Il 21 ottobre 2000 Chen Zhen inaugura Field of Synergy presso la Galleria Continua a San Gimignano, tra i colli senesi.
2.3.1 La mostra
La mostra si sviluppa all’interno dell’ex cinema-teatro di San Gimignano, sede di Galleria Continua. Gli spazi si sviluppano su due piani: entrando, il visitatore si trova direttamente nella prima sala espositiva; proseguendo, accede alle balconate dell’ex cinema-teatro, dalle quali può apprezzare dall’alto l’opera esposta nel parterre, al piano inferiore. Scendendo le scale, si accede alla platea e al palco, con le loro ampie superfici.
L’allestimento della mostra Field of Synergy prevede che il visitatore venga accolto con l’opera Zen Garden (Fig.45 e Fig.46), un poliedro di legno a base ottagonale (320x320x50 cm) dai cui angoli convergono verso il centro lastre lignee forate al centro, come a formare un ipotetico cammino circolare. La base è ricoperta di sabbia segnata dalle onde di acqua o di vento, come vuole la tradizione del giardino zen secco247. La
struttura, nel suo insieme, sembra ricordare il chiostro di un monastero; l’idea di spazio abitabile diviso in stanze viene suggerito dalle piante che cadono dagli spigoli del poliedro e dai fori che collegano gli spazi interni e di accesso alla struttura, troppo piccola però perché il visitatore possa entrarvi248. Al centro del poliedro vengono collocate delle
morbide forme di alabastro249, finemente scavate e illuminate dall’interno; le venature
naturali del materiale insieme alla sinuosità dei volumi rimandano alla fisicità del corpo, all’aspetto della pelle e delle mucose irrorate dal sistema vascolare250. La leggerezza e
l’armonia delle figure sono in forte contrasto con gli strumenti chirurgici ingranditi e collocati tra le forme in alabastro, la presenza dei quali sembra minacciare l’equilibrio
247 Il restauro in Giappone: architetture, città, paesaggi, a cura di G. Gianighian e Matteo Paolucci, Alinea
Editrice, Firenze, 2010, pag. 134.
248 Analisi suggerita da Angela Vettese in Chen Zhen, Field of Synergy, op. cit. pag. 13.
249 Chen Zhen utilizza un materiale tipico della zona toscana. L’alabastro è infatti una pietra lavorata
tipicamente a Volterra, non lontano da San Gimignano (Claudia Carucci in A Volterra, nel magico mondo
dell’alabastro: la bottega dove nascono le meraviglie frutto della natura e dell’arte umana, La Stampa,
maggio 2018).
72 zen del giardino. Nel suo insieme, il poliedro può ricordare il corpo umano che, proprio come un giardino racchiude elementi vitali, bisognosi di cure e attenzioni. Il “cortocircuito” è dato dalla dicotomia interno/esterno, da ciò che è visibile e ciò che rimane nascosto, protetto. Allo stesso tempo, la struttura poligonale rimanda a progetti rinascimentali coma la Città Ideale251: l’idea di giardino potrebbe riferirsi in maniera più
ampia ad un corpo sociale, che il singolo cittadino deve proteggere e coltivare per mantenerne l’ordine e l’armonia.252
Nel suo insieme Zen Garden mette a confronto due visioni della medicina, quella orientale e quella occidentale: la prima guarda al corpo nel suo insieme, che in questo caso presenta vedute differenti a seconda della prospettiva dalla quale lo si guarda, mentre la seconda si focalizza sul particolare, rappresentato dai ferri chirurgici, come si evince dalle parole di Chen Zhen.
“Zen Garden è il progetto per un giardino “della meditazione”. È un posto che mostra lo scontro tra la medicina cinese tradizionale e la medicina occidentale; la cura medica e la meditazione spirituale...
Gli organi fluttuano nell’aria, emanando una luce bianca. Un moto perpetuo, una perpetua staticità…
Gli organi e gli strumenti chirurgici sembrano danzare nello spazio.
L’architettura del giardino ottagonale forma un centro celeste, un portale terrestre al paradiso…” 253
Fig.45 Fig.46
Chen Zhen, Zen Garden, 2000
251 L’opera Città Ideale, realizzata da un Maestro anonimo attivo in Italia centrale nella seconda metà del
XV secolo, dipinge una scenografia urbanistica ideale. L’opera è uno degli emblemi di urbanistica rinascimentale e vede rappresentata una città utopica: una piazza su cui si affacciano edifici religiosi e pubblici, rappresentati con uno stile molto semplice, pulito e geometrico (Luigi Firpo in La città ideale nel
Rinascimento, a cura di Gianni Carlo Sciolla, Utet Editrice, 1975, pag.10-11).
252 Analisi suggerita da Angela Vettese in Chen Zhen, Field of Synergy, op. cit. pag. 13. 253 Chen Zhen in Invocation of Washing Fire, op. cit., pag. 382.
