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La Nalco Holding è una compagnia che opera nel campo delle industrie offrendo un supporto per il mantenimento degli standard di rispetto ambientale attraverso la produzione di solventi chimici, come il trattamento delle acque, la riduzione delle emissioni di CO2, etc45. In particolare nel settore

della produzione e lavorazione di gas e petrolio offre una massimizzazione della redditività, una riduzione dei costi operativi e di protezione delle risorse attraverso la diffusione di diverse tecnologie, garantendo in questo modo la possibilità di operare in zone particolarmente difficili come nel caso delle perforazioni in mare aperto.46 Tra i prodotti di maggior rilievo a livello

mondiale è presente il Corexit: un particolare tipo di solvente che viene utilizzato nei casi di fuoriuscita del petrolio; questo tipo di disperdente a contatto con il petrolio ne permette la rottura molecolare e ne modifica la struttura incorporandolo all’acqua e facendolo così affondare sotto la superficie visibile del mare, ogni piccola goccia di petrolio viene rivestita di molecole di tensioattivi in modo tale da prevenirne la ricombinazione nella forma liquida. Il sito della Nalco riporta che se la macchia di greggio dispersa è consistente l’impiego di questa tecnologia può evitarne l’arrivo alla costa, inoltre riduce

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Nalco offre soluzioni innovative finanziariamente, tecnicamente sostenibili a livello ambientale; nel sito, infatti, riporta sotto al proprio marchio la dicitura “an ecolab company”. NALCO: <

http://nalco.com/>. Data ultima consultazione: 25.05.2013.

46N

ALCO: <http://nalco.com/industries/oil-production-pipelines.htm>. Data ultima consultazione: 13.05.2013.

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anche l’adesione alla flora e la fauna marine.47 I solventi chimici impiegati da

questa società devono essere sottoposti alle valutazioni della Environmental Protection Agency (EPA) per garantire un impatto ambientale minimo.

Quella terribile macchia d’olio nero che continuava ad ingrandirsi sembrava non conoscere la fine dei suoi limiti, presi dall’incertezza e dalla fretta nel voler contenere l’immensità il 12 maggio 2010 l’EPA diede alla British Petroleum una lista con dei nomi di alcuni prodotti per decidere quale sarebbe stato secondo loro il migliore da poter utilizzare.48 La BP dichiara che

in ventiquattrore ha identificato quella che secondo loro rappresentava la miglior risposta al disastro e tre giorni dopo viene reso noto che la Coast Guard e l’EPA hanno approvato l’utilizzo del Corexit EC9500A come forma di prevenzione di raggiungimento della costa da parte del petrolio. I produttori di tale solvente indicano che esso raggiunge la sua massima biodegradabilità in ventotto giorni di applicazione e garantiscono che non persiste nell’ambiente, inoltre, sulla base di informazioni disponibili al momento della scelta, dichiaravano che apparentemente gli effetti a lungo termine erano minimi, perciò queste qualità facevano sì che il Corexit rappresentasse la scelta più adatta. La British Petroleum aveva 246.380 galloni di questa sostanza

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NALCO: <http://nalco.com/applications/oil-spill-dispersants.htm>. Data ultima consultazione: 13.05.2013.

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L’EPA chiarisce che i prodotti da loro presentati non sono approvati, raccomandati,certificati o autorizzati all’uso in casi di dispersione del petrolio. L’elenco viene fornito secondo un accordo

stabilito dal Piano di Emergenza Nazionale. EPA:

<http://epa.gov/emergencies/content/ncp/product_schedule.htm>. Data ultima consultazione: 13.05.2013.

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disponibili per un uso immediato e i produttori potevano fornire altri 68.000 galloni al giorno in modo tale da poter coprire l’intera area, disponeva anche di 100.000 galloni di Sea Brat #4 per un uso immediato. La compagnia petrolifera era pronta all’utilizzo delle armi che aveva immagazzinato per sconfiggere la marea nera. Nelle conclusioni del comunicato che fece specificò che nel verificarsi di una fuoriuscita di petrolio uno dei criteri più importanti è rappresentato dalla quantità disponibile in un tempo immediato, in quanto le condizioni atmosferiche modificano la struttura del petrolio rendendone difficile la rimozione, perciò qualsiasi tipo di composto chimico presente nella lista deve essere utilizzato il prima possibile perché abbia l’effetto desiderato. «They were pioneering this clean-up business, because nobody really knew how to do it. In the past, if you had oil… you know, if oil hit the top of the water for whatever reason, they were generally… had big bombs and kinda boom it up, and then the oil would dissipate in the sun, the sun would break it down pretty quick and it just dissipates»49.

