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Effetto secondario sul settore degli affitti (privati e pubblici): carenza di affittuari da marzo a maggio

Si tratta di un punto delicato per l’equilibrio finanziario del settore degli affitti sociali, dove la riduzione dei posti vacanti è un obiettivo importan-te. Tutti gli appartamenti consegnati a febbraio e marzo sono rimasti vacanti fino a maggio. Il problema è significativo, soprattutto perché la domanda di alloggi sociali in affitto è forte. Le partenze degli studenti (Università chiuse) per tornare alla casa dei genitori sono state molto sentite dai proprietari delle case per studenti. Tali abitazioni non verran-no più occupate fiverran-no a settembre, con tutto ciò che questo comporta.

Si registra un leggero incremento nei tassi di interesse per l’acquisto di case, compreso tra lo 0,1% e lo 0,2%. Il tasso di interesse molto basso (0,7% per un prestito di 10 anni) rende i mutuatari molto sensibili a questi cambiamenti: si passa così dallo 0,9% all’1,2%. Questo trend potrebbe indurre un incremento

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inferiore per i prezzi delle abitazioni (o un piccolo incremento per i prezzi mol-to alti). Siccome i timol-toli di stamol-to (OAT) si mantengono ad un livello molmol-to basso (-0,02%), gli interessi commerciali sembra resteranno a questi livelli per un po’. La diminuzione di profitti per numerose attività commerciali durante il lockdown ha stimolato una forte richiesta di abbassamento o sospensione dei canoni d’affitto per i locali commerciali. Non ci sono ancora dati a riguar-do, in quanto nel settore commerciale è difficile reperire informazioni sugli accordi privati.

È abitudine diffusa cominciare paper, articoli o altri scritti concernenti que-stioni sociali con la classica formula “Tutti sanno che…” seguita da alcuni esempi e dall’opinione del giornalista o degli autori. Costruzioni di tal genere tendono semplicemente a sottolineare l’ovvio e il ragionamento su di essere prodotto raramente produce ragionamenti in grado di tener conto delle spe-cificità dei casi e di comprenderne o spiegarne le possibili cause. Anche per l’abitare accade in molti casi qualcosa di simile: gli articoli sottolineano come la condizione abitativa sia peggiore per le famiglie più povere, e proseguo-no ragionando sul complesso delle abitazioni più ecoproseguo-nomiche (considerate come social housing, nonostante possano essere affitti privati) concludendo che il lockdown ha “aumentato le disuguaglianze”:

“È noto da tempo che nei quartieri della classe operaia molte famiglie devono vivere in condizioni di promiscuità limitata, la cui difficoltà è spesso aggravata dalla natura angusta degli alloggi e talvolta dalle loro condizioni antigieniche6”.

In realtà:

Finora nessun dato o informazione consente di misurare un cambiamento significativo nel livello esistente di disuguaglian-ze;

Nel campo dell’educazione, la carenza di computer e l’over-crowding degli affittuari a basso reddito hanno, probabilmente, peggiorato le condizioni di alcuni alunni. Sono chiamati “décroc-heurs7”. A livello locale sono considerati una priorità per la ri-apertura delle scuole e dei college. Nel campo della salute, la questione è simile: una carenza di controllo medico può mettere a rischio la salute delle fasce più vulnerabili;

Lunedì 22 giugno 2020 il Consiglio Nazionale sulle Politiche

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sull’impatto del lockdown sui “Quartieri prioritari” (aree povere definite nel 2014 secondo il reddito degli abitanti). Appare co-munque, nel complesso, che le aree povere non abbiano incon-trato maggiori difficoltà rispetto agli altri segmenti urbani. Nes-sun problema speciale è stato rilevato. Molte iniziative sociali interessanti si sono sviluppate, in quanto queste aree hanno un network molto radicato di organizzazioni e associazioni locali.

