2. Secret Son
2.2 Il fondamentalismo islamico
2.2.1 Fondamentalismo e anti-modernità
L‘immagine del fondamentalismo e di certe pratiche culturali tipicamente musulmane risulta incompatibile sia con la modernità, sia con i modi di vita della borghesia liberale, la quale ha colto nella recente proliferazione dei movimenti islamisti i segni di un fanatismo di tipo medievale.15 Jaafar Aksikas ha individuato nell‘ascesa del fondamentalismo
15 Cfr. Gilles Kepel, Jihad. Ascesa e declino. Storia del fondamentalismo islamico, trad. it. di
Roberto Landucci, Stefano Liberti, Carocci, Roma 2004, p. 11. In Secret Son, come precedentemente in Hope and Other Dangerous Pursuits, Laila Lalami si serve del tema religioso per caratterizzare alcuni suoi personaggi in modo da connotarli sulla base dell‘appartenenza di classe: è questo il caso del padre di Youssef e, in Hope and Other
Dangerous Pursuits, di Larbi – il cui cognome è curiosamente lo stesso di Nabil Amrani – e
Faten Khatibi (su Faten e Larbi, cfr. The Fanatic e The Odalisque; in Laila Lalami, Hope, cit., pp. 19-51 e pp. 127-45). In entrambi i romanzi, l‘autrice associa all‘osservanza di talune pratiche religiose precise connotazioni socioculturali. In Hope and Other Dangerous Pursuits, Larbi Amrani, impiegato al Ministero marocchino dell‘Educazione, teme l‘influenza di Faten, membro dell‘Organizzazione Islamica degli Studenti all‘Università di Rabat, sulla figlia Noura, la quale, con rammarico del padre, inizia a interessarsi alle questioni religiose fino a decidere di indossare il velo: la provenienza sociale della famiglia Amrani non sembra essere in sintonia, infatti, con l‘adesione alle pratiche tradizionali dell‘Islàm. L‘umiltà del ceto sociale cui Faten appartiene, viceversa, risulta chiara dal comportamento assunto dal personaggio a tavola: «Larbi started to eat, periodically glancing at Faten. He was mildly satisfied to notice evidence of less-than-genteel upbringing – she had placed her knife back on the table even after using it» (ivi, pp. 41-2). In Secret Son, il borghese e capitalista Nabil appare il personaggio meno fiducioso nell‘intervento della provvidenza divina nelle vicende umane. Un ulteriore tratto che caratterizza il padre del protagonista è la diffidenza nei riguardi degli «Ikhwan with long beards and the women with headscarves» (127). Gli impiegati del suo Grand Hotel sono tenuti al rispetto di precise regole sull‘abbigliamento e sull‘aspetto esteriore: il volto degli uomini deve essere accuratamente rasato, mentre alle donne che indossano il velo non è permesso lavorare a
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nell‘era neo-liberale uno dei principali paradossi delle società arabe postcoloniali:16 a tale visione è implicitamente associata una concezione
anti-moderna dell‘Islàm radicale, equiparabile a quella proposta da un Occidente che rivendica la propria superiorità rispetto a una cultura islamica «inherently backward».17
In maniera analoga, ‗Abd Allàh al-‗Arwi, uno dei più eminenti storici e pensatori marocchini contemporanei, ha attribuito il ritardo culturale delle società arabe postcoloniali al ruolo preponderante della religione e della cultura islamiche in tali società. Viceversa, sostiene al-‗Arwi, è nell‘ideologia capitalista liberale che va ricercata, nonostante la natura illusoria delle nozioni stesse di libertà ed eguaglianza economiche, la via più sicura verso la modernità.18 Se, con la rappresentazione del capitalismo in Secret Son,
vengono alla luce i fallimenti registrati dal modello economico capitalista e liberale, Lalami sembra invece condividere la visione di al-‗Arwi relativamente all‘anti-modernità dell‘Islàm, e in particolare della sua versione più radicale incarnata dal Partito.
È evidente, all‘interno del racconto, la funzione di spartiacque assolta dall‘alluvione descritta sin dall‘incipit («The rain came unexpectedly, after nearly three years of drought», 3).19 Il motivo dell‘alluvione riveste un
contatto con i turisti («Bareheaded women could work anywhere, but those who wore headscarves had to work in the back office», 140). Nabil Amrani mostra, infine, una palese preoccupazione per l‘influenza negativa che la crescente presenza di musulmani radicali in Marocco esercita sul turismo dall‘Europa: «―You have Jean-Pierre or Marie- Louise sitting at home in Paris, they see people like those imbeciles from the Party on the TV news, screaming about how everything in this country should be done ‗by God,‘ or ‗with God,‘ or ‗through God,‘ so of course Jean-Pierre and Marie-Louise get scared, and they decide to go to Marbella instead of Marrakech for their Christmas holidays‖» (130).
