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CENTRO STORICO ZONA DEL NAVIGLIO

II. PROGRAMMA DI SPERIMENTAZIONE

era fondamentalmente alla ricerca di criteri di analisi del contesto, di modelli di selezione delle alterna- tive d'intervento sull'esistente, di principi di progettazione urbana ma anche, per la necessaria verifi ca del- la qualità urbana, di liste di con- trollo dei requisiti con le relative specifi che prestazionali.

Qualità ecosistemica dell'alloggio,

dell'organismo abitativo ovvero del complesso insediativo che poteva per- seguirsi attraverso temi sperimen- tali relativi a "bioarchitettura ed ecologia urbana" quali il "risparmio delle risorse" e/o il "miglioramento della qualità ambientale".

All'interno della stessa "Guida ai programmi di sperimentazione" era- no numerosi gli ambiti d'approfondi- mento suggeriti al fi ne di pervenire all'ambito miglioramento del benes- sere abitativo; oltre ai temi riguar- danti il comfort termico, il rispar- mio energetico, il benessere luminoso e/o acustico, la qualità dell'aria e l'attenzione alla salute venivano menzionati anche aspetti insediati- vi, spazio-funzionali, fi sico-ambien- tali e socio-psicologici più specifi - catamente legati alle condizioni di fruibilità dell'utenza. Nello stesso

documento, sempre al fi ne di garan- tire un maggiore rispetto dell'am- biente, veniva raccomandato l'impie- go di materiali e prodotti le cui caratteristiche, relative a tutte le fasi del ciclo di produzione ed uso, dall'estrazione delle materie prime costituenti passando dal comporta- mento in esercizio (manutenibilità e durabilità) fi no al riciclo, fossero note già in sede progettuale e veni- va sottolineata l'importanza di una maggiore attenzione da parte dello stesso progettista a tale riguardo. Attraverso l'attuazione dei cita- ti temi di sperimentazione si voleva pervenire all'elaborazione di nuove guide e principi di progettazione che potessero essere estesi e ripresen- tati in altre circostanze si era dun- que alla ricerca di criteri di va- lutazione post-abitativa, metodi di controllo e verifi ca, specifi che pre- stazionali, liste di requisiti e me- todologie per le valutazioni a lungo periodo dei costi.

Qualità fruitiva, relativa al proget-

to della residenza, da conseguirsi mediante l'attuazione di temi di spe- rimentazione quali "accessibilità, visibilità e adattabilità ai sensi del DM 236/89", "nuovi modi di vita

e uso dell'alloggio", "fl essibilità", e "utenze socialmente deboli". Nel tentativo di raggiungere le fi nalità di cui sopra veniva sostenuta la pro- mozione di soluzioni innovative che, avuta cura di verifi carne il rapporto costi/benefi ci, potessero fungere da esempio per un generale innalzamento degli standard abitativi e che, una volta generalizzate, potessero avere positivi rifl essi dal punto di vista normativo. In detto ambito, per un maggiore controllo del progetto e dei risultati attesi, era prevista an- che la possibilità di condurre simu- lazioni a scala reale sfruttando le strumentazioni del Laboratorio Tipo- logico Nazionale del CER.

Sistema Qualità che poteva essere per-

seguito attraverso i temi sperimen- tali della "qualità nel processo edi- lizio: defi nizione di procedure per la garanzia di qualità" e della "qualità del sistema edilizio: gestione della qualità e controllo di qualità". Più precisamente, nel primo caso si ambi- va al superamento delle confl ittuali- tà abitualmente connesse alle diverse fasi del processo edilizio (norma- zione, programmazione, progettazio- ne, edifi cazione e controllo) e veniva dunque promossa una approfondita spe-

rimentazione in merito alle funzioni del responsabile del progetto, alla predisposizione di contratti/conven- zioni, alla gestione delle riunioni di progetto, ecc. Nel secondo caso, invece, essendo l'attenzione rivolta alle metodologie e alle procedure di realizzazione dell'intervento veni- va attribuita particolare importanza ai piani di qualità, all'affi damento e all'esecuzione dei lavori, ai col- laudi e alle certifi cazioni fi nali. Data la loro forte vocazione speri- mentale, i "Contratti di Quartiere" non erano pensati per limitarsi al raggiungimento del generale obietti- vo di riqualifi cazione urbana e socia- le dei contesti maggiormente degra- dati ma dovevano rappresentare una concreta occasione, utile alle Am- ministrazioni locali, per promuovere ed attuare innovative forme d'inter- vento sull'esistente sia dal punto di vista programmatico-progettuale che da quello del rapporto con l'utenza. I "Contratti" rappresentavano l'op- portunità per produrre e mettere a sistema nuove metodologie e procedu- re di analisi, progetto, intervento e controllo con caratteristiche di generalizzazione e di ricaduta ai fi ni normativi.

