• Non ci sono risultati.

Molti anni dopo, di fronte al plotone di esecuzione, il colonnello Aureliano Buendía si sarebbe ricordato di quel remoto pomeriggio in cui suo padre lo aveva condotto a conoscere il ghiaccio. Macondo era allora un villaggio di venti case di argilla e di canna selvatica costruito sulla riva di un fiume dalle acque diafane che rovinavano per un letto di pietre levigate, bianche ed enormi come uova preistoriche. Il mondo era così recente, che molte cose erano prive di nome, e per citarle bisognava indicarle col dito. Tutti gli anni, verso il mese di marzo, una famiglia di zingari cenciosi piantava la tenda vicino al villaggio, e con grande frastuono di zufoli e tamburi faceva conoscere le nuove invenzioni. Prima portarono la calamita. Uno zingaro corpulento, con barba arruffata e mani di passero, che si presentò col nome di

12 A questo proposito è interessante notare che il nome del sito web utilizzato dalla compagnia è

www.deepwater.com.

13 Tratto dal libro di Rowan J

ACOBSEN, Shadows on the Gulf. Quad/Graphics, Fairfield, Pennsylvania, 2011, p. 46.

116 Melquíades, diede una truculenta manifestazione pubblica di quella che egli stesso chiamava l'ottava meraviglia dei savi alchimisti della Macedonia (Garcia Márquez, 1974: 9).

Nel villaggio accadevano cose strane, questo mondo per loro era un posto nuovo e ogni anno con l’arrivo degli zingari s’inserivano nuovi oggetti a cui la piccola comunità cercava di dare un significato.

Andò di casa in casa trascinando due lingotti metallici, e tutti sbigottirono vedendo che i paioli, le padelle, le molle del focolare e i treppiedi cadevano dal loro posto, e i legni scricchiolavano per la disperazione dei chiodi e delle viti che cercavano di schiavarsi, e perfino gli oggetti perduti da molto tempo ricomparivano dove pur erano stati lungamente cercati, e si trascinavano in turbolenta sbrancata dietro ai ferri magici di Melquíades. «Le cose hanno vita propria,» proclamava lo zingaro con aspro accento, «si tratta soltanto di risvegliargli l'anima.» José Arcadio Buendía, la cui smisurata immaginazione andava sempre più lontano dell'ingegno della natura, e ancora più in là del miracolo e della magia, pensò che era possibile servirsi di quella invenzione inutile per sviscerare l'oro della terra. Melquíades, che era un uomo onesto, lo prevenne: «Per quello non serve.» Ma a quel tempo José Arcadio Buendía non credeva nell'onestà degli zingari, e così barattò il suo mulo e una partita di capri coi due lingotti calamitati (Garcia Márquez, 1974: 9-10).

Macondo è il frutto dell’immaginazione di uno dei principali protagonisti del racconto di Gabriel Garcia Márquez Cent’anni di solitudine, proprio perché luogo fantastico il tempo in questa città è fermo, tutto è statico e si ripete ciclicamente come fosse un eterno ritorno al di fuori del tempo stesso, collocando gli avvenimenti al di là della vita e della morte. Sembra di non sfuggire mai dal passato che si ripresenta sempre nel futuro generando un caos

117

costante nella piccola comunità sudamericana, nonostante la temporanea armonia data dall’arrivo del progresso, Macondo non conosce la pace, e la solitudine diviene l’unico strumento di sopravvivenza possibile nel paese folle e spettrale nell’attesa di una morte inevitabile.

Il capostipite della famiglia Buendía, seguito da altri giovani del suo villaggio d’origine, dopo aver attraversato l’amazzonia e girovagato per molto tempo, decisero di fermarsi e stanziarsi in un luogo sperso ed isolato dal mondo circostante: era un posto talmente bello da sembrare surreale. Inizialmente le persone vivevano in armonia tra loro, esse godevano della ricchezza della natura la quale offriva tutto il necessario per poter vivere nella pace della natura, purtroppo con il susseguirsi delle generazioni e l’arrivo della modernità introdotta dalla piantagione di banane, questo magico equilibrio si ruppe e per Macondo ebbe inizio un declino che lo porterà alla caduta: divenne un posto pieno d’odio e di violenza e degli anni fiorenti in cui la famiglia Buendía decise di stabilirsi in quelle terre non rimase che un nostalgico ricordo.

