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INTERESSE PER UNA FORMAZIONE SULLE PROBLEMATICHE DI GENERE

TRA MASCHI E FEMMINE E ATTEGGIAMENTO VERSO DI ESSI

6. INTERESSE PER UNA FORMAZIONE SULLE PROBLEMATICHE DI GENERE

Bisogna, a questo punto, tornare ancora una volta sulla contraddittorietà e sulla complessità dell’atteggiamento del mondo della scuola verso la diversità di genere. In-fatti, un po’ a sorpresa, molti degli e delle stesse docenti e dirigenti che hanno dichia-rato che i problemi legati alla costruzione dell’identità di genere incidono nei processi educativi e didattici ma che l’attenzione a tale questione è superfi ciale perché, come aff erma un dirigente, “siamo ad una fase di posizionamento del problema” che “è uno dei tanti temi della scuola e non è nemmeno il più grave”, si dichiarano invece interes-sati ad approfondimenti teorici e all’organizzazione di corsi di formazione.

Ecco cosa rispondono i e le referenti delle scuole alla domanda sul loro interesse verso l’organizzazione di corsi di formazione per approfondire tematiche di genere (tab. 13).

Tab. 13: “Quanto ritiene importante l’organizzazione di corsi di formazione per approfondire le problematiche di genere ?”

Elementari Medie

N % N %

Molto importante 31 22,5 15 25,4

Abbastanza importante 77 55,8 33 56,0

Poco importante 23 16,7 11 18,6

Per nulla importante 7 5,0 -

-Totale* 138 100,0 59 100,0

*Referenti delle scuole

Le tabella mostra che il 79,2% degli/delle intervistati/e, sia delle elementari che delle medie, aff erma che l’organizzazione di corsi di formazione su problematiche di genere sarebbe importante. È interessante notare che circa un terzo dichiara addirit-tura che sarebbe “molto importante”. Solo il 17,3% dice che sarebbe poco signifi cativo e appena il 3,6% sostiene che sarebbe del tutto inutile.

La parte qualitativa dell’indagine conferma pienamente il quadro appena delinea-to. Infatti la maggioranza degli/delle intervistati/e si dichiara favorevole a corsi di for-mazione e ad approfondimenti sulle diff erenze di genere. Le motivazioni sono varie ma fanno riferimento, soprattutto, all’importanza di sensibilizzare gli e le insegnanti al tema, di aumentare la loro consapevolezza degli stereotipi proposti dalla società e dei processi di crescita degli alunni e delle alunne, di avere un supporto esperto per rifl ettere sui propri comportamenti spontanei e intuitivi, di ragionare sugli eff etti

della femminilizzazione del mondo scolastico. Si propongono qui solo alcune delle molte opinioni espresse in proposito:

“Sicuramente, trovo indispensabile…un percorso formativo per gli insegnanti, che non dimentichino di lavorare sullo stereotipo e il luogo comune, che si ritrova ovunque.” IE, f

“Io vedrei positivo un corso di formazione perché attualmente la scuola non fa nulla perché non c’è consapevolezza. Certe volte viene calpestata quella che è la propria dignità, di femmine e di maschi. Vedrei un intervento che aiuti la ra-gazzina a essere più consapevole della propria identità e molto più attrezzata a valutare criticamente ciò che la società proietta su di lei, e questo vale anche per il maschio. La pubblicità è fatta di stereotipi e non sempre rispettano la dignità.

Gli unici che lavorano veramente sulla diff erenza di genere sono i pubblicitari, ci condizionano... Se la scuola riuscisse ad aprire un po’ di più gli occhi non sarebbe male. Ci raff orzerebbe dal punto di vista critico…” IM, m

“[Un corso di formazione] io lo vedo come una necessità anche a fronte delle dinamiche che si stanno evidenziando anche nelle scuole dell’obbligo, per esem-pio sul bullismo…penso che tanti insegnanti facciano attenzione [alle diff erenze di genere] all’interno delle loro classi in modo assolutamente dignitoso, ma che potrebbero essere aiutati, perché a volte non sono suffi cienti le intuizioni, la tua esperienza, quello che tu sei…mi piacerebbe molto fare un approfondimento sul-la tematica di genere, che può essere inizialmente anche fare un confronto a par-tire dalle proprie esperienze. Però sarebbe bello che fosse guidato da qualcuno che ne sa, che sa come questa problematica anche a livello sociale si sta evolvendo, perché ognuno di noi vede il suo pezzettino.” IE, f

