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Eccezioni ai principi sanciti nello Sherman Act

Innanzitutto è opportuno rilevare che il criterio di fondo che rappresenta il

denominatore comune di tutta la regolamentazione della materia, è quello di

non applicare le norme antitrust, o quanto meno di applicarle in modo

abbastanza blando, ad attività che, pur se compiute negli Stati Uniti, non

abbiano un diretto e sostanziale effetto sul mercato interno statunitense. Si è cercato, cioè, di evitare che un’applicazione rigida della normativa antitrust

costituisse un intralcio alla capacità concorrenziale degli operatori americani sui

mercati esteri101.

Mentre le “exceptions” relative al commercio internazionale riguardano

attività poste in essere, o che hanno effetti, al di fuori degli Stati Uniti, vi sono altri settori dell’industria e dei servizi che, nell’arco degli anni, si sono visti

garantire un esonero dall’applicazione delle norme antitrust. Ciò è avvenuto,

essenzialmente, in due modi: attraverso una legislazione emanata direttamente

101 Per una visione d’insieme dell’applicazione delle norme antitrust in materia di operazioni

internazionali, si vedano le “International Operation Guidelines” pubblicate dal “Justice

Department” (“International Operation Guidelines”, 10 Novembre 1988, in Trade Regulation Reports 20, 589).

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dal Congresso federale che ha espressamente escluso determinati settori o attività oppure per mezzo della creazione di “agencies” (agenzie) a cui è

affidato il compito di sorvegliare il corretto funzionamento del mercato. È questo il caso delle “regulated industries”.

Le principali “exemptions” ad oggi sono le seguenti.

L’eccezione più importante alla generale applicazione della normativa

antitrust, anche per le sue implicazioni politiche, è indubbiamente quella concernente l’attività sindacale. Già il Clayton Act del 1914 aveva escluso che

l’attività sindacale, ed i contratti posti in essere tra i sindacati e i lavoratori,

potessero violare le “antitrust laws102”. Successivamente, questo esonero fu

rafforzato dalle disposizioni del Norris-La Guardia Act del 1932 e da diverse

decisioni della Corte Suprema degli Stati Uniti. A questo riguardo, la Corte ha, da un lato, esteso l’ambito della eccezione fino a ricomprendervi anche la

contraffazione collettiva (c.d. “collective bargaining”) che non era

specificatamente inclusa né nel Clayton Act né nel Norris-La Guardia Act. Dall’altro lato, la Corte ha più volte affermato che l’eccezione stessa non si

applica ove l’attività sindacale o la contraffazione collettiva sia lo strumento di

una più ampia attività o pratica tendente alla restrizione della concorrenza.

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Anche le associazioni di agricoltori e pescatori beneficiano di una

eccezione sancita dal Clayton Act. Tale eccezione all’applicazione delle norme

antitrust per gli agricoltori, seppur parziale, permette loro di associarsi in

cooperative senza che ciò possa venir considerato una violazione antitrust. Il

Capper-Volstead Act del 1922, inoltre, stabilì che dette cooperative potessero

dotarsi di un capitale autonomo (“capital stock agricultural cooperatives”).

Disposizioni analoghe sono state introdotte con il Fisheries Cooperative

Marketing Act del 1837 per le associazioni fra pescatori.

Gli enti creditizi e del trasporto sono invece il settore dove il legislatore ha sentito maggiormente l’esigenza di una disciplina ad hoc in materia antitrust.

Tale settore è comunemente definito delle “regulated industries”. Il problema

delle fusioni e concentrazioni acquista, in questo contesto, un rilievo tutto

particolare, perché ai settori c.d. regolamentati (e, cioè, caratterizzati da

controlli e/o diritti proprietari pubblici) non si applica la legislazione antitrust

generale e sono state applicate al riguardo teorie speciali, come quella della

“primary jurisdiction”. Nel campo della “regulated economy103”, quindi, la

liceità di fusioni e concentrazioni va valutata in rapporto all’esercizio di un

103 Per “regulated economy” (economia regolamentata), si intende il deciso intervento del

Governo tramite leggi e decreti nell’economia per vari scopi, come ad esempio la pianificazione centralizzata dell’intera economia di un Paese, oppure interventi per rimediare al fallimento del libero mercato, controllando e indirizzando l’attività di determinate imprese.

