III Contratti di Quartiere
II. ELABORATI RICHIEST
ii.1 - La proposta
Al fi ne di avere diritto all'assegna- zione dei fondi messi a disposizione dallo Stato, secondo quanto riportato nel bando, tra i documenti da inseri- re all'interno della domanda, che i sindaci avrebbero dovuto presentare alla regione di riferimento nei tempi prestabiliti, doveva essere presente la proposta di "Contratto di quar-
tiere". Nel documento in oggetto si sarebbe dovuto provvedere alla com- piuta descrizione dell'intervento, avendo cura di specifi carne elementi costitutivi, obiettivi attesi, moda- lità di attuazione e argomentando le forme di partecipazione predisposte per assicurarne la quanto più ampia ed approfondita conoscenza.
Le più importanti tematiche da trat- tare all'interno degli elaborati co- stituenti la proposta di "Contratto
di quartiere" risultavano essere:
A)Sintetica descrizione dei carat- teri del contesto urbano prescelto.
Nel documento in oggetto, oltre alla consueta illustrazione dell'ambito d'intervento da un punto di vista edi-
le ed urbanistico, veniva richiesto di descrivere i fenomeni sociali che caratterizzavano lo stesso, ponendo particolare attenzione agli aspetti economico ed occupazionale.
B)Descrizione delle modalità di intervento. Le risorse messe a dispo-
sizione dallo Stato, stanziate allo scopo di attuare una riqualifi cazio- ne edilizia ed urbanistica, come ben specifi cato all'interno del bando, dovevano essere destinate ad "inter- venti di edilizia sperimentale sov- venzionata ed annesse urbanizzazio- ni". Le modalità attraverso le quali
si sarebbe potuto operare, al fi ne di aumentare la qualità dell'organismo abitativo, potevano comprendere an- che ristrutturazioni urbanistiche o interventi di nuova costruzione. Ribadito come le risorse economiche stanziate attraverso il bando doves- sero essere impiegate prevalentemen- te per la costruzione di abitazio- ni, è importante sottolineare come, in ogni proposta, una piccola per- centuale del contributo potesse es- sere impiegata per la realizzazione di opere di urbanizzazione, primaria e/o secondaria, purché strettamente correlate all'insediamento residen- ziale oggetto dell'intervento. Nel
bando predisposto dal C.E.R. veniva promossa, mediante il coinvolgimen- to di risorse economiche comunali, regionali, comunitarie e/o private, avendo cura di presentare adeguata documentazione che ne comprovasse la fattibilità dal punto di vista tecni- co, amministrativo e fi nanziario, la realizzazione di interventi di recu- pero urbano, di edilizia, di urbaniz- zazione o di qualsiasi altra opera ad eff ettivo completamento dell'inter- vento di edilizia sperimentale sov- venzionata.
C)Descrizione delle altre forme di intervento. Nell'ambito oggetto del-
la proposta di "Contratto di quartie-
re", al fi ne di promuovere lo svilup- po sociale ed economico, affi anco alle opere prettamente volte ad attuare l'ambita riqualifi cazione edilizia ed urbanistica, veniva raccomandato di prevedere programmi, strettamen- te correlati alle predette, tesi ad aumentare l'occupazione, agevolare l'integrazione sociale, supportare le attività economiche, promuovere la formazione professionale, combattere l'evasione scolastica e migliorare i servizi sociali esistenti. Nel pre- sente elaborato veniva dunque chie- sto di documentare tutte le inizia-
tive prese, a corredo della proposta, in ambito socio-occupazionale, aven- do cura di comprovarne la fattibilità attraverso l'adeguata presentazione degli impegni assunti e delle risorse economiche rintracciate.
D)Elenco dei soggetti pubblici e privati. Nel presente documento oltre
ad elencare tutti i soggetti coinvol- ti nella proposta di "Contratto di
quartiere" occorreva provvedere alla descrizione delle relative funzioni e mansioni.
E)Piano fi nanziario. Attraverso l'e-
laborato in oggetto non solo si do- veva presentare il programma globale di realizzazione economica degli in- terventi, ma per ognuno di questi ri- sultava indispensabile specifi care il canale di fi nanziamento e comprovarne la fattibilità anche dal punto di vi- sta tecnico ed amministrativo.
