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Forgia. Fucina. Fr. forge. Bas. Pent. 4. 2. p.

20. E non te sierve de chell’arme ch’aje temperate a la forgia de li studie contra la miseria e la fortuna. (Fig.). E egr. p. 125. O mmardetta vorpara, Melannaggia la forgia sbregognata Dove fuste vattuta e temperata. Rocc. Georg. 4. 63. Comme lo fuoco nforgia fa stredore.

Narice. Bas. Pent. 1. 1. p. 25. Lo naso ammaccato co doje forge che parevano doje chiaveche majeste. E 3. 5. p. 313. Nne sodonze tutte le forge de lo naso. Tard. Suonn. XVII. Morfeo sbottanno da le forge de lo naso chille fommiente che soleno accopare li sienze. Tior. 1. 46. Ma tu tanto aje ssa forgia squacquarata Che si pigliasse na tabbaccaria Tutta la strodarrisse a na sorchiata.

Forgiare. Lavorare alla fucina, Fabbricare, e

fig. Inventare, Immaginare. Fr. forger. Cap. Il. 4. 2. A sti piezze de ddei che forgia Omero. Rocc.

Georg. 4. 44. Chi nfoca e forgia ncoppa de na

votte.

Forgiodecato, Forgiudecato, Forgiudicato, Forgedecato. Messo fuor della legge. Am. Gost.

5. 5. L’avite trovato lo forgiodecato. Sciat. 2. 236. Prommiso sto forgiudecato la mettà de chella mercanzia. Val. Fuorf. 1. p. 28. N’armizzero Ch’era forgiudecato de settenzia. Lo Sagliem. 3. 18. Pecchè st’attaccatura Comm’a forgiudicato?

Ol. Nap. acc. 4. 31. Sbannite, e nce so chiù

forgedecate.

Forgone. Gran carro da trasporto per il

servizio militare. Fr. fourgon.

Forgorante. Fulminante, Folgorante. Pag.

Batr. 3. 17. O tu non muove ss’arme forgorante.

(Si parla a Giove).

Forgoriare. Folgorare, Fulminare. Bas. P. F.

5. 5. p. 235. Forgoreja a mene, o signò Giove.

Foribunno. Foribondo. Cerl. Fint. par. 1. 5.

Geluso, sanguinario e foribunno.

Foriesteco. V. Foresteco.

Foriesto. Lo stesso che Foresteco. Fas. Ger.

2. 76. Lo mare surdo, crodele e foriesto. Ol. Nap.

acc. 2. 35. Qua sbarione Tu vuoje fa, pocca staje

tanto foriesto. Pag. Batr. 2. 25. Sorece foriesto. Anche in buon senso per Fiero. Fas. Ger. 17. 68. Che foriesto Va contro lo fraciello.

Foriuso. Furioso, Impetuoso. Stigl. En. 1. 19.

Scappaje da chella grotta No squatrone de viente foriuso. Ol. Nap. acc. 2. 12. A ste parole, a st’atto forejuso ec. E 56. Grannenata Tanto crodele e tanto foriosa. E 4. 3. Tutte foriose, Vedole, mmaretate. Fas. Ger. 2. 59. Foriuso, crodele, e de stopenne Forze. E 14. 23. E chi vorrà tenè lo foriuso? Perr. Agn. zeff. 1. 38. La varca scorreva Chiù forejosa che ba na sajetta. E 74. E lo chiù forejuso e gra smargiasso. E 3. 19. Se danno cuorpe… forejuse. E Mal. Ap. 6. E lo viento… forejuso. Lo Sagliem. 1. 2. Addò vaje, Lena, accossì foreosa? Ciucc. 1. 25. Le mosche e li tavane forejuse. E 4. 26. Lo viento forejuso.

Forlana. Furlana. Quattr. Ar. 261. Co che

grazeja abballanno la forlana ec.

Forma. Forma, anche come termine

filosofico. Sarn. Pos. ntr. p. 152. Tre songo li principie naturale: materia, forma e privazione.

