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TRA MASCHI E FEMMINE E ATTEGGIAMENTO VERSO DI ESSI

4. PERCHÉ LE FEMMINE SONO PIÙ BRAVE?

Vari studi e ricerche hanno messo in evidenza come il rendimento scolastico fem-minile sia migliore di quello maschile; i risultati in termini di giudizi e voti appaiono mediamente superiori ai vari livelli di istruzione e anche la dispersione scolastica del-le alunne (ripetenze, abbandoni, cambi di scuola) risulta più contenuta (G. Gasperoni 1998, L.L. Sabbadini 2004; M. Salati 2006).

È sembrato utile approfondire tale fenomeno per la sua rilevanza ma anche perché ci ha consentito di rifl ettere con gli/le insegnanti su una diff erenza oggettiva basata sul genere che non sempre viene percepita o analizzata secondo le cause che la deter-minano. Non possiamo dimenticare che uno dei compiti peculiari del/della docente è quello di valutare le conoscenze e le competenze acquisite da tutti gli studenti; la qual cosa li rende testimoni privilegiati, non sempre del tutto consapevoli dei mecca-nismi da loro stessi messi in atto durante l’esercizio complesso della loro professione educativa.

Da quanto emerso da interviste e focus group non si riscontra infatti consenso unanime rispetto alla maggiore bravura delle bambine/ragazze; qualcuno sostiene che, secondo la propria esperienza, l’atteggiamento e i risultati scolastici variano in base agli/alle alunni/alunne e alle classi:

“Cinque anni fa avevo un gruppo di maschi…non solo ordinati ma anche in grado di porsi delle domande e di andare in cerca di risposte: bambini maturi, completi, coi quali è bello fare scuola. Adesso ho sette maschi e dodici femmine e sono uno peggio dell’altro nel senso che non ce n’è uno maturo…sono incapaci di organizzarsi, di essere propositivi, progettuali. Contemporaneamente sta fi nendo la quinta un gruppo di bambine eccezionali da questo punto di vista, al di là dell’apprendimento…a livello di organizzazione, di progettazione, di farsi venire un’idea e di portarla a termine lavorando in gruppi, a coppie.” IE, f

Altri sostengono che i risultati scolastici dipendono da fattori individuali che si distribuiscono indipendentemente dal genere ma che si devono attribuire al carattere o alla predisposizione agli studi del singolo; la costruzione dell’individuo è conside-rato da molti l’unico obiettivo del proprio impegno didattico ed educativo, indipen-dentemente dalle sue caratteristiche socio-anagrafi che.

Dalla maggior parte degli/delle intervistati/e vengono tuttavia riconosciute le mi-gliori performances scolastiche femminili; andremo pertanto ad enucleare i fattori che vengono considerati all’origine di tale fenomeno che vede protagoniste bambine e ragazze nei diversi ordini scolastici.

La fase dello sviluppo psico-fi sico

Alle elementari, ma soprattutto alle medie, la maturazione più precoce sembra avvantaggiare le femmine che ottengono un migliore rendimento, dato che hanno sviluppato un maggiore controllo di sé, dei propri comportamenti ed emozioni, una più elevata capacità di attenzione:

“…sono più brave le bambine, però io lo imputo al fatto che le bambine siano un po’ più sveglie dei bambini, in quinta elementare, per questo sono più brave e rendono di più.” IE, f

“…è probabilmente solo una questione di maturazione; prima diventano respon-sabili di se stesse, prima si assumono dei compiti, prima rispondono a quello che viene chiesto e poi ottengono i risultati.” IM, f

Il metodo di studio

Il rendimento superiore delle femmine non è questione di intelligenza ma di me-todo, impegno, serietà, continuità negli studi. Come abbiamo visto in precedenza,

molti/e insegnanti attribuiscono alle bambine e alle ragazze tali caratteristiche che sembrano essere alla base dei migliori risultati scolastici rispetto ai maschi:

“Diciamo che nelle discipline con un forte contenuto formale, letterario, mate-matico, logico-scientifi co, nelle quali l’apprendimento dipende molto dall’applica-zione, dallo studio quotidiano e constante, i rendimenti delle femmine, dichiarati dalle insegnanti, sono mediamente superiori, proprio perché sono più ordinate, studiose.” DS, m

“Si nota che le ragazze sono più diligenti e responsabili, più autonome, utilizzano dei metodi di lavoro più redditizi, più effi caci e quello che la scuola richiede viene eseguito da loro con maggiore facilità.” IM, m

“Il fatto di essere brillanti…la costanza e la diligenza aiutano sicuramente le ra-gazzine. Ma non possiamo parlare di diff erenza di capacità, credo sia diff erenza di applicazione e l’applicazione, la solidità danno il risultato.” IM, f

