• Non ci sono risultati.

2. Secret Son

2.2 Il fondamentalismo islamico

2.2.2 Ordine patriarcale

Il personaggio di Hatim è il portavoce di un‘opposizione strisciante sia al governo ufficiale, sia alle fasce sociali progressiste e intellettuali simboleggiate da Nabil Amrani e dal giornalista Farid Benaboud. Il fondamentalismo è rappresentato in tutto il suo potenziale sovversivo rispetto a un ordine statale e sociale costituito – Nabil e Farid sono i membri delle élite culturali marocchine –, ma anche rispetto a un altro tipo di autorità, non pubblica, bensì privata e domestica: quella rappresentata da Rachida, figura femminile e materna che detiene, almeno fino all‘insediamento del Partito a Hay An Najat, il pieno controllo sul protagonista. È attraverso Hatim, infatti, che vengono alla luce, grazie al susseguirsi di indizi e rivelazioni, le menzogne di Rachida sull‘identità del

riflessione poetica e letteraria contemporanea in Occidente, tale approccio dovrebbe tenere conto, infatti, della specifica realtà storica e ideologica che contraddistingue il Marocco, la sua politica e la sua società. Cfr. The Politics of Disengagement: The Moroccan

Contemporary Novel and Textual Postcolonialism, in Khalid Amine et al, Tangier at the Crossroads,

63

padre di Youssef, e che si sfalda l‘universo fittizio creato dal personaggio materno.

Al termine dell‘alluvione, Hatim Lahlou fa ristrutturare, a Hay An Najat, l‘edificio dello Star Cinema, ove stabilisce la sede del Partito, offrendo, tutti i giovedì, la proiezione gratuita di un film. La prima pellicola mostrata al pubblico del quartiere è quella di Fatmah, film egiziano del 1947 interpretato da Umm Kulthum e Anwar Wajdi. La trama, che presenta alcuni aspetti in comune con la storia di Youssef e Rachida,21 stimola, al

termine della proiezione, un dibattito, condotto da Hatim, sul significato morale del film:

―Umm Kulthum‟s misery is her own fault. This is what happens when Muslim women engage in relations with dissolute men. That is the message of this movie. Let it be a warning to the sisters in the audience.‖ And with this, he stared down the single teenage girl who was in attendance. (20)

Il discorso patriarcale di Hatim sembra rivolto alla sola componente femminile della platea, ritenuta la principale responsabile della moralità collettiva in Marocco. Proprio la visione di Fatmah segna l‘inizio delle tensioni tra Youssef e Rachida, in quanto porta alla luce i sospetti del protagonista riguardo alla madre e alla ‗sua‘ storia («he had always felt that something was amiss in the stories she had told him», 21). Al film Fatmah, prodotto della cultura di massa, e soprattutto al gruppo fondamentalista che lo ha selezionato per la proiezione, è affidato il ruolo di ristabilire l‘ordine, contro il (dis)ordine creato dalla figura materna: proprio il film è il primo degli indizi grazie ai quali Youssef verrà a conoscenza della relazione clandestina della madre con Nabil. È significativo, peraltro, che della

21 Fatmah è, come Rachida, un‘umile infermiera; chiamata in casa del pashà ammalato per

curarlo, Fatmah vi risiede per un lungo periodo, durante il quale desta le attenzioni del fratello più giovane del pashà, Fathy. Quest‘ultimo, già fidanzato e prossimo a sposarsi, seduce Fatmah, la sposa e subito dopo la abbandona; Fatmah dà alla luce un figlio maschio, che Fathy, trascinato in tribunale dai vicini di Fatmah, rifiuta di riconoscere. Solo all‘epilogo del film, l‘uomo, tradito dalla fidanzata e deluso, fa ritorno dalla sposa e dal figlio.

64

vicenda di Fatmah, sempre presentata dal punto di vista di Youssef, vengano omessi alcuni dettagli: ad esempio, il fatto che il concepimento di Fatmah sia avvenuto nel contesto di un‘unione coniugale, oltre che il lieto fine, destinato a rimanere ignoto al lettore – perlopiù occidentale – che non abbia a sua volta visto il film:

[Youssef] watched as the righteous Umm Kulthum was seduced by the debonair Wajdi, who later abandoned her when she became pregnant. (20)

He told [Rachida] about the movie, describing how Umm Kulthum had been deceived, how she had fallen in love with the handsome Anwar Wajdi, how she had had to go to court to prove the baby‘s paternity. (20-1)

La fiction proiettata sullo schermo cinematografico, lungi dal distogliere il protagonista dalla realtà, in questo caso induce piuttosto a interrogarla ed esplorarla, permettendone il progressivo svelamento.22

Il secondo indizio fornito a Youssef da Hatim è la fotografia a colori di Nabil Amrani, pubblicata sulla rivista Casablanca Magazine diretta da Farid Benaboud:

[Youssef] unfolded the magazine. On the opposite page was a color picture of a middle-aged man, under the headline NABIL

AMRANI: ‗OUR BUSINESSES ARE TREATED

UNFAIRLY.‘ Youssef stared at the man in the picture, at his blue eyes and aquiline nose, his dark hair and wide forehead. [...] Could this be his father? (36-7)

La foto sulla rivista svela la menzogna di un altro documento, l‘immagine in bianco e nero che il protagonista ha ricevuto dalla madre, e che ha finora ritenuto l‘unico ricordo del padre morto. La foto rappresenta:

22 Il rapporto della fiction con la storia appare qui invertito rispetto a quello evidenziato

dalla critica settecentesca a proposito del romanzo moderno, inteso come narrazione fantastica priva di qualsiasi legame con la realtà. Sull‘approccio della critica italiana al romanzo del XVIII secolo, cfr. Nunzio Zago, Due romanzieri del Settecento: Chiari e Piazza, in id., La parola reticente nel Decameron e altri saggi, Salarchi Immagini, Comiso 2000, pp. 53-85.

65

a young man in his twenties, in a dark suit and gray tie, with his hair combed back neatly, as if he were on his way to an important appointment. His smile was timid, or perhaps reluctant; Youssef had never been able to tell. (4)

Si tratta di un ‗oggetto della memoria‘23 fabbricato da Rachida a

sostegno delle proprie narrazioni sulla figura di Nabil, così come la madre di Youssef l‘ha plasmata e inventata. Di nuovo, è parte di quel mondo inventato da Rachida che va in frantumi, e ancora una volta per mano di Hatim. Il ruolo riconosciuto al fondamentalismo nel romanzo è, chiaramente, quello di scuotere le sicurezze esistenziali del protagonista e di avviare la sua ricerca identitaria che sfocia nella ricerca del padre e nel temporaneo abbandono della madre. Ma in Hatim, l‘autrice rappresenta anche, almeno inizialmente, il difensore dell‘ordine garantito dalla ‗legge del padre‘ contro il ‗caos del matriarcato‘: ciò che conta, nella società patrilineare rappresentata nel romanzo, è la discendenza dal padre, dal quale si ereditano il nome e il cognome.