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Il cortocircuito creativo e l’eterna incomprensione

2.2 Ricerca artistica: una selezione di opere

2.2.3 Il cortocircuito creativo e l’eterna incomprensione

“Non gioco con l’incomprensione: la creo.”191

Chen Zhen sembra mostrare, fin dai tempi della formazione, un particolare interesse a comprendere tutto ciò che rappresenta “l’altro”, ovvero l’arte192, l’Occidente,

la democrazia, il consumismo, …. Allo stesso modo, sembra includere questo sentimento

189 Nel V secolo le campane facevano parte integrante delle orchestre, venivano suonate sia per scandire i

riti, sia per intrattenere i nobili dei vari stati che si contendevano l’egemonia. (S. Rastelli in Lusso e

immortalità: l’arte Han. In: La Cina Vol 1.2: Dall’età del Bronzo all’impero Han., op. cit., pag. 477-488).

Nel corso dei secoli sono rimaste un importante elemento della tradizione cinese, tanto che l’artista le utilizzava nei riti durante i mesi di meditazione e purificazione in Tibet.

190 Chen Zhen in un’intervista con Zhu Xian riportata nei seguenti volumi: Maité Vissault e Jean-Hubert

Martin, Chen Zhen, Residence, Resonance, Resistance, op. cit.; Chen Zhen, Invocation of Washing Fire, op. cit.; Catalogo della mostra Installation Works of Chen Zhen tenuta presso lo Shanghai Art Museum, op. cit.; A.Vettese, Chen Zhen, Field of Synergy, op. cit.; sul sito web ADAC - Association des Amis de Chen Zhen; Chen Zhen. Catalogue raisonné. 1977-1996, op. cit.

191 Chen Zhen in un’intervista con Eleanor Heartney in Jérôme Sans. In: Invocation of Washing Fire, op.

cit., pag.13.

192 Considerando il fatto che l’artista proviene da una famiglia i cui membri hanno dedicato le loro vite alla

56 di curiosità nella sua produzione, e proprio l’incomprensione diventa lo strumento attraverso cui accorciare la distanza culturale tra le diverse realtà con cui entra in contatto. Lo choc culturale provocato dal trasferimento in Europa è stato infatti doppiamente significativo per l’artista: da una parte rimane paralizzato dalle contraddizioni che lo circondano, tuttavia proprio nello scontro con una cultura così diversa da quella cinese Chen Zhen scopre il suo modo di fare arte. Presto realizza che nel conflitto risiede un’energia generativa che innesca ciò che l’artista chiama “cortocircuito”193, fenomeno

che avvia il processo creativo per la concezione stessa dell’opera. Chen Zhen si rende conto che, rimanendo in uno studio, l’artista si chiude in esperienze legate ad un contesto limitato, ovvero il luogo di lavoro; al contrario, per trovare ispirazione è necessario aprire continui e nuovi dialoghi con ambienti, persone e contesti sconosciuti194. Di particolare rilievo sono anche quelli che Chen Zhen chiama “fattori contestuali del luogo”195: la storia di un paese, il background di una città, il clima, il contesto sociale, etnico, culturale e politico sono tutti elementi di grande importanza che possono far scattare il fenomeno del “cortocircuito”.

“Nel mio lavoro la relazione tra l’esperienza e la creazione è una semplice relazione di conversazione, che non ha confini né limiti.”196

Nella poetica di Chen Zhen il fenomeno del “cortocircuito” è direttamente legato alla nozione di “incomprensione”. A proposito, egli racconta197 che nel 1993, su un volo

193 In elettrotecnica, l’annullamento accidentale della resistenza tra punti a diverso potenziale dato da un

notevole aumento della corrente in un circuito (Treccani -

http://www.treccani.it/vocabolario/cortocircuito/).

194 Chen Zhen in un’intervista con Zhu Xian riportata nei seguenti volumi: Maité Vissault e Jean-Hubert

Martin, Chen Zhen, Residence, Resonance, Resistance, op. cit.; Chen Zhen, Invocation of Washing Fire, op. cit.; Catalogo della mostra Installation Works of Chen Zhen tenuta presso lo Shanghai Art Museum, op. cit.; A. Vettese, Chen Zhen, Field of Synergy, op. cit.; sul sito web ADAC - Association des Amis de Chen Zhen; Chen Zhen. Catalogue raisonné. 1977-1996, op. cit.

