Franco Alunno
Nei venti anni che passano dal 1949 al 1969 gli alunni delle scuole elementari in Italia sono passati da 4.815.239 a 4.749.661, quelli delle scuole medie da 626.848 a 2.064.137. Mentre per i primi si registra una leggera flessione, i secondi sono più che triplicati: è du-rante questo periodo infatti che è stato istituito l'obbligo di frequenza scolastica fino a 14 anni.
È nostra intenzione esami-nare come lo Stato e i Comuni italiani hanno fatto fronte a questa richiesta di istruzione, cioè se le attrezzature edilizie della scuola dell'obbligo sono sufficienti a soddisfare il fab-bisogno e, se non lo sono, in quale misura.
Un esame di questo genere è possibile da quando l'Istituto Centrale di Statistica ha intro-dotto nell'Annuario Statistico dell'Istruzione Italiana una tavo-la che riporta le aule utilizzate e gli alunni che le utilizzano di-stinti secondo il turno (unico e
1°, 2° e 3°). Le aule a loro volta sono distinte secondo la loro col-locazione in edifici appositamen-te costruiti o permanenappositamen-temenappositamen-te adattati, o in edifici precaria-mente utilizzati.
Purtroppo l'anno scolastico 1969-1970 è il primo e l'unico per il quale sono stati pubblicati i dati di cui sopra nell'Annua-rio dell'Istruzione ma riteniamo interessante l'esame degli stessi, perché si può pensare che nei tre
anni intercorsi non possono es-sere state colmate gravi lacune esistenti, se non in piccola parte, e quindi il quadro che ne viene fuori conserva una sua viva at-tualità.
Si deve ancora premettere che i dati sulle aule utilizzate riguar-dano unicamente le scuole sta-tali: diciamo subito che queste sono frequentate dal 9 2 , 9 % (scuole elementari) e dal 9 5 , 0 % (scuole medie) degli alunni in complesso.
Fra le scuole elementari si nota una forte presenza di scuo-le non statali nel Lazio ( 1 4 , 8 % ) , in Campania ( 1 1 , 3 % ) , Liguria ( 1 0 , 8 % ) , Sicilia ( 1 0 , 0 % ) , e To-scana ( 7 , 6 % ) . Fra le tre grandi ripartizioni geografiche, l'Italia centrale è quella dove sono più numerosi gli alunni di scuole non statali ( 1 0 , 4 % ) ; nell'Italia set-tentrionale essi sono appena il 5 , 6 % , mentre nell'Italia meri-dionale e insulare raggiungono il 7 , 2 % .
Per quanto riguarda le scuole medie, è l'Italia settentrionale che registra la maggior percen-tuale di alunni di scuole non sta-tali: 7 , 0 % ; l'Italia centrale ne conta 5 , 7 % , mentre l'Italia me-ridionale e insulare raggiunge ap-pena il 2 , 3 % . Le Regioni che contano le più elevate percen-tuali sono il Piemonte ( 9 , 7 % ) , la Liguria ( 8 , 7 % ) e il Lazio ( 8 , 7 % ) .
Venti anni prima, cioè nel-l'anno scolastico 1949-1950, l'incidenza percentuale di
alun-ni di scuole non statali era del 7 , 1 % per le scuole elementari e del 2 1 , 5 % per le scuole medie. Pertanto, mentre per le scuole elementari la proporzione fra scuole statali e non statali è ri-masta invariata, per le scuole medie si registra una forte con-trazione dell'importanza delle scuole non statali, che riduco-no ad appena il 5 % ' la loro pre-senza.
A u l e ed alunni nelle scuole ele-mentari statali.
In Italia esistono 156.386 aule in edifici appositamente costruiti o permanentemente adattati (E.A.C.) e 24.589 aule
in edifici precariamente utiliz-zati (E.P.U.): gli alunni sono 4.396.543. Tenendo conto sol-tanto delle aule del primo tipo, si ha un'aula per ogni 28 alunni; aggiungendovi anche le aule del secondo tipo si ha un'aula per ogni 24 alunni.
Se passiamo ad esaminare la ripartizione degli alunni per tur-no, notiamo che solo 3.325.833 alunni, pari al 7 5 , 6 % del totale, sono ospitati in edifici apposita-mente costruiti o permanente-mente adattati in turno unico e nel 1° turno, mentre 571.746 alunni ( 1 3 , 0 % ) frequentano in 2° o 3° turno negli stessi edifici, e 498.964 alunni ( 1 1 , 4 % ) sono ospitati in edifici precariamente utilizzati.
