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I primi anni di Galleria Continua – Beijing

3.2 Galleria Continua – Beijing

3.2.3 I primi anni di Galleria Continua – Beijing

“Siamo rimasti profondamente colpiti da quel mondo in ebollizione e ci è venuta una gran voglia di restarci in modo duraturo, aprendo una galleria per mostrare il lavoro degli artisti occidentali, in gran parte sconosciuto là, ma verso il quale i cinesi hanno mostrato un’insanabile curiosità. Lo scopo primario è creare uno scambio culturale, una via per comunicare e arricchirci attraverso le diversità.”377

Dalla profonda amicizia e dallo scambio con Chen Zhen e la moglie Xu Min nasce nei tre galleristi l’interesse per la Cina378. Il primo confronto con la Cina avviene nel

maggio 2004, in occasione della prima Fiera Internazionale d’Arte a Pechino, alla quale Galleria Continua partecipa non solo come unico stand italiano, ma come unico stand che proponesse arte contemporanea internazionale379. La partecipazione alla fiera da una parte testimonia l’interesse dei tre galleristi di essere presenti e attivi in quel settore del

374 G. Samarani, La Cina contemporanea. Dalla fine dell’impero a oggi., Einaudi Editore, 2017, pag. 361. 375 Jeroen de Kloet, Gladys Pak Lei Chong, Wei Liu, The Beijing Olympics and the Art of Nation-State Maintenance, China Aktuell, German Institute of Global and Area Studies, febbraio 2008, pag. 7.

376 Ren Xuefei, Architecture and Nation Building in the Age of Globalization: Construction of the National Stadium of Beijing for the 2008 Olympics, Journal of Urban Affairs, vol.30, no.2, 2008, pag. 175-190. 377 Lorenzo Fiaschi e Alice Fontanelli in un’intervista con Paolo Russo, Dalla Toscana a Pechino: una sfida contemporanea, La Repubblica, 2 gennaio 2005.

378 Lorenzo Fiaschi, Maurizio Rigillo, Mario Cristiani e Alice Fontanelli in Galleria Continua – Beijing: April 2004 – May 2005, Galleria Continua.

379 Lorenzo Fiaschi, Maurizio Rigillo, Mario Cristiani e Alice Fontanelli in Galleria Continua – Beijing: April 2004 – May 2005, Galleria Continua.

100 mercato dell’arte, dall’altra il fatto di aver non aver venduto nemmeno un pezzo, evento singolare nella storia della galleria380, dimostra quanto l’ambiente cinese ancora non sia

aperto e maturo nei confronti dell’arte internazionale, tanto che la stampa cinese li definisce “i Marco Polo dell’arte contemporanea”381. Nonostante la fiera non si sia

rivelata proficua dal punto di vista delle vendite, Lorenzo e Alice, collaboratrice di Galleria Continua, si confrontano con quanti più italiani in Cina sulle possibilità di affittare uno spazio tra gli edifici del 798382.

Nella primavera del 2004 iniziano le trattative con Xiao Luo, membro del management del 798383, che si concludono a novembre dello stesso anno con la firma di un contratto d’affitto di tre anni per uno spazio di 1000 m² e 13 metri di altezza, dove i galleristi intendono lasciare agli artisti la massima libertà di espressione384. Lo spazio a disposizione nella capitale cinese attira i tre galleristi non solo per il fervore artistico che vi gravita attorno, ma anche per il fatto di essere uno luogo abbandonato ricco di storia a cui restituire una nuova identità, così come avevano fatto in precedenza con il cinema- teatro a San Gimignano, con le fabbriche a Les Moulins e con il cinema Aguila de Oro a l’Habana.

Nel maggio 2005 Galleria Continua apre ufficialmente le porte ai visitatori, con un’esposizione di sedici artisti provenienti dai cinque continenti385, comunicando fin da

subito al pubblico cinese il carattere internazionale e contemporaneo della galleria. L’apertura di Galleria Continua a Pechino segna un passo importante per una città dove ancora non esistono né musei né gallerie destinati all’arte contemporanea386, in cui la quasi totalità dei musei è gestita dallo Stato e, inevitabilmente, conformati ai valori e colori del Partito387. Inoltre, Galleria Continua arriva nel momento giusto: gli anni

380 Lorenzo Fiaschi e Tang Di in Galleria Continua – Beijing: April 2004 – May 2005, Galleria Continua,

senza paginazione.

381 Lorenzo Fiaschi in un’intervista con Arianna di Genova in 2005, Ricomincio da Pechino, Ultravista, 19

febbraio 2005; Lorenzo Fiaschi, Maurizio Rigillo, Mario Cristiani e Alice Fontanelli in Galleria Continua

– Beijing: April 2004 – May 2005, Galleria Continua, senza paginazione.

382 Lorenzo Fiaschi, Maurizio Rigillo, Mario Cristiani e Alice Fontanelli in Galleria Continua – Beijing: April 2004 – May 2005, Galleria Continua, senza paginazione.

383 Lorenzo Fiaschi e Alice Fontanelli in un’intervista con Paolo Russo, Dalla Toscana a Pechino: una sfida contemporanea, La Repubblica, 2 gennaio 2005; Lorenzo Fiaschi, Maurizio Rigillo, Mario Cristiani

e Alice Fontanelli in Galleria Continua – Beijing: April 2004 – May 2005, Galleria Continua, senza paginazione.

