3. LE IMPLICAZIONI DEGLI INDICATORI DI LIQUIDITA’
3.1 Basel III Monitoring Exercise
3.1.1 Evidenze sul Liquidity coverage ratio
Per la prima volta, i calcoli del Liquidity coverage ratio in questa relazione di Settembre 2016 si basano sul Regolamento delegato (UE) 2015/61 che all'articolo 38, in conformità con l’articolo 460 del CRR, fissa il requisito minimo al 60% dal 1° Ottobre 2015 con un aumento graduale del 10% annuo fino al 100% il 1° Gennaio 2018, un anno prima delle previsioni a regime stabilite dal Comitato di Basilea.
La Commissione, nel regolamento delegato, pur mantenendo la distinzione tra attività di altissima liquidità (livello 1) e attività di livello 2A e 2B, ha modificato, sollecitata dal
Europen Banking Authority, alcuni requisiti per gli strumenti già acquisiti come High Quality Liquidity Assets sotto Basilea III e migliorato il grado di liquidità dei covered bond di altissima qualità; ha inoltre aumentato la gamma di strumenti non catturati da
Basilea III (ad esempio attività delle banche promozionali, ecc) e modificato la composizione della riserva di liquidità prevedendone una composizione minima per il suo 30% da parte delle attività di livello 1 ad esclusione dei covered bond di altissima qualità. Inoltre, fermo restando la modalità di calcolo di afflussi e deflussi di cassa stabilità in Basilea III, la Commissione ha previsto alcune deroghe europee riguardanti tra l’altro tassi più elevati per alcuni depositi al dettaglio sulla base di alcuni criteri (residenza depositante, valuta del deposito, canale di distribuzione usato) o l’esenzione totale o parziale di alcuni afflussi dal limite di computabilità del 75% rispetto ai deflussi, previa approvazione da parte di un’autorità competente.
La figura seguente fornisce una panoramica dei risultati e della distribuzione del
Liquidity Coverage Ratio al 31 Dicembre 2015, nel campione di banche europee
Source: European Banking Authority, “CRD IV – CRR / Basel III Monitorning excercise-resuls based on data as of 31 December 2015”, September 2016.
Le banche del Gruppo 1 presentano una media ponderata di LCR pari al 126,8 %. Nel dettaglio tutte le G1 soddisfano già al 31 Dicembre 2015 il requisito del 70% minimo previsto per Gennaio 2016 e la grande maggioranza di queste, ossia 32 su 35 banche, hanno già un livello LCR a regime pari al 100%.
Le banche del Gruppo 2 registrano invece un LCR medio ponderato pari al 169,3 %; 3 di esse non raggiungono il requisito minimo del 70%, mentre 13 devono ancora incrementare ulteriormente le loro posizioni di liquidità al fine di raggiungere il requisito del 100% per mezzo di 1,5 miliardi di euro in attività liquide.
Complessivamente il deficit per giungere al livello di regime dell’LCR nel 2018 è stimato essere pari a 10,8 miliardi di euro: 7,6 per le G1 e 3,2 per le G2.
Guardando all’evoluzione dell’LCR nel periodo che va da Giugno 2011 a Dicembre 2015 per i due gruppi di banche (Figura 11), si registra un notevole sforzo nello incremento del suo valore dell’ordine del 61,5% per le G1 e dell’86,9% per le G2 con un’influenza non trascurabile, tra Giugno e Dicembre 2012, dell’effetto della ricalibrazione dello strumento pubblicata dal Comitato di Basilea nel Gennaio 201344.
Source: European Banking Authority, “CRD IV – CRR / Basel III Monitorning excercise-resuls based on data as of 31 December 2015”, September 2016.
Come si può osservare in figura 11, storicamente il Liquidity Coverage ratio delle G1 è sempre stato inferiore a quello delle G2. Le prime infatti, avendo un’operatività internazionale, hanno sofferto maggiormente del rischio di liquidità e della sua inedita interconnessione con il rischio di mercato e il rischio di default caratterizzante la crisi. Tuttavia, i valori estremamente positivi di LCR raggiunti, attribuibili sia ad aumenti del numeratore sia a decrementi del denominatore, vanno ancora valutati alla luce delle innumerevoli e consistenti iniezioni di risorse liquide elargite costantemente da parte delle autorità internazionali monetarie come risposta compatta al collasso della liquidità verificatosi; pertanto non siamo ancora in uno scenario ordinario con dati fisiologici. Per le banche del gruppo 1 il motore principale dell’ aumento del livello di LCR nel tempo è stato l’aumento dell’high quality liquidity asset.