La domanda di istruzione in scuole elementari è pertanto sod-disfatta solo per tre quarti,
men-TAVOLA 1. — AULE UTILIZZATE DALLE SCUOLE ELEMENTARI STATALI PER TIPO DI EDIFICIO E TURNI SCOLASTICI
(Anno scolastico 1969-1970)
Regioni
In edifici appositamente costruiti
o permanentemente adattati In edifìci precariamente utilizzati Alunni in complesso Regioni Aule Alunni Aule Alunni Alunni in complesso Regioni Aule In turno unico e 1' turno In 2° e 3" turno Su 100 alunni Aule In turno unico e 1° turno In 2° e 3° turno Su 100 alunni Alunni in complesso Regioni Aule In turno unico e 1' turno In 2° e 3" turno In turno unico e 1' turno In 2' e 3° turno Aule In turno unico e 1° turno In 2° e 3° turno In turno unico e 1" turno In 2" e 3° turno Alunni in complesso Piemonte 11.661 244.605 25.171 84,4 8,7 1.041 18.379 1.755 6,3 0,6 289.910 Valle d'Aosta 413 7.456 — 97,5 — 13 189 — 2,5 — 7.645 Lombardia 23.203 576.789 20.597 92,2 3,3 1.252 27.743 496 4,4 0,1 625.625 Trentino-Alto Adige . . . 3.257 69.780 4.578 88,5 5,8 254 4.473 30 5,7 .— 78.861 Veneto 14.097 303.214 23.830 87,0 6,8 984 20.085 1.419 5,8 0,4 348.548 Friuli-Venezia Giulia . . . 4.181 70.925 7.027 87,1 8,6 228 3.439 91 4,2 0,1 81.482 Liguria 4.553 93.508 9.511 85,9 8,7 325 5.406 438 5,0 0,4 108.863 Emilia-Romagna 11.712 216.932 20.164 84,3 7,8 1.056 18.009 2.295 7,0 0,9 257.400 Toscana 10.017 182.581 18.202 83,3 8,3 1.163 17.079 1.270 7,8 0,6 219.132 Umbria 2.959 47.787 265 85,4 0,5 580 7.847 37 14,0 0,1 55.936 Marche 4.855 86.583 4.219 83,6 4,1 785 12.261 564 11,8 0,5 103.627 Lazio 11.657 247.552 51.289 71,4 14,8 2.535 42.916 4.737 12,4 1,4 346.494 Abruzzi 4.766 77.751 3.752 80,3 3,9 974 15.152 149 15,7 0,1 96.804 Molise 1.309 22.226 615 75,2 2,1 465 6.703 — 22,7 — 29.544 Campania 13.802 323.448 76.952 64,5 15,4 4.417 88.657 12.277 17,7 2,4 501.334 Puglia 9.650 230.504 88.032 64,5 24,6 1.496 29.617 9.392 8,3 2,6 357.545 Basilicata 2.667 50.319 6.821 76,6 10,4 578 8.358 218 12,7 0,3 65.716 Calabria 6.419 127.796 30.408 56,6 13,5 3.647 60.698 6.896 26,9 3,0 225.798 Sicilia 10.629 256.465 122.257 59,2 28,2 2.080 40.393 14.317 9,3 3,3 433.432 Sardegna 4.579 89.612 58.056 55,0 35,7 716 9.430 5.749 5,8 3,5 162.847 ITALIA 156.386 3.325.833 571.746 75,6 13,0 24.589 436.834 62.130 10,0 1,4 4.396.543 Italia settentrionale . . . . 1 73.077 1.583.209 110.878 88,0 6/2 5.153 97.723 6.524 5,4 0,4 1.798.334 Italia centrale 29.488 564.503 73.975 77,8 10,2 5.063 80.103 6.608 11,1 0,9 725.189 Italia meridionale e insulare 53.821 1.178.121 386.893 62,9 20,7 14.373 259.008 48.998 13,8 2,6 1.873.020
tre per il restante quarto si ri-corre a soluzioni di ripiego, qua-li risultano essere i turni o l'affit-to, o comunque l'uso di locali costruiti per altre destinazioni. E non è detto che gli edifici del primo tipo siano comunque e sempre adeguati, perché molti fra gli stessi sono stati costruiti in anni molto lontani. Qualche indicazione sull'età degli edifici scolastici può essere tratta dalla rilevazione nazionale sullo stato dell'edilizia scolastica al 1° giu-gno 1966, e ci riserviamo di trattarne in seguito.
Le considerazioni fin qui fatte riguardano la situazione della
scuola elementare statale in Ita-lia; è però opportuno a que-sto punto esaminare la situazio-ne situazio-nelle singole regioni italia-ne, quale è rappresentata nella tav. 1.