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potere istituzionale conferito a determinati organi preposti appunto alla

vigilanza e controllo dei singoli settori del mercato. Tale potere si dispiega in

varie direzioni e può giungere sino al divieto, da parte degli organi competenti,

di certe concentrazioni perché contrarie al pubblico interesse. Nei settori c.d.

non regolati, in quanto manca un organo o ente federale dotato di poteri

regolamentari, si applica la legislazione antitrust generale, cioè le norme

contenute negli articoli 1 e 2 dello Sherman Act, in aggiunta alle regole

specifiche dettate, in rapporto alle fusioni e concentrazioni, dall’articolo 7 del

Clayton Act. L’organo amministrativo dotato di competenza generale in

rapporto ai settori non regolamentati è la Federal Trade Commission. Nel

campo della regulated economy, il problema della legislazione

antimonopolistica si pone in termini del tutto particolari. Un rilievo, in merito,

è stato autorevolmente già avanzato nel contesto del primo Rapporto preparato

dall’Attorney General’s National Committe to Study the Antitrust Laws104. Il

Congresso degli Stati Uniti ha deciso che in alcuni settori del mercato la

concorrenza non sarà interamente libera. In esecuzione di questa politica, è stato

creato un ente, con poteri regolamentari, per questo preciso scopo. Si tratta della

Interstate Commerce Commission, che rientra nella più ampia categoria delle

104 Attorney General’s National Committe to Study the Antitrust Laws: detto rapporto è stato

pubblicato a cura dello U.S. Government Printing Office, Washington, D.C., in data 31 marzo 1955.

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Independet Regulatory Commissions (IRC). Questo organo può, sia mediante

azione propria, sia mediante approvazione del comportamento dei privati, controllare l’accesso al mercato, eliminare la concorrenza esistente, ovvero

fissare tariffe o prezzi. I comportamenti dei privati approvati da detti enti con

potere regolamentare sono, in alcuni casi, esonerati da attacchi sulla base delle

leggi antitrust. Tuttavia, ove tale eccezione non sia prevista, possono sussistere difficili problemi nell’armonizzazione tra i criteri stabiliti dagli enti

regolamentari speciali e quelli incorporati nelle leggi antitrust. Il controllo di

certi settori economici può assumere le forme più diverse. Si riscontra l’esistenza di una moltitudine di quelli che ho definito enti o organi

regolamentari, istituiti in esecuzione di precise decisioni del Congresso degli

Stati Uniti, per cui il principio della libertà di concorrenza dovrà subire in molti settori, limitazioni assai notevoli: ad esempio, “Public Utilities”, Trasporti,

“Defense Economy”, “Government Enterprise”. È impossibile fornire un elenco

analitico di detti enti regolamentari, data la diversità di materie cui si

riferiscono. A ciò si aggiungano le mutevoli vicende della realtà politica, che

possono decretare la nascita di nuovi enti e/o la morte di taluni di quelli esistenti

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di valutare l’esatta portata dell’ondata di “deregulation105” che ancora oggi si

manifesta negli Stati Uniti. Mediante la propria azione o mediante

l'approvazione della condotta dei privati, un ente regolamentare può controllare l'entrata nel mercato, vedi, ad esempio, l’articolo 7 del Natural Gas Act, ove si

