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Il 20 aprile 2010, all’ottantesimo giorno dall’inizio dei lavori per la Deepwater Horizon, alle ore 21.40 locali l’acqua ed il fango esplodono dal tubo di perforazione, la pressione che si era creata all’interno della colonna di perforazione era tale da non essere più contenuta al suo interno e il gas metano venne spinto prepotentemente verso l’esterno, diffondendosi nella piattaforma dove s’incendiò e ne causò la successiva esplosione. L’impianto ha continuato a bruciare per due giorni prima che collassasse nel mare, spezzando un tubo che pompava il petrolio dal sottosuolo alla superficie. Il pozzo si trovava a circa 52

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miglia dalla costa di Venice25, i funzionari hanno dichiarato che al momento

dell’incidente erano presenti 126 persone di cui 17 feriti vennero trasportati nei vicini ospedali in elicottero mentre 11 erano dispersi.

Fig. 17. Punto di localizzazione dell’impianto Deepwater Horizon.26

Dal momento della rottura del tubo al 15 luglio 2010 si è stimata una perdita di petrolio compresa tra i 35 e i 60 mila barili al giorno, creando una chiazza talmente grande da poter essere fotografata dallo spazio e da non riuscire ad evitarne l’arrivo alle coste della Louisiana, dell’Alabama, della Florida, del Texas e del Mississippi. Ancor prima di avere tutte le cifre esatte del disastro si parlava già della più grande fuoriuscita di petrolio mai avvenuta

25 Venice è l’ultimo paese alle rive del Mississippi raggiungibile con l’automobile, per questo

motivo si è guadagnata il soprannome “The end of the world”.

26 CNN: <http://edition.cnn.com/2010/US/04/22/oil.rig.explosion/index.html>. Data ultima

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negli Stati Uniti. Le conseguenze di quest’evento furono devastanti sull’intera vita delle comunità situate lungo la costa del Golfo del Messico e sull’esistenza della flora e della fauna che ruotano attorno a questo ecosistema già fragile. L’inquinamento prodotto dallo sversamento del materiale altamente inquinante costrinse il governo Statunitense a chiudere oltre 84.000 miglia quadrate – circa il 35% – delle acque del Golfo destinate alla pesca commerciale, nonostante ci sia stata una lenta riapertura al commercio del pesce, dal 12 luglio del 2010 ad oggi molte zone rimangono ancora chiuse; avvenuto nel periodo della riapertura stagionale della pescagione, quasi come fosse stato uno strano scherzo del destino, l’inquinamento rappresentava uno dei maggiori danni che le comunità si ritrovarono ad affrontare.27

Le persone presenti nella piattaforma al momento dell’esplosione raccontano del forte boato che udirono e della corsa per mettersi in salvo, la piattaforma si spense e tutto venne avvolto nel buio della notte, quando anche una seconda esplosione si verificò qualche minuto dopo ponendo gli operai di fronte alla drammaticità e irreversibilità della situazione in cui erano immersi, ora bisognava cercare in tutti i modi di contenere la fuoriuscita del petrolio nel mare. Mike Williams lavorava sulla Deepwater Horizon ed era il tecnico elettronico responsabile dei computer e degli impianti elettrici della piattaforma, è stato soprannominato 60 minutes man perché quando venne

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MENDED COMPLAINT, UNITED STATES DISTRICT COURT EASTERN DISTRICT OF LOUISIANA: <http://weitzlux.com/pdf/20100827LeAmendedComplaintMDL2179.pdf>. Data ultima consultazione: 09.05.2013.

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intervistato raccontò la sua percezione sulla durata dell’evento in quel determinato arco di tempo.

I hear the engines revving. The lights are glowing. I’m hearing the alarms. I mean, they’re at a constant state now. It’s just, ‘Beep, beep, beep, beep, beep.’ It doesn’t stop. But even that’s starting to get drowned out by the sound of the engine increasing in speed. And my lights get so incredibly bright that they physically explode. I’m pushing my way back from the desk when my computer monitor exploded.28

I primi giorni dopo l’esplosione la BP nutriva ancora delle grandi speranze per riuscire a sigillare il pozzo attraverso i due sistemi automatici di backup, ma la fiducia svaniva giorno dopo giorno mentre si cercava di riparare un processo irreversibile. Venne spedito un robot sommergibile per effettuare l’operazione il quale riuscì a stabilizzare la situazione ma fallì il tentativo di bloccare la fuoriuscita del petrolio, la sostanza oleosa si fermava sopra tutto quello che incontrava impedendo alla vegetazione e alle specie marine di respirare, soffocandole lentamente sotto questo strato di liquido nero impermeabile. Grazie alle foto aeree scattate dalla NASA si può avere un’idea più precisa sulle dimensioni che la marea nera stava assumendo:

28 CBSN

EWS: <http://cbsnews.com/8301-18560_162-6490197.html>. Data ultima consultazione:

129 Fig. 18. Immagine aerea della marea nera scattata dalla NASA il giorno 01 maggio 2010.29

Nel momento in cui venne scattata la fotografia il petrolio si trovava a circa 200 chilometri da New Orleans stimando un’ampiezza di 3.800 chilometri quadrati – superando l’estensione complessiva dello stato di Rhode Island, la temuta marea nera si stava spostando e qualche giorno dopo avrebbe raggiunto le coste della Louisiana nonostante tutti i tentativi che furono adottati per evitare questo pericoloso incontro. Il punto rosso presente nell’immagine indica la posizione della Deepwater Horizon, questo affiancamento delle due diverse fotografie ci permette di osservare dettagliatamente i particolari della marea nera, indicando le zone in cui è presente una maggior concentrazione di petrolio, la sua estensione e quale

29 NASA: <http://nasa.gov/topics/earth/features/oilspill/oil_spill_gallery.html>. Data ultima

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direzione stava prendendo mentre galleggiava maestosa sopra la superficie del mare.

Accanto alla preoccupazione da parte della BP e di Transocean nel riuscire a bloccare la perdita di petrolio si affiancava il problema della comunicazione del danno, indirizzata soprattutto verso chi il disastro l’ha vissuto in prima persona qualche giorno dopo, quando lo vide arrivare sulle rive delle spiagge e sulle zone paludose chiamate marsh.

Fred: What I think about the disaster? I think they could have cleaned it a whole lot faster if they would say how much oil was coming out, but they lied from day one, ‘cos they could have got this programme going on from day one, instead of letting the oil pouring out like it was pouring… it was like three weeks before they even told how much oil was coming out. Four weeks! From day one they would have let the Federal Government how much oil… the true amount coming out… they could have made something a lot faster, and stop all of that oil from coming… And they didn’t clean it out there, they just sprayed… they didn’t clean it out there, they could have done that from the beginning, Day one were still having… a whole bunch of boats ready to go, to get ready to go, they didn’t start doing it until the oil started hitting the land, that’s when they started to hire people to clean it all.30

Era difficile cercare di capire che cosa fosse successo, cercar di far rientrare questo disastro nel sistema dei significati era un processo che avrebbe richiesto del tempo, un tempo entro il quale le persone si ritrovarono disorientate nel

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luogo in cui sono cresciute, un luogo che ora non sapeva più dare conforto e in cui non ci si poteva rifugiare dal pericolo perché esso era generato dal mare, lo stesso mare che aveva dato una ragione agli uomini di potersi stanziare lì per diverse generazioni.