Risulta evidente come le Re-gioni dell'Italia meridionale e in-sulare presentino una situazione decisamente peggiore di quelle dell'Italia centro-settentrionale: nel Sud infatti solo il 6 2 , 9 % della domanda appare soddisfat-to, nell'Italia centrale tale per-centuale sale al 7 7 , 8 % e nel Nord a l ! ' 8 8 % .
All'interno delle tre grandi ri-partizioni geografiche, si
regi-strano condizioni diverse nelle Regioni che vi sono comprese:
1) nell'Italia settentriona-le, la Valle d'Aosta ( 9 7 , 5 % ) , la Lombardia ( 9 2 , 2 % ) e il Tren-tino-Alto Adige ( 8 8 , 5 % ) rag-giungono percentuali superiori a quella media d e l l ' 8 8 % , men-tre tutte le almen-tre le presentano inferiori, con punte minime del-l ' 8 4 , 3 % per del-l'Emidel-lia-Romagna e dell'84,4% per il Piemonte; 2) nell'Italia centrale, il Lazio registra una percentuale molto inferiore a quella media: 7 1 , 4 % , mentre le altre tre regio-ni presentano situazioregio-ni molto
TAVOLA 2. — AULE UTILIZZATE DALLE SCUOLE ELEMENTARI STATALI PER TIPO DI EDIFICIO E TURNI SCOLASTICI
(1969-1970 - Comuni capoluoghi)
Regioni
In edifici appositamente costruiti
o permanentemente adattati In edifici precariamente utilizzati Alunni in complesso Regioni Aule Alunni Aule Alunni Alunni in complesso Regioni Aule In turno unico e 1° turno In 2° e T turno Su 100 alunni Aule In turno unico e 1° turno In 2° e 3° turno Su 100 alunni Alunni in complesso Regioni Aule In turno unico e 1° turno In 2° e T turno In turno unico e r turno In 2° e 3° turno Aule In turno unico e 1° turno In 2° e 3° turno In turno unico e 1° turno In 2" e 3° turno Alunni in complesso Piemonte 2.978 79.674 13.704 81,2 14,0 191 4.368 342 4,5 0,3 98.088 Valle d Aosta 89 2.272
s
97,5 — 2 59 — 2,5 2.331 Lombardia 5.192 143.874 3.827 94,3 2,5 225 4.931 — 3,2 152.632 Trentino-Alto Adige . . . 460 11.318 3.438 73,9 22,5 26 523 30 3,4 0,2 15.309 Veneto 2.796 68.069 10.174 80,7 12,1 261 5.760 365 6,8 0,4 84.368 Friuli-Venezia Giulia . . . 1.126 21.912 3.530 83,2 13,4 55 899 9 3,4 26.350 Liguria 2.191 50.786 6.435 84,6 10,7 120 2.436 378 4,1 0,6 60.035 Emilia-Romagna 3.120 68.422 13.081 77,1 14,7 279 5.798 1.533 6,5 1,7 88.834 Toscana 2.691 58.564 8.997 80,3 12,3 284 5.034 366 6,9 0,5 72.961 Umbria 692 13.700 265 84,7 1,6 131 2.194 20 13,6 0,1 16.179 Marche 741 16.380 2.593 75,4 11,9 142 2.528 231 11,6 1,1 21.732 Lazio 5.860 140.583 42.011 70,6 21,1 664 13.492 2.912 6,8 1,5 198.998 Abruzzi 730 14.534 317 64,2 1,4 392 7.665 130 33,8 0,6 22.646 Molise 107 2.648 • — 67,3 61 1.285 !—. 32,7 3.933 Campania 3.437 87.683 28.814 62,0 20,4 924 20.727 4.108 14,7 2,9 141.332 Puglia 1.769 44.652 26.511 54,0 32,0 374 7.685 3.886 9,3 4,7 82.734 Basilicata 323 7.104 1.090 69,6 10,7 102 1.885 133 18,4 1,3 10.212 Calabria 636 13.840 8.408 42,5 24,8 429 7.648 2.698 23,4 8,3 32.594 Sicilia 3.012 76.458 52.462 52,7 36,2 462 10.250 5.772 7,1 4,0 144.942 Sardegna 743 17.456 15.730 47,3 42,6 100 1.783 1.929 4,9 5,2 36.898 ITALIA 38.693 939.929 241.387 71,6 18,4 5.224 106.950 24.842 8,1 1,9 1.313.108 Italia settentrionale . . . 17.952 446.327 54.189 84,5 10,3 1.159 24.774 2.657 4,7 0.5 527.947 Italia centrale . . . . 9.984 229.227 53.866 74,0 17,4 1.221 23.248 3.529 7,5 1.1 309.870 Italia meridionale e insulare 10.757 264.375 133.332 55,6 28,1 2.844 58.928 18.656 12,4 3,9 475.291vicine a quella emiliana e pie-montese;
3) nell'Italia meridionale e insulare le regioni nelle condi-zioni peggiori sono nell'ordine: la Sardegna ( 5 5 % ) , la Calabria ( 5 6 , 6 % ) , la Sicilia ( 5 9 , 2 % ) ; presentano invece una situazione migliore gli Abruzzi ( 8 0 , 3 % ) , la Basilicata ( 7 6 , 6 % ) e il Mo-lise ( 7 5 , 2 % ) ; Puglia e Campa-nia, con la stessa percentuale del 6 4 , 5 % , sono vicine alla situa-zione media della ripartisitua-zione.