Pag. Rot. 19. 23. Prevazejone pe lo dire a rimma,

E co la forma la materia primma. Mandr. all. 2. 6. La gran forma… Che fece sta gran lammia de lo cielo. (Anfib. fra Dio e la centina di una volta).

Nell’ordinario significato di Forma esterna che si offre alla vista. Fas. Ger. 1. 13. Ammassaje l’ajero e fece ncampo ascire La forma soja.

Ciucc. 11. 43. A chesta forma accommenzajeno a

fare Le scigne lo castiello de Gragnano. E 13. 9. E retornate A la forma de primmo. E 14. Chi venea nforma de na coccovaja.

Formola secondo la quale gli scolastici facevano ciascun loro argomento; onde la denominazione di Argomiento nforma. Pag. Rot. 19. 20. Ncoppa a le furme de l’argomentare. Cap.

Son. 160. Nè sanno dare l’argomiente nforma

Quann’hanno li discipole nformate.

E poichè Argomiento vale pure Cristiere, si aggiunse per ischerzo nforma alle v. Cristiere,

Cura, Soppositorio e simili.

Forma, Stampo, ed in particolare Forma di scarpa, stivale ec.; onde Mettere nforma dicesi della scarpa o altra calzatura a cui si mette la forma per allargarla. Cap. Son. 9. Che trova isso la forma pe ssa mpigna. E g. 14. Justa justa è la scarpa de sto culo Pe nce mpizzà la forma de sso naso. Picc. Conn. 19. Chi scava furme e nzemmetria le mette.

Aje trovato la forma de la scarpa toja e simili

vale Hai trovato chi ti sa stare a petto, chi ti fa stare a dovere. Bas. Pent. 1. 7. p. 88. Aje trovato la forma de la scarpa toja. Sigism. Due fughe, 2. 9. (?) E aje trovato la forma de la scarpa toja.

Cap. Il. 1. 95. O ve trovo la forma de la scarpa? E

7. 33. Ma nfine po la forma a ssa scarpetta La trovaje Curcio. E Son. 240. Co mico te la piglie? Ah ch’aje trovato La forma de ssa scarpa. Fas.

Ger. 5. 59. Ca trovaje forma pe la scarpa soja.

Vale anche Trovare ciò che conviene, ciò che fa al caso. Bas. M. N. 6. p. 300. Piglia zitella zita, Ca truove scarpa pe la forma toja. (Notisi

l’inversione, che qui non è solo per ischerzo, ma ha pure significato anfibologico).

Così Forma de la scarpa fu detto per Piede, ma con allusione ad altra parte del corpo. Bas.

Pent. 1. 10. p. 128. Io me nne piglio li scarpune e

tu pierde la forma.

Può significare anche Orma, Vestigio. Bas.

Pent. 3. 8. p. 332. Sarria juto pe coppa no

semmenato de farina senza lassarence la forma de la scarpa.

Forma de lo cappuccio è il Capo. Bas. Pent.

3. 5. p. 308. Si po non te resce lo fatto, nce jarrà la forma de lo cappuccio. Vagace la forma e la scarpa, leprecaje Nardiello.

De forma, Nforma, per In guisa, In modo. Cap. Il. B. 20. Che ghiocava l’arco Nforma che

maje no nce arrivaje nesciuno. E 6. 19. Auza la voce De forma che parea messionante. E 7. 59. Ca frecole nne fece, e le denocchia Le ghi a basà de forma che sconocchia. Bas. Pent. 3. 5. p. 310. Nforma tale, che le spilaje… lo cuorpo.

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Nforma val pure in abito di festa o di gala, e

spesso vi si aggiunge probante o de ragno. V.

Ragno. Velard. st. 8. Le gente… Tutte nforma, co

coppole e cappiello. Bas. M. N. 8. p. 328. Bello, nforma probante, linto e pinto. Pag. Rot. 13. 9. Ntosciato… va nforma probbante. Sciat 3. 245. Stevano nforma probante a contare de le mazzate ec.

