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L’esordio nel mondo dell’animazione

Kon ha mosso i suoi primi passi nel mondo dell’animazione lavorando come animatore per il film

Rōjin Z di Ōtomo, Hashire Merosu! di Dazai Osamu e Patoreibā di Oshii, ma la prima carica di rilievo la

ottiene con il progetto Memorīzu, coordinato da Ōtomo, dove ha lavorato nei panni di sceneggiatore. Gestito nel 1995 da Madhouse e Studio 4°C, Memorīzu è formato da tre mediometraggi diretti da tre diversi registi, ma accomunati dal fatto di essere stati tutti realizzati sulla base di alcune strip pubblicate da Ōtomo. Ideato con lo scopo di creare un’opera dalla narrazione compatta e innovativa, Memorīzu è diviso in tre capitoli: il primo Kanojo no omoide, diretto da Morimoto Kōji con la sceneggiatura di Satoshi Kon, Saisshū heiki (「最臭兵器」L’arma più maleodorante, Stink Bomb) diretto da Okamura Tensai con la sceneggiatura ad opera di Ōtomo, mentre soggetto, sceneggiatura e regia dell’ultimo capitolo, Taihō

no machi (「大砲の街」La città dei cannoni, Cannon Fodder), tutta opera dello stesso Ōtomo Katsuhiro.

Rispetto ai due episodi successivi, Kanojo no omoide è un’opera dai toni più sobri e riflessivi, privo di quella carica ironica presente negli altri racconti. Conscio del bagaglio formativo che Kon aveva maturato durante la sua esperienza da fumettista, è stato lo stesso Ōtomo a chiedere a Kon di partecipare al suo progetto come sceneggiatore, esperienza decisiva che ha convinto definitivamente Kon ad abbandonare il mondo del cartaceo per dedicarsi esclusivamente all’animazione. Quello che allettava Kon di questo ambiente è una maggiore libertà per quanto riguarda il processo di creazione dell’opera, le case editrici hanno spesso delle scadenze molto strette che impedivano al regista di lavorare come desiderasse, mentre le case di produzione hanno scadenze più elastiche, permettendo a chi lavora ad un progetto di realizzare un lavoro di qualità. Ciò a cui Kon ha sempre puntato è accrescere le sue abilità nel disegno, e dopo questo primo passo come sceneggiatore, sentì che era l’animazione la strada giusta da intraprendere.

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Memorīzu: Kanojo no omoide

Questo mediometraggio, ambientato nel 2092, ha come protagonisti quattro netturbini spaziali che viaggiano a bordo dell’aeronave Corona a alla ricerca dei detriti di satelliti rimasti nello spazio. L’equipaggio è composto da Ivanov, il comandante, Aoshima, Heinz e Miguel che, poco dopo aver finito il loro turno di ricognizione, ricevono uno strano segnale di SOS. Il segnale è disturbato e non si sente alcuna voce, ma si distinguono chiaramente le note di un’aria della Madama Butterfly. La richiesta di aiuto proviene da una zona remota dello spazio caratterizzata da un forte campo elettromagnetico, motivo per il quale è conosciuta con il nome di “cimitero dello spazio”. Molte astronavi che in passato si sono avventurate in quell’area non sono mai riuscite a tornare, ma nonostante i pareri contrariati da parte dei membri dell’equipaggio, il codice etico spaziale impone che ogni richiesta d’aiuto venga accolta. Il capitano cambia quindi la rotta e si dirige verso il luogo da cui proviene il segnale.

Una volta giunti a destinazione, il campo magnetico sembra nella norma e Heinz e Miguel raggiungono la strana astronave per prestare soccorso. La nave spaziale presenta un’insolita struttura non solo dall’esterno, ma anche nell’interno, ricordando un teatro d’opera lirica. Nel salone d’ingresso troneggia il grande ritratto di quella che è probabilmente la proprietaria dell’astronave, una dama bruna vestita di rosso, e poco dopo Miguel vede una donna all’esterno del salone, in quello che sembra il giardino di una villa. Da grande amante delle donne, Miguel le corre incontro ma, trovandosi nello spazio, Heinz intuisce subito che il prato non è altro che un semplice ologramma. Indagando più a fondo, i due astronauti scoprono che tutto l’interno della nave è costituito esclusivamente dagli ologrammi dei ricordi della sua proprietaria, Friedel Eva, una cantante d’opera lirica.

Eva era una ragazza prodigio, aveva il dono del canto fin da quando era piccola e questa sua dote le ha permesso di sfondare nell’ambiente sin da giovanissima, vivendo una vita agiata in ambienti altolocati. Si innamora di un cantante italiano, Rimbaldi Carlo, ma dopo l’assassinio di questi e la perdita della voce, la cantante si è ritirata dalle scene. La donna ha fatto di quell’aeronave il suo santuario dei ricordi, rendendoli di nuovo vivi attraverso gli ologrammi. I due uomini continuano ad ispezionare il posto alla ricerca della persona che possa aver inviato il segnale di aiuto, tuttavia non sembra esserci alcun essere umano a bordo.

I ricordi di Eva gradualmente si fondono con la realtà e i ricordi dei due giovani soccorritori. Durante il giro di perlustrazione i due si dividono, Miguel raggiunge la parte centrale della nave spaziale e, ammaliato dal fascino della donna che vi ha rinchiuso all’interno la propria coscienza, rimane intrappolato nei ricordi di Eva. Quando Heinz raggiunge il luogo in cui si trova Miguel, sarà costretto a rivivere più volte il ricordo della morte della figlia, usato dalla cantante per costringere anche lui a rimanere in quel posto fatto di illusioni. Ma l’astronauta non cede ai tranelli di Eva e scopre la verità

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sulla donna: era stata lei ad uccidere il suo compagno e a crearsi un mondo fatto interamente di ricordi per fuggire dall’amara realtà.

A causa di un aumento del campo magnetico, Ivanov ordina ai suoi uomini di tornare immediatamente alla loro navicella. Heinz tenta la fuga inseguito dai robot creati dalla donna, mentre per Miguel, ormai caduto nella trappola della cantante, non ci sarà più nulla da fare. I due uomini non hanno ancora fatto rientro ma la Corona rischia di collassare a causa dell’attrazione del campo magnetico e, come ultimo disperato tentativo di salvezza, Ivanov spara un colpo con il cannone della navetta cercando di distruggere il cuore della misteriosa aeronave. Nel tentativo però, viene distrutta anche la Corona stessa, che diventa parte dei detriti che compongono l’astronave di Eva.

Nella scena di chiusura del film viene mostrato il cadavere della vera Eva riposare in un letto all’interno della sua residenza di ologrammi che dall’esterno sembra avere la forma di una rosa, fiore a lei molto caro e legato a tanti ricordi della sua vita. Heinz riesce a salvarsi, ma viene mostrato totalmente solo nel mare sconfinato dello spazio.