La necessità di trovare co-munque una sistemazione per gli alunni comporta il ricorso a
so-luzioni di ripiego, che sono o l'istituzione del turno o l'utiliz-zazione di locali non destinati originariamente né adattati a scuola; anche in questo tipo di locali si ricorre talora ai turni. Il ricorso al doppio e triplo turno è particolarmente elevato per Sardegna 3 5 , 7 % in E.A.C. + 3 , 5 % in E.P.U.), per la Sici-lia ( 2 8 , 2 % + 3 , 3 % ) e per la Puglia ( 2 4 , 6 % + 2 , 6 % ) , mentre il ricorso a locali precariamente utilizzati è rilevante in Umbria, Marche, Abruzzi e Molise. Da notare che vi è u n a sola regione, la Valle d'Aosta, dove non si fa ricorso ai turni, ed altre due,
l'Umbria e il Molise, dove tale ricorso è irrilevante.
Nelle tavv. 2 e 3 sono ripor-tati gli stessi dati della tab. 1 distintamente per i Comuni ca-poluoghi e per gli altri Comuni. Le situazioni delle singole Regio-ni non appaiono sensibilmente diverse da quelle complessive. Si possono fare le considerazioni seguenti:
1) Una sola regione, la Lombardia, presenta nei capo-luoghi una situazione migliore che negli altri Comuni: ciò è evidentemente dovuto alla par-ticolare situazione di Milano,
TAVOLA 3. — AULE UTILIZZATE DALLE SCUOLE ELEMENTARI STATALI PER TIPO DI EDIFICIO E TURNI SCOLASTICI
(1969-1970 - Altri Comuni)
Regioni
In edifici appositamente costruiti
o permanentemente adattati In edifici precariamente utilizzati Alunni in complesso Regioni Aule Alunni Aule Alunni Alunni in complesso Regioni Aule turno In unico e 1° turno In 2" e 3° turno Su 100 alunni Aule In turno unico e r turno In 2° e 3° turno Su 100 alunni Alunni in complesso Regioni Aule turno In unico e 1° turno In 2" e 3° turno In turno unico e 1° turno In 2° e 3° turno Aule In turno unico e r turno In 2° e 3° turno In turno unico e 1° turno In 2a e 3° turno Alunni in complesso Piemonte 8.683 164.931 11.467 86,0 6,0 850 14.011 1.413 7,3 0,7 191.822 Valle dAosta 324 5.184 — 97,6 — 11 130 — 2,4 5.314 Lombardia 18.011 432.915 16.770 91,5 3,6 1.027 22.812 496 4,8 0,1 472.993 Trentino-Alto Adige . . . 2.797 58.462 1.140 92,0 1,8 228 3.950 — 6,2 . . 63.552 Veneto 11.301 235.145 13.656 89,0 5,2 723 14.325 1.054 5,4 0,4 264.180 Friuli-Venezia Giulia . . . 3.055 49.013 3.497 88,9 6,4 173 2.540 82 4,6 0,1 55.132 Liguria 2.362 42.722 3.076 87,5 6,3 205 2.970 60 6,1 0,1 48.828 Emilia-Romagna 8.592 148.510 7.083 88,1 4,2 777 12.211 762 7,2 0,5 168.566 Toscana 7.326 124.017 9.205 84,9 6,3 879 12.045 904 8,2 0,6 146.171 Umbria 2.267 34.087 — 85,8 — 449 5.653 17 14,2
,—
39.757 Marche 4.114 70.203 1.626 85,7 2,0 643 9.733 333 11,9 0,4 81.895 Lazio 5.797 106.969 9.278 72,5 6,3 1.871 29.424 1.825 20,0 1,2 147.496 Abruzzi 4.036 63.217 3.435 85,2 4,7 582 7.487 19 10,1 74.158 Molise 1.202 19.578 615 76,4 2,4 404 5.418 • — 1 21,2 — 25.611 Campania 10.365 235.765 48.138 65,5 13,4 3.493 67.930 8.169 18,9 2,2 360.002 Puglia 7.881 185.852 61.521 67,6 22,4 1.122 21.932 5.506 8,0 2,0 274.811 Basilicata 2.344 43.215 5.731 77,9 10,3 476 6.473 85 11,7 0,1 55.504 Calabria 5.783 113.956 22.000 59,0 11,4 3.218 53.050 4.198 27,4 2,2 193.204 Sicilia 7.617 180.007 69.795 62,4 24,2 1.618 30.143 8.545 10,4 3,0 288.490 Sardegna 3.836 72.156 42.326 57,3 33,6 616 7.647 3.820 6,1 3,0 125.949 TALIA | 117.693 2.385.904 330.359 77,4 10,7 19.365 329.884 37.288 10,7 1,2 3.083.435 Italia settentrionale . . . 