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2.5 Fattucchiere e fattucchier

Nel documento Magia e malocchio (pagine 42-49)

“Zio giuseppe è diventato mago così: è andato al cimitero, ha messo i soldi su un tavolo e i diavoli gli hanno detto molte parole”14

In presenza di segni di malocchio (strani mal di testa, problemi di latte in maternità, strane malattie, perdita di peso ecc.), ci spiega De Martino, l’operatore esegue per prima cosa una analisi del paziente per verificare la presenza o meno della malattia magica. In alcuni casi per valutare il paziente si esegue direttamente la cura magica, attraverso la recita di parole segrete e varie azioni rituali che implicano simbolismi della croce misti a pratiche magiche primordiali.

Ecco che l’operatore, dopo aver tracciato una croce sulla fronte del paziente “recita una preghiera particolare e si immerge nel corso della recitazione in una condizione psichica oniroide controllata, e in tale condizione si immedesima nello stato di fascinazione del cliente, e lo patisce”. 15A questo punto se la

fattucchiera sbadiglia e lacrima, significa che il malocchio è presente e

14 Ivi. pp 77 15 Ibidem.

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l’operazione in corso. Se non ci sono sbadigli significa che il paziente soffre di un normale malanno e non c’è stata fattura magica su di lui.

Ci viene detto però che capita in alcuni casi che la fattura sia così ben fatta e mossa da mani così potenti da non essere vista dal fattucchiere, rimanendo di fatto incurata.

Le formule recitate nelle operazioni della rimozione del malocchio si rifanno spesso alle tematiche cristiane, andando a mischiare credenze pagane con liturgie simili a quelle di una preghiera in un mix che dà vita a storielle e miti simbolici.

A volte le parole vengono tenute segrete. Emerge in questo caso la natura misteriosa ed ermetica del mondo della magia, natura nella quale difficilmente lo studioso riesce a immergersi del tutto se non facendosene coinvolgere. Di questa tematica parleremo più avanti analizzando proprio la difficoltà di analizzare un mondo segreto dall’esterno e le conseguenze dell’immersione dello studioso nell’oscurità del mondo magico.

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ritenuti dotati di poteri straordinari.

De Martino nelle sue interviste ci riporta numerosissimi esempi, spesso si parla di donne, fattucchiere con esperienza nella magia dell’occhio, donne anziane che si tramandano antiche tradizioni esoteriche e capaci, secondo la popolazione locale, di rompere la fascinazione o dare il malocchio.

Un esempio interessante ci viene riportato nel capitolo 7 di Sud e Magia, il caso che analizzeremo è quello di “Zio Giuseppe”.

“Zio Giuseppe, è il mago contadino della zona, colui da cui la gente si reca per le questioni di magia, l’amico della povera gente, come abbiamo sentito qualche volta chiamarlo dai suoi clienti”16. Questo personaggio torna più volte nelle

varie vicende raccontate relative all’area di Albano. A Zio Giuseppe sono attribuiti poteri straordinari e conoscenze che si rifanno ad un’era mitica dell’umanità, si dice infatti “che conosce la scienza antica, e forse ricorda qualche cosa, e adesso la dice a noi”17. Le conoscenze di Zio Giuseppe

proverrebbero quindi a una antica sapienza oramai dimenticata, sono personaggi come lui che, tramandandosi per via orale o attraverso libri segreti le antiche

16 Ivi. pp.61 17 Ibid.

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arti, posseggono ancora il potere di manipolare la magia, di farsi tramite tra l’uomo comune e il mondo dello sconosciuto.

Questa tematica ci permette di identificare numerose similitudini con l’altra grande branca della teoria magica, stiamo parlando dell’alchimia, non poche sono infatti le analogie con il concetto di antica scienza e di segreti nascosti nei libri codificati dei fattucchieri che ritroveremo successivamente anche nelle credenze del Bocage di Favreet Saada.

Tornando a Zio Giuseppe, questo personaggio gode di altissimo prestigio e viene considerato uno dei massimi operatori magici della zona, in una delle prime narrazioni una donna ha la figlia malata, non riesce a trovare alcuna cura e nemmeno a capire che tipo di malattia abbia, le viene consigliata una fattucchiera, la donna le fa visita ma questa le chiede dei soldi in cambio, la donna rifiuta, non si chiede denaro per questo genere di cose.

Ecco che la donna decide di andare da zio Giuseppe, una volta entrata dice “Mi dovete indovinare perché tengo il fidanzato in America e non mi scrive più”, lui si mette a ridere e le risponde “non sei una zitellona, sei madre di 6 figli”.

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potenza. Questo personaggio pare capace di leggere nella mente, prevedere il futuro o comunque di attingere ad una conoscenza superiore che ne garantisce la veridicità dei poteri.