16 Jaafar Aksikas, Arab Modernities, cit., p. 1. 17 Ivi, p. 15.
18 Cfr. ivi, pp. 46-7.
19 Il riferimento è, qui, ai periodi di siccità che si sono succeduti in Marocco tra gli anni
‘80 e ‘90 del secolo da poco trascorso, che hanno determinato un massiccio esodo rurale verso città come Casablanca. Cfr. Marvine Howe, Morocco, cit., p. 115. Lalami non manca di sottolineare la presenza di questi esuli nel suo romanzo per mezzo delle considerazioni suggerite al protagonista dalla pioggia: «―The year might turn out to be good,‖ Youssef said. He was thinking of the farm laborers who had been moving into the city, chased by
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ruolo determinante dal punto di vista della trama del romanzo, in quanto crea le condizioni per la penetrazione del fondamentalismo a Hay An Najat; ora, sarà proprio Hatim a innescare lo sviluppo dell‘intreccio narrativo, permettendo a Youssef la progressiva scoperta della reale identità paterna.
Lo stesso protagonista intuisce l‘entità degli stravolgimenti apportati dalla pioggia alla vita del quartiere allorché, constatando la gravità della situazione, riflette sulla portata storica dell‘evento:
This was another mektub. It would split someone‘s life into a
Before and After, just as his father‘s death had done for him.
Children born this year would be told that they came into the world during the Year of the Flood. (13)
La retorica del ‗post-‘ (before and after) trova spazio, nell‘intreccio, in riferimento non a nozioni astratte desunte dalla teoria critica occidentale – postmoderno, postcoloniale, ecc. –, bensì alle specifiche condizioni storiche attuali della società marocchina, colta in quello che si potrebbe definire il ‗post-fondamentalismo‘.20 L‘after, cioè il ‗post-‘, può essere inteso nel senso
the drought. They came from the Gharb, from the Chaouïa, and even from as far south as Marrakech, here to Casablanca, where their teenage children crowded the markets and drove down wages for every kind of labor. Maybe this year there would not be as many of them» (4).
20 Nel suo contributo su Muhammad Shukri (Localized Identity, cit.), il critico marocchino
Salah Moukhlis si esprime contro la comune tendenza della critica internazionale ad ‗assimilare‘ prodotti del genio letterario di autori, per esempio, africani e maghrebini alle categorie occidentali del postmoderno o del postcoloniale. Moukhlis rifiuta questo tipo di discorso egemonico, il quale ricorre a forme di rappresentazione e a paradigmi ‗universali‘ (Universal Experience) per rendere conto di realtà culturali ‗locali‘ (Localized Identity), e propone Shukri quale esempio di scrittore la cui vita e produzione risultano indistricabilmente legati al contesto della cultura e della classe sociale di appartenenza. Moukhlis giudica riduttiva qualsiasi prospettiva che non tenga conto adeguatamente del
milieu sociale e ideologico dal quale il testo letterario ha avuto origine, e che solo può
contribuire a chiarirne determinati aspetti e contenuti. L‘intento di Moukhlis non è, ovviamente, quello di negare la validità dell‘approccio che egli definisce specificamente ‗testuale‘ e ‗poetico‘, attento, per esempio, come lo studioso ha chiarito meglio in un contributo più recente, ai concetti di hybridity, in-betweeness e third-space, topoi oramai classici del discorso postcoloniale: si tratta, piuttosto, di invocare, almeno in egual misura, l‘adozione di una prospettiva che tenga nella dovuta considerazione altresì le condizioni ‗materiali‘ – storiche, geografiche, politiche, economiche, ideologiche –, in una parola la
location, ovvero il posizionamento, di un autore e della sua cultura. L‘approccio è stato
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di fine e negazione di un‘epoca antecedente che assume, nel romanzo, i tratti, insieme, della modernità e del paganesimo:
Youssef stopped at the bottom of the street. The river before him carried possessions away with it, like offerings to an ancient
god – a suitcase, some tires, a broken bicycle, a few cinder blocks. A
yelping dog swam helplessly in the middle of the debris. (12)
Si noti come l‘acqua spazzi via oggetti simbolo della modernità, quali la valigia, la bicicletta e i mattoni da costruzione: in tal modo, sembra essere rivendicata la sostanziale coincidenza tra ‗post-fondamentalismo‘ e ‗postmodernismo‘, dove il prefisso ‗post-‘, nel secondo caso, si connota, cronologicamente, come superamento e negazione di un‘epoca conclusa, apparentemente orientata, specialmente con l‘ascesa, nel 1999, dell‘attuale sovrano Muhammad VI, verso il progresso materiale e sociale.