55.125 1.136.882 56.689 89,5 4,5 3.994 72.949 3.867 5,7 0,3 1.270.387 Italia centrale | 19.504 335.276 20.109 80,7 4,9 3.842 56.855 3.079 13,7 0,7 415.319 Italia meridionale e insulare 43.064 913.746 253.561 65,4 18,1 11.529 200.080 30.342 14,3 2,2 1.397.729nella quale appare soddisfatto il 9 5 , 6 % del fabbisogno; nel complesso dei Comuni capo-luoghi della Lombardia tale per-centuale scende al 9 4 , 3 % , men-tre per gli altri Comuni è pari al 9 1 , 5 % ; in Valle d'Aosta si registra una situazione presso-ché uguale nel capoluogo e ne-gli altri Comuni.
2) In tutte le altre Regioni il fabbisogno soddisfatto nei ca-poluoghi è sempre inferiore a quello soddisfatto negli altri Comuni: sensibili differenze fra gli uni e gli altri si riscontrano in Trentino-Alto Adige, Abruzzi
e Calabria. In due Regioni, Ca-labria e Sardegna, nei comuni capoluoghi il fabbisogno è sod-disfatto per una quota inferiore al 5 0 % .
3) Nei Comuni capoluoghi è più consistente il ricorso ai turni, mentre negli altri Comuni è più diffusa l'utilizzazione di edifici non appositamente co-struiti.
Le m e t r o p o l i .
Da un esame della situazione nelle grandi città, si rileva in-nanzitutto che generalmente
que-sta non è peggiore di quella dei capoluoghi della regione in com-plesso; si hanno anzi più elevate percentuali di fabbisogno sod-disfatto, oltre che a Milano, già citata, a Genova e a Firenze; a Roma e Napoli la situazione del capoluogo regionale appare quasi simile a quella degli altri capoluoghi della regione. Pre-sentano invece situazioni decisa-mente peggiori Bologna, Bari, Torino e Venezia.
Dalla tavola 4 risulta che Milano, Genova, Firenze e Na-poli presentano una situazione migliore della propria provincia
nel complesso e dei capoluoghi della propria regione; Torino, Venezia e Roma presentano una situazione migliore degli altri co-muni della propria provincia, ma peggiore rispetto ai capoluoghi della propria regione; e infine Bologna, Bari e Palermo presen-tano una situazione notevolmen-te peggiore in entrambi i con-fronti.
Non sembra dunque possibile individuare nei grandi centri la principale sede di carenza di scuole: abbiamo visto infatti che solo tre di questi presentano un indice di soddisfazione del fab-bisogno nettamente inferiore a quello dei restanti comuni della propria provincia.
La peggiore situazione dei re-stanti comuni della provincia potrebbe forse essere addebitata ai comuni contermini ai grandi centri metropolitani (le cosiddet-te cinture): i dati a disposizione però non permettono di verifi-care una tale ipotesi.
Le s c u o l e m e d i e .
La situazione nelle scuole me-die viene presentata dall'Istituto Centrale di Statistica solo nel complesso e non distintamente per comuni capoluoghi ed altri Comuni. La tav. 5 riporta i dati relativi.
Si può notare come il fabbi-sogno insoddisfatto sia ancora più elevato di quello relativo alle scuole elementari; è molto più limitato invece il ricorso ai turni: più di tre quarti del fabbisogno insoddisfatto infatti è coperto ricorrendo all'uso di locali non appositi.