Simmele e forma vale Allo stesso modo. Picc. Dial. 2. 115. Simmele e forma cca.

Formaggio. Formaggio. Pag. Rot. 16. 31.

Formaggio abbuonnecchiù, frutte a cantara.

Formale. Condotto di acqua che da un grande

acquedotto la conduce nei pozzi, ed il Pozzo stesso di acqua sorgente, contrapponendosi a

Cesterna in cui si raccoglie l’acqua piovana. E

però dicesi Acqua de formale quella che si deriva da acquedotto o da sorgente per gli usi domestici. Lat. forma. Cuor. Mas. 4. 37. (?) Lo puopolo s’averta Ca li nemmice l’acque de formale Aggeno ntossecate. Fas. Ger. 3. 56. Dinto sta gran cetà nce so formale, Cesterne, e porzì laghe e fontanelle.

Formalemente, Formalmente.

Formalmente. Bas. Pent. 2. 4. p. 183. Comme se vede e prova formalemente nne lo cunto che ve dirraggio. (La st. 1674 ha fornalemento, quella 1679 fornalementoo, quella 1717 fornalmente,

Porc. jornalmente. V. formal e formalmente nei dizionarii spagnuoli).

Formaletà, Formalità. Formalità. Cerl. Belt.

sv. 1. 1. Mo lo cafè se piglia pe cerimonia, pe

commesechiamma, pe formalità. E 3. 2. Manco co li vive s’ausa sta formalità. E Filos. ric. 1. 6. Vi quanta formaletà.

Formare. Formare. Fas. Ger. 20. 22. E lo

campo formaje porzì cornuto. Ciucc. 14. 19. De le mano duje piede se formajeno.

Formaro. Artefice che fa le forme pe’

calzolai.

Formatamente. In piena forma. Fas. Ger. 18.

76. N’estrece parerria formatamente.

Formecaro. Formicolio. Fas. Ger. 15. 59.

Facettero le doje verrezzoselle Ncuollo a chille venì no formecaro.

Formechella, Formichella. Dim. di Formica.

Mandr. nn. 2. 19. Menancino che steva a spalla a

spalla Consolava accossì sto formichella. (Qui è

qualificazione di persona). Picc. Dial. 1. 42. La

formichella Risponne ec.

Formecone. Accr. di Formica. Sciat. 4. 260.

Ntratanto lo formecone de suorvo e partetario de le pera cotte ec. Stigl. En. 2. 30. Formecone de suorvo e lesto fante.

Uoglio de formecone è una medicina

afrodisiaca.

Lo stesso che Capotortiello.

Formella. Piccolo condotto d’acqua.

Feltrino da schioppo.

Anima di un bottone, per lo più di osso. Lor.

Cors. 2. 2. No m’ha lassato piezzo a lo cauzone

Pe commogliarne na formella.

Formenare, Forminare, Furmenare, Furminare. Fulminare. Rocc. Georg. 1. 91.

Ntanto furmenanno Austro addoppia li sciusce. E 102. Furmenà mo da li settentriune E tronà mo da zefero e euro siente. E 4. 134. Mente Cesare Austo furmenava... na guerra crodele. Stigl. En. 1. 118. E furmenava Ntra mille e mille co lo gran spatone. E 3. 130. Quanno lo furmenaje co no tezzone. E 10. 110. Lauso co lo spatone furmenante. E 12. 223. Lo fierro furmenante. Sotta lo pietto nce lo nfilaje tutto. (In questi es.

dello Stigliola la st. 1770 ha sempre fulm…). Mandr. as. 1. 17. Zifero parze mpassà

furmenanno. Picc. Conn. saff. Pe furminare e scamazzà li sgrate.

*Formetta. Forma di gelato che è la metà dell’ordinaria.

Pedule di gambale.

Formica. Formica. Bas. Pent. 3. 8. p. 336.