Durante il periodo di Giugno 2011 - Dicembre 2012, entrambe le banche del Gruppo 1 e Gruppo 2 hanno aumentato la cassa e le riserve presso le banche centrali per conformarsi al regolamento LCR e da Giugno 2013 a Giugno 2015, sono stati i titoli i principali driver per la conformità ( Figura 12 e Figura 13 ).
Source: European Banking Authority, “CRD IV – CRR / Basel III Monitorning excercise-resuls based on data as of 31 December 2015”, September 2016.
Source: European Banking Authority, “CRD IV – CRR / Basel III Monitorning excercise-resuls based on data as of 31 December 2015”, September 2016.
Per le G1 la componente ''Level 1 assets-cash and central bank reserves” è quella principale per l’aumento dell’LCR mentre nelle G2 rilevano le attività di livello 1 che includono i titoli, compresi quelli sovrani. Come appare dai grafici in alto, l’high quality
liquidity asset, numeratore dell’LCR, si compone prevalentemente di cash e riserve
presso la Banca centrale per le G1 e di securities per le G2.
Per entrambi i gruppi di banche, i cash e le riserve presso la banca centrale subiscono un grande incremento sino al Dicembre 2012, giustificato da un atteggiamento di maggiore prudenza per la crisi finanziaria; lo stesso dicasi per le securities che trovano una rinnovata appetibilità grazie al progressivo miglioramento dell’andamento dei mercati. Le attività 2A e 2B mantengono invece pressoché inalterati i loro valori per entrambi i gruppi di banche alla luce delle irrilevanti dimensioni dei loro mercati di riferimento. Passando al denominatore è da evidenziare come per le G1 ci sia stato un andamento maggiormente irregolare dei deflussi di cassa rispetto alle G2.
Sulle banche del primo gruppo ha pesato maggiormente la contrazione dei depositi non operativi intervenuta a seguito della ricalibrazione dell’indicatore nel Gennaio 201345, mentre sulle banche appartenenti al secondo gruppo ha influito la quota rilevante e stabile dei depositi retail, aspetto strutturale di questo tipo di intermediari che presentano un orientamento operativo estremamente tradizionale.
Gli afflussi di cassa invece in diminuzione sino al Dicembre 2012, hanno registrato cambiamenti rilevanti per le G1 con una forte crescita a partire dal Giugno 2013 e una maggiore sofferenza nelle banche G2 soprattutto nel primo momento di compliance previsto dal Comitato.
All’aumentare del livello di Liquidity coverage ratio è corrisposta una progressiva diminuzione del suo livello di deficit da Giugno 2011 a Dicembre 2015 in corrispondenza dei diversi step regolamentari. (Figura 14).
45 Basel Committee on banking supervision, “The Liquidity Coverage Ratio and liquidity risk monitoring tools”, January 2013.
Source: European Banking Authority, “CRD IV – CRR / Basel III Monitorning excercise-resuls based on data as of 31 December 2015”, September 2016.
Il trend positivo nell'evoluzione del LCR si è riflesso anche in un sensibile aumento dal periodo che va da Giugno 2011 a Dicembre 2015, della quota delle banche, sia G1 che G2, con un LCR superiore al 100 %, come è possibile riscontrare nelle figure 15 e 16 . Al Dicembre 2011, solo il 21 % delle banche del Gruppo 1 e il 42 % delle banche gruppo 2 soddisfaceva il requisito minimo di LCR 100 %; mentre al 31 Dicembre 2015 ben il 93 % delle G1 e il 95 % delle G2 presentano un LCR superiore al 100%.
Source: European Banking Authority, “CRD IV – CRR / Basel III Monitorning excercise-resuls based on data as of 31 December 2015”, September 2016.
Source: European Banking Authority, “CRD IV – CRR / Basel III Monitorning excercise-resuls based on data as of 31 December 2015”, September 2016.