Per quanto riguarda la situa-zione delle singole regioni, il quadro non differisce molto da quello già delineato per le scuole elementari: le carenze più gravi si riscontrano in Calabria,
Cam-TAVOLA 4. — ALUNNI DI SCUOLE ELEMENTARI STATALI SITUATE IN EDIFICI APPOSITAMENTE COSTRUITI O PERMANENTEMENTE ADATTATI IN TURNO UNICO E 1° TURNO
SU 100 ALUNNI Località Torino Milano Venezia Genova Bologna Firenze Roma . Napoli Bari . Palermo Capoluoghi Capoluoghi della Regione Altri comuni della Provincia 7 7 , 6 8 1 , 2 7 6 , 2 9 5 , 6 9 4 , 3 8 9 , 3 7 7 , 0 8 0 , 7 7 6 , 7 8 6 , 9 8 4 , 6 8 5 , 7 6 8 , 0 7 7 , 1 8 7 , 7 8 3 , 0 8 0 , 3 7 7 , 4 7 0 , 1 7 0 , 6 6 9 , 3 6 2 , 2 6 2 , 0 5 8 , 8 4 8 , 0 5 4 , 0 5 9 , 3 5 0 , 9 5 2 , 7 7 1 , 6
pania, Sardegna e Basilicata; nel-l'Italia centrale, oltre al Lazio, anche l'Umbria presenta un de-ficit elevato ( 2 7 , 3 % ) , mentre nell'Italia settentrionale le peg-giori situazioni si riscontrano nel Veneto e nell'Emilia-Romagna.
C o n s i d e r a z i o n i c o n c l u s i v e .
Su 6.357.336 alunni che nel 1969-70 frequentavano la scuo-la dell'obbligo, solo 4.738.910, pari al 7 4 , 5 % dell'intera popo-lazione scolastica, erano ospi-tati in edifici appositi, senza do-vere sottostare al disagio dei turni.
A questo punto è però op-portuno approfondire l'accenno fatto in precedenza sull'età degli edifici. Con larga approssima-zione si è deciso di considerare adeguati alla funzione svolta gli edifici scolastici costruiti dopo il 1920: anche tra questi, probabil-mente, ve ne sarà qualcuno ina-deguato. Basti pensare agli spazi e alle attrezzature insufficienti, alle scuole pluriclassi, a titolo di esempio. Più raro invece sarà il caso di edifici costruiti ante-riormente al 1920 che presentino oggi carattere di funzionalità.
Per quanto riguarda gli edi-fici appositamente destinati,
ri-sultavano costruiti entro il 1920 il 17,4% degli edifici con il
17,1% degli alunni; per quanto riguarda invece gli edifici per-manentemente adattati, per il 2 4 , 1 % , con il 2 5 , 6 % degli alun-ni, l'anno di adattamento era an-teriore al 1920.
Complessivamente l'anno di costruzione o di adattamento degli edifici era anteriore al 1920 per il 18,5% con il 18,3% degli alunni. Considerando per semplicità di calcolo tutti gli edifici che ospitano scuole ele-mentari e secondarie (compren-dendo cioè anche le scuole se-condarie superiori) e limitando l'analisi agli alunni in essi ospi-tati, risulta che il 19,7% degli alunni di scuole elementari e secondarie situate in edifici ap-positamente costruiti o perma-nentemente adattati, utilizza edi-fici costruiti o adattati prima del 1920.
Tale percentuale è pari al 2 9 , 0 % per l'Italia settentrio-nale, al 16,3% per l'Italia cen-trale ed al 10,8% per l'Italia meridionale ed insulare. Risulta pertanto che nel Sud dove è più grave il deficit di aule è più bas-sa la percentuale di edifici vec-chi.
