Capitolo IV. Il passo indietro della U.S Supreme Court:
1. Un primo tentativo di razionalizzazione: Sosa v Alvarez-Machain e
Alvarez-Machain e Abdullahi v. Pfizer, Inc..
Come visto in chiusura del precedente capitolo, il ruolo di giudice internazionale assunto negli anni dagli Stati Uniti di America è andato nel tempo rafforzandosi.
In ciò ha sicuramente giocato un ruolo chiave l‟ATCA, il quale si è reso fondamentale per allargare ulteriormente le maglie della tutela già offerta dai giudici statunitensi grazie alla doctrine del forum non
conveniens.
I criteri base su cui si fonda l‟applicazione dell‟ATCA sono quelli derivati dalla giurisprudenza del caso Filartiga, la quale ha posto l‟accento su due aspetti fondamentali: in primis, ha evidenziato come il diritto internazionale sia parte integrante del common law (e, quindi, non rappresenta un ordinamento ad esso sovraordinato o necessitante di atti di recepimento interno); successivamente, ha dato una nuova lettura del law of nations, adattandone la concezione del 1789 ad una più sensibile al mondo giuridico e sociale in cui i giudici si trovano ad operare oggi.
Entrambi gli aspetti, tuttavia, sono stati trattati in maniera sommaria e ciò, conseguentemente, ha condotto ad un‟applicazione
disomogenea della legge stessa.
Questo, fino alla trattazione del caso Sosa v. Alvarez-Machain (2004), la cui importanza è evidenziata dal fatto di essere il primo caso di ATCA ad essere giunto innanzi alla Corte Suprema.
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Nel 1985, in Messico, si ha la cattura e la conseguente uccisione di un agente americano della Drug Enforcement Administration (DEA), il cui responsabile, in base a quanto stabilito da una federal
grand jury, è individuato nella persona di Humberto Alvarez-
Machain (medico accusato di aver prolungato la vita dell‟agente per estorcergli informazioni e sottoporlo a tortura).
A seguito dell‟infruttuosa richiesta di estradizione al governo messicano, la DEA decide di intervenire personalmente, assoldando un gruppo di uomini, fra cui Francisco Sosa, i quali procedono a rapire Alvarez dalla propria abitazione e a condurlo fino a El Paso (Texas), dove viene arrestato dalle guardie federali americane. Di fronte alla corte distrettuale, Alvarez promuove una richiesta di
dismissal definendo l‟operazione posta in essere dalla DEA come
scandalosa e contrastante il trattato di estradizione tra Stati Uniti e Messico.
Sia la corte distrettuale sia la corte d‟appello del Nono Circuito confermano il dismissal che, invece, viene respinto dai giudici della Corte Suprema.
La causa si conclude nel 1992 con l‟assoluzione di Alvarez e il suo rientro in Messico122, cui fa seguito, l‟anno successivo, la
promozione da parte di questi di una causa contro gli Stati Uniti d‟America123
e contro Francisco Sosa.
Nei confronti di quest‟ultimo, Alvarez lamenta una violazione del
law of nations, richiamandosi quindi all‟ATCA, con riguardo al suo
rapimento e alla sua prigionia.
122
Sosa v. Alvarez-Machain, 542 U.S. 692,697 (2004), in (www.casetext.com).
123
Per completezza, si riporta che tale causa è stata promossa sulla base del Federal Tort Claims Act (28 U.S. Code § 1346), che al punto (b)(1) prevede la possibilità di citare gli USA allorquando ―.. for injury or loss of property, or personal injury or death caused by the negligent or wrongful act or omission of any employee of the Government while acting within the scope of his office or employment, under circumstances where the United States, if a private person, would be liable to the claimant in accordance with the law of the place where the act or omission occurred.‖. La controversia si è conclusa con il rigetto della domanda attorea a favore del dismissal richiesto dal governo americano.
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La mozione promossa da Alvarez concerne, tra le altre, quattro particolari fattispecie ritenute dallo stesso in grado di giustificare il ricorso all‟ATCA: rapimento (kidnapping), trattamenti inumani, crudeli e degradanti (cruel, inhuman and degradant treatment or
punishment), sequestro (false imprisonment) e detenzione prolungata
e arbitraria (arbitrary detention).