Anche queste aree sono state raggiunte dagli aiuti economici predisposti dallo Stato, nonostante il fatto che il lockdown abbia reso più complesso identificare e contattare gli abitanti. Riguar-do la pubblica sicurezza, non si registra un incremento delle pro-blematiche durante il lockdown; la maggioranza delle persone ha rispettato le regole. I rari casi di violazione hanno avuto, come sempre, una forte eco mediatica, ma nessun dato consente di affermare che ci siano stati più problemi del solito.

6.2.3 I CONTESTI PIÙ ESPOSTI AGLI EFFETTI NEGATIVI

Gli unici dati disponibili sono relativi ai movimenti della popolazione quan-do è cominciato il lockquan-down. Nello stock abitativo francese il 10% degli immo-bili abitaimmo-bili sono seconde case; di queste, metà sono abitazioni indipendenti.

Il tema della discussione era: “i proprietari di seconde case, hanno il diritto di raggiungerle e trascorrere lì il contenimento, con il rischio di diffondere la malattia nel Paese? D’altro lato, che ci si possa rifugiare in aree periferiche potrebbe aiutare a diminuire la concentrazione del rischio nelle aree urbane.”

Analizzare gli spostamenti basandosi sui dati di tracciamento degli smartphone è complesso: gli spostamenti sul territorio di Parigi (municipalità con 2,1 milioni di abitanti e un numero molto grande di visitatori) mostrano la partenza degli stranieri, delle persone che vivono in altre parti della Francia e dei cittadini ba-sati a Parigi. Le statistiche stimano che l’11% della popolazione (circa 200.000 persone) hanno lasciato Parigi. Le partenze dal-le zone circostanti sono meno consistenti. In ogni caso, tali dati non consentono di capire se queste persone abbiano raggiunto dei parenti o se si siano spostate verso le seconde case. Inoltre, le cifre sono riferite a individui possessori di cellulare e non ai nuclei familiari;

La dispersione di questi 100.000 nuclei in tutto il territorio fran-cese non ha effetti misurabili, se escludiamo alcuni articoli che testimoniavano l’arrivo di residenti in alcune famose località ma-rittime;

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Un altro immediato effetto del lockdown è stato lo svuotamen-to delle località sciistiche; la chiusura delle strutture ricettive ha implicato che tutto il personale scivolasse nella disoccupazione.

Provando a fare un’analisi della geografia della malattia, alcune aree ad alta densità possono affrontare l’epidemia efficacemente grazie all’alto livello delle attrezzature sanitarie; d’altro canto, le città di medie dimensioni che si trovano di fronte ad alti livelli di contagio potrebbero trovarsi in breve tempo a fronteggiare una carenza di attrezzature. Per evitare che ciò accadesse, il trasferimento di pazienti in terapia intensiva tra le regioni francesi è stato reso possibile trasformando un treno TGV8 in una unità ospedaliera mobile.

Si potrebbe pensare che le aree remote siano più “protette” dal contagio (le aree montagnose della Francia Centrale, del Sud Ovest, la Bretagna) ma in determinate situazioni, come è accaduto, inaspettatamente un focolaio può apparire anche in queste zone. Difatti, Mulhouse (Alsazia) è stata un focolaio importante a causa di un evento religioso tenutosi a febbraio. Tale evento ha consentito alla malattia di diffondersi in tutta la Francia, ma specialmente in Alsazia e Lorena (cf Partido alto Chico Buarque).

Si è dibattuto molto sugli effetti a lungo termine degli spostamenti, la que-stione in sintesi era: “molti nuclei familiari sono intenzionati a trasferirsi in periferia per evitare il rischio di contagio delle città ad alta densità e godere di una migliore qualità della vita più vicino alla natura, con una bella casa e in smart working”:

Guardando rapidamente al numero effettivo di famiglie che po-trebbero essere in grado di compiere una scelta simile, si nota come queste necessiterebbero di un reddito medio alto, avere figli giovani ed avere impieghi praticabili in smart working (quin-di, bisogna escludere il lavoro manuale o tecnico). Questa de-finizione include un numero relativamente piccolo di famiglie, difficile quindi pensare ad un esodo in massa delle popolazioni delle aree urbane. Le città a media o alta densità abitativa man-terrebbero comunque una grande attrattiva per la maggioranza della popolazione, in quanto viverci consente di avere molti ser-vizi, dalla scuola alla sanità, a distanze percorribili a piedi o in bicicletta;

Comunque sia, alcune città di piccole/medie dimensioni

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renti di immobili, grazie a prezzi più bassi, maggiore spazio a disposizione e possibilità di smart working;

Ulteriori analisi saranno necessarie a comprendere la scala di questi mutamenti, per misurarne gli effetti sulla densità abitati-va, sul costo dei terreni, sulle aree edificabili, sul vicinato ecc.