Nei giorni in cui gli fu chiesto di fare una scelta il Corexit rappresentava l’unica sostanza disponibile in grandi quantità, successivamente venne identificato il Sea Brat #4 come un’alternativa meno tossica, ma nel breve arco di tempo concessogli dichiarano di non aver potuto valutare i criteri di tossicità e di una possibile persistenza a lungo termine nell’ambiente. Nessuno degli altri disperdente elencati che presentavano caratteristiche simili al Corexit era

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disponibile perciò la disponibilità data dal prodotto dell’azienda Nalco rappresentava la scelta migliore.50

Ignorando gli studi effettuati in vent’anni riguardo al disastro avvenuto in Alaska nel 198951, la British Petroleum acquista un terzo della fornitura

mondiale di Corexit52 e inizia ad usarlo in maniera spropositata sul Golfo del

Messico, per questo motivo il 26 maggio l’EPA diede l’ordine di ridurre al 75% i 25.000 galloni utilizzati giornalmente ma la compagnia petrolifera ridusse l’uso del solvente al 9%, scendendo a circa 23.000 galloni.53 L’ammontare

complessivo del suo utilizzo sale a 1.84 milioni di galloni di Corexit EC9500A e Corexit EC9527A di cui circa il 58% venne disperso dal cielo.54 La

composizione del solvente venne resa nota qualche settimana dopo l’inizio del suo impiego, rendendo noto agli occhi della popolazione del Golfo del Messico la pericolosità di tale sostanza: la lista degli ingredienti conteneva dei componenti

50EPA: <http://epa.gov/bpspill/dispersants/5-21bp-response.pdf>. Data ultima consultazione:

14.05.2013.

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Il 24 marzo 1989 la superpetroliera Exxon Valdez stava attraversando lo stretto di Prince William quando urtò contro una scogliera disperdendo 11 milioni di barili di greggio. La Exxon Mobil decise di utilizzare il Corexit per limitare i danni già consistenti (vennero inquinati circa 44.000 km2, di cui circa 1900 miglia di costa) del petrolio sulla flora e la fauna marina. Dagli studi che vennero fatti sugli effetti di tale solvente emerse che furono la causa di gravi problemi alla salute degli abitanti dell’Alaska e sospetta causa di morte dei lavoratori che l’hanno utilizzato (Gill, Picou e Ritchie, 2011: 3).

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PRO PUBLICA: <http://propublica.org/article/bp-gulf-oil-spill-dispersants-0430>. Data ultima consultazione: 14.05.2013.

53 T

RANSCRIPS CNN: <http://transcripts.cnn.com/TRANSCRIPTS/1007/01/acd.02.html>. Data ultima consultazione: 14.05.2013.

54 T

HE DAILY BEAST: <http://thedailybeast.com/newsweek/2013/04/22/what-bp-doesn-t-want-you-

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altamente inquinanti55 e la paura di uno scenario simile a quello dell’Alaska si

stava fossilizzando sempre più nel loro immaginario futuro. Ad oltre un anno dal loro impiego vennero identificati cinquantasette chimici di cui cinque associati al cancro, trentatré alle irritazioni cutanee, altre trentatré alle irritazioni oculari, undici ai problemi respiratori, dieci creano problemi ai reni, otto risultano tossici per gli organismi acquatici e altri cinque per i pesci.56

Bandito dall'Europa, il solvente rappresentava la soluzione più pericolosa da prendere al momento di una fuoriuscita di petrolio, anche se la British Petroleum ribadisce di aver effettuato la scelta migliore nessuno riusciva a capire perché questa sostanza venne dispersa in piena notte e senza dare alcun comunicato riguardo alle dovute precauzioni che si sarebbero dovute prendere.

Lois: Who knows, maybe it would have been the right thing to do, but what they did wasn’t the right thing to do. They sprayed these dispersants. Why do you think we have so many people that are sick? Now sick… respiratory problems, cancer… it’s always something, you’re just not feeling good. Well, I think they have a lot to do with it. They say that they didn’t spray, that was bull(shit). You could get up at any time in the night and hear that plane go across that bay back there and across that gulf… but they still deny it.57

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La lista è consultabile nel sito dell’Environment Protection Agency: <http://epa.gov/emergencies/content/ncp/product_schedule.htm>. Data ultima consultazione: 14.05.2013.