Nel contestare quanto affermato da Alvarez, Sosa pone in particolare l‟accento sul fatto che la fattispecie di rapimento non possa costituire violazione del diritto internazionale mancando un consenso della comunità su quali elementi di tale azione possano qualificarla come violazione e che, di conseguenza, non possa essere promossa alcuna causa invocando l‟ATCA124
.
Tale eccezione richiede un‟analisi dei criteri che nel corso del tempo hanno permesso l‟utilizzo dell‟Alien Tort Claims Act, suddivisibili in tre categorie125.
Innanzi tutto, un richiamo va fatto alla giurisprudenza emersa dal caso Filartiga e dalla sua individuazione dei criteri del diritto internazionale inteso come customary law.
Si afferma che, nei casi in cui vi sia un dubbio se ricondurre o meno un comportamento ad una norma di diritto internazionale o nel caso di dubbio sull‟esistenza stessa di una norma, si deve verificare la presenza di un consenso generale degli stati civilizzati ( ―the general
assent of civilized nations‖), anche con riferimento alle consuetudini
e agli usi presenti in essi, nel riconoscere tale fattispecie come criminosa; ciò è considerato sufficiente per conferire la possibilità di invocare l‟ATCA.
Non tutta la giurisprudenza, però, si è assestata su tale criterio.
124
Lucien J. Dhooge, Lohengrin Revealed: The Implications of Sosa v. Alvarez- Machain for Human Rights Litigation Pursuant to the Alien Tort Claims Act, in Loyola of Los Angeles International and Comparative Law Review, 2006, Vol. 28, p. 413.
125 Hugo King, Sosa v. Alvarez-Machain and the Alien Tort Claim Acts, in Victoria
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Fondamentale a supporto di quanto detto, è il caso Kadic v. Karadzic il quale introduce un criterio basato sulla universalità (cd. “universal,
obbligatory and defined standard ”).
La corte del Secondo Circuito afferma che la tutela prevista
dall‟ATCA può essere concessa solo ove l‟attore riesca a dimostrare la violazione di una norma di diritto internazionale consolidata e universalmente riconosciuta: “ if … the defendant‘s alleged conduct
violates well established, universally recognised norms of
international law, does federal jurisdiction exist under the Alien Tort Act”126.
Un ultimo standard prospettato dalla giurisprudenza è quello riguardante la violazione dello jus cogens, con esso intendendo il complesso di norme comunemente accettate e riconosciute dalla comunità internazionale come non derogabili e modificabili solo attraverso ulteriori norme adottate dalla comunità, aventi lo stesso tenore e portata127.
Secondo la maggior parte dei giudici statunitensi, la violazione dello
jus cogens sarebbe l‟unica a permettere di sollevare cause in nome
dell‟ATCA, identificandovi i crimini posti in essere da i cd. hostis
humani generis128.
Nonostante la giurisprudenza maggioritaria si sia orientata verso l‟utilizzo dell‟ultimo standard sopra elencato, nel caso Sosa v.
Alvarez-Machain la corte distrettuale, nel respingere l‟eccezione
presentata dal convenuto, ribalta tale impostazione: essa rigetta l‟idea
126
Kadic v. Karadzic, 70 F.3d 232,238 (2d Cir. 1995) in (www.casetext.com). Il parere della giurisprudenza ha lasciato, tuttavia, dei dubbi su consa debba intendersi per riconosciuta.
127 “È nullo qualsiasi trattato che, al momento della sua conclusione, sia in
contrasto con una norma imperativa di diritto internazionale generale. Ai fini della presente convenzione, per norma imperativa di diritto internazionale generale si intende una norma che sia stata accettata e riconosciuta dalla Comunità internazionale degli Stati nel suo insieme in quanto norma alla quale non è permessa alcuna deroga e che non può essere modificata che da una nuova norma di diritto internazionale generale avente lo stesso carattere.‖, art. 53 della Convenzione di Vienna.
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che solo lo jus cogens possa costituire una violazione del diritto internazionale affermando che l‟ATCA altro non richiede, per la sua applicazione, se non che la norma sia specifica, universale ed
obbligatoria ( ―… specific, universal and obligatory‖)129.