Ai confini tra l’onirico e il reale il romanzo si dispiega nei racconti dell’autore attraverso le vicissitudini delle visioni apparse in sogno ai protagonisti, ed è così che Josè Arcadio Buendía decise di assegnare al villaggio il nome Macondo, fu il sogno di una notte che echeggiava nella sua mente suggerendo questa parola dal carattere evocativo. «Quella notte Josè Arcadio Buendía sognò una notte che in quel luogo sorgeva una città rumorosa piena di case con pareti di specchio. Chiese che città fosse quella, e gli risposero con un

118

nome che non aveva mai sentito, che non aveva alcun significato, ma che nel sonno aveva avuto un’eco soprannaturale: Macondo» (Garcia Márquez, 1974: 32).

Del paese scosso dalla follia e dai drammi che venne distrutto dall’uragano non si hanno ancora delle certezze riguardo all’origine del suo nome, tuttavia si presume che l’autore Gabriel Garcìa Màrquez si sia lasciato ispirare da un villaggio bananiero situato vicino al proprio paese natale, egli lo osservava dal finestrino del treno mentre si spostava da una cittadina all’altra: Makond era il nome di una piantagione di banane presente nei pressi di Aracataca14 abitata

dai gringos15, i ricordi di Màrquez girano attorno a questo villaggio racchiuso

nel filo spinato in cui egli vi scorgeva una rimarcabile diversità che racchiude la sua visione di villaggio ideale, la stessa che poi decise di riportare nel famoso romanzo.

La parola Macondo oggi non rappresenta solo il villaggio visionario dello scrittore, lo stesso nome si decise di utilizzarlo per chiamare il pozzo pionieristico della British Petroleum situato ad una profondità tale che nessun’altra compagnia petrolifera avrebbe voluto affrontare. Forse la BP intravedeva la stessa prosperità che Josè Arcadio Buendìa ebbe in sogno, ma il nome si rivelò tremendamente profetico e portò allo sfascio anche questa operazione, forse troppo rischiosa. Le compagnie petrolifere per garantire la

14 Il nome infatti nella lingua bantu significa banana.

15 Termine usato dalla popolazione Sudamericana per riferirsi agli stranieri di cultura occidentale,

119

segretezza durante il periodo di pre-vendita, usano dare delle parole identificative in codice per le prime fasi di esplorazione off-shore. La categoria dei nomi che verrà assegnata si riferisce ad un determinato anno o area geografica ed è costretta a seguire un tema che non faccia alcun riferimento alla zona o alle sue caratteristiche geologiche, per questo motivo molti pozzi riportano i nomi di alcune bevande, dei corpi celesti, etc. Macondo fu la scelta vincente di un concorso per la raccolta fondi che si svolse in una campagna interna alla United Way16, il nome faceva chiaro riferimento al paese innocente

del romanzo Cent’anni di solitudine, quasi a realizzare quell’utopia di Tommaso Campanella trascritta nella sua opera filosofica “La città del Sole”; ma il richiamo allo sfacelo che il nome del pozzo esplorativo indicava era talmente evocativo da suggerire un titolo perfetto per le testate giornalistiche, tuttavia come riporta l’autore di “Communication and Organizational Crisis”, Matthew Seeger, «It's part of a long-term strategy. […]Those who control the naming of something control how it is perceived»17. Per questo motivo

Macondo rimase il nome identificativo del pozzo e non del successivo disastro che ha distrutto i sogni di chi sperava in un futuro all’insegna di una nuova prosperità per il Golfo del Messico.

Macondo era localizzato nel Mississippi Canyon Block 252 a 130 miglia da New Orleans. Il piano della BP prevedeva una perforazione che sarebbe

16 T

HE NEW YORK TIMES: <http://nytimes.com/gwire/2010/09/09/09greenwire-companies-involved-

in-gulf-oil-spill-play-name-79834.html?pagewanted=all>. Data ultima consultazione: 07.05.2013.

