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Il finanziamento dell’economia

Nel documento Rapporto 2007 ( 6.2mb (pagine 148-151)

2. il grado di specializzazione delle industrie rispetto al contesto nazionale

3.6. Industria delle costruzioni

3.11.1. Il finanziamento dell’economia

Secondo i dati divulgati da Bankitalia, a fine giugno 2007 è stato registrato in Emilia-Romagna un incremento tendenziale degli impieghi, secondo la localizzazione della clientela e al lordo delle sofferenze, pari al 10,1 per cento, in leggero aumento rispetto alla crescita media del 9,6 per cento dei dodici mesi precedenti. Nel Paese è stato riscontrato un incremento tendenziale leggermente più sostenuto pari al 10,4 per cento, che si è distinto anch’esso dal trend dei dodici mesi precedenti (+10,1 per cento).

La vivacità degli impieghi trae origine da un ciclo congiunturale positivo, oltre che in consolidamento.

La crescita registrata a fine giugno 2007 è apparsa inoltre più elevata di quelle riscontrate sia a giugno 2006 (+9,1 per cento), che a giugno 2005 (+8,6 per cento). Secondo quanto rilevato da Carisbo - in questo caso i dati sono aggiornati a marzo 2007 - è stato il credito a breve ad apparire in ripresa, in virtù di un incremento dell’11,1 per cento, in accelerazione rispetto agli aumenti del 6,8 e 4,7 per cento rilevati rispettivamente in dicembre e settembre 2006. Giova sottolineare che a fine 2004 era stata registrata una diminuzione dello 0,1 per cento. Questo andamento non fa che confermare il miglioramento del quadro congiunturale, con conseguente maggiore richiesta da parte delle imprese di finanziamenti per sostenere la ripresa. Il credito a medio e lungo termine ha invece dato qualche segnale di rallentamento, riflettendo la frenata dei mutui destinati all’acquisto dell’abitazione. In marzo gli impieghi delle imprese sono cresciuti

Fig. 3.11.1. Impieghi e depositi dell’Emilia-Romagna per localizzazione della clientela. Periodo primo trimestre 1996 – secondo trimestre 2007. Variazioni percentuali sullo stesso periodo dell’anno precedente.

-15,0 -10,0 -5,0 0,0 5,0 10,0 15,0 20,0 25,0 30,0

I 96 I 97 I 98 I 99 I 2000 I 2001 I 2002 I 2003 III 2005 III 2006

Impieghi Depositi

Fonte: elaborazione Area studi e ricerche Unioncamere su dati Bankitalia.

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più velocemente rispetto a quelli delle famiglie, dopo cinque anni in cui era sempre avvenuto il contrario.

A fine giugno 2007 i finanziamenti destinati alle famiglie consumatrici per l’acquisto di abitazioni sono cresciuti del 9,7 per cento rispetto allo stesso mese del 2006, vale a dire cinque punti percentuali in meno in rapporto al trend dei dodici mesi precedenti. Se si guarda all’andamento degli ultimi dieci anni, è la prima volta che si registra un aumento non a due cifre. Un analogo rallentamento ha riguardato le relative erogazioni avvenute nella prima metà del 2007, la cui crescita è stata di appena l’1,1 per cento, rispetto all’incremento del 13,4 per cento riscontrato nella prima metà del 2006. Nel Paese le erogazioni destinate ai mutui per la casa sono invece scese del 3,7 per cento, in contro tendenza rispetto all’aumento del 20,5 per cento della prima metà del 2006. Su questa decelerazione, come sottolineato da Bankitalia, hanno inciso, oltre all’aumento dei tassi d’interesse, anche le cartolarizzazioni di crediti alle famiglie. Si è ulteriormente ridotta la quota dei nuovi mutui concessi a tasso variabile, scesa dall’88 per cento di fine dicembre 2006 al 69 per cento di giugno 2007.

I finanziamenti destinati alle società non finanziarie, che comprendono in pratica le imprese produttrici di beni e servizi destinabili alla vendita, escluso le imprese famigliari, hanno coperto a fine giugno 2007 il 60 per cento esatto delle somme impiegate dalle banche. La crescita tendenziale si è attestata all’11,4 per cento, in aumento di quasi tre punti percentuali rispetto al trend dei dodici mesi precedenti. Siamo in presenza di un andamento decisamente vivace, in linea con quanto avvenuto nel Paese. Da questo andamento si sono tuttavia distinte le piccole imprese (società diverse da quelle di capitale con meno di venti addetti e famiglie produttrici), i cui tassi di crescita sono apparsi in flessione rispetto ai trimestri precedenti e inferiori di oltre un terzo a quelli della media delle imprese.