La corte d‟appello per il Nono Circuito ha deliberato anch‟essa a favore dell‟attore, sebbene su basi sensibilmente diverse.
Dapprima, anche la corte di seconda istanza si è soffermata ad analizzare quali controversie possano rientrare nell‟ambito di operatività dell‟ATCA: la conclusione, in accordo con quanto affermato dalla district court, ha portato i giudici a ritenere la violazione dello jus cogens elemento sufficiente ma non necessario per il rispetto dello standard di universalità e obbligatorietà.
Ciò che più preme sottolineare alla corte, tuttavia, è il fatto che il contenuto effettivo dello jus cogens sia ancora poco delineato e soggetto di opinioni divergenti; in tal senso, sottoporre
esclusivamente ad una sua violazione l‟applicabilità dell‟ATCA renderebbe tale legge di per sé inattiva130.
In secondo luogo, con riguardo alla specifica eccezione avanzata da Sosa, secondo cui il rapimento (kidnapping) non costituirebbe una violazione del law of nations, non essendovi un diretto richiamo a tale fattispecie, i giudici controbattono come tale atto si risolva in una violazione del diritto della persona alla libertà di movimento, del diritto a rimanere nel proprio paese e del diritto alla sicurezza
personale; tutti diritti riconosciuti a livello internazionale131.
129
Lucien J. Dhooge, Lohengrin Revealed: The Implications of Sosa v. Alvarez- Machain for Human Rights Litigation Pursuant to the Alien Tort Claims Act, cit., pp. 414-415.
La corte, reputando Sosa colpevole, ha stabilito un risarcimento di 25000$ per solo il crimine di rapimento, non riconoscendo, invece, la sussistenza delle altre fattispecie elencate da Alvarez.
130
Lucien J. Dhooge, op. cit., p. 416.
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Come visto, la trattazione della causa ha portato all‟emersione dei dubbi e delle difficoltà interpretative connesse all‟attuazione dell‟Alien Tort Claims Act.
Nello specifico, sono state avanzate perplessità circa la reale natura della legge: semplice atto giurisdizionale che permette alle corti americane di esercitare la loro funzione su controversie
internazionali oppure vera e propria cause of action in caso di presunta violazione dei diritti internazionali?
Proprio questa sopravvenuta esigenza di certezza ha indotto la Corte Suprema degli Stati Uniti ad emettere un certiorari, intervenendo così, per la prima volta, sull‟ATCA132.
Nel parere della Corte Suprema, redatto dal giudice Souter, si rinviene, chiaramente, che l‟opinione per cui l‟ATCA possa essere considerato una nuova cause of action sia da escludersi.
A sostegno di quanto detto, la Corte richiama anche la collocazione della legge nel Judiciary Act: ―The fact that the ATS was placed in §
9 of the Judiciary Act,a statute otherwise exclusively concerned with the federal-court jurisdiction, is itself support for its strictly
jurisdiction nature‖133.
Una volta stabilita la natura dell‟ATCA, la Corte Suprema prosegue nella sua indagine attraverso un raffronto tra il periodo di
emanazione della legge e i giorni presenti; ciò, allo scopo di evidenziare come, nonostante la natura meramente giurisdizionale dell‟atto, questo non sia stato pensato come “lettera morta” nemmeno dai suoi redattori.
Souter, infatti, opera un richiamo a Blackstone e alle categorie di crimini contro il law of nations da questi individuate, per sottolineare
132
Tra gli altri motivi, forse ben più incisivi della necessità di un riordino della materia, vi è anche una manifesta opposizione dell‟amministrazione Bush all‟ATCA, evidenziata ancor di più nel caso in questione che vede gli Stati Uniti d‟America come parte del processo (si ricorda quanto detto in apertura, la perseguibilità degli USA grazie al FTCA, possibilità sfruttata da Alvarez).
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come nell‟idea dei redattori dell‟ATCA si ritrovi una volontà di rendere tale atto effettivamente operante e, conseguentemente, produttivo di effetti.