ii.2 - Scelta delle tematiche

Prima di entrare appieno nella espo- sizione delle tematiche di sperimen- tazione scelte dal Comune di Bologna, nella descrizione dei processi deci- sionali adottati e nella trattazio- ne dei criteri e delle ragioni che portarono l'Amministrazione locale a condurre le stesse scelte di cui so- pra, è opportuno sottolineare come gli anni in cui vennero ideati, pre- sero forma ed infi ne furono attuati i "Contratti di Quartiere" rappresen- tarono un periodo di grande fermento intellettuale in materia di speri- mentazione su temi quali il risparmio delle risorse, la generale riduzio- ne dell'impatto ambientale e dunque l'architettura ecosostenibile.

A livello nazionale e ancor più nel territorio bolognese si era nel bel mezzo di una fase matura di sperimen- tazione e molti dei risultati empiri- camente ottenuti iniziavano ad esse- re messi a sistema.

È possibile aff ermare che proprio in quegli anni si stava vivendo un pro- gressivo passaggio da una fase matura di sperimentazione ad una fase pio- nieristica di attuazione e applica- zione dei risultati ottenuti.

Come fatto per gli ambiti d'inter- vento, l'Amministrazione bolognese, sin dalle fasi preliminari dell'i- niziativa, nel contesto storico su descritto e conformemente agli studi e ai temi di sperimentazione già pro- mossi, si è preoccupata di stabilire dei criteri guida utili per una più accurata scelta degli obiettivi da perseguire e delle relative temati- che da approfondire.

Detta selezione, in contezza del fat- to che alla base dei "Contratti di Quartiere" vi era non solo la ricerca e l'attuazione su base sperimentale di nuovi strumenti volti al supera- mento delle questioni che affl iggevano il territorio nazionale ma anche la possibilità che questi potessero ave- re signifi cative ricadute da un punto di vista normativo, è stata condotta in relazione alle più rilevanti cri- ticità riscontrate all'interno della municipalità e alla volontà di mette- re mano, attraverso mirata revisione critica, a specifi che tematiche con- tenute nel programma “Edilizia so- stenibile per il Comune di Bologna”, già nato allo scopo di riscrivere le normative tecniche comunali in mate- ria di sostenibilità degli interven- ti edilizi.

A seguito della defi nizione dei crite- ri di scelta, contestualmente all’in- dividuazione degli ambiti e degli elementi sui quali intervenire, il Comune di Bologna, tra gli obiettivi generali proposti dal Comitato per l'Edilizia Residenziale nella "Guida ai programmi di sperimentazione", ha deciso di sviluppare la qualità eco- sistemica e la qualità fruitiva se-

lezionandone, nell'occasione, temi e sottotemi di sperimentazione.

La qualità ecosistemica è stata scelta

dal Municipio bolognese quale "pri- mo" obiettivo generale da perseguire nel corso dell'esperienza dei "Con- tratti di Quartiere" in ragione del fatto che, proprio in quegli anni, volendo integrare nello specifi co sia il Regolamento Edilizio che i pro- pri strumenti urbanistici, l'Ammini- strazione dava particolare importan- za alla defi nizione di nuove fi nalità, al monitoraggio dei risultati e, in generale, all'acquisizione di quanto più materiale possibile in relazione a detto argomento.

Rispetto alla maggioranza delle re- altà italiane, come peraltro prece- dentemente accennato, il Comune di Bologna si trovava in una fase più evoluta. Esso infatti aveva già da

tempo intrapreso un cammino in seno alla "qualità ecosistemica" svilup- pando il programma sperimentale “Edi- lizia sostenibile per il Comune di Bologna”. In particolare, attraverso detto progetto si era alla ricerca di innovativi elementi di edilizia bio- ecologica e bioclimatica che potes- sero essere assunti quali riferimento all’interno del Regolamento Edilizio e degli strumenti di pianifi cazione e regolamentazione urbanistica.

In funzione di quanto detto pare evi- dente come, nel contesto bolognese, l'esperienza dei "Contratti di Quar- tiere" fosse vissuta non solo come una utilissima opportunità per ana- lizzare le tematiche di uno svilup- po ed una pianifi cazione ecologica- mente consapevoli, ma anche come una preziosa occasione per concretare ed approfondire le indicazioni scaturi- te dal programma “Edilizia sosteni- bile per il Comune di Bologna”, che avrebbero potuto fornire anche utili elementi per la defi nizione della nor- mativa tecnica nazionale.

