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Effetti su mortalità e salute

Nel documento Oltre i Confini (pagine 56-59)

Introduction and Background

3. Cambiamento climatico ed impatti sulla popolazione

3.1. Effetti su mortalità e salute

Gli esseri umani sono esposti ai cambiamenti climatici sia direttamen-te, ad esempio ai rischi di eventi meteorologici stremi più intensi e frequenti, sia indirettamente attraverso cambiamenti della quantità e qualità di acqua, aria, cibo, e alterazione di ecosistemi, dell’agri-coltura e delle condizioni socio-economiche.

Si stima che tra il 2002 ed il 2012 100.000 persone in media all’anno siano morte a causa di disastri naturali. L’impatto degli eventi in termini di vite umane è molto più alto nei paesi in via di svi-luppo ma ovunque in crescita: nell’ultima decade, il numero com-plessivo di morti riferibili a disastri in Europa è stato pari a 80.000 (ECE, 2014).

3. Cambiamento climatico ed impatti sulla popolazione 47

Gli effetti più generali sulla salute, apparentemente meno eclatanti e non immediatamente riferibili al cambiamento climatico, sono tut-tavia anch’essi molto gravi e documentati da numerosi studi epide-miologici. L’attenzione verso questo problema è relativamente recen-te. Ancora nei primi anni 90 c’era una scarsa sensibilità per le pro-blematiche connesse ai rischi per la salute creati dal cambiamento climatico globale. Ciò rifletteva una generale assenza di comprensio-ne di come lo sconvolgimento dei sistemi biofisici ed ecologici potes-se influenzare il benespotes-sere e la salute a lungo termine delle popola-zioni. Solo nel 1996 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) ha riconosciuto per la prima volta le sfide per la salute umana poste dal cambiamento climatico; nel 2003 in uno dei primi rapporti dedi-cati al legame tra salute e ambiente, l’OMS valutava che nel solo anno 2000 in tutto il mondo, a causa del cambiamento climatico, erano an-dati persi più di 5 milioni di DALY (anni vissuti al netto della disabi-lità; Campbell et al. 2003).

Il quarto Rapporto di Valutazione dell'IPCC ha esaminato oltre 500 articoli pubblicati sugli effetti sulla salute causati da eccessi di caldo e freddo; dagli eventi drammatici determinati da vento, tempe-ste e inondazioni; da siccità, malnutrizione, in-sicurezza alimentare; da peggioramento della qualità dell’aria e delle acque (IPCC, 2007).

L'aumento delle temperature sono in grado di generare gli stress da calore, aumentando il tasso di mortalità a breve termine. Stime recenti prevedono un aumento dei tassi di mortalità dovuti a malattie cardio-vascolari e respiratorie, stress termico, e aumento della frequenza delle malattie infettive trasmesse da insetti entro il 2070. Ci sono numerose evidenze empiriche a riguardo: l'ondata di caldo verificatasi in Califor-nia nel 2006 ha causato forti aumenti delle ammissioni agli ospedali di malattie cardiovascolari; quella del 2003 verificatasi in tutta Europa ha prodotto ben 70.000 decessi. Analisi descrittive di episodi di ondate di calore hanno evidenziato che gli effetti si riscontrano soprattutto tra i residenti delle aree urbane e in soggetti con limitate risposte di adat-tamento a causa di fattori demografici, sociali e di condizioni di salute. Gli anziani e i bambini, le persone che vivono in aree svantaggiate ed in condizioni di isolamento sociale sono particolarmente vulnerabili all’effetto delle ondate di calore. Inoltre un aumentato rischio di morta-lità si osserva in persone con patologie croniche, quali malattie cardio-vascolari, respiratorie e cerebrovascolari (APAT-WHO, 2007).