Lo stesso contesto politico-sociale in cui si colloca la nascita della legge non fa altro che confermarne l‟effettività: “First, there is every
reason to suppose that the First Congress did not pass the ATS as jurisdictional convenience to be placed on the shelf for use by a future Congress or state legislature that might, someday, authorize the creation of causes of action or itself decide to make some element of the law of nations actionable for the benefit of foreigners. The anxiety of preconstitutional period cannot be ignored easily enpugh to think that the statute was not meant to have a pratical effect‖134
. Ricordando quanto già esposto nel Capitolo II, l‟esigenza degli Stati Uniti, appena costituitisi, era quella di non farsi trovare impreparati sul palcoscenico internazionale e, quindi, di dotarsi di rimedi e atti che permettessero loro di risolvere controversie con le altre nazioni o di garantire tutela a determinati soggetti stranieri (primi fra tutti, gli ambasciatori).
Ancor più importante è ricordare come, dal Congresso, il law of
nations (fondamento dell‟ATCA) sia stato fin da subito considerato
parte integrante del common law, immediatamente giudicabile dalle corti federali senza il bisogno di un successivo intervento legislativo di autorizzazione135.
Partendo da queste considerazioni, la Corte Suprema giunge ad affermare che, pur non essendo possibile identificare nell‟ATCA una nuova cause of action, questa è comunque predisposta dallo stesso
common law e, pertanto, resa tutelabile dall‟ATCA: “Although the ATS is a jurisdictional statute creating no new causes of action, the reasonable inference from the historical materials is that the statute
134
Sosa v. Alvarez-Machain, 542 U.S. 692,719 (2004) in (www.casetext.com).
135 Genc Trnavci, The meaning and the scope of the law of nations in the context of
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was intended to have practical effect the moment it became law. The jurisdictional grant is best read as having been enacted on the understanding that the common law would provide a cause of action for the modest number of international law violations with a
potential for personal liability at the time.‖136
.
Nella sua disamina, tuttavia, la Corte non conferisce al common law un potere illimitato nel creare nuove cause of action ma, anzi, pone come limite una diminuita discrezionalità dei giudici federali che sono chiamati a non accettare cause che prevedano la trattazione di diritti che sono definiti, nel contenuto, in maniera sommaria rispetto a quanto previsto per i casi analoghi che nel 1789 erano considerati meritevoli della tutela disposta dall‟ATCA.
In tal modo, le azioni esperibili grazie all‟ATCA possono essere soltanto quelle che derivano da norme di diritto internazionale consolidate e ampiamente riconosciute come un obbligo all‟interno della comunità137.
In base a tale assunto, difatti, la Corte procede a rigettare la domanda di risarcimento posta da Alvarez per l‟ingiusta detenzione,
confermandone la mancanza di tutela proprio perché non
riscontrabile con forza in nessuna norma di diritto internazionale138. Accettare l‟esercizio della giurisdizione in base a labili tracce di una determinata fattispecie nel diritto internazionale potrebbe condurre, a parere della Corte, ad un eccesso di discrezionalità ben oltre ai limiti tollerati e permessi dallo stesso common law139.
136 Sosa v. Alvarez-Machain, 542 U.S. 692,724 (2004) in (www.casetext.com). 137
Harlan Grant Cohen, Supremacy and Diplomacy: The International Law of The U.S Supreme Court, in Berkeley Journal of International Law, 2006, Vol. 24, p.286.
138
Harlan Grant Cohen, op. cit. pp.286-287. Nel rigettare la domanda, la Corte non dimentica di sottolineare come, sebbene una fonte della contrarietà al diritto internazionale dell‟arresto arbitrario possa essere riscontrata nella Dichiarazione dei Diritti Umani, tale atto non pone di per sé alcun obbligo in capo agli stati, essendo più una mera dichiarazione di principi che un trattato in grado di imporre l‟obbligo di osservanza alle parti.
139 Harlan Grant Cohen, op., cit., p.288. Il parere, inoltre, tiene conto anche degli
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Dal certiorari emesso dalla Corte Suprema derivano, inoltre, due importanti conseguenze in riferimento al ruolo dei giudici federali e all‟evoluzione della tutela internazionale dei diritti umani.
Per quanto concerne il primo aspetto, si ha una conferma dei giudici federali come giudici del common law e, grazie alla discrezionalità loro concessa (seppur limitata) nell‟ambito di applicazione del diritto internazionale, questi possono in estremo giungere anche alla
creazione di nuove norme140.