L’uomene facevano comme a formiche. Velard.

st. 8. La gente te parevano formiche. Rocc. Georg. 1. 53. E le formiche che na massaria Te

sfrattano co fa processiune. Cap. Il. 6. 60. E nce avite da ghi vuje aute piche Comme vanno a lo suorvo le formiche. Stigl. En. 8. 120. Tutte le forze meje… Me pareno sputazze de formica.

Ciucc. 13. 7. Si lo grano… Le formiche

arrocechiavano e stepavano.

Formica o Formecone o Formechella de suorvo è Colui al quale senza alcuno effetto si

chiede qualche cosa, e per conseguenza dicesi di Uomo avaro, che sta sodo al macchione; e secondo il Galiani vale anche Furbo, Scaltro. Anche in ital. Si ha questo modo. Sarn. Pos. 5. p. 291. Tant’era grimma, aggrancata, spelorcia, formica de suorvo, stretta ncentura. Mandr. rep. 1. 38. Mpazzesce mo sto formica de suorvo Ca tutto quanto dona a n’ecciacuorvo. Bas. Pent. 2. egr. p. 250. Na formica de suorvo, no speluorcio.

Avere le formiche a le mano vale Aver gran

prurito di menar le mani.

Latto de formiche vale Latte di gallina. Quanno la formica vo morire mette le scelle

dicesi allorchè ad alcuno si vede fare cose contrarie al suo naturale, soprattutto spese o liberalità ad un avaro, atti di coraggio ad un vigliacco. Fas. Ger. 20. 76. Ma la formica more mmette scelle. Bas. Pent. 4. 8. p. 91. Quanno la formica vo morire mette l’ascelle.

Formica janca dicesi ogni Larva del genere Termes.

Formicarola. Lo stesso che Capotortiello. Formichella. V. Formechella.

Formicola. Lo stesso che Formica, e fig.

Persona economica.

Formicone. Lo stesso che Formecone. Forminare. V. Formenare.

Formola. Formola. Mandr. rep. ntr. Dirme te

prego a chi fuorze ha golio le formole.

Formolario. Libro di formole, di modelli per

iscritture. Cerl. Belt. sv. 1. 10. Lo dottore pe fa lo dottore co chi se regola? col formolario. Sciat. pr. 227. Copiava no formolario.

Fornace. Fornace, Fucina. Bas. Pent. 4. 9. p.

97. Se fece… da focone de varviero fornace de vritaro. Fas. Ger. 13. 56. Pare a bedè lo cielo na

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fornace. Cap. Il. 7. 8. Ssa fornace Co na sputazza cride ca se stuta. Stigl. En. 7. 160. E se fanno accossì ntra le fornace Arme de guerra l’arme de la pace.

Fornacella. Dim. di Fornace; ma dicesi in

particolare di quelle che sono in un focolare, e di quelle di ferro o di tufo che sono trasportabili.

Cerl. Am. vend. 3. 5. Dint’a na fornacella de

cravune vive allummate. E Ups. 2. 8. Mia face! – Mia fornacella!

Fornacione. Accr. di Fornace. Stigl. En. 8.

107. La sciamma è tale de li fornaciune, Che ec.

Fornaro. Fornajo. Cuor. Mas. 6. 26. (?) Dinto

a no furno comm’a tortaniello Fece mettere vivo no fornaro. Quatr. Cetr. in Cap. Son. g. 4. 1. Casadduoglie e fornare. Vott. Sp. cev. 144. Va chiamma lo fornaro. Ol. Nap. acc. 4. 78. Fu bastaso de fornaro.

Fornecare. Fornicare.

Fornecazione. Fornicazione. Tard. Vaj. 157.

Chillo miembro lo quale s’accommene a la fornecazione.

Fornemiento. Fornimento, ed anche Accessorio. Ciucc. 1. 18. Le mancava la cosa prencepale, Ch’era la mano, a fa sti fornemiente.