48 OLTRE I CONFINI

Un progetto finanziato dall’UE, “Valutazione e prevenzione degli effetti acuti sulla salute delle condizioni metereologiche in Europa” (Michelozzi et al., 2007), che ha coinvolto 16 città europee (Atene, Barcellona, Budapest, Dublino, Helsinki, Cracovia, Lubiana, Londra, Milano, Parigi, Praga, Roma, Stoccolma, Torino, Valencia e Zurigo) ha esaminato gli effetti acuti sulla salute delle condizioni meteorolo-giche sia durante la stagione calda che durante quella fredda fornen-do ulteriori fornen-documentazioni sulla relazione statistica tra temperatura e mortalità e sull’eterogeneità geografica dell’effetto. Lo studio ha stabilito un’associazione tra temperatura apparente massima (una combinazione di temperatura massima ed umidità relativa) e mortalità totale e per cause respiratorie e cardiovascolari in diverse fasce di età.

In Italia, uno studio condotto in quattro città italiane (Bologna, Milano, Roma e Torino), ha analizzato la relazione tra temperatura apparente massima e mortalità durante i mesi estivi (giugno-settembre) del 2003 e del 2004 (Michelozzi et al., 2006). I risultati di questo studio documentano l’effetto drammatico sulla mortalità os-servato nelle quattro città durante l’ondata di calore dell’estate 2003.

In generale, anche se sono possibili anche alcuni effetti benefici dell’aumento della temperatura per la salute - quali, ad esempio, me-no decessi da freddo - tuttavia, questo beneficio sarà vanificato dall’eccesso degli effetti negativi delle temperature in crescita ovun-que nel mondo, in particolare nei paesi in via di sviluppo (Confalo-nieri et al., 2007).

L'aumento delle temperature ha anche effetti indiretti sulla salu-te perché favorisce la diffusione di infezioni, attraverso il prolificare di insetti vettori e dei roditori. Pertanto, alcune popolazioni che hanno poca o nessuna immunità alle nuove infezioni potrebbero es-sere maggiormente a rischio. La riproduzione degli insetti, il ciclo di sviluppo del parassita e la frequenza dei morsi generalmente au-mentano con la temperatura; di conseguenza, la malaria, l’encefalite da zecche e le febbri tropicali diventeranno sempre più diffuse. In alcuni casi, tuttavia, gli eventi metereologici estremi, come forti piogge, portano via le uova e le larve facendo diminuire le popola-zioni di vettori. Nel complesso, però, si stima che 260-320 milioni di persone saranno affette da malaria entro il 2080 come conseguenza dell’espandersi delle zone di trasmissione (Costello et al., 2009).

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Altre ricerche sugli effetti del cambiamento climatico sulla salute umana legate ai mutamenti climatici indicano un aumento della mal-nutrizione e della insicurezza alimentare livello globale (Brown e Funk, 2008). Anche se la produttività agricola potrebbe aumentare in alcune regioni a causa del riscaldamento globale (quasi esclusiva-mente nei paesi ricchi ad alta latitudine), la fame, la malattia e la mor-te a causa della denutrizione sono destinamor-te a peggiorare. In effetti, il cambiamento climatico influisce su colture, silvicoltura, allevamento, pesca. Gli eventi meteorologici estremi possono danneggiare le coltu-re; l’inondazione delle terre costiere porterà alla salinizzazione o alla contaminazione di acqua dolce e di terreni agricoli. Tutto ciò potreb-be indurre una riduzione della produttività delle terre destinate all’agricoltura e una contrazione delle disponibilità alimentari, specie nella aree più vulnerabili e per le popolazioni già esposte a rischi di malnutrizione. In generale, gli effetti del cambiamento climatico sulla salute non sono distribuiti in maniera uniforme, e sono particolar-mente gravi in paesi che hanno già un alto tasso di morbilità e/o in popolazioni con scarse capacità di adattamento e di mitigazione degli effetti stessi.

Infine, il cambiamento climatico potrebbe avere un effetto sulla sa-lute psicosociale. La percezione crescente del rischio che possa acca-dere un evento fatale o un disastro ambientale, influenza profonda-mente la salute mentale ed emotiva delle persone (Costello et al., 2009). Anche tra coloro che sono sfuggiti alla morte o a lesioni gravi, si riscontrano gli effetti dei traumi conseguenti alla paura nonché alla perdita di parenti, amici e averi. A livello sociale, l'incertezza potreb-be causare un aumento dei livelli di stress psicologico a causa del senso di instabilità, sia percepita che reale (Fritze et al., 2008).

Nel documento Oltre i Confini (pagine 56-59)