• Non ci sono risultati.

L’esperienza scolastica e l’esaltazione del corpo come strumento di potere

Xuela viene costretta dal padre ad andare a scuola: una richiesta insolita, dato che le ragazze nell’isola “did non attend school”136. Per la protagonista l’accesso all’ambiente scolastico

rappresenterà, tuttavia, una svolta importante, perché è un’esperienza che le permette di ampliare la sua conoscenza del mondo e mettere a fuoco la sua posizione sociale. Xuela ha inoltre modo di riflettere sulle effettive implicazioni e sulla velleità che ha per lei l’istruzione, in quanto persona destinata a un ruolo subordinato:

In the end what could an education do for someone like me? I can only say what I did not have; I can only measure it against what I did have and find misery in the difference. And yet, and yet… it was for this reason that I came to see for the first time what lay beyond the path that led away from my house.137 Nel tragitto per raggiungere la scuola, Xuela esplora un mondo ancora ignoto e ne scopre le sensazioni legate al “seeing, smelling, and hearing”138, sensazioni fino ad allora sconosciute che

ella inizia a sperimentare con grande curiosità e che avverte in maniera molto intensa. Una volta

135 Cfr. Ibidem, p. 11. 136 Cfr. Ibidem, p. 12. 137 Ivi.

50

all’interno della scuola, la prima cosa che colpisce la sua attenzione è la cartina geografica con la scritta “ ‘THE BRITISH EMPIRE’ ”139, la quale sigla, come afferma la ragazza, “the first words I

learned to read”.140 Dunque, l’impatto che Xuela ha con l’ambiente scolastico è molto forte e l’istruzione anglofila che riceverà sarà legata inevitabilmente al modello coloniale; in varie occasioni, ella darà sfogo al malcontento e al disagio derivanti dall’imposizione di un modello culturale che non avrebbe fatto altro che accrescere la sua rabbia e umiliarla, senza darle vere risposte o punti di ancoraggio:

This education I was receiving had never offered me the satisfaction I was told it would; it only filled me with questions that were not answered, it only filled me with anger. I could not like what it would lead to: a humiliation so permanent that it would replace your own skin.141

Allo stesso modo, il confronto di Xuela con l’insegnante e i compagni di classe, entrambi di stirpe africana, è contrassegnato da antagonismo e pregiudizi razziali; i lineamenti del volto di Xuela richiamano infatti un’identità afro-caraibica maggiormente legata ai bellicosi e fieri Caribi, sterminati a partire dall’era colombiana:

My teacher and these boys looked at me and looked at me: I had thick eyebrows; my hair was coarse, thick, and wavy; my eyes were set far apart from each other and they had the shape of almonds; my lips were wide and narrow in an unexpected way. I was of the African people, but not exclusively. My mother was a Carib woman, and when they looked at me this is what they saw: The Carib people had been defeated and then exterminated, thrown away like the weeds in a garden; the African people had been defeated but had survived. When they looked at me, they saw only the Carib people.142

Dal canto suo, l’insegnante prova odio e commiserazione per se stessa e per il suo legame genealogico con il popolo africano ed ha totalmente introiettato la convinzione dell’inferiorità “barbara” delle persone di colore, al punto da vedere Xuela come una bambina posseduta, proprio in virtù del fatto che la madre era cariba. Di conseguenza, l’abilità di Xuela nello scrivere e nel leggere e la sua memoria impeccabile sono viste come frutto di un incantamento, come una forma di possessione demonica:

I learned to read and write very quickly. My memory, my ability to retain information, to retrieve the tiniest detail, to recall who said what and when, was regarded as unusual, so unusual that my teacher, who was trained to think only of good and evil and whose judgment of such things was always mistaken, said I was evil, I was possessed ─ and to establish that there could be no doubt of this, she pointed again to the fact that my mother was of the Carib people.143

139 Cfr. Ibidem, p. 14. 140 Ivi. 141 Cfr. Ibidem, pp. 78-79. 142 Cfr. Ibidem, pp. 15-16. 143 Cfr. Ibidem, pp. 16-17.

51

Dunque, l’ambiente che Xuela scopre a scuola non è diverso da quello domestico perché è un mondo privo di amore, dove le relazioni umane sono filtrate e colpite dalle conseguenze devastanti del colonialismo. L’autocommiserazione che qui affligge le persone di colore contribuisce a inibire le espressioni di affetto: gli alunni non fanno altro che disprezzarsi l’un l’altro e Xuela si ritrova così in uno stato di completa alienazione, costretta a rimanere in disparte, senza alcun volto con cui potersi identificare e che le possa far sentire una vicinanza famigliare: “Because who was I? My mother was dead; I had not seen my father for a long time”.144 Oltre a vivere in una condizione di solitudine, riconosce che sul suo stato d’animo pesa moltissimo l’assenza della madre, che le appare in sogno mentre scende una scala e si dirige verso di lei, come uno spettro avvolto in un sudario:

She wore a long white gown, the hem of it falling just above her heels, and that was all of her that was exposed, just her heels; she came down and down, but no more of her was ever revealed. Only her heels, and the hem of her gown. At first I longed to see more, and then I became satisfied just to see her heels coming down toward me. When I awoke, I was not the same child I had been before I fell asleep. I longed to see my father and to be in his presence constantly.145

Questa visione farà prendere a Xuela ancora più coscienza di un’irreparabile mancanza, cosicché ella avvertirà l’esigenza di dirigere il proprio amore ed affetto verso una persona in carne ed ossa, qualcuno che risulti perlomeno presente fisicamente, ovvero la figura paterna. A scuola le viene insegnato a scrivere una lettera che la protagonista decide appunto di indirizzare al padre, esprimendo la sua profonda solitudine e il dolore per il modo in cui veniva maltrattata e trascurata sia nell’ambiente scolastico dall’insegnante e dagli alunni, sia in quello domestico da parte di Ma Eunice; in realtà, però, questi sentimenti sono rivolti alla madre che non ha mai conosciuto. Xuela si appresta ogni giorno a dedicare del tempo alla stesura di queste lettere, che, una volta all’uscita di scuola, deciderà di nascondere e riporre sotto un sasso, perché l’intento non era in effetti quello di spedirle al padre: l’atto della scrittura viene concepito dalla ragazza come, piuttosto, un gesto terapeutico di liberazione, un modo per prendere coscienza della sua condizione e dare sfogo al suo dolore interiore. Queste lettere, però, verranno scoperte da un ragazzo, Roman, e portate direttamente all’insegnante, la quale non si farà scrupoli nel renderle pubbliche davanti a tutta la classe, deridendo Xuela per ciò che aveva scritto. Dal canto suo, la protagonista non si sente affatto umiliata da questo atteggiamento; anzi, trae vantaggio dal fatto di esser riuscita per la prima volta ad esprimersi attraverso la scrittura perché, proprio grazie ad essa, sente di aver dato una svolta alla sua vita. Infatti, dopo che la maestra avrà inviato le lettere al padre, questi deciderà di sottrarre

144 Cfr. Ibidem, p. 16. 145 Cfr. Ibidem, p. 18.

52

la figlia a quell’ambiente ostile. Le parole di Xuela mostrano come ella sia riuscita a trarre il meglio da quest’esperienza, perché la scrittura rappresenterà un mezzo che le consentirà di dare libera espressione a se stessa, cambiando in questo modo la sua condizione:

I did not immediately recognize what had happened, what I had done: however unconsciously, however without direction, I had, through the use of some words, changed my situation; I had perhaps even saved my life. To speak of my own situation, to myself or to others, is something I would always do thereafter. It is in this way that I came to be so extremely conscious of myself, so interested in my own needs, so interested in fulfilling them, aware of my grievances, aware of my pleasures. From this unfocused, childish expression of pain, my life was changed and I took note of it.146

Xuela, dunque, abbandona la casa nella quale aveva abitato con Ma Eunice e l’ambiente scolastico, per recarsi con il padre, che nel frattempo si è risposato con un’altra donna, nel villaggio di St. Joseph. Durante il tragitto, la protagonista riflette sul proprio passato e, guardandosi indietro, si rende conto di come adesso abbia acquisito una maggiore consapevolezza di se stessa ed una dose di autonomia, circostanze che non l’avrebbero mai più fatta sprofondare in sensazioni di vergogna e di impotenza:

This new experience of really leaving the past behind, of going from one place to the other and knowing that whatever had been would remain just so, was something I immediately accepted as a gift, as a right of nature. This most simple of movements, the turning of your back, is among the most difficult to make, but once it has been made you cannot imagine it was at all hard to accomplish. I had not been able to do it by myself, but I could see that I had set in motion events that would make it possible. If I were ever to find myself sitting in that schoolroom again, or sitting in Eunice’s yard again, sleeping in her bed, eating with her children, none of it would have the same power it once had over me ─ the power to make me feel helpless and ashamed at my own helplessness.147