Val. Mez. 4. 37. Comme n’ommo se pozza

mantenere Co la carrozza e l’auto fornemiento.

Fuorf. 2. 10. 56. Danno lo lietto ed ogne

fornemiento.

Fornesore. Lo stesso che Fornisore. Fornesura. Lo stesso che Fornisura. Fornetura. Fine, Termine.

Forniello. Fornello. Fas. Ger. 5. 25. E sempe

agghiogne legna a lo forniello.

Fornillo. Dim. di Forno. Fornillo de

campagna. Bocca assai grande. Vi che fornillo

che se trova!

Fornire. Finire, Compire. Ross. Pipp. 1. 3.

(?) Tu propio vuoje Fornì li juorne tuoje sotto a na mazza. Cap. Il. 3. 73. L’avarria feruto, Ma se chiegaje, si no fornea l’allotta. Ciucc. 6. arg. Fanno pace e lo chianto se fornesce. E 7. 6. No ntanto appe fornuto de parlare. E 8. 32. Ma si accommenza a di no la fornesce. E 14. 28. Veddero fornuto Lo castiello e le turre. Cort. Vaj. 1. 10. Fornuta che s’avette sta canzone. Fer.

Viecch. av. 3. 5. (?) Aje fornuto de dicere ec.? Perr. Agn. zeff. 6. 45. Vuje non sapite sto puopolo

guitto Quanta nne face, e no la vo fornire. Tior. 2. 4. Fornarranno ste doglie, none o si? Viol. buff. 22. E non saje si fornesce o si accommenza.

Uccidere. Fas. Ger. 12. 83. E se fornea; ma pe lo gran dolore S’asciovelesce e perzò no nne more. E 20. 98. Nè fornire Po chillo ch’a la bella dette morte. Cap. Il. 5. 136. N’era chisso lo destino Che lo figlio de Giove isso fornesse.

Provvedere, Fornire. Fas. Ger. 8. 47. Veneano chiste sempe ben fornute… De vaccimme e de pecore e crastate. E 13. 27. E d’armature stea… Fornuta sta cetà nova nfernale. Fuorf. 2. 6. 77. Ognuno cerca l’arma sia fornuta De tutto ec. E 9. 60. Ed è fornito chi vo ire de casa into Cornito. (Male in Porc. fenito).

Lietto fornuto. V. Lietto.

*Fornisore. Provveditore, Fornitore. Fr.

fournisseur.

Fornisura. Fornitura, Approvvigionamento. Foro. Foro Nostriano fu detta una piazza di

Napoli che ora dicesi San Gennarello; e Foro

Carolino si volle detto nel decennio dell’occupazione francese il Largo dello Spirito Santo, volgarmente Marcatiello, e che oggi dicesi Piazza Dante. Sarn. Pos. 4. p. 288. La strata pe la quale se vace a lo Foro Nostriano.

Giurisdizione. Am. Giust. 5. 12. Io aggio lo foro mio, v’aggio ditto.

Forore. Furore. Tior. 3. 5. De forore chino.

Ol. Nap. acc. 4. 74. Nne levajeno ogne porta co

forore. Fer. Viecch. av. 3. 29. (?) Scatenate, o ciele, o stelle, Li fracielle e lo forore. Fas. Ger. 7. 112. Vota sforzato, pocca lo forore De chella lava granne è che lo tira. E 16. 29. N’avea chille suoje solete forure. Ciucc. 8. 23. Carche bota me vene qua forore Comme l’ha Febbo e cacata persona.

Fortamente. Fortemente.

Forte. Forte, tanto nel proprio che nel

figurato. Fas. Ger. 2. 53. Ma che chiocca forte Avette Olino pe sta nnamorata! Cap. Il. 2. 68. Sibbè de state, Me die no tremmoliccio accossì forte ec. Perr. Agn. zeff. 3. 19. Songo tutte duje fuorte ed anemuse. E 4. 93. Sti fuorte smargiassune. Pag. Batr. 2. 19. Li giagante fuorte.