I diff erenti metodi di studio possono spiegare il migliore rendimento scolastico delle femmine ma non vengono sottovalutate le conseguenze negative sulla possibi-lità di esprimersi rispetto ai maschi, che appaiono più liberi di manifestare la propria creatività:

“Ed è per questo[la metodicità nello studio] che le ragazzine riescono di più. Po-trebbe esserci però l’aspetto negativo anche in tutto questo: c’è meno creatività, la donna riesce meglio perché le si chiede una determinata cosa, è metodica quindi, molto concreta, ma poco creativa. Il maschio invece svicola perché interessato da altro, viene anche distolto ma ha un atteggiamento più creativo e talvolta costruttivo.” IM, f

La condotta

Si riconosce, pur valutando la cosa negativamente, che il giudizio sulla condotta ha spesso eff etti sul rendimento; ciò penalizza il maschio che, nella fase dello svilup-po vissuta negli anni della Scuola media, risulta meno capace di autocontrollo mentre favorisce la femmina che, come abbiamo già osservato, ha raggiunto una maggiore maturità psico-fi sica e pertanto secondo un’insegnante “è valutata di più di quello che vale”:

“Io faccio il giro dei consigli di classe e noto che di una ragazzina che non distur-ba, che fa le sue cosine, esecutiva [si dice]: ‘poverina si è impegnata, dobbiamo premiarla’…il ragazzino che magari sarebbe anche di livello superiore della sua compagna, ma che ha rotto l’anima del suo insegnante per tutto l’anno, ha fatto più casino ecc., viene penalizzato.” IM, m

“Può succedere che ci sia un ragazzino dinamico, iperattivo, non ordinato nella gestione del quaderno che però lavora veramente bene, progetta, fa, pensa…lui a stento prende un buono; poi, magari, c’è una bambina che si sforza, si impegna, molto ordinata ma che “stenta” un po’…lei prenderebbe tranquillamente distinto, anche come premio all’impegno. Volente o nolente, alle volte nel giudizio rientra-no componenti di questo genere.” IM, f

C’è anche un’insegnante della Scuola media che sostiene che il maschio tende ad essere penalizzato perché nel primo ciclo scolastico non esiste un voto di condotta e ciò comporta l’infl uenza del giudizio sul comportamento su quello per la materia, con la conseguenza di abbassare la valutazione complessiva:

“Ci sono quelle ragazzine toste, determinate e si dà quel mezzo voto in più di pre-mio, mentre il maschietto più vivace, più rompiscatole può essere penalizzato; io su questo fatto non sono tanto d’accordo, perché penalizzare il maschietto vivace?

Alle medie non essendoci il voto di condotta e non potendo dare un messaggio ben defi nito, lo introduci nella materia e non è giusto.” IM, f

Le modalità di approccio didattico

Essendo la scuola “un mondo di donne” l’approccio allo studio tende, come già osservato, a valorizzare le caratteristiche degli alunni dello stesso sesso del/della do-cente. Il modo di fare scuola, di aff rontare le diverse discipline, lo stile di ascolto per l’apprendimento può, dunque, privilegiare le femmine rispetto ai maschi:

“Sì, questo c’è…vengono impostate le attività in maniera tale che la presenza fem-minile viene valorizzata, viene chiamata in causa più facilmente rispetto a quella maschile… [i maschi] avrebbero bisogno di approcci diversi per dare il meglio di sé …probabilmente è proprio la modalità di approccio che, giocata al femminile, privilegia il femminile.” PP, f

“Ho avuto occasione di discutere con le colleghe sul fatto che, nella valutazione di quello che fanno i ragazzini, (probabilmente per come è organizzata la scuola, per il tipo di richieste, per le modalità di lavoro) c’è una tendenza a “portare” la femmina.” IM, f

Le diverse aspettative da parte della scuola

Abbiamo già rilevato che: “Si hanno maggiori pretese nei confronti delle femmine per il comportamento”, in altre parole si abituano fi n da piccole all’autocontrollo, ad assecondare gli stereotipi di genere con eff etti positivi dato che le rende studentesse migliori:

“Il fatto che le ragazze siano educate ad un certo modello di donna che è quella che esegue, quella che fa, che risponde adeguatamente a queste situazioni, le por-ta anche ad essere capaci di essere delle buone alunne, perché la scuola propone un insegnamento scolastico, un modello diligente, che fa i compiti, che studia, che fa la prova.” IM, f

Un’altra intervistata però si chiede se le caratteristiche che portano le ragazze a maggiori successi scolastici siano tratti tipici femminili o semplicemente una risposta a quanto la scuola, la famiglia e la società richiede loro:

“Sommariamente sembra che a scuola rendano di più le femmine piuttosto che i maschi, questo almeno fi no alla terza media …però io non sono in grado di dirle se questo dipende da una profezia che si autoavvera, cioè che le insegnanti si aspetta-no che le femmine siaaspetta-no più ordinate e che il maschio sia più disordinato…” IM, f

Le diverse aspettative si traducono oltre che in un maggior controllo nel compor-tamento delle ragazze, in richieste diff erenziate tra maschi e femmine anche di ordine etico, ad esempio rispetto al linguaggio e alle relazioni:

“Non è accettabile che le ragazze dicano le parolacce…è diffi cile per me tollerare che le bambine si esprimano come i maschi” IE, m

“Una ragazza mi ha raccontato che una professoressa ha ripreso una sua compa-gna perché si era seduta sul pullman in gita scolastica tra i ragazzi, dicendole che solo le ragazze poco di buono si siedono in mezzo ai ragazzi. Se un maschio si fos-se fos-seduto in mezzo a un gruppo di ragazze questo non sarebbe successo.” IE, m

Se i modelli culturali femminili vigenti hanno eff etti positivi in ambito scolastico, al contempo possono ridurre le possibilità della donna di avere aspirazioni elevate e di realizzazione futura perché viene educata ad anteporre il proprio ruolo familiare a quello lavorativo, a diff erenza dell’uomo che lo interpreta senza coinvolgere le scelte professionali:

“… se le educhiamo così, sono adatte poi a fare un ruolo di dirigente se le edu-chiamo a essere diligenti, obbedienti, meno trasgressive, meno così, alla fi ne cosa arrivano a fare? vanno a fare le impiegate o le segretarie.” IM, f

“… tutti i tradizionali compiti delle donne come cucinare, cucire ecc., se svolti al meglio vengono eseguiti dagli uomini: i più grandi chef, i migliori parrucchieri, i più grandi sarti sono uomini. Come mai non lo so, però fa pensare questo! La don-na è sì brava per tutti i motivi che dicevo prima, però ad un certo punto si ferma, non perché non è capace di andare oltre, ma sempre per quel compito di realtà, per la famiglia. Mentre all’uomo è permesso anche oggi di andare avanti.” IE, f

Le aspettative delle famiglie

Le ragazze sono spinte dalla famiglia a proseguire gli studi e ad impegnarsi mag-giormente mentre il maschio se non “ha voglia” viene più facilmente indirizzato ver-so scuole professionali:

“In famiglia viene dato più valore allo studio e alla cultura, però più sul versan-te femminile, questa è sempre una mia impressione, con questi pochi dati che ho in mano, si vede che i maschi hanno titoli di studio più bassi, si vede anche nella scelta della scuola dopo la terza media, i maschi tendono ad andare nella formazione professionale con un percorso di studio più breve, le femmine invece tendono ad andare su percorsi più lunghi, poi come fi niscano non ci è dato di sapere perché io rilevo i risultati scolastici al primo anno dopo le superiori e poi basta non è che segua tutto il percorso, e lì si vede il maggior successo da parte delle femmine, sempre.” PP, f

Il fatto che sia più facile per i maschi trovare lavori, anche ben remunerati, che non richiedono molti anni di studio può senz’altro supportare l’ipotesi che le famiglie attribuiscano maggiore importanza dello studio per le ragazze.

La voglia di emergere e di emanciparsi

Non manca chi sostiene che è la consapevolezza di dover conquistare il proprio posto in società, non garantito né scontato come accade per i maschi, a stimolare le ragazze a studiare di più e a raggiungere risultati scolastici migliori:

“…la parte meno brava della classe è composta in larga parte da maschi. Questo dipende magari dallo sport che fanno, per esempio il pallone, il calcio, che coin-volge un 70% dei ragazzi di ogni classe. Toglie molto dalla concentrazione, e poi credo che da parte delle femmine ci sia questa voglia di emergere, di emanciparsi, è un fattore di motivazione forte, rispetto ai maschi che credono già di essere privilegiati rispetto alle femmine per il posto di lavoro.” IM, f

C’è infi ne chi ritiene che l’identifi cazione con il modello materno porti le femmine ad impegnarsi maggiormente negli studi e quindi a riuscire meglio; oggi infatti è la donna a possedere titoli di studio più elevati all’interno della coppia parentale, a dare più importanza alla scuola e alla cultura. Ma non solo: sono sempre le madri che profondono maggior impegno nel seguire i fi gli nell’attività scolastica e tale compito probabilmente risulta più agevole nei confronti delle fi glie in quanto si riconoscono nei loro comportamenti e nei metodi di apprendimento. Al contrario ai maschi, come è stato più volte ribadito, manca o risulta carente, in famiglia come a scuola, un mo-dello maschile di riferimento di tale tipo.