F)Forme di partecipazione e diff u- sione dell'iniziativa. Assunto che
tra le condizioni necessarie al buon esito di qualsiasi piano di riqua- lifi cazione urbana vi è l'abilità dell'Amministrazione di attuare effi - caci programmi di comunicazione de- gli obiettivi e di partecipazione dei cittadini. Tenuto conto del fatto che attraverso il coinvolgimento della
popolazione sin dalle prime fasi pro- gettuali, oltre a risultare attuabi- le una più consapevole scelta delle priorità, è possibile rintracciare e convogliare una maggiore quantità di risorse locali per l'attuazione del programma. Osservato come nei conte- sti di maggiore degrado sociale ed edilizio la partecipazione dei cit- tadini alla fase progettuale, crean- do i presupposti per la formazione di "un senso di appartenenza" e di "una identità collettiva" nei riguardi dell'iniziativa, una volta termina- ta la fase di realizzazione dell'in- tervento, può fungere da stimolo per l'istituzione di nuove e più effi caci forme di collaborazione in merito a gestione, conservazione e manuten- zione del quartiere. E infi ne, valuta- to che la "comunicazione di interesse generale", che si pone l'obiettivo di
informare la popolazione delle scel- te operate, per evolvere in un vero e proprio strumento di progettazione partecipata, deve prevedere una più immediata e comprensibile presenta- zione delle scelte progettuali agli abitanti interessati che, riuscen- do ad esprimere i propri interessi e le proprie aspettative, possono così innescare un profi cuo processo di con-
fronto con l'Amministrazione. All'in- terno della relazione predisposta dal comune, in merito alla comunicazio- ne, veniva esplicitamente richiesto
di defi nire i modelli adottati, le tecniche e le metodologie utilizzate (assemblee, mass-media, manifesti, campagne di informazione, manifesta- zioni culturali, cantieri-evento), i destinatari, le fasi attuative in cui prevederla e i soggetti impiegati nella sua attuazione. Nel medesimo documento, in merito alla partecipa- zione che, date le scadenze previste
nel bando, si sarebbe potuta realiz- zare nelle fasi propedeutiche alla progettazione defi nitiva ed esecutiva e nelle fasi di attuazione/gestio- ne, non si sarebbe dovuto mancare di indicare le modalità di condivisio- ne delle scelte da parte dei sog- getti interessati, le tecniche e le metodologie utilizzate (questionari, interviste sul campo, visite guida- te, attività ludico-didattiche per i bambini, assemblee, work shop, la- boratori di progettazione, incontri con esperti), l'eventuale costruzio- ne di una sede attrezzata, i sogget- ti chiamati a partecipare e, anche in questo caso, i soggetti impegnati nella sua attuazione.
ii.2 - Il piano di recupero adottato
Per soddisfare i requisiti richiesti nel bando dei "Contratti di Quartie- re", tra i documenti che ogni Ammi-
nistrazione era tenuta a presenta- re alla regione competente vi era il
piano di recupero adottato dal comu- ne. In detti piani, strutturati se-
condo quanto riportato nella legge 5 agosto 1978, n.457 e successive mo- difi che/integrazioni, veniva regola- mentato il recupero degli immobili, dei complessi edilizi, degli isolati e delle aree appartenenti ai contesti d'intervento stabiliti all'interno della medesima legge.
In particolare, nell'elaborato da allegare al "Contratto di quartiere" dovevano essere contenuti l'elenco degli interventi previsti, l'identi- fi cazione dei soggetti titolari delle trasformazioni, la stima delle ri- sorse fi nanziarie necessarie per far fronte ai costi dell'opera in ogni sua parte e i soggetti (pubblico, privato, comunitario) che avrebbero erogato il fi nanziamento oltre che le modalità con le quali lo stesso sa- rebbe stato regolato.
Oltre che per garantire l'impiego, da parte di tutti i comuni, di uno
strumento attuativo di comprovata validità nell'ambito della program- mazione urbanistica, all'interno del bando veniva richiesto di inserire il
piano di recupero adottato in modo
tale che il progetto portasse ad una eff ettiva riorganizzazione funziona- le del contesto in cui era inserito e non risultasse essere uno sterile elenco di interventi da realizzare. Nella circostanza in cui il comune si fosse trovato a localizzare am- biti d'intervento tra loro distanti, posto che le fi nalità del bando erano riferite ad un contesto urbano uni- tario e continuo, la stessa Ammini- strazione avrebbe dovuto presentare alla regione competente, nel rispet- to delle regole previste nei "Con- tratti di Quartiere", una proposta distinta per ogni ambito.