Nonostante non abbia ricoperto al- cun ruolo diretto nella vicenda, a questo punto, è opportuno introdur- re una personalità il cui intervento nell'esperienza bolognese dei "Con-

tratti di Quartiere" è da ritenere nodale per il successo dell'intera iniziativa.

L'esperto al quale intendo fare ri- ferimento, da sempre sensibile ai temi ambientali, alle politiche di effi cientamento energetico, all'ade- guata gestione dei rifi uti, al cor- retto impiego delle risorse idriche e all'opportuno controllo della quali- tà dell'aria, competente nella pre- disposizione di procedure di Valuta- zione di Impatto Ambientale (VIA) e di Valutazione Ambientale Strategi- ca (VAS), è il Prof. Gabriele Bolli- ni, all'epoca "Responsabile Didatti- co Macroarea Ambiente" e docente di "Principi di Valutazione di Impatto Ambientale" per il Corso di Diploma in "Sistemi Informativi Territoria- li" presso l'Istituto Universitario di Architettura di Venezia, nonché "Dirigente dell'Unità Ambientale" (Acqua, Aria, Energia, Gestione Ri- fi uti, Rumore, Elettromagnetismo, Di- ritti Animali) del Comune di Bologna, Settore Ambiente e Territorio.

Al tempo, già:

• Componente (dal 1995 al 2000) del- la unità di esperti consultata dal gruppo di specialisti ambientali della Environment European Commis-

sion (Commission of the European Communities DG XI, DG XII & Euro- stat) sul progetto “Toward Environ- mental Pressure Indicators for the European Union”;

• Componente (biennio 1996-1997) del- la delegazione della Regione Emi- lia-Romagna al Tavolo Interregionale per l’approfondimento delle proble- matiche relative al DPR del 12/4/96 “Atto di indirizzo e coordinamento per l’attuazione dell’art.40, com- ma 1, della legge 22 febbraio 1994, n.146, concernente disposizioni in materia di valutazione di impatto ambientale”;

• Consulente della Commissione Am- biente e Territorio della Regione Emilia-Romagna per la redazione del primo progetto di legge regionale sulla VIA;

e autore di numerosi saggi sulla "Va- lutazione di Impatto Ambientale", sulla "pianifi cazione ambientale ed energetica", come pure sullo "svi- luppo sostenibile":

G. Bollini, “La VIA per la città:

il caso di Bologna”, in Bettini, L’impatto ambientale, CUEN, Napoli, 1995;

G. Bollini (a cura di), “La Valuta-

tale per i piani e le opere pubbli- che e private nel Comune di Bologna, Istruzioni per l’uso della procedu- ra e linee guida per la redazione degli studi di impatto ambientale”, Comune di Bologna, Assessorato Am- biente e Territorio, Bologna, 1995;

G. Bollini ed S. Tunesi, “Bolo-

gna - ValSIA”, in Eurocities “Good Practices of Sustainable Urban Planning”, Eurocities Environment Committee, Rotterdam, 1995;

G. Bollini e G. Fini, “Bologna Ur-

ban CO2 Reduction Project and Local Agenda 21 process”, in Proceedings of World Sustainable Energy Day In- ternational Conference, Wels (Au- stria), 1999;

G. Bollini, G. Fini, R. Pasinetti

e S. Ferrari, “L’aggiornamento 1999

del progetto Urban CO2 Reduction - Piano Energetico di Bologna”, ri- vista "InArCos", Bologna, maggio 1999;

ritengo indispensabile menzionare la fi gura del Prof. Gabriele Bollini in quanto, solo grazie al suo interessa- mento nell'esperienza bolognese dei "Contratti di Quartiere", il Comu- ne di Bologna ha avuto l'opportuni- tà di approfi ttare della consulenza dell'Ing. Angelo Mingozzi, e con lui

dello studio "Ricerca e Progetto - Galassi, Mingozzi e Associati", per la progettazione dei contenuti rela- tivi alla "qualità ecosistemica" del "programma sperimentale" e, in gene- rale, per la redazione e predisposi- zione dell'intero documento.

