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Capitolo II. L‟Alien Tort Claims Act e la tutela dei diritt

1. L‘Alien Tort Claims Act

1.3. L‘emersione dei diritti umani: da Filartiga a Wiwa, tre possibil

L‟ATCA rimase pressoché inutilizzato per circa duecento anni dopo la sua emanazione e, nei rari casi in cui vi si fece ricorso, le decisioni riguardarono principalmente controversie commerciali.

Il primo utilizzo moderno risale al 1980 con il caso Filartiga v.

Pena- Irala: la causa fu presentata nel distretto di New York e

vedeva il Dottore Filartiga, attivista politico, e sua figlia invocare l‟ATCA contro Pena- Irala, ispettore generale della polizia in Paraguay, accusandolo di aver rapito Joelito Filartiga e di averlo torturato fino a condurlo alla morte.

Pena –Irala promosse l‟eccezione del forum non conveniens al fine di ottenere il dismissal, fondando la richiesta sulla immunità

diplomatica a lui spettante e sul fatto che i tribunali paraguaiani approntassero comunque efficaci rimedi al torto commesso.

La corte del distretto, per mezzo del suo giudice Nickerson, accettò l‟eccezione mossa dal convenuto e declinò la propria giurisdizione ritenendo gli argomenti portati da quest‟ultimo più forti di quelli presentati dalla parte attorea.

Tuttavia, la corte d‟appello per il Secondo Circuito, investita della questione, ribaltò la decisione affermando la giurisdizione delle corti americane, sull‟assunto che la tortura veniva a porsi come violazione del diritto internazionale emergente e che, proprio per questo, la maggior parte degli stati ne aveva vietato l‟utilizzo anche come mezzo coercitivo in situazioni di conflitto: ―In light of the universal

condemnation of torture in numerous international agreements, and the renunciation of torture as an instrument of official policy by virtually all of the nations of the world (in principle if not in

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against one held in detention violates established norms of the international law of human rights, and hence the law of nations‖.59

La corte del Secondo Circuito ebbe anche modo di chiarire la posizione del law of nations e di ampliarne la portata.

Con riguardo al primo aspetto, il convenuto provò a contrastare quanto deciso dalla corte affermando che, anche qualora la tortura avesse costituito violazione del diritto internazionale, la tutela non poteva essere esercitata in basa all‟ATCA, in quanto l‟articolo 3 della Costituzione americana assegna la competenza solo per i casi previsti in essa o nel federal law.

La corte non esitò a sottolineare che la base giuridica dell‟ATCA fosse da individuare nel law of nations e come questo fosse parte del diritto statunitense, puntualizzando, inoltre, che fin dal 1789 il Congresso degli Stati Uniti aveva accordato protezione giuridica agli stranieri in quanto adempimento degli obblighi derivanti proprio dal diritto internazionale60.

Passando poi al secondo aspetto, quindi all‟individuazione della portata del law of nations, la corte non poté fare a meno di notare come l‟interpretazione di questo dovesse staccarsi da quella fornita nel 1789 ed adeguarsi alle mutazioni che erano nel frattempo

intervenute: ―Courts must interpret international law not as it was in

1789, but as it has evolved and exists among the nations of the world today‖61

.

A conferma di quanto deciso, infatti, la Corte richiamò anche gli obblighi gravanti sugli stati così come individuati dagli atti e dalle

59

Filartiga v. Pena-Irala, 630 F.2d 876,890 (2d Circ.,1980) in (https://casetext.com).

60

Filartiga v. Pena-Irala, in (https://casetext.com).

61 Jenny Bounngaseng, Adjudication of International Human Rights Claims in the

European Court of Human Rights and the Inter-American Court of Human Rights: Why ATCA Suits in U.S. Courts are the Better Alternative for Claims Against American Multinational Corporation, in Georgia Journal of International and Comparative Law, 2005, Vol. 33, p. 476.