Se si guarda all’andamento dei vari rami di attività, si può evincere che l’incremento percentuale più elevato, pari al 14,6 per cento, è stato rilevato nei servizi, che hanno migliorato di oltre due punti percentuali il trend dei dodici mesi precedenti. Da sottolineare la performance del comparto che include le attività di intermediazione immobiliare, i cui prestiti hanno superato di quasi il 20 per cento il livello dei dodici mesi precedenti. L’industria in senso stretto (estrattiva, manifatturiera ed energetica) è cresciuta a fine giugno del 7,8 per cento, distinguendosi positivamente dalla moderata crescita media del 2,9 per cento riscontrata nei dodici mesi precedenti. Questo andamento è coerente con la ripresa produttiva emersa dalle indagini congiunturali e si riallaccia a quanto detto precedentemente in merito all’evoluzione generale delle somme impiegate dalle banche. L’incremento dei prestiti è risultato piuttosto intenso nelle industrie meccaniche e della produzione di piastrelle, mentre ha assunto toni più smorzati nei comparti alimentare e del tessile abbigliamento. Gli impieghi bancari destinati all’edilizia sono aumentati tendenzialmente del 12,0 per cento. Il ritmo di crescita è ancora apprezzabile, tuttavia è apparso meno intenso rispetto alla media dei dodici mesi precedenti (+13,2 per cento).

E’ continuata, ma in misura meno sostenuta, la crescita degli impieghi destinati alle famiglie nel loro complesso. A fine giugno 2007 l’incremento è stato del 7,8 per cento (+8,4 per cento del Paese), rispetto al trend del 9,9 per cento riscontrato nei dodici mesi precedenti. Il contributo più importante alla crescita è venuto dal gruppo delle famiglie consumatrici, il cui aumento tendenziale si è attestato al 9,3 per cento, a fronte della crescita del 2,3 per cento delle imprese famigliari. Il rallentamento delle famiglie consumatrici è da attribuire in gran parte, come descritto precedentemente, alla frenata dei mutui destinati all’acquisto dell’abitazione.

Il totale dei finanziamenti oltre il breve termine destinati agli investimenti in essere a fine giugno 2007, è ammontato a quasi 83 miliardi di euro, vale a dire il 12,4 per cento in più rispetto all’analogo periodo del 2006, in peggioramento di quasi due punti percentuali rispetto alla crescita media dei dodici mesi precedenti. Nel Paese il corrispondente aumento è stato del 12,0 per cento, appena al di sotto del trend dei dodici mesi precedenti. Come visto, il rallentamento della crescita è stato determinato dalla frenata dei mutui concessi alle famiglie, la cui incidenza in regione è stata pari al 26,5 per cento del totale. Un anno prima si aveva un’incidenza del 27,2 per cento.

Le erogazioni effettuate dalle banche alle imprese relativamente ai finanziamenti a medio-lungo termine destinati agli investimenti in macchinari e attrezzature sono state caratterizzate da segnali positivi. Nei primi sei mesi del 2007 le somme erogate, tra credito agevolato e non agevolato, sono ammontate a oltre 1.520 milioni di euro, vale a dire il 3,2 per cento in più rispetto all’analogo periodo del 2006. La buona intonazione delle erogazioni emersa in Emilia-Romagna è apparsa in sintonia con l’andamento nazionale (+5,9 per cento). In termini di consistenza c’è stato in regione, a fine giugno 2007, un aumento tendenziale del 10,2 per cento, superiore di quasi quattro punti percentuali al trend dei dodici mesi precedenti. Anche questo è un segnale della positiva fase congiunturale, che si coniuga alle elevate intenzioni di investimento manifestate dalle imprese industriali, tramite la consueta indagine annuale di Confindustria.

Un altro importante aspetto degli impieghi è rappresentato dal credito al consumo concesso alle famiglie. Il fenomeno appare in forte espansione e secondo alcuni studiosi sarebbe la spia delle difficoltà

economiche che continuano ad affliggere talune famiglie, costringendole ad indebitarsi per fare fronte a spese, che altrimenti non sarebbero capaci di affrontare con le semplici entrate del proprio lavoro. Non bisogna inoltre dimenticare che certe spese fanno ormai parte di uno status al quale le famiglie non rinunciano facilmente, come le vacanze ad esempio, anche a costo di un indebitamento.