Importantissimo è il commento della donna, sorpresa dalla risposta spiega come abbia pensato che qualcuno del paese possa aver riferito all’uomo la sua situazione, ecco però che commenta: “poi mi è stato spiegato che no, ci sono questi magiari, sono gente nata prima di Gesù Cristo”18. Torniamo così a una

credenza antichissima trasposta dal folklore nella figura dei magiari, potremmo citare il mito dell’ebreo errante o la storia dei 9 saggi presente nelle credenze induiste così come il più recente e immortale (o estremamente longevo ) alchimista Fulcanelli, Nicolas Flamel, ma troveremmo centinaia di esempi che ci raccontano la storia di personaggi che vivono vite lunghissime dotati di poteri straordinari e provenienti, in alcune di queste storie, da lontane età dell’oro dove l’umanità era dotata di un sapere superiore.

A proposito dello Zio Giuseppe, De Martino riporta un interessante episodio. Si dice che si vada allo Zio per disfare le fatture, in alcuni casi però il magiaro

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può anche fare delle magie su commissione diventando di fatti un fattucchiere, ecco che in questi casi emerge l’imbrarazzo dell’operatore magico che si ritrova a disfare una sua malia.

L’episodio viene raccontato con la vicenda dell’artigiano Vito Dragonetti che ci

narra come fin da bambino “venivano sempre a trovarmi di notte quella gente

che dalle nostre parti chiamiamo maciare”19, i maghi, in una forma totalmente

onirica entrano dalla serratura e si siedono sul letto della vittima. Lui vorrebbe chiedere aiuto ma non riesce a parlare (questo elemento torna prepotentemente nei racconti legati al fenomeno delle così dette “paralisi notturne”, trattato in ambito psichiatrico, neurologico e psicologico). Il ragazzo non vuole essere toccato e cerca di allontanarsi dalle oscure figure. Quando finalmente riesce a parlare, i maghi se ne vanno via. A 22 anni il soggetto inizia a sentire un forte dolore allo stomaco, nessun dottore però pare trovare una spiegazione, ecco che gli viene suggerito di recarsi da Zio Giuseppe (come accade in ogni caso dove la medicina non riesce a dare una soluzione, torna di nuovo il dualismo tra medicina e magia che, in qualche modo convivono).

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Una volta recatosi dal maciaro, Zio Giuseppe dice che la causa dei mali non è una fattura, al ché il soggetto torna sulla pista della classica malattia.

Una volta all’ospedale di Napoli il giovane incontra un vecchio che leggendogli la mano gli dice: “Tu sei affatturato! Però appena si vede, è cosa leggera perché otto stanno facendo la fattura e otto la stanno disfacendo”20. Il protagonista della

storia finisce con l’avere a che fare con vari maciari fino a che non trova una indovinatrice di Genzano che finalmente individua e cura la sua fattura.

Tornato dallo Zio Giuseppe, il giovane chiede speigazione, il racconto non riporta la risposta dello Zio, quello che il giovane pensa però è che: “da Zio Giuseppe, prima di me, c’era andata una ragazza per farmi fare la fattura, ed io ero capitato proprio da chi non dovevo andare”21.

Ecco che la figura del fattucchiere cambia forma prendendo connotazioni più ambigue. L’immagine del benefattore magico, viene sostituita da quella di una figura che agisce secondo leggi poco chiare, qualcosa che lo avvicina più a uno spirito o a un essere non umano che a quell’aura salvifica data in principio da alcuni resoconti. Pare quasi che colui che ha il compito di fare da interprete tra il

20 Ibid. 21 Ivi. P. 63

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mondo della natura e dello sconosciuto e la fragile figura dell’uomo comune, diventi lui stesso parte di quel mondo, incomprensibile e imprevedibile come un’immensa forza cosmica che minaccia la presenza degli affatturati.

È proprio questa la natura del mondo magico, una natura dove si viene dominati, dove ci ritroviamo a subire l’influsso di “una forza estranea a maligna”22.

Gli stessi maciari da cui ci andiamo a curare dalle fatture diventano di colpo una minaccia.

Il trsto di De Martino, riporta molti episodi di attacchi notturni da parte dei maciari, famiglie da sempre perseguitate da queste figure e vere e proprie lotte tra l’affatturato e il maciaro (con molte analogie con alcuni elementi riportati dal testo di Favreet Saada che analizzeremo successivamente). Gli espisodi raccontati vengono considerati come reali, non si fa riferimento a eventi accaduti nel sogno ma a figure presenti nella stanza o nel letto proprio nella realtà della vittima.

Nel documento Magia e malocchio (pagine 42-49)