Dottore di Ricerca in "Ingegneria Er- gotecnica Edile" (DISET - Politecnico di Milano), fi n dagli anni precedenti al conseguimento della laurea, che lo videro tra l'altro coinvolto in atti- vità di ricerca presso la University of Florida, il Brace Research Insti- tute of Mcgill University e il MIT di Boston, intensamente coinvolto nello studio e nel dibattito internazionale concernente la qualità e la ecocom- patibilità dell'ambiente costruito, esperto nella progettazione integra- le ecosostenibile, nel recupero edi- lizio e nella rigenerazione urbana, all'epoca già componente del gruppo di lavoro per la revisione della Nor- mativa Regionale Tecnica e del Rego- lamento Edilizio Tipo Regione Emi- lia Romagna, membro attivo di gruppi di lavoro della commissione edilizia UNI (Ente Nazionale Italiano di Unifi - cazione), nonché membro del Comitato Tecnico Scientifi co e del Collegio dei docenti del corso di perfezionamento

in "Edilizia Bioecologica" presso la Facoltà di Ingegneria dell'Università di Bologna (1995-2001) e, per citare solo alcune delle cattedre ricoperte in quegli anni, docente del corso di “Criteri di progettazione ecososte- nibile alla scala edilizia”, inse- gnamento integrativo del corso di Ar- chitettura Tecnica I della prof.ssa Anna Barozzi, Facoltà di Ingegneria, Alma Mater Studiorum, Università di Bologna (1999-2003), docente-coordi- natore del “Laboratorio progettuale di specializzazione post laurea in Bioarchitettura”, promosso dall’I- stituto Nazionale di Bioarchitettura in convenzione con il Dipartimento di Architettura e Pianifi cazione Terri- toriale, Facoltà di Ingegneria, Uni- versità di Bologna (1998-2003), ti- tolare di Corsi Universitari presso la Facoltà di Architettura dell’Uni- versità di Parma e presso la Facoltà di Scienze Ambientali dell’Universi- tà di Urbino (1998-1999), all'Ing. Angelo Mingozzi, come anticipato, fu chiesto il favore di occuparsi della predisposizione e della progettazio- ne del "programma sperimentale", con particolare riferimento agli aspetti connessi al tema della "qualità eco- sistemica", da allegare, quale ele-

mento fondamentale, alla proposta bo- lognese di Contratto di Quartiere. Al tempo, già:

• Fondatore dello studio di ingegne- ria e architettura “Ricerca e Pro- getto - Galassi, Mingozzi e Asso- ciati”, la cui attività è da sempre incentrata nell'applicazione e nel- la verifi ca dei risultati della ri- cerca scientifi ca a livello teorico in esperienze concrete nell'ambito della progettazione integrata, del- la tecnologia dell’architettura, del controllo ambientale e dell’ot- timizzazione energetica (1989); • Responsabile scientifi co di program-

mi di ricerca e sviluppo internazio- nali promossi dall’Unione Europea, inerenti il controllo ambientale nell’ambiente costruito e la pro- gettazione architettonica e tecno- logica (dal 1995);

• Componente della segreteria scien- tifi ca del Centro Studi “Progetta- zione Edilizia Eco-compatibile” del Dipartimento di Architettura e Pia- nifi cazione Territoriale dell’Uni- versità di Bologna;

e autore di oltre 50 pubblicazioni relative all'attività condotta in campo scientifi co e professionale, tra le quali:

A. Mingozzi, "Riferimenti di archi-

tettura bioclimatica", in AA.VV., Riferimenti normativi per la pro- gettazione ambientale - Complessi insediativi residenziali, a cura di G. Cuppini, capitolo II, Clueb, Bo- logna, 1985, pp.57-106;

G. Cuppini, A. Mingozzi, G. Raff el-

lini, "Il controllo della qualità

ambientale attraverso la pratica bioclimatica: un'esperienza didat- tica e di ricerca", in AA.VV., Flor- ence International Conference for Teachers of Architecture. Atti del convegno internazionale TIA - Te- aching in Architecture Energy and Environment World Network, promos- so dall'Università degli Studi di Firenze, Firenze 28-30 settembre 1995, a cura di M. Sala), A.Linea, Firenze, 1995, cap. 11.06;

A. Cocchi, G. Cuppini, A. Mingoz-

zi, F. Selva, L. Balotta Varni, "A

Didactic Experience: the Speciali- sation Course on Bio-Ecological Ar- chitecture, Held by University of Bologna". In AA.VV, Florance 2° In- ternational Conference for Teachers of Architecture. Atti del 2° con- vegno internazionale TIA, promosso dall'Università degli Studi di Fi- renze, Firenze, 16-18 ottobre 1997,

a cura di M. Sala, A-Linea, Firenze, 1998, cap. 4.18;