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risoluzioni adottate dalle Nazioni Unite che più di tutti hanno inciso nell‟apertura del diritto internazionale alla tutela dei diritti umani.62 In primis possiamo ricordare quanto affermato dall‟articolo 1,sez. 3,

della Carta delle Nazioni Unite: ―Conseguire la cooperazione

internazionale nella soluzione dei problemi internazionali di carattere economico, sociale od umanitario, e nel promuovere e incoraggiare il rispetto dei diritti dell‘uomo e delle libertà fondamentali per tutti senza distinzione di razza,sesso,lingua o di religione‖; ma il richiamo nella decisione in questione toccò anche

la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e la Dichiarazione

sulla protezione di tutte le persone dalla tortura o da altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti63, rispettivamente del 1948 e del 1975.

L‟impatto di tale decisione è evidente: con essa non solo gli Stati Uniti si riaffermano detentori del diritto internazionale, ormai ufficialmente incorporato nel federal law, ma aprono per la prima volta in maniera ufficiale le porte di un foro nazionale alla tutela dei diritti umani, a prescindere dalla nazionalità delle parti e da dove sia avvenuto il torto.

Questo, inoltre, ci permette di individuare nel caso Filartiga una prima categoria di azioni sollevabili sotto l‟ATCA: un‟azione intentata da un attore straniero contro il rappresentante di uno stato, anch‟esso straniero, per violazioni di diritti umani ivi avvenuti.

62

Lisa A. Rickard, Filartiga v. Pena-Irala: a New Forum for Violations of International Human Rights, in The American University Law Review, 1981, Vol. 30, pp. 819-821.

63 Dal 1986: Convenzione contro la tortura ed altre pene o trattamenti crudeli,

inumani o degradanti. All‟articolo 2 vi si legge: “1. Ogni Stato Parte prende provvedimenti legislativi, amministrativi, giudiziari ed altri provvedimenti efficaci per impedire che atti di tortura siano compiuti in un territorio sotto la sua giurisdizione. 2. Nessuna circostanza eccezionale, qualunque essa sia, si tratti di stato di guerra o di minaccia di guerra, d‘instabilità politica interna o di qualsiasi altro stato eccezionale, può essere invocata in giustificazione della tortura. 3. L‘ordine di un superiore o di un‘autorità pubblica non può essere invocato in giustificazione della tortura‖.

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Un‟ulteriore categoria è rinvenibile nelle cause promosse tra cittadini stranieri, in cui il convenuto non è rappresentante dello stato ma un privato, per violazione dei diritti umani avvenuta nello stato straniero di cittadinanza64.

Paradigmatico è qui il caso Kadic v. Karadzic (1995), in cui due gruppi di attori, cittadini croati e serbi, accusavano Radovan Karadzic (comandante delle forze militari serbo-bosniache e Presidente dell‟autoproclamatasi Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina) di aver posto in essere una vera e propria politica di genocidio contro le popolazioni croate e musulmane, realizzata attraverso una serie di azioni contro i diritti umani tra le quali rapimenti, prostituzione forzata, torture ed esecuzioni sommarie. Proprio come in Filartiga, la causa fu promossa innanzi la corte del distretto di New York e, nuovamente, fu dichiarato il dismissal. Nel promuovere la sua eccezione, Karadzic sostenne una mancanza di giurisdizione, sia personale sia sulla materia della controversia, delle corti americane.

La corte distrettuale, nel procedere al dismissal, richiamò Filartiga per affermare che solo gli stati possono essere responsabili della violazione del diritto internazionale, non i privati; di conseguenza, considerando che la Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina non costituiva uno stato riconosciuto, Karadzic doveva considerarsi solo come soggetto privato e quindi non perseguibile sotto la scure dell‟ATCA65

.

Fu proposto appello e la corte del Secondo Circuito si trovò, anche in tale occasione, a contraddire quanto affermato dal giudice di prima istanza.

64 Jenny Bounngaseng, Adjudication of International Human Rights Claims in the

European Court of Human Rights and the Inter-American Court of Human Rights: Why ATCA Suits in U.S. Courts are the Better Alternative for Claims Against American Multinational Corporation, cit., pp. 477-479.

