NON LASCIAR VIVERE LA MALEFICA
2.3 LA DONNA NEL MALLEUS MALEFICARUM
Il primo trattato ad assumere un’importanza fondamentale nella diffusione del concetto di stregoneria è il Malleus maleficarum119. Redatto dagli inquisitori
domenicani Heinrich Institoris Kramer e Jacob Sprenger, l’opera viene pubblicata nel 1486 e ristampata tredici volte prima del 1520. I due domenicani, fervidi sostenitori dell’autorità papale e zelanti difensori della fede cattolica, a partire dal 1484 volgono la loro attenzione verso la nuova eresia, la stregoneria, diventando la sua eliminazione la loro missione terrena. Ma i due inquisitori, nell’adempiere il lavoro di purificazione, incontrano resistenze da parte dell’autorità ecclesiastiche e da quelle laiche locali, infastidite per il loro modo di esercitare il potere. L’appoggio dalla massima autorità ecclesiastica, Papa Innocenzo VIII, non tarda ad arrivare. Nel 5 dicembre del 1484 il Papa emana la bolla Summis desiderantes affectibus, con la
118 S. Tani, Il romanzo di ritorno. Dal romanzo medio degli anni sessanta alla giovane narrativa degli
anni ottanta, Mursia, Milano, 1990: «per Sciascia spesso si tratta di ricostruire e riscrivere la storia minore decostruendo le poche informazioni disponibili, che sono invariabilmente quelle lasciate dai cronisti dalla parte del potere. Smantellate le incongruenze e le ipotesi della storia ufficiale e ritrovate le ragioni cancellate degli sconfitti, nasce un'altra storia animata da tanta indignazione e passione da trascendere le connotazioni ristrette della ricerca documentaria per acquisire il respiro e la trascendenza della vicenda esemplare» (pp. 69-70).
119 H. Institoris – J. Sprenger, Malleus Maleficarum, Strasburgo 1486-1487, Il martello delle streghe.
La sessualità femminile nel transfert degli inquisitori, introduzione di A. Verdiglione, Marsilio
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quale dà pieni poteri ai due frati domenicani per proseguire incontrastati la loro opera. La bolla papale non è una dichiarazione di guerra alla stregoneria ma un documento amministrativo che estende alle diocesi del territorio germanico i poteri accordati, in precedenza, a Sprenger e Institoris, per eliminare ogni possibile inadempimento al dovere. Il documento è composto da tre parti. Nella prima il Papa evidenzia l’importanza della costante attenzione dei pastori nella cura delle anime e si rammarica sapendo che nelle regioni della Germania, soprattutto nelle diocesi renane, molti fedeli si allontanano dalla religione cattolica e hanno amplessi con i demoni; nella seconda parte è presente un elenco dei crimini di coloro che si sono uniti, attraverso un patto, al diavolo; nella terza, e ultima, il Papa si affida alla capacità di Sprenger e Institoris, dando loro pieni poteri per estirpazione l’eresia e punire i colpevoli. Bonomo afferma in Caccia alle streghe: «Quantunque lo scopo principale della bolla fosse la ripetuta constatazione della competenza dell’Inquisizione, il documento ha speciale importanza in quanto contiene un’idea canonicamente definita sull’esistenza della setta delle streghe»120. La bolla richiama tutti alla lotta contro le streghe, causando l’inizio
di una spietata persecuzione e di un notevole aumento dei processi di stregoneria. Chiunque e in qualche modo avesse impedito agli inquisitori di compiere il loro lavoro o prestato soccorso agli accusati, avrebbe commesso un atto di disobbedienza al Papa, gravemente punito. Inoltre, per legittimare ulteriormente le loro modalità di intervento contro la stregoneria, i due Inquisitori inseriscono il documento papale come prefazione del Malleus
maleficarum. La nuova arte della stampa permette la riproduzione in mille
esemplari dell’opera e la sua circolazione nelle mani di molti, offrendo la
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possibilità di far conoscere l’opinione del Papa e considerarla un insegnamento ecclesiastico.
Molti «pastori di anime e predicatori della parola di Dio»121 durante i loro
sermoni dichiarano al popolo la non esistenza delle streghe, definendo tale credenza invece una forma di superstizione. Attraverso il Malleus i due inquisitori rimproverano tutti coloro, compresi gli ecclesiastici122, che
ridimensionano la portata della credenza popolare a semplice superstizione e forniscono ai tribunali gli strumenti per individuare, processare e punire severamente le streghe. L’opera riscuote i consensi da parte dell’autorità ecclesiastiche e dai tribunali secolari, e la sua immediata popolarità contribuisce a scalzare un precedente e autorevole trattato di stregoneria,
Canon Episcopi, non più fondamentale per l’attuazione della caccia alle streghe.