La presenza del padre, però, non aiuta affatto Xuela ad uscire dalla condizione di solitudine e sconforto: al contrario, ella si ritrova catapultata in un mondo che percepisce ancora come privo di affetto, nonostante le manifestazioni d’amore sul fronte paterno:

The word “love” was spoken with such frequency that it became a clue to my seven-year-old heart and my seven-year-old mind that this thing did not exist. My father’s eyes grew small and then they grew big; he believed what he said, and that was a good thing, because I did not.148

All’interno della nuova casa, si sente spaesata, sola, senza alcuna conoscenza di ciò che la circonda ed è sopraffatta da sensazioni talmente forti che le provocheranno svenimenti:

At that moment I realized that there were so many things I did not know, not including the very big thing I did not know ─ my mother. I did not know my father; I did not know where he was from or whom or

146 Cfr. Ibidem, p. 22. 147 Cfr. Ibidem, p. 25. 148 Cfr. Ibidem, p. 24.

53 what he liked; I did not know the land whose surface I had just come through on an animal’s back; I did not know who I was or why I was standing there in that room of the occasional purpose with the lamp. A great sea of what I did not know opened up before me, and its powerful treacherous currents pulsed over my head repeatedly until I was sure I was dead. I had only fainted.149

Non appena apre gli occhi, il primo volto che le appare è quello della moglie del padre, un volto a suo dire malefico, che le conferma che questa donna non avrebbe mai potuto amarla:

She had the face of evil. I had no other face to compare it with; I knew only that hers was the face of evil as far as I could tell. She didn’t like me. I could see that. She did not love me. I could see that. I could not see the rest of her right away only her face. She was of the African people and the people from France.150

Il fatto di vivere in un luogo privo di amore e affetto non è del resto una novità per Xuela, abituata a misurarsi con una condizione di solitudine e pronta ad adattarsi anche in questo nuovo ambiente: “No love: I could live in a place like this. I knew this atmosphere all too well. Love would have defeated me. Love would always defeated me. In an atmosphere of no love I could live well; in this atmosphere of no love I could make a life for myself”.151 Nell’ottica di Xuela, la

matrigna proverebbe disprezzo nei suoi confronti, e il motivo principale di questa avversione sarebbe il fatto di non aver ancora dato un figlio al padre della protagonista, presa a bersaglio in quanto simbolo della prima moglie e della sua fecondità: “We would never love each other. In her was a despair rooted in a desire long thwarted: she had not yet been able to bear my father a child. She was afraid of me; she was afraid that because of me my father would think of my mother more often than he thought of her”.152 La donna, sempre nel resoconto della narratrice autodiegetica,

avrebbe cercato in varie occasioni di umiliarla ed emarginarla; una situazione in cui questo atteggiamento si palesa è quando la donna, dialogando con il marito in inglese, si rivolge alla figliastra utilizzando il patois, in modo da farla sentire un soggetto inferiore, al quale rivolgersi con un idioma dialettale e sgrammaticato:

I felt as each minute passed that someone wished me dead. My father’s wife came to say good night, and she turned out the lamp. She spoke to me then in French patois; in his presence she had spoken to me in English. She would do this to me through all the time we knew each other, but that first time, in the sanctuary of my room, at seven years old, I recognized this to be an attempt on her part to make an illegitimate of me, to associate me with the made-up language of people regarded as not real ─ the shadow people, the forever humiliated, the forever low.153

149 Cfr. Ibidem, p. 28. 150 Ivi. 151 Cfr. Ibidem, p. 29. 152 Cfr. Ibidem, p. 33. 153 Cfr. Ibidem, pp. 30-31.

54

La donna, inoltre, desidererebbe addirittura la sua morte e, per liberarsi di lei, ricorre ad alcuni rituali dell’obeah, ma senza risultato, perché la ragazza conosce queste pratiche magiche ed è consapevole delle insidie che ne derivano: quando infatti la matrigna le regala una collanina, Xuela decide di nasconderla e di metterla al collo del cane della donna, dopodiché, in meno di ventiquattro ore, l’animale morirà. L’obeah si presenta quindi come una forza nemica, legata ai pericoli insidiosi che si nascondono all’interno del mondo di Xuela, la quale ricorda vari episodi che l’hanno vista testimone di eventi e circostanze “soprannaturali”; ad esempio, il giorno in cui lei e i compagni di classe sarebbero stati ammaliati dall’apparizione di una jablesse sulla riva del fiume che faceva loro cenno di avvicinarsi:

She was a beautiful woman, more beautiful than any woman we had never seen, beautiful in a way that made sense to us, not a European way: she was dark brown in skin, her hair was black and shiny and twisted into small coils all around her head. Her face was like a moon, a soft, brown, glistening moon. She opened her mouth and a strange yet sweet sound came out. It was mesmerizing; we stood and stared at her. She was surrounded by fruit, mangoes ─ it was the season for them ─ and they were all ripe, and those shades of red, pink, and yellow were tantalizing and mouth-watering. She beckoned to us to come to her. Someone said it was not a woman at all, that we should not go, that we should run away.154

Si trattava di una creatura demoniaca, nonostante la sua avvenenza maliosa; uno dei ragazzi decise di andarle incontro, gettandosi nel fiume e nuotando verso di lei, ma purtroppo non fece più ritorno e scomparve per sempre senza lasciare traccia. Xuela ricorda come questa realtà terribile e inspiegabile fosse stata poi come cancellata dai compagni che, insieme a lei, ne furono testimoni diretti. Essi non ne vollero più parlare, sperando che il silenzio esorcizzasse la tragedia; al contrario, Xuela non riuscì a rimuovere la visione avuta quel giorno, adoperandosi piuttosto per valorizzarne aspetti ostracizzati della propria cultura di appartenenza:

They no longer believe what they saw with their own eyes, or in their own reality. This is no longer without an explanation to me. Everything about us is held in doubt and we the defeated define all that is unreal, all that is not human, all that is without love, all that is without mercy. Our experience cannot be interpreted by us; we do not know the truth of it. Our God was not the correct one, our understanding of heaven and hell was not a respectable one. Belief in that apparition of a naked woman with outstretched arms beckoning a small boy to his death was the belief of the illegitimate, the poor, the low. I believed in that apparition then and I believe in it now.155

L’altro fatto sinistro rievocato dalla protagonista riguarda la circostanza in cui, al ritorno da scuola, ella vide una scimmia su un albero e le tirò tre sassi: l’animale afferrò al volo l’ultimo sasso e glielo lanciò contro, colpendola e facendole sanguinare il sopracciglio. Xuela decise di raccontare al padre sia questo episodio, sia quello relativo all’annegamento del ragazzo nel fiume,

154 Cfr. Ibidem, pp. 35-36. 155 Cfr. Ibidem, pp. 37-38.

55

ma egli non le credette, vergognandosi del fatto che la figlia si lasciasse invece irretire in una trama di superstizioni. La colpa sarebbe stata solo dei suoi compagni di classe, di cui, secondo il genitore, Xuela doveva assolutamente diffidare:

You cannot trust these people, my father would say to me, the very words the other children’s parents were saying to them, perhaps even at the same time. That “these people” were ourselves, that this insistence on mistrust of others ─ that people who looked so very much like each other, who shared a common history of suffering and humiliation and enslavement, should be taught to mistrust each other, even as children, is no longer a mystery to me. […] To mistrust each other was just one of the many feelings we had for each other, all of them the opposite of love, all of them standing in the place of love.156

Il padre, determinato a reprimere le origini materne (africane) a favore della discendenza scozzese (del ramo paterno), si pone qui come esempio dell’interiorizzazione di un senso di inferiorità, per combattere il quale il soggetto tende ad esaltare la cultura acquisita, quella europea, a scapito del sapere e dei costumi autoctoni. Gli episodi raccontati da Xuela motiveranno dunque la scelta del padre di trasferirla in un'altra scuola. La protagonista continua allora a percepire il mondo intorno a lei come “full of danger and treachery”157, dove il padre non è la persona rispettabile e generosa che vuole apparire e la matrigna la insidia attraverso incantesimi e cibo avariato. La reazione di Xuela è quella di indossare una maschera, fingendo di comportarsi “as someone […] pitiable, an ignorant child”158, in modo da distogliere l’attenzione nei propri riguardi.

Sia a scuola, sia a casa, ella cerca di apparire una bambina tranquilla e posata, evitando di concentrare l’attenzione sul proprio corpo e su quello degli altri, dato che la regola della castità e