17 T

HE NEW YORK TIMES: <http://nytimes.com/gwire/2010/09/09/09greenwire-companies-involved-

120

continuata fino al raggiungimento della pay sands per poi sigillare con dei tappi di cemento senza rimuovere il blowout preventer18 permettendo alla piattaforma

di pompare petrolio senza correre troppi rischi. Nel 2009 la Deepwater Horizon aveva creato un pozzo a 35.055 piedi di profondità, del quale detiene ancor oggi il record mondiale per quest’impresa. Per la BP il tempo era denaro: aveva concesso 96 milioni di dollari con un tempo massimo di settantotto giorni, il motivo di tanta fretta era rappresentato dai 1,5 milioni di dollari che ogni giorno venivano spesi principalmente per pagare la Transocean – proprietaria della piattaforma – e il noleggio dell’attrezzatura (Jacobsen, 2011: 46). Questi costi, estremamente elevati, facevano pressione sul dover terminare il lavoro nel più breve tempo possibile perché anche i giorni senza perforazioni rappresentavano un costo fisso per la compagnia.

Fred: ‘Cos it was over budget. The project was over budget. ‘Cos the oil would cost more and more money, they tried… I think they were trying to cut costs, trying to save money, because it was going over budget. They plead guilty… to it, you know. So now you know, but…

[…]

F: What happened? According to the tv they were trying to cut costs.

18

Il pozzo petrolifero è composto da una lunga tubazione che, tramite pressione, estrae il greggio dal sottosuolo. Dato il metodo di estrazione basato su un sistema di pressione e contro-pressione è probabile che le materie prime, altamente infiammabili, raggiungano la piattaforma presente in superficie. Per questo motivo è stato creato il blowout preventer, ovvero è un sistema di sicurezza che verrebbe utilizzato nel caso in cui potessero verificarsi delle fuoriuscite, infatti In situazioni d’emergenza (eruzione del pozzo) il blowout preventer funzionerebbe come otturatore per il pozzo.

121 Jane: Try to …

F: Try to save money.19

Ciò che rallentava il lavoro pratico erano le regolamentazioni imposte dal

Minerals Management Service20 e dallo studio che si stava effettuando sul

futuro di Macondo, ovvero a come si sarebbe potuto mantenere attivo l’impianto dopo aver effettuato questo lavoro di perforazione. Accanto alle pressioni esterne, il lavoro era sempre influenzato da un costante stato di agitazione nel riuscir a controllare il gas, l’elemento maggiormente infiammabile. Nel 2010 il pozzo Macondo fu teatro di vicende sfortunate che portarono al grande disastro che noi tutti oggi conosciamo. Il giorno 8 marzo le esplorazioni erano arrivate a 13.305 piedi sotto la superficie ed avevano quasi raggiunto le famose pay sands ma la forza del gas stava spingendo così prepotentemente da veder costretti i lavoratori a chiudere tutto con un tappo di cemento spesso 2000 piedi e a risalirne altri undici mila per spostarsi e continuare a perforare da un’angolazione diversa. In sole due settimane la BP aveva perso 25 milioni di dollari (Jacobsen, 2011). Il secondo incedente avvenne invece il 3 aprile dello stesso anno: l’obiettivo iniziale era quello di raggiungere i ventimila piedi perché si pensava potessero esserci più

19

Dall’intervista con Fred e Jane del 28 novembre 2012.

20 Il Bureau of Ocean Energy Management, Regulation and Enforcement (BOEMRE) conosciuto

come Minerals Management Service (MMS) è un’agenzia che si occupa della gestione del gas naturale, del petrolio e altre risorse minerarie. BUREAU OF OCEAN ENERGY MANAGEMENT,REGULATION AND ENFORCEMENT: <http://boemre.gov/>. Data ultima consultazione: 08.05.2013.

122

idrocarburi ma a 18.260 piedi ci fu una perdita dei fanghi di perforazione21.

Realizzare un altro tappo di cemento avrebbe comportato il rischio di creare un’altra rottura dovuta alla pressione esercitata per effettuare l’operazione, così decisero di chiudere il foro con il cemento high-tech di Halliburton22

usandone meno e pompandolo nel fondo più lentamente per ridurre la pressione. Tuttavia meno cemento impiegato significava anche minor spazio riempito e la scarsa pressione utilizzata poteva aver lasciato dei detriti all’interno che avrebbero indebolito il cemento.

