strozzi, mss in

I REGISTRI CONTABILI DI SAN MICHELE

22 Firenze, BNCF Banco rari 236 (antica segnatura: Magi Xlll, 84; Provenienza: Strozzi, mss in

4°, n. 24) Alessandro Zo r zi, [Miscellanea di cose geografiche], cart, XVI, cc. Il, 192, I'. La ! descrizione dell’Etiopia di fra Nicola da San Michele di Murano, intitolata Aviso di fra Nicola

inscripto fra [s/c] di S. Michiel di Muran, in volgare veneziano, con osservazioni autografe di Alessandro Zorzi, è alle cc. 38r-42v (numerazione antica cc. 25r-28bis v); incipit Sono molti cosmographi i quali scrivono che questa Africa haver diversità di homeni monstruosi...; explicit ...non si piglia in niun loco li magiori che in li soprascripti luoghi. Cfr. l’edizione moderna, la trascrizione e la traduzione in inglese in Ethiopian itinineraries circa 1400-1524 Including Those Collected by Alessandro Zorzi at Venice in thè Years 1519-24, ed. by O.G.S. Crawford, Cambridge, Cambridge University Press, 1958, pp. 108-25. Si veda anche P. F. Go m es, Alessandro Zorzi e l’invenzione dei Tropici, in La cartografia europea tra primo Rinascimento e

fine dell'Illuminismo, cit, pp. 109-132.

Poiché il manoscritto non è ancora stato descritto, penso sia opportuno darne una breve descrizione codicologica, al di là dell’Awso di fra Nicola: Alessandro Zorzi, Firenze, BNCF Banco rari 236 C a r t , XVI , cc. Il , 1 9 2 , 1'. Numerazione originale 1-11; l-XXVHI; 28bis; 29-130; 139-154; 156; 157; 159-188. Struttura del volume: 1. Indice, cc. 1 r-11 r; 2. Pogg io Br a c c io lin i, De varietale fortunae [liber quartus de itinerario Nicolai Conti VenetiJ, in latino, cc14r-37r; 3. Aviso di Fra Nicola inscripto fra [sic] di S. Michiel di Muran, cc. 38r-41r; 4. Aviso di Fra Nicola inscripto da S. Michiel di Muran, c. 41 v; 5. L'origin del Nilo, c. 43rv; 6. Itinerario di frati [...] a! presta Zuan di Hetiopia, cc. 44r-72v; 7. Paesi novamente retrovati et Novo Mondo da Alberico Vesputio Fiorentino intitulato, Vicenza, Henrico Vicentino e Zanmaria suo fiol, cc. 74r-162v; 8. Viagio de India fato per tre nave portogalese, in volgare, cc. 165r-188v.

23 La seconda parte dell’Aviso, alla c. 41 v, è una trascrizione letterale di quattro legende della mappamund'r. «Se dice che presto Jane ha più de 120 regni ...» (*0077); «Benichileb. Questo nome è interpretado fiol de can ...» (*0155); «Circa hi ani del Signor 1420 una nave over goncho ...» (*0019); «Nota che abassini dicono haver più teritorio ...» (*0454). Le si confronti con la trascrizione delI’Aviso in appendice. Per l’ipotesi che i quaderni perduti di Fra Mauro potessero essere la fonte di Zorzi, cfr. A. Ca t t a n e o, Fra Mauro Cosmographus incomparabilis... cit., p. 23.

Censimento, descrizione delle fond e datazione

visitarono San Michele 24 - fosse ancora ritenuta aggiornata e fruibile. Lo studio moderno di Crawford sull’archeologia dell’Africa orientale permette di apprezzare il valore della descrizione di Fra Mauro, indicando come la maggior parte dei toponimi etiopici nella mappamundi, ripresi da Zorzi nell'Itinerario ad Ethyopiam del suo zibaldone, trovino corrispondenza nell’archeologia di monasteri, strade e città dell’antica regione etiopica.25

