SEGNALI POSITIVI DAL MERCATO DEL LAVORO
1.3 La povertà in Toscana
Dal 2017 l’Osservatorio Sociale Regionale produce un rapporto estrema-mente dettagliato sulla povertà in Toscana; rimandiamo ad esso, in par-ticolare alla sua edizione più aggiornata10, per una trattazione approfondita dell’argomento in oggetto. È comunque opportuno, in quanto nessun altro fenomeno sociale è maggiormente legato alla povertà abitativa quanto la povertà in termini economici, e che il nostro Paese ha affrontato sin dalla crisi del 2008 un allargamento sì graduale ma costante della fascia di cittadinan-za che vive al di sotto delle soglie di povertà (assoluta o relativa11), tentare in questa sede almeno una brevissima sintesi degli indicatori al fine di delineare e descrivere il quadro toscano.
Nell’osservare e analizzare i dati riferiti alla povertà e come questi si rappor-tano alla condizione abitativa, il gruppo di ricerca condivide, e ha condiviso ne-gli ultimi anni e nei precedenti rapporti, l’impostazione teorica di P. Palvarini12.
8 Cfr. IRPET, Toscana Notizie – Flash LAVORO n. 43/2020. Disponibile online: irpet.it/archi-ves/54977.
9 Cfr. IRPET, Toscana Notizie – Flash LAVORO n. 44/2020. Disponibile online: irpet.it/archi-ves/56036.
10 Osservatorio Sociale Regionale della Toscana (2019), Le povertà in Toscana - terzo rapporto 2019. Disponibile online: regione.toscana.it/-/le-poverta-in-toscana-terzo-rapporto-anno-2019.
11 Istat definisce in stato di povertà assoluta una famiglia con una spesa per i consumi inferiore a quel-la necessaria ad acquisire un paniere di beni ritenuti dagli esperti fondamentali al fine di condurre una vita dignitosa e di evitare gravi forme di esclusione sociale; tale paniere viene rivalutato ogni anno in base alla dinamica dei prezzi. Definisce poi in stato di povertà relativa una famiglia di due componenti con una spesa in consumi inferiore alla spesa media in consumi pro-capite. Attraverso una scala di equivalenza (scala Carbonaro) vengono definite le soglie di povertà relativa per le famiglie con dif-ferente numero di componenti. Eurostat utilizza una definizione di povertà relativa che fa riferimento non al consumo, ma al reddito e considera a rischio di povertà un individuo il cui reddito disponibile familiare equivalente è inferiore al 60% del valore mediano nazionale.
12 Pietro Palvarini (2014), Cara dolce casa. Come cambia la povertà in Italia dopo le spese
abi-RAPPORTO “ABITARE IN TOSCANA - 2020”
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Lo studioso evidenzia nel suo lavoro come i principali e più utilizzati indicatori di povertà (come le già citate soglie di povertà assoluta e relativa, ma anche gli indici di disuguaglianza come quello di Gini13) non tengano conto delle spese connesse all’abitare e soprattutto di come queste incidano fortemente sul bilancio familiare, portando alcuni nuclei in particolari condizioni ad un im-poverimento netto e progressivo o comunque all’emersione di problematiche abitative anche gravi14. Nell’interpretare i dati relativi alla Toscana è dunque necessario uno sforzo interpretativo maggiore, in quanto la reale situazione e quindi l’effettiva condizione delle famiglie in situazioni di povertà abitativa resta, purtroppo, in larga parte sommersa. Come già affermato nel prece-dente rapporto15, il quadro di relativa ricchezza rispetto al resto del Paese dei nuclei familiari toscani può facilmente portare a sottovalutare il già enuncia-to generico impoverimenenuncia-to delle famiglie in condizioni di marginalità o se-mi-marginalità e con esso il (non facilmente dimostrabile, ma estremamente probabile, soprattutto alla luce degli sconvolgimenti causati dall’epidemia di SARS-CoV-2) peggioramento delle condizioni abitative.
TABELLA 1.7 - INDIVIDUI E FAMIGLIE IN POVERTÀ ASSOLUTA – ITALIA E TOSCANA – ANNI 2008-2017
ITALIA 2008 2017
N° individui (mln) 2,2 3,9
% individui 3,80% 6,70%
N° famiglie (mln) 0,9 1,7
% famiglie 3,80% 6,50%
tative. In: Fondazione Michelucci (cur.). Case e non case. Povertà abitativa in Toscana, pp. 37-69.
13 Tale indice può assumere valori compresi tra 0 ed 1. Quando utilizzato per misurare la distri-buzione del reddito, esso assume valore 1 quando tutto il reddito del paese viene percepito da un solo individuo, valore 0 quando il reddito è equamente suddiviso tra la popolazione. Nel leggere i dati, è utile ricordare come generalmente la maggioranza dei paesi europei ha coefficienti di Gini compresi tra 0,25 e 0,36.
14 Anche in quest’ottica vanno interpretati gli sforzi fatti dalla Regione Toscana, dall’Osservato-rio Sociale Regionale, dal gruppo di ricerca e, da quest’anno, anche dell’Università di Firenze in direzione della ideazione e costruzione di un indice di povertà abitativa. L’attuale stato dell’arte, i
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IL CONTESTO SOCIO-ECONOMICO 1
L’impoverimento delle famiglie italiane e toscane è facilmente osservabile analizzando come sono mutate negli anni le statistiche sulla povertà assoluta.
In tabella 1.7 sintetizziamo il numero e la proporzione di famiglie in povertà assoluta in Italia e Toscana nel 2008 (quindi nell’ultima annualità pre-crisi) e nel 2017 (ultimi dati disponibili); si nota chiaramente come tali cifre siano quasi raddoppiate nel corso del decennio.
La figura 1.1 evidenzia la serie storica delle fasce di povertà relativa in Italia, dal 2008 al 2019. Gli appartenenti alle fasce che si trovano totalmente o quasi al di sotto della soglia di povertà relativa nel 2019 rappresentano l’11,5%
del totale delle famiglie. Nel 2008 tale proporzione era del 9,8%.
Il reddito medio (netto) a fitti imputati esclusi in Italia è variato, dal 2008 al 2017, di soli 1.303 euro, passando dai 30.090 euro del 2008 ai 31.393 euro del 2017; la Toscana invece, che si trova nel 2008 in una condizione legger-mente migliore per questa dimensione, con un reddito medio a fitti imputati esclusi pari a 32.920 euro, raggiunge nel 2017 quota 33.835 euro, con una variazione positiva di 915 euro, leggermente inferiore a quella italiana.
FIGURA 1.1 - PROPORZIONE PERCENTUALE DI FAMIGLIE IN POVERTÀ RELATIVA (SCALA CARBONARO) IN ITALIA, SERIE STORICA
Fonte: Elaborazione su dati EUSILC – ISTAT
Per concludere questa breve disamina su povertà e disuguaglianza, rappresentia-mo nella tabella 1.8 l’indice di Gini calcolato per gli anni 2008 e 2017 con e senza fitti imputati per Italia e Toscana. Come si osserva, c’è stato un incremento delle disugua-glianze in entrambe le dimensioni territoriali in entrambi i casi. In particolare, è
interes-RAPPORTO “ABITARE IN TOSCANA - 2020”