56 T

HE GREEN BLOG,NEW YORK TIMES: <http://green.blogs.nytimes.com/2011/08/26/impact-of-gulf-

spills-underwater-dispersants-is-examined/>. Data ultima consultazione: 14.05.2013.

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È difficile determinare se una scelta del genere possa essere stata giusta o sbagliata nel momento in cui si è verificato il disastro; tuttavia era dovere della compagnia petrolifera prendersi la responsabilità della decisione data dall’uso del Corexit e delle sue conseguenze già note in seguito all’episodio accaduto in Alaska, in modo da non far sentire lo sconforto e il timore di ciò che era già stato vissuto. Le emozioni provate in quei giorni riaffiorano negli abitanti di Grand Isle nel ricordo dell’esperienza provata attraverso i sensi, i quali costituiscono il frutto del contesto culturale in cui si è inseriti ma assumono significati diversi a seconda dell’interpretazione individuale. L’individuo conosce il mondo esterno grazie al proprio corpo ed è con il sentire che egli acquisisce una conoscenza sensibile dei luoghi, delle persone, tuttavia solo egli può dare un senso alle cose che lo circondano e che rappresentano la sua condizione di essere-nel-mondo: l’uomo definisce se stesso in relazione agli altri, rapportandosi nel mondo e col mondo (Heidegger, 2011). La percezione che abbiamo del contesto in cui siamo immersi e i legami sociali che costruiamo sono una lettura approfondita che facciamo del nostro universo attraverso l’utilizzo dei sensi; ricordare particolari situazioni non è solo una mera descrizione dell’accaduto ma diventa un’analisi profonda di una realtà corporalmente esperita. Ogni persona vive in un mondo percettivo che si differenzia da quello degli altri ed è tramite questa sensorialità che l’uomo dà un senso al mondo e alla propria esistenza; l’interiorizzazione dei sensi consente l’organizzazione stessa dei dati, la quale consente all’individuo di vivere in

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luoghi pieni di significato, in quanto è esso stesso a fare esperienza attraverso la totalità delle percezioni che concorrono alla formazione del nostro io (Le Breton, 2007). Corpo e sensi formano l’unicità della persona, ci pongono in relazione all’altro e ci consentono di vedere le cose come dense di significati facendoci provare delle sensazioni che si fissano nella memoria.

Cézanne diceva che un quadro contiene in sé persino l’odore del paesaggio. Egli voleva dire che la distribuzione del colore sulla cosa […] esprime da sola tutte le risposte che emergerebbero dall’interrogazione degli altri sensi, voleva dire che una cosa non avrebbe questo colore se non avesse anche questa forma, queste proprietà tattili, questa sonorità, quest’odore… (Merleau-Ponty, 2003. Op. cit. in Le Breton, 2007: 38).

L’uomo apprende attraverso i sensi, acquisisce nuove conoscenze che inserisce in un sistema di significati in cui è culturalmente inserito. Tuttavia capita, a volte, che arrivino degli stimoli dall’esterno a cui non sappiamo dare un senso nell’immediato ma che siano talmente intensi da entrare a far parte della nostra esistenza perché hanno dato consistenza ad un evento che ha sconvolto la quotidianità del presente.

Sabrina: […] We’re gonna have rain down here, that usually washes the air out, you get a nice breeze, you’ve always got a breeze, but there was a time that you could smell it, you could smell the disulphur... well not the disulphur... you could smell the oil, the raw oil.

148 Sabrina: I don’t know what the Corexit smells like.

Sara: Ah, ok.

Sabrina: I don’t know. I mean, I don’t know what it smells like. The Corexit basically, they did fly over the island with it, from what I understand, I mean I didn’t see it, but that doesn’t mean it didn’t happen. I don’t know what it smells like. I know what oil smells like.

Sabrina: But I don’t know… what Corexit smells like. Sara: Because it’s something new.