Era ammessa la possibilità che l'Am- ministrazione non presentasse il pia- no di recupero adottato unicamente
nel caso in cui, nel comune, fosse in vigore uno strumento urbanistico ideato in maniera adeguata a preve- dere interventi equivalenti a quel- li contenuti nel suddetto documento. Nella circostanza in parola, a condi- zione che il progetto si dimostrasse conforme a quanto disciplinato nel
piano urbanistico, veniva richiesta la sola individuazione dei confi ni dell'area d'intervento.
ii.3 - Il progetto preliminare
Visto il poco tempo concesso per la presentazione della domanda alla re- gione competente, nel bando veni- va richiesto ai comuni di elaborare unicamente il progetto preliminare
delle opere che, attraverso i fondi messi a disposizione dello Stato, si intendeva realizzare nell'ambito dei "Contratti di Quartiere". I comuni idonei all'assegnazione degli incen- tivi statali avrebbero avuto ulterio- ri 180 giorni, dalla sottoscrizione del protocollo d'intesa, per provve- dere alla presentazione del progetto esecutivo.
Ai sensi dell'articolo 16, comma 3, della legge 11 febbraio 1994, n.109
"Legge quadro in materia di lavori pubblici" e successive modifi che/in-
tegrazioni, nel progetto prelimina- re occorreva, in relazione alle loro funzioni, delineare le lavorazioni che si intendeva eseguire, avendo cura di descriverne i risultati at- tesi e le specifi che prestazionali. In particolare, bisognava prevedere
al suo interno gli elaborati elencati di seguito:
• relazione attraverso la quale, in riferimento al contesto urbano e all'inserimento ambientale, espor- re le ragioni che hanno ispirato il progetto e la sperimentazione in esso condotta;
• elaborato del piano di recupero (scala minima 1:5000) nel quale in- dividuare le aree d'intervento; • planimetria (scala 1:1000) con in-
dicazione delle curve di livello, dei corpi di fabbrica allo stato di fatto e di progetto, delle reti stradali dei servizi collettivi, oltre che delle destinazioni pre- viste dallo strumento urbanistico e dei vincoli presenti;
• schemi grafi ci (scala minima 1:200) descriventi il progetto, di detta- glio adeguato ad evidenziare tanto le caratteristiche tipologiche de- gli interventi previsti quanto lo stato di fatto degli edifi ci da re- cuperare;
• stima del costo dell'opera che, in riferimento alla parte ordina- ria (non sperimentale), deve essere condotta tenendo conto dei limiti massimi di spesa previsti per l'e- dilizia residenziale pubblica.
ii.4 - Il programma sperimentale
Tra gli elaborati che il comune dove- va presentare a corredo della domanda era previsto il programma di speri- mentazione che doveva essere redat-
to in conformità alle indicazioni tecniche e metodologiche riportate all'interno della "Guida ai programmi si sperimentazione" (Consiglio ese- cutivo del C.E.R., 27 febbraio 1997). Coerentemente con quanto esposto nel bando, all'interno del programma di sperimentazione si doveva avere cura
di computare le spese aggiuntive a cui far fronte in materia di:
• lavorazioni straordinarie, stimate
in riferimento al capitolato d'ap- palto e al preziario regionale;
• attività di sperimentazione, di-
stinte in "voci di costo" (persona- le, apparecchiature, verifi che, mo- nitoraggio, resocontazione e spese generali).
Posto che tra gli obiettivi persegui- ti attraverso la sperimentazione vi era quello di raccogliere dati uti- li all'integrazione e alla revisione della normativa tecnica sull'edilizia residenziale pubblica, nelle propo- ste veniva incoraggiato lo sviluppo e l'illustrazione di nuovi strumenti
(criteri di progettazione, liste di requisiti, specifi che di prestazione, metodi di controllo, codici di pra- tica, ecc.) utili ad incrementare la qualità nei processi di ideazione e realizzazione dell'intervento.
Attraverso gli stessi strumenti di cui sopra era anche auspicabile:
• riuscire a perseguire in maniera più effi cace l'esigenza di qualità prestazionale che doveva comunque caratterizzare i temi di sperimen- tazione descritti nella Guida;
• esaminare in maniera dettagliata gli aspetti relativi al recupero edili- zio ed urbano oggetto dei "Contrat- ti di Quartiere".
Altre importanti tematiche sulle qua- li, all'interno del programma spe- rimentale, veniva richiesto di con-
durre un approfondimento risultavano essere l'innalzamento degli standard architettonici propri dell'edili- zia sovvenzionata, l'ottimizzazione della distribuzione dei locali negli alloggi popolari e la compatibilità dell'intervento con il proprio con- testo. Incoraggiando i summenzionati studi si ambiva, di rifl esso, a rin- tracciare nuovi strumenti d'indagine e d'intervento nel contesto, a sta- bilire più effi caci forme di progetta-
zione tanto alla scala edile quanto a quella urbana e, non da ultimo, a defi nire inedite soluzioni morfolo- giche, distributive e tecnologiche. L'occasione, inoltre, poteva essere propizia per lo studio di nuove stra- tegie utili ad aumentare la salubrità nelle abitazioni e ad attuare un più razionale consumo delle, sempre più limitate, risorse naturali disponi- bili.