“Bisogna spingere un po’ la scuola a rifl ettere, proprio per contrastare gli eff et-ti deleteri della femminilizzazione, anche se fosse mascolinizzazione sarebbe la stessa cosa, è l’eff etto deleterio di eccedere troppo verso [un estremo] che non va bene. Quindi una rifl essione seria, un esame di coscienza di quello che si fa rispetto a questo è importante e credo ci siano persone disponibili a farlo. Anche perché riguarda l’aspetto formativo, quindi credo sia fondamentale riprogettare il modo di lavorare. Sono questioni di fondo, di tipo valoriale.” DS, f

Alcuni/e intervistati/e hanno la consapevolezza che confrontarsi con i concetti di identità e diff erenza comporta un ripensamento dei propri percorsi di vita e dei propri orizzonti culturali e valoriali:

“Secondo me [a corsi di formazione] ci potrebbe essere una risposta più ampia di quanto ci si potrebbe aspettare. Credo che nonostante ci sia una cultura diff usa per cui queste diff erenze di genere sono state a volte diluite il problema ci sia, ed

è quello delle propria identità e della gestione della propria identità, per poter poi andare a rapportarsi in modo corretto con l’identità, anche quella di genere, degli altri. Un corso come questo, secondo me, potrebbe trovare orecchie attente e disponibilità ad approfondire e anche a dare parzialmente qualche risposta a qualche disagio personale che c’è in giro, da parte degli insegnanti. …anche per-ché poi gli insegnanti sono papà e mamma e quindi tanti hanno poi il problema del rapportarsi al genere dei loro fi gli, oltre che dei loro alunni… Magari anche per i dirigenti potrebbe essere interessante fare un corso per capire queste cose, perché… la consapevolezza esplicita dei fenomeni che ci attraversano tutti, non in quanto funzione che esercitiamo, ma in quanto uomini o donne che devono avere una loro identità, potrebbe richiedere un approfondimento…perché è un fenomeno naturale ma anche culturale. Naturalmente siamo uomini e donne ma culturalmente il modo di dare signifi cato a questo potrebbe essere diverso, e non è detto che sia il migliore quello che ognuno ha nella propria testa, e potrebbe essere interessante ragionarci su.” DS, m

Una docente esprime l’auspicio, manifestato peraltro anche da altri/e insegnanti e dirigenti, di vedere sollecitata la sensibilità verso la diff erenza di genere in modo esplicito nei documenti uffi ciali di indirizzo e raccomandazioni:

“…mi è capitato raramente di riscontrare negli insegnanti maschi sensibilità anche di questo tipo. È molto raro. È per questo io credo che dovrebbe essere sollecitata questa cosa, anche negli aggiornamenti, negli auspici, nelle raccoman-dazioni. Se questa cosa venisse detta in modo più chiaro ed esplicitata come una necessità per far crescere il sistema dei diritti nel nostro paese, il livello di cittadi-nanza…anche questa diversità troverebbe una sua collocazione.” IE, f

Una formazione in situazione

Molti insistono sul fatto che la formazione non dovrebbe limitarsi ad aspetti teo-rici, a “lezioni” da seguire, ma dovrebbe calarsi nel concreto delle situazioni e dare indicazioni operative (G. Cretti, B. de Gerloni, 2005):

“Sì, potrebbe essere uno strumento interessante basta che non sia fatto di luoghi comuni, di aff ermazioni generiche. Ascoltare, far vedere, mostrare le eventuali contraddizioni che ci sono, soprattutto nei comportamenti. Basta che non sia-no aff ermazioni del tipo ‘siamo tutti uguali’, ‘sia-non bisogna discriminare nessu-no’, perché nessuno le osa contraddire, però probabilmente nella realtà ci sono [discriminazioni] a volte in buona fede, a volte no. Se questo corso, questa ri-fl essione va ad incidere su come nella scuola certi tipi di atteggiamenti non sono

armonici alla costruzione di una società di pari opportunità può essere interes-sante.” IE, f