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In appello, come nel trial, vi fu il richiamo a quanto statuito in

Filartiga ma qui la corte lo fece per stabilire la propria giurisdizione,

sulla base del fatto che tutte le condizioni richieste dall‟ATCA risultavano essere soddisfatte: un attore straniero, la commissione di un torto e la violazione del law of nations.

La corte, attraverso le parole del Giudice Newman, affermò

apertamente di dissentire con la visione arcaica a cui aderiva la corte distrettuale, cioè quella che il law of nations potesse essere violato solo dagli stati e, al riguardo, non mancò di notare come molti torti perseguiti dall‟ATCA, anche prima di Filartiga (come, ad esempio, i crimini di pirateria), fossero eseguiti da singoli individui

indipendentemente dalla complicità dello stato di appartenenza66:

―We do not agree that the law of nations, as understood in the modern era, confines its reach to state action. Instead, we hold that certain forms of conduct violate the law of nations whether

undertaken by those acting under the auspices of a state or only as private individuals. An early example of the application of the law of nations to the acts of private individuals is the prohibition against piracy‖67

.

In sostanza, secondo la giurisprudenza Karadzic, non solo gli stati ma anche i singoli individui sono in grado di violare il diritto internazionale, ed è innegabile come questo contrasti con quanto da anni affermato, cioè che solo gli stati possono essere soggetti del diritto internazionale, richiamandoci così a quanto teorizzato da Bentham.

La corte, tuttavia, affermò che per alcuni crimini, quali appunto quelli di genocidio ma anche crimini di guerra, lo stesso diritto consuetudinario internazionale prevedeva la punibilità dei privati,

66

Alan Frederick Enslen, Filartiga‘s offspring: The Second Circuit significantly expands the scope of the Alien Tort Claims Act with its decision in Kadic v. Karadzic, in Alabama Law Review, 1997, Vol. 48.

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soprattutto ove avessero agito con l‟intento di porre in essere una “pulizia etnica”68

.

Tale teoria è conosciuta con il nome di hostis humani generis, per indicare appunto una serie di atti posti in essere da quelli che, volendo tradurre letteralmente, sono identificati come “nemici del genere umano”.

La teoria in passato era usata soprattutto per perseguire i trafficanti di schiavi e, sebbene sia caduta in disuso con l‟avvento della teoria classica adottata nel diciannovesimo secolo, ha comunque creato un importante precedente a livello internazionale giustificando, così, una deroga al principio generale degli stati come unici soggetti di

diritto69.

Passando ora alla terza ed ultima categoria di claims individuabile nell‟applicazione dell‟ATCA, troviamo le cause intentate da attori stranieri contro le multinazionali per violazione dei diritti umani commesse dalla forze militari del paese ospitante con la complicità della multinazionale stessa70.

Quest‟ultima categoria è quella che più ha impegnato negli ultimi anni la giurisprudenza americana e che ha favorito anche la nascita della figura delle class action.

Il suo sviluppo non è stato omogeneo: in principio, infatti, grazie all‟utilizzo del forum non conveniens e del dismissal molte cause non raggiungevano nemmeno la fase della trattazione; successivamente, con un‟inversione di tendenza attuata nel caso Wiwa v. Royal Dutch

Petroleum Co., vi è stata la proclamazione della punibilità delle

multinazionali a prescindere dalla loro territorialità, anche se, oggi,

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Jenny Bounngaseng, Adjudication of International Human Rights Claims in the European Court of Human Rights and the Inter-American Court of Human Rights: Why ATCA Suits in U.S. Courts are the Better Alternative for Claims Against American Multinational Corporation, cit., p. 478.

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David P. Kunstle, Kadic v. Karadzic: do private individuals have enforceable rights and obligations under the Alien Tort Claims Act?, in Duke Journal of Comparative and International Law, 1996, Vol. 6, p. 322.

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siamo spettatori di una sorta di passo indietro delle corti americane che hanno posto condizioni sempre più restrittive per accordare la loro giurisdizione.

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