Si decise di effettuare dei test per verificare se il materiale avrebbe sigillato completamente il pericoloso foro. I riscontri riguardo al funzionamento del cemento espanso utilizzato nelle condizioni in cui era posizionato il foro, avevano dato come risultato un completo fallimento, ma sia la BP che la Halliburton decisero di proseguire con il piano che avevano stabilito nonostante gli esiti negativi (Chief Counsel’s Report, 2011: 95-96). Il 15 aprile l’ingegnere Jesse Gagliano comunicò agli ufficiali della British Petroleum che c’erano alte probabilità che il gas avrebbe attraversato il cemento se non

21

I fanghi di perforazione sono dei materiali liquidi usati nella perforazione di pozzi – in questo caso per la ricerca di idrocarburi – permettendo di praticare dei fori senza che si accumulino detriti all’interno ed evitano la rottura della trivella al contatto con la roccia, inoltre, grazie alla contro-pressione che esercitano sostengono le pareti del foro e tengono sotto controllo la fuoriuscita di fluidi e l’eruzione del pozzo.

22 La Halliburton è una multinazionale Statunitense che opera nel settore petrolifero attraverso il

rifornimento del materiale; venne assunta dalla British Petroleum provvedere alla fornitura del cemento. Fonte: Macondo: the gulf oil disaster. Chief counsel's report 2011, Agency publisher: national commission on the BP deepwater horizon oil spill and offshore drilling, p. 34.

123

venivano fatte tempestivamente delle modiche23. Per assicurare la tenuta del

tappo e garantire una maggiore protezione, nel tubo in cui viene pompato il cemento è presente una valvola unidirezionale chiamata float collar la quale si apre in una sola direzione per evitare che il cemento possa fuoriuscire. Data la frequenza dei fallimenti relativi ai test sul cemento a profondità elevate, solitamente si usa effettuare un’ulteriore prova sulla sua tenuta, l’operazione viene chiamata negative-pressure test, un intervento preventivo che inizialmente né Transocean né BP avevano intenzione di effettuare ma Jimmy Harrell dipendente di Transocean e manager dell’impianto cambiò idea poco dopo dichiarando che i lavori non sarebbero proseguiti senza aver avuto i risultati di questo test. La Deepwater Horizon aveva già svolto questo tipo di verifica diverse volte, ma in quella circostanza decisero di cambiare il protocollo delle procedure di analisi: anziché aspettare l’esito del test questa volta si decise di accelerare i tempi sostituendo il fango di perforazione con l’acqua del mare mentre si stava facendo questa operazione per poi inserire il tappo di cemento. Alle 21.08 la situazione inizia ad essere critica: erano fuoriusciti 1.638 galloni di materiale liquido più di quanto era stato pompato dentro al tubo, mentre la pressione continuava ad aumentare costantemente. Mezz’ora dopo senza comunicare alcuna notizia le pompe che stavano immettendo l’acqua al posto

23 T

HE WALL STREET JOURNAL:

<http://online.wsj.com/article/SB10001424052748703447004575450110807492410.html>. Data ultima consultazione: 09.05.2013.

124

dei fanghi di perforazione vennero chiuse per risolvere dei problemi meccanici (Jacobsen, 2011).

Fig. 16. Le revisioni last minute effettuate nel pozzo Macondo24.

Il concatenarsi degli eventi scatenati da scelte sbagliate ha fatto avverare quell’inquietante profezia che il nome Macondo evocava sin dal momento in cui venne scelto. Il racconto di questi antefatti ci aiuta a comprendere cosa successe prima che noi leggessimo sulle testate giornalistiche del 20 aprile 2010 questa notizia che sembrava come emersa dal nulla, nell’ignoto della nostra quotidianità.

24 Macondo: the gulf oil disaster. Chief Counsel's Report 2011, Agency publisher: national

125 On April 20, 2010, the Macondo well blew out, costing the lives of 11 men and beginning a catastrophe that sank the Deepwater Horizon drilling rig and spilled over 4 million barrels of crude oil into the Gulf of Mexico. The spill disrupted an entire region’s economy, damaged fisheries and critical habitats, and brought vividly to light the risk of deepwater drilling for oil and gas – the latest frontier in the national energy supply. Soon after, President Barack Obama appointed a seven-member Commission to investigate the disaster, analyze its causes and effects, and recommend the actions necessary to minimize such risks in the future. (Chief Counsel’s Report, 2011: quarta di copertina)