Nella Guida, a garanzia del raggiun- gimento degli obiettivi prefi ssati, in relazione ai diversi temi, veni- vano suggerite alcune metodologie di controllo sulla qualità del proget- to, tra queste, la riproduzione in scala reale dei locali delle abita- zioni e la redazione dello studio di compatibilità tra l'intervento e il contesto.
Nel bando, pur prescrivendo che at- traverso il programma sperimentale
fosse sviluppato almeno uno dei quat- tro temi descritti all'interno della "Guida ai programmi di sperimenta- zione" (qualità morfologica, qualità fruitiva, qualità ecosistemica e si- stema qualità), veniva sottolineata l'opportunità di prevedere approfon- dimenti su due delle stesse quattro tematiche.
In considerazione dello scarso tempo a disposizione delle Amministrazio- ni per la formulazione delle domande e della complessità che caratteriz- za un approfondito progetto d'inter- vento sperimentale, ai comuni veniva richiesto, per l'accesso alla sele- zione, di presentare il proprio pro- gramma sperimentale a livello pre- liminare. Nel suddetto elaborato, da allegare a corredo della doman- da, dovevano dunque essere descrit- ti, conformemente a quanto delineato nella "Guida ai programmi di speri- mentazione", il percorso metodologi- co ideato allo scopo di raggiungere i prescelti obiettivi sperimentali, i risultati conoscitivi e strumen- tali attesi e le ricadute normative.
Il programma sperimentale relativo
alle sole proposte selezionate, da quadro d'intenti, si sarebbe dovuto evolvere attraverso l'esplicitazio- ne delle strategie d'attuazione una volta giunti nelle successive fasi di progettazione esecutiva e di realiz- zazione.
Già nella sua forma preliminare, il
programma sperimentale avrebbe co-
stituito allegato tecnico sulla base del quale formalizzare la convenzio- ne tra Stato e comuni selezionati.
Per consentire alla Commissione di valutazione una più semplice ed effi - cace comparazione tra le proposte di "Contratto di quartiere", ai comu- ni veniva suggerito di strutturare i propri programmi di sperimentazione tenendo quale riferimento la seguen- te traccia.
A)Descrizione dell'intervento spe- rimentale. Presentazione, a partire
da una sintetica relazione sullo sta- to di fatto eventualmente correda- ta da fotografi e, del progetto rela- tivo all'intervento sperimentale di edilizia residenziale sovvenzionata e annesse urbanizzazioni, redatto in
forma preliminare e supportato dai più rappresentativi schemi grafi ci.
B)Relazione sugli obiettivi e ri- sultati del programma di sperimen- tazione. Concisa esposizione, in
conformità a quanto delineato nella Guida, delle fi nalità perseguite e de- gli esiti attesi dall'attuazione del programma di sperimentazione.
C)Programma di sperimentazione.
Descrizione delle previste lavora- zioni straordinarie, delle attività sperimentali da attuare e delle mo- dalità di resocontazione.
C.1)lavorazioni a carattere stra- ordinario. Gli interventi in oggetto,
inediti rispetto a quelli abitual- mente previsti nell'ambito dell'e- dilizia residenziale sovvenziona- ta, non dovevano essere incorporati nel diff erenziale di costo dipendente dall'incremento di qualità dell'o- pera (D.M. 5 agosto 1994). Oltre a specifi care, per ogni lavorazione, il relativo tema di sperimentazione, i caratteri principali, il costo, la fase di processo in cui ne era pre- vista l'attuazione e gli obiettivi perseguiti mediante la stessa, veni- va richiesto di allegare schemi gra- fi ci dei più signifi cativi particolari costruttivi.