Il Malleus maleficarum è una raccolta dettagliata delle credenze popolari diffuse nel territorio germanico nella fine del XV secolo, ed esamina nello specifico le streghe, i diavoli e la magia. L’opera si suddivide in tre parti, di cui le prime due, quelle teoriche, sono ulteriormente suddivise in altre due. Il metodo di esposizione delle teorie è scolastico: si presenta un tema, si analizzano le sue parti, ed infine, si passa ad argomentare e discutere ciascuna di esse attraverso domande e risposte, e riferimenti a testi sacri e profani. Nella prima suddivisione della prima parte è argomentata l’esistenza della stregoneria, affermando che chiunque la neghi è da considerarsi eretico; inoltre, gli inquisitori si soffermano sulla depravazione dei rapporti sessuali che le streghe intrattengono con i demoni. Nella seconda suddivisione si
121 Ivi, pag.190, ripresa dell’Apologia nell’edizione del Malleus maleficarum stampata a
Norimberga dal Koberger nel 1496.
122 W. Stephens, Streghe, Castrati, e sacramenti: lettura del Malleus Maleficarum, in S. Zatti, La
rappresentazione dell’altro nei testi del Rinascimento, Maria Pacini Fazzi, Lucca, 1998, pp.33-52:
«Kramer impostò il Malleus come ars predicandi, trattato retorico destinato ai predicatori non inquisitori, che doveva aiutare a divulgare il concetto della strega demonomane, e sconfiggere lo scetticismo di eruditi ed analfabeti circa la sua esistenza (pag.36)».
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cercano le cause dell’adesione maggiormente femminile all’eresia e si presentano i vari modi di corruzione delle donne, i loro malefici e le modalità di punizione. Nella seconda parte, prima suddivisione, vengono esposti i vari modi di fare un maleficio, mentre nella seconda suddivisione, i rimedi contro di essi. L’ultima parte si presta a fornire agli inquisitori le istruzioni sulla cattura, processo e eliminazione delle streghe. Il Malleus viene così ad essere una sintesi perfetta di tutta la precedente trattatistica demonologica sulla strega e dei manuali inquisitori.
Per argomentare l’esistenza della stregoneria Sprenger e Institoris fanno uso di testimonianze autorevoli, quali il Directorium inquisitorum di Nicolas Eymerich, il Formicarius di Johannes Nider e nozioni estrapolate da tesi di sant’Agostino e San Tommaso. Ma a porre qualche problema ai due autori è il
Canon Episcopi. In quest’ultimo testo le seguaci di Satana sono delle specie di
fattucchiere, pythonicae, mentre nel Malleus le streghe che vengono perseguitate appartengono alla specie delle malefiche, maleficae. Le prime sono delle donnette superstiziose, mulierculae, molto diverse dalle malefiche, donne cattive, le quali stringono un patto indissolubile con il diavolo, divenendo le loro azioni non fantasticherie popolari ma fatti realmente esistiti.
Nel Malleus viene esaminato la modalità del trasporto dei corpi alla tregenda. Molti testi precedenti a quest’opera rivelano la capacità del diavolo di trasportare le streghe sul suo dorso verso il luogo del convegno notturno, ma può capitare che la presenza della strega alla tregenda è spesso soltanto mentale. In questo caso la strega si distende sul letto, mettendosi sul lato sinistro, e invoca il diavolo. Dopodiché dalla sua bocca fuoriesce il suo spirito che giunge alla tregenda, e rientra in sé ricordando tutto ciò che è accaduto. Qualora invece la strega giunga in corpo e in spirito alla riunione, la sua assenza potrebbe destare sospetta al marito o ai parenti, per questo, secondo
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gli autori, il diavolo dissimula la presenza della sua complice prendendo le sue sembianze corporali, in modo tale che nessuno passa accorgersi di nulla. I persecutori delle streghe hanno sempre insistito sulla inferiorità morale e intellettuale della donna e attraverso questo hanno spigato le ragioni del numero elevato di donne che aderiscono all’eretica pravità:
«Di debole intelligenza, ciarliere, vendicative, invidiose, colleriche, volubili, smemorate, mentitrici, dai desideri insaziabili, le donne – già per il loro corpo – sono preferite per la prostituzione diabolica»123
Johann Nider in Formicarium124 aveva posto l’accento sugli aspetti peggiori
del carattere della donna. Tesi ripresa e rielaborata da Sprenger e Institoris con il sostegno di testimonianze tratte dal Vecchio e dal Nuovo Testamento, inserendo i giudizi di Seneca, Teofrasto, Catone, Cicerone, San Giovanni Crisostomo, San Bernardo, ma soprattutto San Gerolamo125, nei quali sono
esposti e analizzati i mali dell’uomo che derivano dalla frequentazione di donne e dal matrimonio.