Sabrina: Something new, I’ve never smelled it, so I don’t know. I know it probably isn’t good for you… you know, if you breathe it in.58

David Le Breton, contrariamente all’idea dell’embodiement alla quale mi riferisco, riporta che l’uomo vive all’interno di un corpo che presenta dei limiti, dispiegandosi verso l’esterno e lo comprende, ne fa esperienza sulla base della propria cultura, ed è così che Nietzsche parla in maniera imprecisa dei confini della conoscenza dell’individuo, quasi come fosse intrappolato all’interno del corpo. La cultura e l’ambiente in cui siamo immersi ci educano ad una percezione del mondo che ci rende diversi di fronte all’altro, tuttavia – contrariamente a quanto sostiene Nietzsche – il nostro corpo non è una prigione e la storicità non determina il nostro essere, in quanto le interpretazioni possibili sulle cose e gli eventi esterni intorno a noi sono infinite, ci modelliamo attraverso di esse e modifichiamo le nostre idee e le nostre

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conoscenze oltre che il nostro corpo e, al tempo stesso noi agiamo sul mondo esterno trasformandolo. Come ha messo in luce la moderna antropologia medica i corpi non sono un concetto astratto distinto dalla sensorialità, infatti non si può parlare nei termini di una differenza dualistica tra biologico e sensibile, quanto piuttosto dell’interazione tra i due. «Il corpo umano è la cornice tangibile dell’identità personale e sociale. Nell’esperienza umana fornisce una costellazione di simboli fisici con la potenzialità sia di significare che di realizzare la relazione tra la persona e il mondo» (Cozzi & Nigris, 2003: 174). Non esiste una separazione netta che vede corpo e mente come contrapposti, al contrario, tutto è fuso in una complessità irriducibile in cui le esperienze e le conoscenze come incorporate e dove il soggetto e l’oggetto sono inscindibili.

La mia vista, per debole o forte che possa essere, vede soltanto un tratto in lontananza, ed è in questo tratto che vivo e mi agito; questa linea d’orizzonte è il mio prossimo, grande e piccolo, destino cui non posso sfuggire. In tal modo, intorno a ogni essere sta un cerchio concentrico che ha un punto centrale e che gli è peculiare. Similmente l’udito ci racchiude in un piccolo spazio, e così pure il tatto. Secondo questi orizzonti in cui, come nelle mura di una prigione, i nostri sensi rinserrano ognuno di noi, misuriamo il mondo; diciamo questo vicino e quello lontano, questo grande e quello piccolo, questo duro e quello molle (Nietzsche, 1964. Op. cit. in Le Breton, 2007: 4).

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La teoria della pratica interpreta in maniera nuova il sapere esperienziale degli esseri umani il quale viene prodotto da scambi continui tra attori sociali e contesto. Le modalità attraverso le quali le persone si orientano col proprio corpo nel mondo è ciò che Ingold definisce con il termine di taskscape, esiste un’interazione tra abilità pratiche e ambiente esterno in cui gli individui vivono. «La differenza, in altre parole, non sta nel modo in cui la gente si

rappresenta l’ambiente nella propria testa, ma nei modi in cui scopre ciò che

l’ambiente permette o acconsente (afford) ai fini delle proprie attività. Questo implica che il modo in cui si percepisce dipende dal modo in cui ci si muove, compreso il modo in cui si cammina» (Ingold, 2004: 73).

Riascoltando le interviste condotte agli abitanti di Grand Isle emergono le loro descrizioni thick riguardo ai ricordi dei giorni del disastro, le loro storie sono dei percorsi sensoriali che attraversano la memoria, una memoria segnata dall’odore di un qualcosa di chimico che ancora oggi è difficile da definire, perché nuovo, perché mescolato ai fumi del petrolio bruciato, per mesi si esalava questo strano miscuglio che ristagnava nell’atmosfera umida e pesante del sud Louisiana. Il Corexit è l’odore della rabbia, delle malattie e del diniego verso gli obblighi di responsabilità.

Lois: It was this… old chemical smell like… You know how old grease? That’s what it would remind me of, like old grease would smell. That and when they sprayed these dispersants the eyes would burn. I know this lady that died last year: she got

151 sick shortly after. She was working out there, on the dock and when they sprayed she would be working at night as a guard, and she died. And I hope that that doctor can prove... he’s trying and he’s close… can prove that that’s what she died of. Then our kids will be compensated and can sue BP for millions I hope. ‘Cos those people don’t care about us. All they care about is the production of oil to make their pockets fat. They don’t care about us. What if it was them? How would they feel if it was their child or their family that had to put up with this? That’s how I feel.59