A. Mingozzi, B. Barozzi, "Universi-

tà di Bologna Alma Mater Studiorum, DAPT - Attività del Centro Studi per la progettazione edile eco-com- patibile", in AA.VV., Sostenibilità nelle costruzioni. Lo studio del- la ricerca nell'università italiana vol. I, a cura di Ilaria Garofalo), Edicomedizioni, Monfalcone (GO), 2003, pp.37-42;

appartenente al medesimo circolo di cultori della materia di cui face- va parte il già menzionato Prof. Ga- briele Bollini, l'Ing. Angelo Min- gozzi fu direttamente contattato da quest'ultimo, in quanto, per cultu- ra e consolidata esperienza pratico/ progettuale nell'ambito della bioar- chitettura, tenuto conto anche dello scarso tempo a disposizione, fu ri- tenuto, a ragione, il professionista più adatto al quale affi dare la proget- tazione e dunque la predisposizione del "programma sperimentale" da al- legare al Contratto di Quartiere. Le soluzioni proposte al fi ne di ga- rantire il raggiungimento dei prefi s- sati obiettivi di sostenibilità e di benessere fi sco-ambientale, predispo- ste tenendo conto delle diverse sca-

le d'intervento e della compatibili- tà con le caratteristiche sociali ed economiche degli utenti fi nali, sono state progettate in relazione alle indicazioni riportate nella normati- va tecnica, alla possibile ripetibi- lità in altri contesti del territorio bolognese e ai dati emersi durante l'approfondita analisi del sito di cui si tratterà in maniera più esau- stiva nelle prossime pagine.

L'obiettivo generale della qualità ecosistemica è stato perseguito an-

che attraverso la sperimentazione su- gli interventi edilizi di materiali innovativi ed apparecchiature all'a- vanguardia, con specifi ca attenzione al risparmio delle risorse:

• recupero delle acque meteoriche; • limitazione del volume d’acqua per

uso domestico;

• riduzione dei consumi da fonti di energia non rinnovabili;

• utilizzo di fonti di energia rinno- vabili;

• controllo del benessere fi sico-am- bientale con tecniche passive

ed al miglioramento della qualità am- bientale:

• controllo delle emissioni di so- stanze nocive dai materiali;

• ventilazione degli ambienti.

La qualità fruitiva è stata scelta

dall'Amministrazione locale quale "secondo" obiettivo generale di spe- rimentazione da privilegiare in occa- sione dei "Contratti di Quartiere" in quanto, attraverso un attento recu- pero di alcuni edifi ci decadenti ed in disuso da destinare a residenza per anziani, portatori di handicap, gio- vani coppie e situazioni di emergenza abitativa, il Comune di Bologna, per la prima volta nel proprio territo- rio, avrebbe avuto modo di verifi ca- re funzionamento ed effi cacia di for- me innovative di collaborazione tra categorie socialmente deboli. Tra le ambizioni vi era quella di defi nire valide alternative alla tradiziona- le risposta assistenziale che vedeva gli anziani nelle case di riposo e le persone gravemente disabili nei cen- tri socio-riabilitativi.

L'Amministrazione, sfruttando alcu- ni contenitori degradati in proprio possesso, opportunamente individua- ti all'interno del prescelto ambito d'intervento, ha colto l'occasione per sperimentare nuove tipologie edi- lizie ed inediti modelli d'uso volti a promuovere relazioni di mutua as- sistenza fra anziani e giovani coppie e più agevoli forme di convivenza tra

coppie anziane con fi glio disabile. Oltre al fatto che le famiglie inte- ressate nel programma fossero legate tra loro, e dunque tutelate, dalla stipula di appositi "patti di cura", sin dalle prime fasi dell'iniziativa è stata prevista la partecipazione di associazioni “dell'area disabili” che fossero capaci di apportare un proprio contributo tecnico-organiz- zativo al programma.

Sempre allo scopo di tendere alla ri- cercata qualità fruitiva, nel pre-

scelto ambito d'intervento, è stato individuato un ulteriore edifi cio or- mai in disuso nel quale ricavare al- loggi rivolti alla sperimentazione di una nuova forma di residenza protetta orientata al sostegno dell'integra- zione sociale dei nuclei familiari con minori in grave diffi coltà economi- co-sociale. In particolare, le fami- glie coinvolte avrebbero usufruito, attraverso programmi integrati orga- nizzati e gestiti direttamente dal Servizio sociale di Quartiere, di ap- posite prestazioni di carattere so- cio-sanitario ed educativo e questo sino a quando, raggiunti suffi cienti requisiti, non fossero state pronte al trasferimento in un normale con- testo abitativo.

In defi nitiva gli obiettivi generali di sperimentazione sulla base dei quali fondare la propria proposta di "Con- tratto di Quartiere" sono stati scel- ti dal Comune di Bologna, tra quelli promossi dal C.E.R all'interno della "Guida ai programmi di sperimenta-