123 Malleus Maleficarum, pag.13.
124 Il Formicarium è il primo trattato demonologico, di cui si ha conoscenza, che ha come
argomento la stregoneria. Scritto tra il 1435 ed il 1437 dal frate domenicano tedesco Johann Nider, l’opera racconta di una ragazza che era solita indossare abiti maschili seppur dichiarando di essere donna e vergine. Le autorità dopo una lunga discussione sul carattere diabolico o divino del fenomeno, decidono a favore del rogo. Il titolo del libro Formicarium deriva dalla parola “formicaio”: secondo l’autore la vita delle formiche, con le loro abitudini e la loro organizzazione, è l’univo vero rimedio contro la diffusione del male nella società. E in questa comunità di formiche, in cui l’omologazione permette il rispetto dell’ordine legale, la donna non è tollerata in quanto in esse vi è il seme della perversione e pravità.
125 Il testo a cui fanno riferimento i due autori è Adversus Jovinianum, nel quale è presente una
spietata critica verso le donne e il matrimonio. L’opera aveva molto autorità tra gli scrittori ecclesiastici, soprattutto per l’importanza che rivestiva l’autore definito “il più grande dottore della chiesa e l’onere della professione monastica”. Molto probabilmente i due scrittori avevano conosceva diretta e approfondita dell’opera fin ai particolari più curiosi, come la storia di Socrate offeso con le parole e con le azioni dalla moglie Santippe.
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I due autori trovano una spiegazione naturale alla depravazione e attrazione al peccato della donna: la sua struttura fisica difettosa. La donna è stata creata dalla costola dell’uomo, unico osso ricurvo del corpo umano, da questo si comprende la sua natura imperfetta e sempre pronta all’inganno, la quale causa castamente sciagure alla società. Il nome stesso della donna rivela sua natura: «Foemina dicitur fe minus, quia semper minorem habet er servat fidem»126; la
donna non è capace, per la sua inferiorità, rimanere fedele a Dio e gli uomini. Allo stesso tempo il cristianesimo ha elevato la donna, Maria Vergine, a dignità suprema, poiché la grazia del suo animo ha permesso di riceve il seme divino e partorire il Figlio di Dio. Maria Vergine permette di ristabilire l’ordine cosmico turbato da Satana e dal peccato di Eva. Ma l’esaltazione della Vergine, divenuta paradigma della condizione umana davanti a Dio, comporta la svalutazione della sessualità di cui la strega è la più bassa degenerazione. La creazione di una femminilità ideale in compenso va a denigrare il resto del «secondo sesso». Da questo deriva il paradosso presente in Petrarca da una parte l’amore per Laura, donna angelica e irreale, dall’altra l’odio verso i tormenti del matrimonio e la donna reale, considerata un essere diabolico:
«La donna […] è un vero diavolo, una nemica della pace, una fonte di impazienza, una occasione di dispute da cui l’uomo deve tenersi lontano se vuol godere la tranquillità […] Che si sposino, quelli che trovano attrattiva nella compagnia di una sposa, amplessi notturni, nei vagiti dei bambini e nei tormenti dell’insonnia[…] Per noi se è il nostro potere, noi perpetueremo il nostro nome con il talento e con il matrimoni, con i libri e non con i bambini, con il concorso delle virtù e non con quello di una donna»127
126 Malleus Maleficarum, P.I, q. II.
127 F. Petrarca, De remediis utriusque Fortunae, in J. Delumeu, La paura in Occidente, cit., pag. 484-
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La strega rappresenta per gli inquisitori non una criminale ma una testimone esperta del mondo invisibile degli spiriti128:
«Quando all’opinione che afferma che le streghe del giorno d’oggi si sono infettate di queste sporcizie diaboliche, essa è ben salda non tanto per la nostra convinzione, quanto in base alla testimonianza vissuta delle streghe; esse hanno reso credibile tutto questo»129
Durante l’interrogatorio la strega secondo Kramer deve dimostrare: la reale esistenza dei demoni attraverso i loro amplessi, e, attraverso la profanazione, la veridicità dei sacramenti cattolici. In quanto la stregoneria si attua attraverso la violazione dei sacramenti. Come afferma Walter Stephens gli elementi sacramentali sono stati usati dal popolo in tutte le epoche per scopi magici, «ma il concetto della strega profanatrice è perfettamente clericale e serve agli interessi dell’inquisitore, non quelli del popolo»130
La Strega-Donna, che turba l’ordine e sconvolge la mente degli uomini con il suo potere seduttivo, rappresenta nel delirio religioso- sessuale- politico dei domenicani l’adeguato contenitore su cui proiettare la loro idea del male assoluto. Basta un minimo sospetto per allontanare ogni dubbio e procedere al rimedio del fuoco. Il rogo diviene il trionfo della giustizia divina, il quale permette di riportare l’ordine attraverso la soppressione del corpo del peccato e di dare agli spettatori uno spettacolo catartico della liberazione dal male.
128 W. Stephens, Streghe, Castrati, e sacramenti, cit., pag.37. 129 Malleus Maleficarum, II parte, cap. IV.
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