73 Lo spazio della platea ospita l’installazione principale, Field of Synergy (Fig.47 e Fig.48): proseguendo la visita, lo spettatore entra in una sorta di cunicolo sormontato da una tela, alla fine del quale si accede alle balconate dell’ex cinema-teatro. Guardando dall’alto l’opera collocata al centro della platea, lo spettatore vede un enorme lenzuolo giallo254 che, appeso al cornicione che divide il primo e il secondo piano, crea una conca
al centro della quale è posizionato un letto a baldacchino cinese. Al suo interno Chen Zhen ha collocato delle palline numerate: passando, il visitatore aziona un meccanismo grazie al quale le palline iniziano a muoversi e saltare, come fosse una roulette, per poi fermarsi secondo combinazioni casuali ed ogni volta diverse. L’artista allude al momento del concepimento: il mescolarsi dei geni porta alla combinazione di un DNA ogni volta diverso, che si sviluppa fino a diventare vita255. Il letto matrimoniale è sovrastato da sei
strutture simili a nuvole incastrate in letti da bambino che, illuminate dall’interno dagli stessi tubi di plastica utilizzati negli ospedali, fluttuano nello spazio.
“Un letto da bambino sospeso nello spazio… Una forma organica trasparente… Una via silenziosa attaccata a un filo nel vuoto, che nasce e svanisce. Un cocoon di luce…”256
Fig.47
Chen Zhen, Field of Synergy, 2000
Metaforicamente, l’opera può essere interpretata come il concepimento di un atto creativo: vengono rappresentati corpi che nascono, ma anche idee e progetti, tutto ciò che
254 Tradizionalmente il giallo è, per i cinesi, colore di splendore e pienezza vitale. 255 Analisi suggerita da Angela Vettese in Chen Zhen, Field of Synergy, op. cit. pag. 16. 256 Chen Zhen in Invocation of Washing Fire, op. cit., pag. 403.
74 attraversa un primo stato di vitalità indefinita257. Difficilmente si generano idee o progetti
in stato di stress o di prigionia, mentale o fisica, motivo per cui il telo giallo prende una forma morbida e accogliente 258.
Scendendo le scale il visitatore incontra una seconda installazione, Crystal
Landscape of Inner Body 259. Proseguendo la visita accede poi alla platea, ricoperta dal lenzuolo giallo dell’installazione Field of Synergy sopra descritta.
2.3.2 Il rapporto tra spazio e lo spettatore
Come si evince dal titolo, Chen Zhen organizza la mostra guardando sapientemente allo spazio espositivo del vecchio cinema-teatro come un campo dove sperimentare la sinergia tra le opere e gli ambienti, un percorso dove lo spettatore può giungere ad una nuova rinascita, passando per i luoghi che possono ospitare il corpo260.
La capacità di far dialogare opera e spazio è, per l’artista, simile al rapporto tra corpo e abitato, creando l’illusione che sia lo spazio concepito in funzione delle opere e non viceversa261. L’area espositiva di Galleria Continua è singolare, si compone di diverse stanze con volumi notevolmente differenti. Chen Zhen, guardando alla galleria con l’occhio di un medico, è stato in grado di considerare lo spazio come un sistema-insieme, concependo le opere considerando il contesto in cui vengono inserite, così come il medico considerando i sintomi nel loro insieme, sceglie il giusto farmaco per la malattia262.
Applicare il principio della sinergia all’esposizione significa interconnettere gli spazi, necessari l’uno all’altro, con un linguaggio estetico narrativo che accompagni lo spettatore in tutta la sua visita263.
Il visitatore viene reso gradualmente partecipe della mostra: in un primo momento è solo spettatore; quando però arriva alla sala più grande è proprio la sua presenza a completare l’installazione, azionando il meccanismo che fa muovere le palline nel letto. Senza spettatore, il momento cruciale, la magia del concepimento, non può avere luogo;
257 Analisi suggerita da Angela Vettese in Chen Zhen, Field of Synergy, op. cit. pag. 17. 258 Analisi suggerita da Angela Vettese in Chen Zhen, Field of Synergy, op. cit. pag. 17.
259 Si veda la sezione 2.2.7 Malattia e cura: il sogno di diventare medico per un’analisi dell’opera. 260 Analisi suggerita da Angela Vettese in Chen Zhen, Field of Synergy, op. cit. pag. 17.
261 Chen Zhen in un’intervista con Zhu Xian intitolata Dall’energia alla sinergia. In: Field of Synergy, op.
cit., pag. 106-115.
262 Chen Zhen in una conversazione con Zhu Xian spiega le difficoltà incontrate nel relazionarsi con gli
spazi di Galleria Continua e di come con “occhio medico” abbia studiato i volumi e la disposizione delle opere (Chen Zhen, Field of Synergy, op. cit. pag. 106-115).
263 Chen Zhen in un’intervista con Zhu Xian intitolata Dall’energia alla sinergia. In: Field of Synergy, op.
75 d’altra parte Chen Zhen stesso, senza il costante dialogo con “l’altro”, non sarebbe mai riuscito a far scattare il “cortocircuito creativo”, di conseguenza a concepire le opere.
Fig.48
Dettaglio del letto a baldacchino in Field of Synergy