2.2 Ricerca artistica: una selezione di opere
2.2.4 Le “Transpesperienze”
“Quando l’albero si muove, muore; quando l’uomo si muove, vive.”205
200 Chen Zhen rivela di prediligere le forme circolari e sferiche per l’idea di equità cui rimandano Chen
Zhen in un’intervista con Zhu Xian riportata nei seguenti volumi: Maité Vissault e Jean-Hubert Martin, Chen Zhen, Residence, Resonance, Resistance, op. cit.; Chen Zhen, Invocation Washing of Fire, op. cit.; Catalogo della mostra Installation Works of Chen Zhen tenuta presso lo Shanghai Art Museum, op. cit.; A.Vettese, Chen Zhen, Field of Synergy, op. cit.; sul sito web ADAC - Association des Amis de Chen Zhen;
Chen Zhen. Catalogue raisonné. 1977-1996, op. cit.
201 Analisi dell’opera offerta dall’artista stesso (Invocation of Washing Fire, op. cit., pag. 287).
202 Chen Zhen spiega l’opera nelle sue diverse varianti in più occasioni. È possibile leggere le parole
dell’artista in: Installation Works of Chen Zhen, Catalogo della mostra tenuta presso lo Shanghai Art Museum, op. cit.; in un’intervista con Zhu Xian riportata nei seguenti volumi: Maité Vissault e Jean-Hubert Martin, Chen Zhen, Residence, Resonance, Resistance, op. cit.; Chen Zhen, Invocation of Washing Fire, op. cit.; Catalogo della mostra Installation Works of Chen Zhen tenuta presso lo Shanghai Art Museum, op. cit.; A.Vettese, Chen Zhen, Field of Synergy, op. cit.; sul sito web ADAC - Association des Amis de Chen Zhen; Chen Zhen. Catalogue raisonné. 1977-1996, op. cit.
203 Chen Zhen Partecipa alla Biennale di Lione nel 1997 (Biografia dell’artista consultabile sul sito web
Galleria Continua - https://www.galleriacontinua.com/artists/chen-zhen-83/biography).
204 Chen Zhen in Le Conflit – Le Malentendu éternel. In: Invocation of Washing Fire, op. cit. pag 284. 205 in un’intervista con Zhu Xian riportata nei seguenti volumi: Maité Vissault e Jean-Hubert Martin, Chen
Zhen, Residence, Resonance, Resistance, op. cit.; Chen Zhen, Invocation of Washing Fire, op. cit.; Catalogo della mostra Installation Works of Chen Zhen tenuta presso lo Shanghai Art Museum, op. cit.; A.Vettese, Chen Zhen, Field of Synergy, op. cit.; sul sito web ADAC - Association des Amis de Chen Zhen; Chen Zhen. Catalogue raisonné. 1977-1996, op. cit.
59 Questo antico proverbio cinese ben rappresenta gli ultimi anni di Chen Zhen, caratterizzato da uno stato di continuo spostamento, in cinese 走 zou, termine che merita di essere approfondito per capire la poetica dell’artista. Chen Zhen definisce la parola 走
zou, “miracolosa”206, perché significa non solo “camminare”, “muoversi”, ma anche
quell’“errare” e “vagabondare” attraverso cui l’artista ha intrapreso la sua fuga spirituale, tesa sempre a nuovi orizzonti creativi e culturali. L’insieme dei viaggi vissuti dall’artista lo porta a definire il termine 走 zou, come 融超经验, rong chao jingyan, letteralmente “fusione-trascendenza delle esperienze”, per la cui traduzione Chen Zhen conia il termine “Transesperienze”. L’artista spiega che il prefisso “trans-” indica “attraversare”, “incrociare”, “trasferire”, e se giustapposto alla parola “esperienze”, al plurale, sintetizza la consapevolezza data dal lasciare il proprio paese natio e spostarsi per tutta la vita207.
Inoltre, racchiude una doppia intersezione: la prima tra le sue esperienze, vecchie e passate, la seconda tra le sue e quelle delle altre persone. Le “Transpesperienze” diventano quindi uno stile di vita, una consapevolezza latente208 in grado di mettere in
continua connessione elementi provenienti da culture, filosofie, storie diverse in un’unica realtà, che si esprime attraverso l’arte.