Il fenomeno non dà segni di rallentamento, nonostante la ripresa dei tassi d’interesse. A fine giugno 2007 la consistenza del credito al consumo è ammontata in Emilia-Romagna a quasi 5.758 milioni di euro, vale a dire il 21,3 per cento in più rispetto all’analogo periodo del 2006. Le banche hanno accresciuto i propri prestiti del 14,0 per cento, a fronte dell’aumento del 31,8 per cento delle finanziarie. Il peso di quest’ultime sul totale è arrivato al 44,3 per cento. Un anno prima era attestato al 40,8 per cento.

A fine 2002, primo anno di rilevazione del fenomeno a livello territoriale, era al 38,8 per cento. Rispetto al trend dei dodici mesi precedenti c’è stato un miglioramento della crescita generale di quasi un punto percentuale. In Italia l’incremento del credito al consumo si è attestato al 17,5 per cento, ma in questo caso c’è stata una diminuzione, prossima ai due punti percentuali, rispetto al trend dei dodici mesi precedenti.

Se rapportiamo il credito al consumo alla popolazione residente nelle regioni italiane (vedi figura 3.12.2), possiamo vedere che l’Emilia-Romagna è nuovamente risultata tra le regioni relativamente meno esposte, con un indebitamento per abitante pari a 1.363,39 euro, a fronte della media nazionale di 1.586,65 euro. Solo cinque regioni, vale a dire Friuli Venezia Giulia, Basilicata, Marche, Veneto e Trentino-Alto Adige hanno evidenziato rapporti più contenuti. L’indebitamento al consumo più elevato è stato registrato ancora una volta in Sardegna, con 2.070,19 euro per abitante, seguita da Sicilia (1.945,58) e Lazio (1.933,42). Tra fine dicembre 2002 e fine giugno 2007, il credito per abitante è quasi raddoppiato in Emilia-Romagna, rispetto alla crescita nazionale del 103,4 per cento. L’incremento percentuale più elevato ha riguardato la Calabria (+153,6 per cento). Quello più contenuto la Toscana (+73,9 per cento). Al di là di questi andamenti resta un livello di indebitamento ragguardevole, soprattutto se si considera che stiamo valutando valori medi. Se dovessimo rapportare il credito al consumo al numero delle famiglie residenti, l’Emilia-Romagna continuerebbe a collocarsi tra le regioni meno indebitate, ma su livelli ovviamente più elevati d’indebitamento rispetto ai dati rapportati al numero di residenti: 3.122,16 euro contro i 1.363,39 euro per abitante. Come si può costatare, siamo di fronte a cifre

Fig. 3.11.2. Credito al consumo per abitante in euro. Situazione al 30 giugno 2007.

2 .0 7 0 ,1 9

Fonte: elaborazione Area studi e ricerche Unioncamere Emilia-Romagna su dati Bankitalia e Istat.

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d’indebitamento famigliare tutt’altro che leggere, anche se ben distanti dai livelli della Sardegna, prima della graduatoria regionale, attestata sui 5.315,77 euro per famiglia. Secondo un’indagine di Prometeia, commissionata dall’Associazione bancaria italiana e presentata nel convegno “Credito alle famiglie 2007”, il credito al consumo sarebbe più frutto di una scelta che di una reale necessità. Questa affermazione trova fondamento nella figura dell’”indebitato tipo”, vale a dire giovane sotto i trent’anni, in possesso di un titolo di studio elevato rispetto alla media del campione e con un livello di reddito per lo più medio-alto, superiore ai 41.000 euro. Per l’Abi questo identikit corrisponde a una persona che "ha rimodulato la gestione del proprio bilancio familiare, programmando opportunamente le spese e i tempi di rimborso degli investimenti". Non saremmo insomma alla presenza di persone che ricorrono al credito al consumo perché non riescono ad arrivare alla fine del mese. Al di là delle motivazioni che possono spingere all’indebitamento, resta un utilizzo tendenzialmente crescente. Secondo l'indagine Prometeia, il rapporto tra l'indebitamento e il reddito delle famiglie italiane che hanno fatto ricorso al credito è passato dal 48 per cento del 1998 al 75 per cento del 2004. Rispetto al campione, le famiglie indebitate sono passate dal 19,1 al 21,8 per cento, mentre l'indebitamento verso parenti e amici è sceso dal 3 all'1,6 per cento.

Nel documento Rapporto 2007 ( 6.2mb (pagine 148-151)