TAVOLA 5. — AULE UTILIZZATE DALLE SCUOLE MEDIE STATALI PER TIPO DI EDIFICIO E TURNI SCOLASTICI
(Anno scolastico 1969-1970)
Regioni
In edifici appositamente costruiti
o permanentemente adattati In edifici precariamente utilizzati Alunni in complesso Regioni Aule Alunni Aule Alunni Alunni in complesso Regioni Aule In turno unico e 1' turno In 2" e 3" turno Su 100 alunni Aule In turno unico e 1" turno In 2° e 3° turno Su 100 alunni Alunni in complesso Regioni Aule In turno unico e 1' turno In 2" e 3" turno In turno unico e 1° turno In 2° e 3° turno Aule In turno unico e 1" turno In 2° e 3° turno In turno unico e 1° turno In 2° e 3° turno Alunni in complesso Piemonte 4.742 109.530 6.240 83,5 4,8 722 15.065 254 11,5 0,2 131.089 Valle d'Aosta 152 3.383 — 100,0 — . — — — .—. 3.383 Lombardia 9.961 231.245 7.882 84,9 2,9 1.596 33.167 36 12,2 272.330 Trentino-Alto Adige . . . 1.295 30.232 491 82,8 1,4 265 5.728 48 15,7 0,1 36.499 Veneto 5.305 119.980 3.583 77,3 2,3 1.526 31.133 405 20,1 0,3 155.101 Friuli-Venezia Giulia . . . 1.480 33.786 826 81.8 2,0 317 6.492 193 15.7 0,5 41.297 Liguria 2.047 45.733 4.433 81,6 7,9 272 5.647 238 10,1 0,4 56.051 Emilia-Romagna 4.722 104.225 2.517 78,7 1,9 1.224 24.815 796 18,8 0,6 132.353 Toscana 4.208 91.942 3.574 81,0 3,1 891 16.969 981 15,0 9,6 113.466 Umbria 1.094 21.242 279 72,7 0,9 393 7.703 — 26,4 — 29.224 Marche 2.013 43.228 270 82,9 0,5 440 8.656 — 16,6 — 52.154 Lazio 5.881 124.830 16.118 70,1 9,0 1.737 34.511 2.675 19,4 1,5 178.134 Abruzzi 1.666 34.408 858 71,1 1,8 671 13.061 37 27,0 0,1 48.364 Molise 427 8.159 ^ 61,3 — 283 5.144 — , 38,7 13.303 Campania 5.142 106.313 17.982 52,8 8,9 3.472 72.894 4.347 36,2 2,1 201.536 Puglia 4.134 96.561 2.319 68,6 1,6 1.900 41.603 260 29,6 0,2 140.743 Basilicata 727 16.130 345 59,6 1,3 509 10.465 128 38,6 0,5 27.068 Calabria 1.949 42.017 1.355 51,6 1,7 1.824 37.486 527 46,1 0,6 81.385 Sicilia 4.753 106.425 11.300 61,6 6,5 2.492 52.571 2.346 30,5 1.4 172.642 Sardegna 2.005 43.708 6.545 58,5 8,8 1.182 22.272 2.146 29,8 2,9 74.671 ITALIA 63.703 1.413.077 86.917 72,1 4,4 21.716 445.382 15.417 22,7 0,8 1.960.793 Italia settentrionale . . . 29.704 678.114 25.972 81,9 3,1 5.922 122.047 1.970 14,8 0,2 828.103 Italia centrale 13.196 281.242 20.241 75,4 5,4 3.461 67.839 3.656 18,2 1,2 372.978 Italia meridionale e insulare 20.803 453.721 40.704 59,7 5,4 12.333 255.496 9.791 33,6 1,3 759.712
È evidente dunque che la ca-renza di iniziativa nel campo del-l'edilizia scolastica è un dato per-manente nella storia del Sud, ma, paradossalmente, gioca in questo caso a favore dello stes-so: il rinnovamento dell'edili-zia scolastica sarà molto più one-roso nel Nord, dove quasi il 3 0 % degli edifici scolastici è stato costruito o adattato prima del 1920.
Se il quadro che abbiamo de-lineato per il 1969-1970 non è sicuramente soddisfacente, si deve pensare che nei tre anni trascorsi la situazione non do-vrebbe essere migliorata:
nel-l'anno scolastico 1972-1973, se-condo i primi dati provvisori dell'Istituto Centrale di Stati-stica, gli alunni di scuole ele-mentari erano 4.970.315 e quelli di scuole medie 2.409.850; com-plessivamente nella scuola del-l'obbligo si era registrato
per-tanto un aumento di 566.367 unità, dovuto soprattutto al-l'aumento nella scuola media.
Negli anni 1970 e 1971 sono state costruite complessivamen-te 24.461 aule: si può pensare, aggiungendovi le aule costruite nel 1972, che si arrivi ad un tota-le, nel triennio, di circa 36-37.000 aule per tutte le scuole,
ivi comprese le scuole materne e quelle secondarie superiori. Supponendo che una quota di poco inferiore alla metà delle nuove aule sia stata destinata alle scuole materne e secondarie superiori, che sono aumentate ri-spettivamente di 131.900 e 300.041 unità, risulta una mag-giore disponibilità per la scuola dell'obbligo di circa 20.000 aule, che dovrebbero appena coprire il fabbisogno di nuova forma-zione.
A conclusione di questa anali-si, non resta che constatare come siano purtroppo verificati e mi-surati due tristi aspetti della
real-tà italiana: la carenza della spe-sa pubblica, e il divario esisten-te tra il Sud e il Centro-Nord.