A livello artistico, Chen Zhen utilizza la predisposizione delle “Transpesperienze” per abbattere il raziocinio della teorizzazione e la meccanizzazione degli stili artistici, i quali possono essere mescolati e messi in relazione tra di loro, così come le esperienze della vita. Jue Chang - Fifty Strokes to Each209
(Fig.36) rappresenta le “Transpesperienze” dell’artista.
206 Chen Zhen in un’intervista con Zhu Xian riportata nei seguenti volumi: Maité Vissault e Jean-Hubert
Martin, Chen Zhen, Residence, Resonance, Resistance, op. cit.; Chen Zhen, Invocation of Washing Fire, op. cit.; Catalogo della mostra Installation Works of Chen Zhen tenuta presso lo Shanghai Art Museum, op. cit.; A. Vettese, Chen Zhen, Field of Synergy, op. cit.; sul sito web ADAC - Association des Amis de Chen Zhen; Chen Zhen. Catalogue raisonné. 1977-1996, op. cit.
207 Chen Zhen in un’intervista con Zhu Xian riportata nei seguenti volumi: Maité Vissault e Jean-Hubert
Martin, Chen Zhen, Residence, Resonance, Resistance, op. cit.; Chen Zhen, Invocation of Washing Fire, op. cit.; Catalogo della mostra Installation Works of Chen Zhen tenuta presso lo Shanghai Art Museum, op. cit.; A. Vettese, Chen Zhen, Field of Synergy, op. cit.; sul sito web ADAC - Association des Amis de Chen Zhen; Chen Zhen. Catalogue raisonné. 1977-1996, op. cit.
208 Jérôme Sans in Jérôme Sans, Invocation of Washing Fire, op. cit., pag.14.
209 Il titolo rimanda ad un proverbio cinese che invita a distribuire i vantaggi tra i contendenti, al fine di non
60
Fig.36
Chen Zhen, Jue Chang - Fifty Strokes to Each, 1998
L’opera viene esposta a Tel-Aviv nel 1998 e alla Biennale di Venezia del 1999, entrambi luoghi legati alla guerra e al conflitto210.
L’installazione si compone di dieci letti e cinquantacinque sedie provenienti da tutto il mondo che Chen Zhen trasforma in tamburi, un grande strumento musicale per chiunque voglia suonarlo. Ancora una volta oggetti della quotidianità vengono snaturati e rimontati con elementi provenienti da contesti diversi. Chen Zhen utilizza per quest’opera letti211 e sedie, arredi che, seppur con estetiche diverse, si trovano pressoché
in tutte le case; essi vengono adoperati per creare delle percussioni, le quali hanno una grande importanza non solo nella tradizione rituale cinese, ma anche per l’artista stesso, che le utilizzava durante i mesi di meditazione e purificazione in Tibet. In occasione del
vernissage di inaugurazione Chen Zhen chiamò alcuni monaci tibetani che, vestiti della
tunica arancione che li contraddistingue, iniziarono a percuotere i tamburi intonando canzoni di pace. Successivamente, gli spettatori sono stati invitati a prendere parte alla
performance: liberi di suonare dando sfogo a gioie, dolori, preoccupazioni e paure che
portavano dentro, hanno dato vita ad un ritmo capace di unire tutti i presenti, qualunque fosse il loro luogo di origine, il loro credo, la loro lingua madre, ….
Usare la violenza per curare la violenza, percuotere i tamburi per invocare la pace: l’installazione è una dichiarazione politica dell’artista e di chiunque voglia prendere parte
210 Nel caso della Biennale di Venezia l’opera viene allestita in una delle stanze dell’Arsenale di Venezia;
originariamente gli ambienti dell’arsenale erano cantieri navali e fabbriche di armi, in questo senso è un luogo legato al conflitto (Sito web del Comune di Venezia – Storia dell’Arsenale di Venezia -
www.comune.venezia.it/it/arsenaledivenezia).
211 Chen Zhen spesso utilizza il letto per alludere all’amore e al momento del concepimento, evento che
affascina l’artista e che ha più volte inserito nelle sue opere (A.Vettese, Chen Zhen, Field of Synergy,op. cit., pag. 12-17).
61 all’opera, per esprimere il disappunto rispetto le contraddizioni e i conflitti che vedono coinvolti sia il Medio-Oriente (Tel-Aviv), sia il Kosovo (alle porte di Venezia)212.