6.2.4 LE AZIONI INTRAPRESE DAL GOVERNO CENTRALE E DAI GOVERNI LOCALI Uno dei principali interventi è consistito nel compensare interamente o parzialmente i redditi dei lavoratori finiti in disoccupazione o sospesi; un po-tente ammortizzatore per gran parte della popolazione. Molte altre misure di tipo economico sono state adottate: rinvio delle scadenze per tasse e altri oneri, eccetera. Riguardo le imprese, sono state concesse molte agevolazioni finanziarie e fiscali: la Caisse des Dépôts ha istituito per le PMI9 finanziamenti speciali per disoccupazione o semi-disoccupazione: prestiti speciali per SME coinvolte nel settore del turismo, rinvio delle rate (6 mesi) per compagnie dei settori non commerciali (ESS). Un’altra banca pubblica, BPI, ha lanciato nu-merose iniziative per aiutare le PMI. L’ufficio “Assurance chômage” affronta un incremento del tasso di disoccupazione dall’8,1% del 2019 all’11% (fine 2020), per un costo complessivo di 6,6 miliardi di euro e di 10 miliardi di euro per i lavori part time. Questo potrebbe causare un deficit di 24,7 miliardi. Contem-poraneamente le risorse diminuiranno del 16% e il deficit globale schizzerà da 36 miliardi a 63 miliardi di euro. Alcuni dei settori economici principali quali il turismo, l’industria aeronautica, i trasporti, le attività culturali sono stati colpiti con forza dalla crisi e necessiteranno di tempo per riprendersi. Il Governo ha lanciato molte iniziative per sostenerli. Bisognerà invocare un sostegno per il settore abitativo, trattandosi di un’esigenza fondamentale del cittadino con un forte effetto di leva economica. Ma la richiesta di sussidi, prestiti a basso costo ed esenzioni fiscali, dovrà essere messa in equilibrio con le numerose altre voci straordinarie di bilancio.

6.2.5 GLI INTERVENTI PER IL SOCIAL HOUSING E A SOSTEGNO DELLE PERSONE SENZA DIMORA

La maggior parte degli aiuti per il settore del social housing sono organiz-zati e gestiti dalla Caisse des Dépots. Questa istituzione finanziaria è la prin-cipale banca per questo settore e fornisce annualmente circa 14 miliardi di euro in prestiti a tassi d’interesse agevolati (la cui durata è tra i 40 e 50 anni) per le organizzazioni che operano nel social housing. Durante la crisi il loro principale obiettivo è stato quello di semplificare il sistema di accesso ai fi-nanziamenti, dai prestiti ordinari ad un fondo straordinario (2 miliardi di euro) per incrementare il capitale di queste organizzazioni. Il settore dell’edilizia

so-9 Piccole e Medie Imprese; in inglese SME (Small and Medium-sized Enterprises).

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ciale ritiene di poter agire come un attore anticiclico fornendo alloggi a basso costo, agendo come ammortizzatore sociale in periodo di crisi economica.

Durante il lockdown gli sfratti che dovevano essere eseguiti dopo il 31 marzo sono stati posticipati al 10 di luglio a seguito delle disposizioni del Ministero competente per il settore abitativo. Più di 5.000 camere d’albergo sono state riservate per i senza dimora, 40 siti di contenimento sono sta-ti organizzasta-ti per ospitare circa 1.300 senza dimora colpista-ti dal COVID-19. A fine aprile il numero di senzatetto ammalati da COVID-19 ospitati nei centri (157.000 letti) si stima essere compreso tra le 700 e le 900 persone.