Alcuni sostengono che bisognerebbe “forzare” i e le docenti alla consapevolezza dell’importanza educativa e trasversale dell’attenzione alla diversità di genere; altri ritengono che spetta agli insegnanti e alle insegnanti decidere se occuparsi o meno di tale questione, che è “un tema nuovo” accanto ad altri e che, in ogni caso, non va intesa come un insieme di contenuti da impartire:

“Secondo me [corsi di formazione] sono quanto mai opportuni. Il problema an-drebbe assunto in maniera abbastanza signifi cativa a livello istituzionale, affi n-ché fossero defi niti anche momenti, percorsi di rifl essione, ma che portino anche a delle indicazioni operative. Il personale docente di ogni ordine e grado va ag-giornato, stimolato ad aggiornarsi, forse forzato ad aggiornarsi sulle metodologie della didattica adeguate a questo cambiamento dei tempi… Ma mettere lì: ‘discu-tiamo dell’identità di genere’, boh, cosa vuol dire? Che signifi cato, che senso ha?

Se non abbiamo un fi ne, o un percorso … Dopo che un professorone dell’universi-tà ha tenuto due ore di lezione sull’identidell’universi-tà di genere, quanti dei docenti presenti riescono a tradurre operativamente le indicazioni metodologiche?” DS, m

“…non vorrei che questa tematica inserita uffi cialmente nel percorso della scuola diventasse una materia, allora sarebbe fi nita, come avere la materia educazione sessuale, che ha una tale quantità di componenti, emozionali, aff ettive, ecc., che nel momento in cui la incaselliamo in una disciplina che deve essere impartita, fa la fi ne delle discipline scolastiche, diventa lo stesso che leggere il Leopardi o il Manzoni... Quindi ragionamento sì, ma con molta ponderazione sulle modali-tà…Sarebbe bello che chi voglia attingere a degli specifi ci strumenti sapesse dove trovarli…poi che gli insegnanti decidano di inserire questo percorso nel program-ma forprogram-mativo, spetta a loro. Imporlo dal di fuori non è credibile. Questo è uno dei temi nuovi, mi sembra che nell’educazione i temi si fanno e si disfano continua-mente. Adesso si è fi ssato questo tema e ci ragioniamo.” DS, m

Alcuni esperti e dirigenti suggeriscono di inserire una formazione sulla diversità di genere entro altri percorsi formativi come quello sull’orientamento, sulla salute, sull’aff ettività, coinvolgendo in prima istanza gli insegnanti più interessati:

“...dei corsi di formazione non sarebbero male, non c’è neanche bisogno di un corso specifi co, ma di defi nire l’importanza di questa cosa in modo più generale, all’interno di un percorso di formazione sull’orientamento: la diversità di genere come incide, che cosa vuol dire, quali sono gli stereotipi. Perché così non rischia di essere la lezioncina…che non serve a molto.” PP, f

“Sicuramente è interessante che ci siano dei momenti di discussione, di presa di coscienza di questi problemi, ma soprattutto è utile fi nalizzare dei corsi per insegnanti particolarmente sensibili al problema che possano poi farsi portavoce nei collegi docenti e farli rientrare nei progetti di educazione alla salute, [questa]

potrebbe essere una strada.” DS, f

Qualche intervistato, infi ne, si dimostra piuttosto tiepido di fronte alla proposta di corsi di formazione sulle diversità di genere e suggerisce cautela rispetto ad un tema su cui, almeno per ora, è importante cominciare a rifl ettere:

“Basterebbero per ora delle puntualizzazioni sulle quali cominciare a ragionare, e se poi qualcuno vuole intraprendere dei percorsi, dare degli strumenti perché chi li vuole sviluppare abbia una consulenza va bene. Se io volessi fare qualcosa nella scuola avrei senz’altro il bisogno di avere da qualcuno una consulenza sul piano psicologico per non fare una cretinata.” DS, m

C’è anche chi è scettico e ritiene del tutto inutile una rifl essione culturale sulle relazioni e sui ruoli di genere:

“Mah, io sono molto scettico sul trovare per forza la diff erenza tra uomo e donna e rimarcarla, quindi tutto il discorso sulle pari opportunità, sulle quote rosa, sono molto scettico, sarà perché io credo di tenere in considerazione il fatto che una donna è donna e quindi ha tutti i suoi pregi e le virtù e un uomo è come è, con tutti i pregi e le virtù, senza doverlo per forza rimarcare…” IE, m