La d e s c r iz io n e di Gio v a n n i Ba t t is t a Ra m u s io

Nel 1559, dalla stamperia dei Giunti a Venezia, usciva postumo il Secondo volume delle Navigationi et Viaggi di Giovanni Battista Ramusio (1485-1557), umanista e altissimo funzionario della Repubblica di Venezia. In questo volume Ramusio pubblicava il Milione di Marco Polo con il titolo di Historìa delle cose de Tartan, et

diuersi fatti de loro Imperatori, descritta da M. Marco Polo Gentiihuomo Venetiano, et da Haiton Armeno cui faceva precedere una dedica a Girolamo Fracastoro, in cui

rivendicava l'originalità e l'importanza della nuova edizione del racconto di Marco Polo.26 L’edizione di Ramusio, emendata con «l'aiuto di manoscritti antichissimi dalle infinite scorrezioni ed errori» che avevano screditato il racconto, costituisce ante

litteram il primo tentativo di una edizione critica del libro di Marco Polo, poggiata

sull’esame comparativo di tutta la tradizione fino ad allora conosciuta. Nella parte finale della Dichiarazione d'alcuni luoghi ne1 libri di messer Marco Polo, con l ’historia del

reubarbaro che segue alla Dedica e precede il testo di Polo, Ramusio espone quella

che è da considerarsi la prima descrizione e analisi della mappamundi di Fra Mauro (doc. 14 in appendice).24 25 26 27 La descrizione di Ramusio è molto ampia e complessa e

24 «Perché ad alguni par da nuouo che io parli de questa parte meridional, la qual quasi està incognita a li antichi, perhò io respondo che tuto questo desegno da sayto in suso io 1' ò habuto da queli propri] che sono nasudi qui, che son sta' religiosi, i qual cum le suo man me hano desegnato tute queste prouincie e citade e fiumi e monti cum li suo nomi, le qual tute cosse non le ho possudo meter cum el debito ordine per non esserui logo» (*0098).

25O.G.S. Craw ford, Ethiopian itininerariescirca 1400-1524...cit., pp. 16-26 e 194-204.

26 Per l’edizione moderna della Historìa delle cose de Tartari (...) descritta da M. Marco Polo Gentiihuomo Venetiano, G. B. Ramusio, Navigazioni e viaggi, Torino, Einaudi, voi. Ili, 1980, pp. 21-299. Sulle Navigazioni e viaggi di Ramusio, si vedano le introduzioni di Marica Milanesi ai sei volumi dell'edizione Einaudi, G. B. Ram usio, Navigazioni e viaggi, a cura di M. Milanesi, Torino, Einaudi, 1878-1988, e i seguenti articoli: M. Mila n e s i, G.B. Ramusio e le “Navigazioni e viaggi” (1550-59), in L'Europa delle scoperte, ed. R. Zorzi, Firenze, Olschki, 1994, pp. 75-101; Ea d., G.B. Ramusio e i piloti portoghesi, in Atti del Congresso Intemazionale il Portogallo e i mari: un incontro tra culture (Napoli, 15-17 dicembre 1994), ed. L. Cusati, Napoli, Guida, 1998, pp. 231-248.

27 G. B. Ra m u s io, Dichiarazione d'alcuni luoghi nè libri di messer Marco Polo, con l’istoria del reubarbaro, in Navigationi et viaggi, in Venetia, appresso i Giunti, 1559, voi. Il, c. 17r; edizione moderna, Navigazioni e viaggi, Torino, Einaudi, voi. Ili, 1980, pp. 69-71.

Capitolo I

merita un'analisi puntuale. Secondo Ramusio il mappamondo di Fra Mauro sarebbe stato

diligentemente tratto e copiato da una belissima e molto vecchia carta marina e da un mappamondo, che già furono portati dal Cataio per il magnifico messer Marco Polo e suo padre; il quale, cosi come andava per le provincie d'ordine del gran Can, cosí aggiugneva e notava sopra le sue carte le città e luoghi che egli ritrovava, come vi è sopra descritto.28

La carta o il mappamondo portati da Marco Polo sarebbero poi stati corrotti per

ignoranzia d'un altro che dopo lui lo dipinse e forni, aggiugnendovi la descrizione d’uomini e animali di piu sorti e altre sciocchezze (...) che appresso gli uomini di giudicio quasi per molti anni perse tutta la sua auttorità.29

Il racconto di Ramusio quindi procede narrando di quando, alflnizio del Quattrocento, si avvertì l'esigenza di emendare il testo di Polo dalle «cose moderne alquanto ridicule» e, cito testualmente

di confrontare quello ch'egli scrive con la pittura di lui, immediate si è venuto a conoscere che '1 detto mappamondo fu senza alcuno dubbio cavato da quello di messer Marco Polo, e incominciato secondo quello con molto giuste misure e bellissimo ordine: onde fin al presente giorno è dapoi continuamente stato in tanta venerazione e precio appresso tutta questa città, e coloro massime che si dilettano delle cose di cosmografia, che non è mai giorno che d'alcuno non sia con molto piacere veduto e considerato, e fra gli altri miracoli di questa divina città, nell'andare dei forestieri a vedere i lavori di vetro a Murano, non sia per bella e rara cosa mostrato.30