C.2)attività sperimentali. Azioni
da predisporre per un corretto svol- gimento del programma sperimentale che potevano distinguersi in:
• ricerche: trattazioni tecniche e scientifi che volte all'esposizione delle indagini eff ettuate e dei ri- sultati conseguiti nel condurre gli studi relativi agli specifi ci temi di sperimentazione selezionati. Mag- giore cura veniva richiesta nella redazione degli elaborati esemplifi - cativi e di indirizzo;
• verifi che: fasi in cui, attraverso rilevazioni e monitoraggi, si sot- topongono ad adeguato accertamento
gli aspetti caratterizzanti dell'in- tervento sperimentale. Le indagini in oggetto erano da prevedersi in fase preventiva (analisi sui manu- fatti, studi di compatibilità), in corso d'opera (controlli sul benes- sere ambientale e sui componenti tecnologici) ed, auspicabilmente, ad intervento ultimato (coinvolgi- mento dell'utenza).
• resocontazione: relazione interme- dia e relazione fi nale, contenenti tutti gli elaborati considerati in- dispensabili per una effi cace divul- gazione delle competenze conseguite nell'ambito del programma sperimen- tale, da esibire al Segretariato generale del C.E.R.
D)Finanziamento del programma spe- rimentale. Stima dei maggiori costi
da fi nanziare, conseguenti all'attua- zione del programma sperimentale, che dovevano comunque essere compre- si tra un importo minimo di 8 milioni di lire ed uno massimo di 12.
D.1)lavorazioni a carattere stra- ordinario. La valutazione del costo
aggiuntivo relativo alla singola la- vorazione sperimentale doveva essere condotta, sulla base del capitolato d'appalto e sul preziario regionale, in riferimento ai prezzi abitualmen-
te applicati negli interventi di edi- lizia sovvenzionata. I costi delle lavorazioni per i quali non era pos- sibile eseguire una stima sulla base del preziario regionale dovevano es- sere dedotti attraverso accurate in- dagini di mercato che prevedessero il confronto con più fornitori. Nella valutazione dei costi aggiuntivi cor- relati alle lavorazioni straordina- rie, naturalmente, occorreva compu- tare gli oneri solitamente applicati a materiali ed apparecchiature. Gli elaborati da presentare, in parti- colare, dovevano riportare adeguati prospetti comparativi tra le consue- te categorie di lavoro presenti nel preziario regionale e le corrispon- denti categorie di lavoro previste nel programma sperimentale.
D.2)attività sperimentali. Per
ogni attività di sperimentazione oc- correva avere cura di specifi care il costo del personale (qualifi ca e prez- zo orario), il piano di ammortamento delle apparecchiature e la rilevanza percentuale delle spese generali.
D.3)verifi ca tramite l'utilizzo del Laboratorio tipologico nazionale. Per
l'accertamento in parola, ove previ- sto, doveva essere stimata una spesa forfettaria di £20.000.000+IVA.
ii.5 - I dati statistici
Tra gli elaborati da inserire all'in- terno della domanda, allo scopo di meglio delineare il contesto socio-e- conomico nell'ambito in cui vivevano le persone interessate dalla proposta d'intervento, era richiesta un'ap- posita scheda nella quale riportare alcuni importanti dati statistici.
Alla lettera b) dell'articolo 5 del bando venivano elencati gli indica- tori che erano stati prescelti e in particolare:
• numero occupanti per stanza; • percentuale di alloggi pubblici; • tasso di scolarità (tra 11 e 14
anni);
• percentuale di popolazione con meno di 15 anni;
• percentuale di dirigenti, diretti- vi, quadri e impiegati.
I parametri in parola, desunti dal
13° Censimento generale della popo- lazione e delle abitazioni, sempre
secondo quanto riportato nel bando, dovevano essere estrapolati da un nu- mero di singole sezioni di censimento
atto a coprire l'intero ambito d'in- tervento.
Pur concedendo la libertà alle singo- le Amministrazioni di condurre tutti
gli approfondimenti conoscitivi ri- tenuti utili per una più ampia de- scrizione del contesto in cui inten- devano intervenire, si raccomandava il riferimento ai predetti dati Istat in modo tale che, basandosi gli ela- borati sui medesimi parametri, fosse possibile individuare, in sede di va- lutazione, regole di confronto omo- genee in merito a contenuti ed infor- mazioni.
ii.6 - Il responsabile
Un ulteriore documento che il comune proponente era tenuto ad esibire, per una compiuta formulazione della do- manda, risultava essere la delibera attraverso la quale veniva designa- to il responsabile del "Contratto di
quartiere".
La fi gura in oggetto oltre a fungere da referente, fi no ad ultimazione dei lavori, per il Segretariato generale del C.E.R. e per la regione competen- te, aveva il compito di sovrintendere alla corretta predisposizione della proposta e, nelle diverse fasi proce- durali, doveva stabilire e coordina- re gli interventi utili ad assicura- re il conseguimento degli obiettivi prefi ssati.