dispone che la Federal Power Commission rilascerà un certificato a qualsiasi

richiedente se si riterrà che egli sia in grado ed intenzionato a comportarsi in

maniera opportuna e a rendere i servizi che sono richiesti al presente o saranno

richiesti in futuro della convenienza o dall'interesse pubblico. Disposizioni

analoghe si possono rinvenire nel Federal Trade Commission e nel Civil

Aeronautic Act. Lo stesso ente proposto alla regolamentazione potrà altresì

eliminare la concorrenza esistente. La fusione o concentrazione di concorrenti

attuali o potenziali è generalmente limitata dal requisito che la transazione sia

in armonia con l'interesse pubblico. In questo senso vanno l'Interstate

Commerce Act, il Federal Communication Act, come pure il Federal Power Act

e il Civil Aeronautic Act. Ai sensi di questi ultimi risulta vietata una fusione da

cui deriverebbe la creazione di un monopolio e pertanto una restrizione della

105 La deregulation è quel processo per cui i governi e gli Stati cessano i controlli sul mercato

ed eliminano le restrizioni nell'economia, al fine di incoraggiare le operazioni del mercato stesso, che in questa misura sarebbe considerato come un organismo autoregolatore. Secondo alcuni teorici dell'economia un tale mercato, libero da qualsiasi controllo governativo, rischierebbe però di rendere lo stato di diritto subalterno al mercato medesimo. È l’opposto della “regulated economy”.

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concorrenza ovvero il danneggiamento di un altro vettore aereo. Nel caso

American Airlines Inc., Acquisition and Control of Mid. Continental Airlines è

stato a suo tempo vietata una fusione poiché avrebbe potuto danneggiare la

concorrenza ritenuta un requisito per assicurare lo sviluppo e il mantenimento

di un sistema di trasporti adeguato. Il discorso si pone in termini in parte diversi

al momento attuale data la gravità dei problemi che affliggono il settore dei

trasporti ieri i principi di base tuttavia non sono stati almeno formalmente

ripudiati. Spetta all'ente regolamentare anche la fissazione dei prezzi. Ad

esempio, il Reed-Bulwinkle Act autorizza la Interstate Commerce Commission

ad approvare accordi relativi alla fissazione di tariffe fra vettori, a condizione

che gli stessi siano in armonia con la politica nazionale in tema di trasporto, ed

accordino a ciascuna delle parti il libero e non limitato diritto di tenere

comportamenti indipendenti sia prima sia dopo qualsivoglia decisione

concertata a mezzo degli accordi citati. Nello stesso senso si esprime il Civil

Aeronautic Act che richiede una domanda con conseguente approvazione

dell'ufficio competente rapporta fissazione di tariffe per i trasporti. Anche a

questo proposito, il movimento verso la deregulation ha manifestato pesanti

effetti, come dimostrato tra l'altro dalla crisi cui si è fatto cenno. È possibile per

l'ente regolamentare, esonerare le parti dall'applicazione delle leggi antitrust.

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partecipa ad un accordo approvato o autorizzato è esonerato dall'applicazione

delle leggi antitrust. Parimenti si dispone che nessuna responsabilità si riscontra,

nelle condizioni suddette, in caso di accordi volti a fissare prezzi o tariffe.

Disposizioni equivalenti sono contenute anche nello Shipping Act e nel Civil

Aeronautic Act. In conclusione nei settori che appartengono al campo della regulated economy, le considerazioni particolari al singolo settore prevalgono,

in linea di massima, sulla filosofia generale incorporata nella legislazione

antitrust federale. Spetterà a ciascun ente o organo regolamentare

appositamente creato, tradurre in termini concreti ed applicabili al singolo

settore, le nozioni di libertà di concorrenza, monopolio ed altre ancora, riferibili

al settore stesso.

Infine, una curiosa eccezione di fonte giudiziaria è ancor oggi applicata al

baseball grazie ad una sentenza della Corte Suprema. Infatti, a differenza di tutti

gli altri sport professionistici, la Corte ha ritenuto di non applicare le norme

antitrust al baseball in quanto trattasi di uno sport e, quindi, non di “commerce”.

Francamente non si trova una spiegazione esauriente della circostanza che la

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