195 Chen Zhen in un’intervista con Zhu Xian riportata nei seguenti volumi: Maité Vissault e Jean-Hubert

Martin, Chen Zhen, Residence, Resonance, Resistance, op. cit.; Chen Zhen, Invocation of Washing Fire, op. cit.; Catalogo della mostra Installation Works of Chen Zhen tenuta presso lo Shanghai Art Museum, op. cit.; A. Vettese, Chen Zhen, Field of Synergy, op. cit.; sul sito web ADAC - Association des Amis de Chen Zhen; Chen Zhen. Catalogue raisonné. 1977-1996, op. cit.

196 Note di Chen Zhen. In: Installation Works of Chen Zhen, Catalogo della mostra tenuta presso lo Shanghai

Art Museum, op. cit., senza paginazione.

197 Chen Zhen in un’intervista con Zhu Xian riportata nei seguenti volumi: Maité Vissault e Jean-Hubert

Martin, Chen Zhen, Residence, Resonance, Resistance, op. cit.; Chen Zhen, Invocation of Washing Fire, op. cit.; Catalogo della mostra Installation Works of Chen Zhen tenuta presso lo Shanghai Art Museum, op. cit.; A. Vettese, Chen Zhen, Field of Synergy, op. cit.; sul sito web ADAC - Association des Amis de Chen Zhen; Chen Zhen. Catalogue raisonné. 1977-1996, op. cit.

57 diretto in Corea del Sud, siede vicino a Pontus Hulten198. Durante il viaggio discutono

delle loro esperienze di scambio tra Oriente e Occidente, e quando chiede a Hulten quale sia il suo parere riguardo il popolo asiatico, egli risponde: “Eterna incomprensione”, facendo scaturire in Chen Zhen una sensazione allo stesso tempo di sorpresa e di dispiacere.

In un momento storico caratterizzato dallo sviluppo globale, le cui conseguenze sono un’inarrestabile urbanizzazione199 e ibridazione, l’arte diviene una piattaforma di

incontro dove mettere in gioco le differenze sociali, religiose, storiche, filosofiche e i reciproci dubbi per creare un’armonia di interrelazioni. Proprio da qui nasce il progetto dell’Eterna incomprensione, a cui appartiene la serie di Round Table – Side by Side.

La più celebre versione di Round Table – Side by Side (Fig.35) è del 1995, ed è pensata per l’edificio delle Nazioni Unite di Ginevra, in occasione dell’esposizione

Dialoghi di Pace.

Fig.35

Chen Zhen, Round Table – Side by Side, 1995

Chen Zhen presenta un’opera dal linguaggio visivo chiaro e diretto, creata con oggetti di uso quotidiano. Il tavolo è simbolo di condivisione, attorno al quale si riuniscono i membri di una famiglia al momento del pasto, prima ancora di essere il luogo delle trattative politiche ed economiche. Anche la forma non è casuale: un tavolo rotondo prevede che non ci sia un capotavola, ne consegue che tutti i presenti sono equidistanti

198 Pontus Hulten (1924 – 2006) è stato uno storico dell’arte e direttore museale svedese, considerato una

delle più importanti figure nel panorama artistico-museale del secolo scorso (https://monoskop.org/Pontus_Hult%C3%A9n).

199 Il fenomeno dell’urbanizzazione attrae particolarmente l’interesse di Chen Zhen, per il quale si rimanda

58 dal centro, nessuno è privilegiato200. Le 29 sedie provengono dai cinque continenti e da

diverse classi sociali, tuttavia le sedute sono parte integrante del tavolo e non è possibile accomodarvisi.

L’opera sembra quindi avere una doppia valenza: da una parte ricorda il pasto e la festività secondo le tradizioni cinesi, momenti di incontro e di armonia, dall’altra rappresenta il luogo delle negoziazioni e del potere internazionale, spesso causa di conflitti201. Il tavolo sembra voler favorire quel dialogo che le non-sedie rendono

impossibile. La chiave di lettura202 non va ricercata nella singolarità del tavolo o delle

sedie, ma nella relazione (关系, guanxi), che dà luogo a quella che in definitiva è un’eterna incomprensione. L’opera viene prodotta in serie con alcune varianti: in quella presentata a Ginevra la superficie del tavolo riporta un’incisione con i diritti dell’uomo, mentre in quella presentata in occasione della Biennale di Lione203 è incisa la scritta “Eterna

incomprensione”.

“Dietro l’‘eterna incomprensione’ percepisco un desiderio permanente di comprensione, un tentativo di capire l’altro…”204