E 27. Sti duje campe fuorte. Rocc. Georg. 3. 105.

Li moluosse… forte e ardite.

Per Difficile, Astruso. Bar. Pozz. Sal. 2. 7. È punto forte. E appr. È no punto forte a mettere… nchiaro sse deffecortà.

Dicesi del sapore del pepe, dei peperoni e simili, Piccante; ed anche dell’aceto e degli agrumi e fortumi, Forte, e del vino per Poderoso, Gagliardo, Frizzante. Ciucc. 13. 34. Int’a l’acito forte. Cort. Vaj. 3. 19. Co na cepolla penta, e po na scritta: So forte cruda, ma so doce fritta. Cerl.

Sch. fed. 2. 16. Chesto è forte, piccante. Tard. Vaj.

127. Forte comme la cepolla cruda.

Acqua forte. V. Acqua.

Caoce forte vale Calce viva. Fas. Ger. 4. 31.

Mosta lo bello pietto lo jancore De neve, caoce forte pe l’amante.

Avere a forte vale lo stesso che Sapere a forte. Cort. Vaj. 4. 1. Aveva Carmosina tanto a forte Ca

Ciullo non vedea. Pag. Batr. 2. 6. E quanto l’appe a forte!

Essere a forte vale Esser duro, Riuscire

insopportabile. Fas. Ger. 4. 51. Accossì lo campare m’era a forte Dinto a sti guaje.

Fare forte quarcuno vale Prestargli del

danaro ad un bisogno, o almeno Farsi per lui mallevadore.

Fare lo forte vale Fingere forza e coraggio. Farese forte vale Fortificarsi, Prender

fortezza contando sull’ajuto di alcuna cosa o persona. Ciucc. pr. 5. È chell’ancora Addò se fanno forte tutte l’uommene. Bas. Pent. 3. 7. p. 325. N’uorco… s’era fatto forte drinto no vosco desierto. E 5. 4. p. 156. No vosco dove se facevano forte l’ombre contro l’assaute de lo sole.

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forte. E 6. 107. E se fa forte nsino a la nutriccia.

Parere a forte vale Sembrar duro, Riuscire

dispiacevole. Bas. Pent. 3. 4. p. 299. Le parze a forte de portare sto travaglio pe l’asenetate de le sore.

Pegliare a forte vale Sentir dolore, Sentirsi

pungere da qualche cosa aspra e spiacevole. Fas.

Ger. 3. 69. Si be ca oh quanto la pigliammo a

forte Chesta spartenza toja. E 8. arg. Crede a la furia… Nzuonno Argellano, e chiù la piglia a forte. Tard. Vaj. 148. Pegliava tanto a forte lo stare mpresone.

Sapere a forte vale Sapere amaro, Aver sapore

di forte agrume. Ciucc. 8. 12. Comme de ji a l’acito ve sa a forte? E 14. 13. Mo sbentrà quatto ciucce… nce ha da sapè a forte? Stigl. En. 4. 154. E me nne sape a forte. E 164. E le sapeva a forte.

Stare forte vale Resistere, Esser fermo e

costante, Star saldo. Bas. Pent. 4. 2. p. 19. Non potenno stare chiù forte a lo frusciamiento de l’abbesuogno. Cerl. Ost. 2. 1. Dille… Che stia forte a la fede. Cort. Ros. 1. 3. p. 23. Non pozzo A sti ntrollogatorie stare forte.

A forte che trovasi nelle precedenti frasi

scrivesi pure Afforte.

Usato come avverbio. Ciucc. 4. 27. Nzerra mo, Varvajanca, agliutte forte. Perr. Agn. zeff. 3. 2. Se mese forte a cammenare. Cerl. Ost. 3. 10. Tieneme forte.