Per quanto riguarda il futuro vicino, non esistono attualmente elementi che facciano pensare ad una soluzione o per lo meno ad un miglioramento della situazio-ne. Il numero di alunni della scuola dell'obbligo dovrebbe ri-dursi di appena 200.000 unità dal 1973-1974 al 1978-'79, tenu-to contenu-to del numero dei nati vivi negli anni dal 1960 al 1972. Le classi di età più numerose
(1962-1967) andranno però ad affolla-re, in quell'anno e in quelli im-mediatamente successivi, le scuo-le medie superiori.
L'andamento del quoziente di natalità, che dal 1964 registra una chiara tendenza alla diminu-zione, essendo passato da 19,5 nati vivi per 1000 abitanti a 16,3 nel 1972, non sembra poter scendere ancora di molto. Quasi tutti gli stati europei hanno in-fatti quozienti di natalità supe-riore al 15 %o.
La presumibile riduzione glo-bale degli alunni della scuola dell'obbligo dopo il 1978 inol-tre non riguarderà probabilmen-te le zone e i centri più carenti. L'unico modo di raggiungere i livelli dei Paesi civili in questo campo consiste perciò in una po-litica di massicci investimenti e di utilizzazione della legge nu-mero 865 del 22-10-1971, per la espropriazione delle aree neces-sarie.
È opportuno ed anzi necessa-rio utilizzare la scuola come stru-mento di superastru-mento delle dif-ferenze culturali e sociali della popolazione, ma, se si riconosce che il modo nuovo di impostare la scuola richiede innanzitutto il tempo pieno, il discorso di-venta astratto e irrealizzabile proprio e soprattutto in quelle zone dove più profonde sono le
differenze sociali e dove più im-pegnativo dovrebbe essere il ruo-lo della scuola.
A g g i o r n a m e n t o a l l ' a n n o scolasti-c o 1 9 7 1 - ' 7 2 .
Nel Bollettino mensile di sta-tistica del maggio 1973 sono pubblicate due tavole con i dati relativi rispettivamente alle scuo-le escuo-lementari e alscuo-le scuoscuo-le medie per l'anno scolastico 1971-'72.
Per quanto riguarda le scuole elementari, risulta che gli alunni sono aumentati di 188.454 unità essendo passati da 4.396.543 a 4.584.997; nello stesso periodo le aule propriamente dette sono aumentate di 7123 unità es-sendo passate da 156.386 a 163.509.
Il fabbisogno soddisfatto è passato dal 7 5 , 6 % al 7 5 , 9 % ; però, in termini assoluti è au-mentato il numero di alunni co-stretti ai turni o ospitati in lo-cali precariamente utilizzati: da 1.070.710 nel 1969-'70 ad
1.103.824 nel 1971-'72.
Indicando con fabbisogno soddisfatto il numero di alunni in edifici appositamente costruiti o permanentemente adattati, che frequentano in turno unico o in 1° turno, e con fabbisogno in-soddisfatto tutti gli altri alunni, e cioè quelli che frequentano in 2° e 3° turno in edifici apposita-mente costruiti o permanente-mente adattati e quelli che sono ospitati in locali precariamente utilizzati, si ha la situazione se-guente: Ripartizioni geografiche Fabbisogno soddisfatto Fabbisogno insoddisfatto Ripartizioni geografiche
n. alunni su 100 alunni n. alunni su 100 alunni
Italia settentrionale 1.682.164 87,4 242.284 12,6 Italia centrale 592.970 77,4 172.732 22.6 Italia meridionale e insulare . . 1.206.039 63,7 688.808 36,3
ITALIA 3.481.173 75,9 1.103.824 24,1
Se l'Italia meridionale e insu-lare registra un leggero migliora-mento rispetto al 1969-'70 (il fab-bisogno soddisfatto passa infatti da 62,9 a 63,7), ciò è dovuto al modesto aumento del numero de-gli alunni, che in alcune regioni subisce addirittura una flessione, e non già ad una maggiore dispo-nibilità di aule. Infatti delle
7123 aule che si contano in più nel 1971-72 rispetto al 1969-70, ben 3631 (pari al 5 1 % ) sono lo-calizzate nell'Italia settentriona-le, 1252 (pari al 17,6%) nel-l'Italia centrale, 2240 (pari al 3 1 , 4 % ) nell'Italia meridionale. Il fabbisogno insoddisfatto e il numero totale di alunni è invece così ripartito:
Ripartizioni geografiche N. alunni in complesso Fabbisogno insoddisfatto Nuove aule dal 1969-70 al 1971-72 Italia settentrionale . . . . 42,0 22,0 51,0 Italia centrale 16,7 15,6 17,6 Italia meridionale e insulare 41,3 62,4 31,4
Appare dunque chiaramente