Ciò anche a significare, al contrario di quanto sostenuto da una parte minoritaria, che l‟accortezza (caution) richiesta al giudice federale nella valutazione di una causa di diritto internazionale, più che restringerne i poteri ha, in realtà, funzione di guida rispetto alla rinnovata fiducia in esso riposta dalla Corte, rafforzata anche dall‟assenza di un divieto in tal senso: ―No development in the two
centuries from the enactment of ATS to the birth of the modern line of cases beginning with Filártiga v. Peña-Irala,. . . has categorically precluded federal courts from recognizing a claim under the law of nations as an element of common law; Congress has not in any relevant way amended ATS or limited civil common law power by another statute‖141.
“its implication would be breathtaking… His rule would support a cause of action in federal court for any arrest, anywhere in the world, unauthorized by the law of jurisdiction in which it took place, and would create a cause of action for any seizure of an alien in violation of the Fourth Amendment… It would create an action in federal court for arrests by state officers who simply exceed their authority; and for the violation any limit that the law of any country might place on the authority of its own officers to arrest.‖.
140
Penny M. Venetis, The broad jurisprudential significance of Sosa v. Alvare- Machain: an honest assessment of the role of federal judges and why customary international law can be more effective than constitutional law for redressing serious abuses, in Temple Political and Civil Rights Law Review, 2011, Vol. 21, p.51.
141
Penny M. Venetis, The broad jurisprudential significance of Sosa v. Alvare- Machain: an honest assessment of the role of federal judges and why customary international law can be more effective than constitutional law for redressing serious abuses, cit., p.53. Tra i pareri contrari alla decisione della maggioranza della Corte, si pone quello del giudice Scalia il quale sostiene che affidare un tale compito alla magistratura federale non fa altro che esporla ad un carico di lavoro che non è in grado di sopportare e che, soprattutto, non è autorizzata a compiere.
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L‟importanza del nuovo ruolo assunto dai giudici federali si riverbera anche in quella che è la seconda conseguenza, quasi ovvia, scaturita dal caso Sosa: la continua evoluzione della tutela dei diritti umani, così come dimostrata dalla necessità di adeguare l‟ATCA ad una visione più coerente con i nostri tempi.
Consapevole del fatto che tale ambito è soggetto a continue mutazioni e che il processo del suo sviluppo è inarrestabile e impossibile da definire semel pro semper, la Corte sottolinea
l‟importanza sociale e politica rivestita dai giudici nelle controversie riguardanti i diritti umani e la necessità che ad essi sia riconosciuta la possibilità di plasmare la realtà in cui operano attraverso gli
strumenti giuridici di cui dispongono142.
I principi così individuati dalla Corte Suprema sono stati
successivamente ripresi ed approfonditi dalla giurisprudenza del caso
Abdullahi v. Pfizer, Inc. (2009).
Nel 1996 la Pfizer, una delle aziende farmaceutiche più grandi al mondo, decide di testare il suo farmaco (Trovan) contro la meningite in Nigeria, approfittando di un‟improvvisa epidemia diffusasi nella regione.
Lo scopo di tale sperimentazione è l‟ottenimento della FDA ( Food
and Drug Administration‘s) ai fini del commercio negli Stati Uniti.
L‟esperimento è stato condotto da medici americani e nigeriani su duecento bambini nigeriani; ad una parte di essi è stato
somministrato il Trovan, ai restanti il Ceftriaxone (altro farmaco, già risultato idoneo al rilascio della FDA e usato, in detta circostanza, come mezzo di comparazione per il Trovan).
Nonostante una prima sperimentazione sugli animali abbia rivelato la dannosità del farmaco, la Pfizer decide comunque di procedere alla
Tale posizione, prosegue Scalia, si presenta apertamente in contrasto con quanto affermato nella sentenza Erie v. Tompkins (1938) la quale, afferma, avrebbe drasticamente ridotto l‟influenza esercitabile dal giudice federale sullo sviluppo del common law e del diritto internazionale.
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somministrazione sui bambini ottenendo risultati disastrosi: undici morti e altri riportano gravi effetti collaterali quali paralisi
permanenti, danni cerebrali o perdita definitiva della vista o dell‟udito.
Da qui, l‟azione legale dei parenti delle vittime che, oltre agli effetti