384 Lorenzo Fiaschi, Maurizio Rigillo, Mario Cristiani e Alice Fontanelli in Galleria Continua – Beijing: April 2004 – May 2005, Galleria Continua.

385 Sito Web di Galleria Continua – Beijing - https://www.galleriacontinua.com/about/beijing/history 386 Bérénice Angremy in Galleria Continua – Beijing: April 2004 – May 2005, Galleria Continua, senza

paginazione.

387 Ai Weiwei in Galleria Continua – Beijing: April 2004 – May 2005, Galleria Continua, senza

101 precedenti al 2004-2005 sono stati fondamentali per la crescita e la creazione di spazi dedicati all’arte contemporanea cinese, durante i quali la situazione del 798 non era ancora matura e pronta ad accogliere l’internazionalità di Galleria Continua388. Quando

viene aperto lo spazio espositivo, il pubblico cinese non è abituato a vedere ed apprezzare il genere di opere contemporanee proposte da Galleria Continua, tanto che durante i primi anni di attività non viene venduta nessuna opera389. È risultato fondamentale per il successo futuro continuare a credere e investire nel progetto, mettendo l’aspetto commerciale in secondo piano e mantenendo la galleria di Pechino come una vetrina, un luogo dove farsi conoscere a livello internazionale da chi si interessi e visiti Pechino e il 798 Art District390.

Al fine di essere maggiormente accessibile al pubblico cinese, Galleria Continua adotta alcune strategie391, in primis quello trovare un nome cinese.

“La traduzione di continua in cinese è il nome di una fabbrica di biciclette: strano, vero? Comunque, non si può usare.”392

Il primo nome proposto per la galleria è stato 永久画廊, yongjiu hualang, “galleria perpetua”, per l’idea di continuità sia in cinese che in italiano393; in seguito, dal confronto

con gli amici e gli artisti cinesi, i tre galleristi decidono di chiamare la 常青画廊

changqing hualang394, letteralmente “galleria sempreverde”395, come d’altra parte la

Galleria Continua è stata, secondo alcuni, a Pechino, “è sempre esistita come punto di

388 Bérénice Angremy in Galleria Continua – Beijing: April 2004 – May 2005, Galleria Continua, senza

paginazione.

389 Intervista ad Alice Fontanelli, San Gimignano, gennaio 2018. 390 Intervista a Federica Beltrame, Pechino, maggio 2018.

391 Per quanto invece riguarda le altre tre sedi di Galleria Continua, non è stato ritenuto necessario adottare

le stesse strategie per la promozione della galleria stessa (Federica Beltrame, Pechino, maggio 2018).

392 Lorenzo Fiaschi in Galleria Continua – Beijing: April 2004 – May 2005, Galleria Continua, senza

paginazione.

393 Peng Yu in 常青画廊:艺术市场中的 “愚公移山” changqing hualang: yishu sichang zhong de “Yigong Yishan”, Artron.net, marzo 2018.

394 Peng Yu in 常青画廊:艺术市场中的 “愚公移山” changqing hualang: yishu sichang zhong de “Yigong Yishan”, Artron.net, marzo 2018.

395 Il termine “sempreverde” rimanda alla tradizione pittorica cinese. La pittura di paesaggio in epoca Song

(960-1279) è caratterizzata dalla presenza di elementi simbolici. I significati, le idee e i valori associati al paesaggio sono costruiti all’interno della sfera culturale in cui si inserisce il dipinto (la corte, i funzionari- letterati). I pini sempreverdi sono simbolo di moralità e rettitudine. (Robert L. Thorp, Richard Ellis Vinograd, Chinese Art & Culture, Harry N. Abrams, New York, 2001, pag. 243).

102 riferimento nel 798, senza mai cambiare”396. Oltre alla traduzione del nome della galleria,

sono stati pubblicati una serie di cataloghi interamente in cinese, per avvicinare e rendere più comprensibile il lavoro di Galleria Continua al pubblico locale397. Infine, il sito web della galleria, inizialmente unicamente in inglese, è stato poi tradotto in cinese398, così da abbattere le frontiere linguistiche che ne impedivano la fruibilità, insieme alla creazione di pagine sui social cinesi dove il pubblico può costantemente tenersi aggiornato sulle esposizioni in corso399.

Dopo circa cinque anni caratterizzati da vendite pressoché assenti, grazie al grande lavoro di mediazione culturale, alla pianificazione puntuale delle partecipazioni alle fiere in Cina e all’aumento della consapevolezza e dell’interesse da parte del pubblico cinese nei confronti dell’arte contemporanea internazionale iniziano a vedersi i frutti degli sforzi compiuti: Galleria Continua riesce a penetrare nel mercato cinese, creandosi una rete di clientela fidelizzata. Tra i primi collezionisti di installazioni di grandi dimensioni in Cina, Zhang Rui è anche tra i primi clienti ad entrare in contatto con Galleria Continua; in una chiacchierata con gli artisti Sun Yuan e Peng Yu400 ammette di aver apprezzato il lavoro della Galleria Continua - Beijing fin dal suo arrivo, per aver aperto una finestra sull’arte contemporanea internazionale che prima a Pechino mancava401.