Dopo avere raccontato della bellezza e della celebrità della mappamundi, Ramusio n e inizia la comparazione con il testo di Marco Polo, indicando le congruità tra le d u e opere e la corrispondenza tra quanto narrato da Fra Mauro e da Marco Polo e le nuove conoscenze che gli uomini della generazione di Ramusio disponevano e che nessuno più aveva potuto verificare dal ritorno di Marco a Venezia alla fine del Duecento. Secondo Ramusio gli errori e il poco ordine che si potevano a volte riscontrare nella carta di Fra Mauro erano dovuti «a colui che '1 dipinse e forni», insomma al corruttore «moderno» del mappamondo originale di Marco Polo. Per il resto, la mappamundi era una fedele rappresentazione del testo poliano, come attestato anche da alcuni esempi citati di perfetta corrispondenza tra la mappamundi di Fra Mauro con alcuni capitoli del

Milione (Ramusio cita i capitoli 35 e 36 su Zanzibar e Mogadisco).31 In sintesi la

28 Ivi. 29 Ivi. 30 Ivi.

31 «E tutte queste particolarità senza dubio alcuno furono cavate dalle carte e mappamondo d e l Cataio, perché messer Marco non fu mai nel seno Arabico né verso risole quivi vicine, e gran parte dell'Informazione del terzo libro è da credere che gli fusse data da marinari di quelli m ari d’india, li quali grossamente gli dicevano per arbitrio loro quanto era da un'isola all'altra (e m ille e duemila miglia a loro non pareva troppo gran cosa); e anche per qual vento vi s’andasse non sapevano cosi chiaramente come al presente si sa, per le carte si diligentemente e con tanta

Censimento, descrizione delle fonti e datazione

mappamundi di Fra Mauro sarebbe derivata da un mappamondo e da una carta

acquisiti da Marco Polo durante le sue missioni in Asia al servizio del Gran Chan; una volta a Venezia, il mappamondo sarebbe poi stato corrotto da «molte scorrezioni» da parte di un copista anonimo. Fra Mauro l'avrebbe invece riprodotto depurandolo, almeno parzialmente, dagli errori, al punto che la derivazione poliana era immediatamente evidente. Per Ramusio la mappamundi di Fra Mauro rappresenterebbe pertanto un primo tentativo di lettura fedele e critica del testo di Marco Polo. Il testo di Ramusio, oltre a testimoniare la «mentalità cartografica» del Cinquecento (strettamente legata al lavoro di raccolta delle fonti sull'espansione europea è infatti la straordinaria e aggiornatissima opera cartografica del Perito dei

Magistrato dei beni incuiti Giacomo Gastaldi, che illustra le Navigazioni e viaggi32) ci

racconta come la mappamundi fosse molto famosa e costituisse una delle mete dei viaggiatori in visita alle vetrerie di Murano. La descrizione di Ramusio venne poi ripresa e sintetizzata dallo storico dei camaldolesi Agostino Fortunio nel 1579 (doc. 16 in appendice).

GLI STUDI MONOGRAFICI SETTECENTESCHI E PRIMO OTTOCENTESCHI

A partire dagli anni trenta del Settecento i monaci annalisti camaldolesi Mittarelli e Costadoni iniziarono un'opera di raccolta sistematica di documenti di storia camaldolese in tutti i monasteri debordine. Risultato fu la pubblicazione tra il 1755 e il 1773 degli Annales Camaldulenses in nove volumi in folio, ordinati cronologicamente e modellati sugli annali benedettini, che abbracciano, sette secoli e mezzo di storia camaldolese, dal 907 al 1764. I documenti che non confluirono negli Annales, furono raccolti nella Miscellanea Camaldulensis, in undici volumi, che si conserva manoscritta

misura fatte e con li venti e con li gradi. E vi sono anco dei nomi di una medesima provincia duplicati, di che il lettore non piglierà ammirazione; e alcuna volta in cambio d'isole dice regni: come nella Zava minore, al capitolo decimo del terzo libro, mette otto regni, li quali a giudicio d'uomini pratichi sono isole, come saria dire che il regno di Samatra (chiamata da lui Samara) è quella grandissima isola di Sumatra, e cosi di molte altre le quali al presente ci sono incognite, che nell’avenire, col tempo e per la navigazione dei Portughesi, facilmente si saperanno», ibidem.

32 Rodolfo Gallo ha mostrato che il Milióne era la fonte per le raffigurazioni cartografiche del