E come nome. Pag. M. d’O. 9. 6. Ca dinto de lo nzierto va la puca Propio a lo forte. E Fen. pr.

p. 202. Ca tanto è lo forte che rumpe sso primmo

jaccio. Ciucc. 11. 37. E li scure pegliavano la vota Pe se ji a ncaforchià dint’a lo forte. (Cioè nel

folto). Fas. Ger. 19. 51. Fatto è lo forte: l’autro è

na docezza. (Cioè la parte più difficile). Cerl.

Col. 2. 3. Nce metteno dinto a lo forte a uso de

poparuole. (Anfib.). Cap. Il. 3. 5. Sa ca lo forte tujo è nfra le cosce. E 11. Cossì chillo a lo forte se l’annetta. E 5. 5. Addove sta lo forte de la guerra.

Ser. Vern. 2. p. 13. Lo forte sta a le regole pe

pronunzià.

Luogo fortificato, Forte.

Forte della scarpa è il Guardione. Cap. Il. 6.

118. Ca sta lo forte sujo tutto a le sole. (Anfib.). Ma in generale dicesi di un pezzo di cuojo messo nell’interno della scarpa per darle forza in qualche punto debole o più soggetto a logorarsi, e di un Pezzo di panno o d’altro messo per lo stesso fine in qualche parte del vestimento.

Dicesi di una varietà del Triticum coerulescens; e Forte biancolella di una varietà

del T. turgidum.

Forteciello. Dim. di Forte.

Fortecillo. Fusajuolo. Lat. verticillus.

Fortecella o Fortecelle a l’uocchie si dice

nella frase Uocchie e maluocchie e fortecella a

l’uocchie che si usa come preservativo

dall’invidia e dalla jettatura.

Fortefecare. Fortificare. Fas. Ger. 3. 66. Le

tenne fece po fortefecare De fosse fute fute e de trencere. Sciat. 4. 258. Se fortefecassero nne la rocca de Megara. Bas. Pent. 4. 8. p. 83. Pocca s’è fortefecata da dereto. Cort. V. de P. pr.

Fortefecarriano la causa lloro co l’autoretate de lo conte Salina. (Fig.). Cerl. Col. 2. 6. Llà se fortefecajeno li vascielle.

Fortefecazione. Fortificazione.

*Fortellezza. Fortezza. Sp. fortaleza. Cap. Il. 2. 26. Ora vi quante Nn’ha sfonnolate arreto fortellezze! Fas. Ger. 1. 67. Mmerzo de Gaza, brava fortellezza. Am. Gem. 1. 7. Cedere na fortellezza. Cort. Ros. 5. 4. p. 109. Dapò tant’assaute… Piglie sta fortellezza.

Fortemente. Fortemente. Bas. P. F. 4. 8. p.

184. P’Addone Accossì fortemente ardea. Cort.

Cerr. 5. 31. Tremmaje fortemente. Tard. Def. 185.

Fortemente ne restaje ammisso. Fuorf. 2. 2. 36. Vegliava fortemente Catilina.

Fortezza. Fortezza, Vigore, Forza. Fas. Ger.

6. 82. E che nce ha fatto Chesta a lo munno ch’ha tanta fortezza? Cap. Il. 1. 36. Non t’ha dato lo cielo ssa fortezza? E 5. 151. La fortezza, la fuga e la menaccia. Pag. Batr. 1. 3. E de chillo ncacare le fortizze, Lo valore, lo vanto e le prodizze. Stigl.

En. 12. 125. Nè la fortezza toa… Te fa co Turno

vencere la cricca.

Nei panni, nelle stoffe e simile è la Qualità di resistenza e di non logorarsi presto.

Luogo fortificato, Fortezza, Forte. Sciat. 5. 266. Acciò retornasse Caledora a lo marito e capitolasse la fortezza. Bas. Pent. 4. 6. p. 67. Dare assauto a sta bella fortezza. Stigl. En. 7. 41. Na fortezza parea.

Pezzo di tela, panno, pelle o simile che si aggiunge in qualche parte del vestimento per darle più forza.

Forticillo. Lo stesso che Fortecillo.

Fortino. Dim. di Forte nel sign. di Luogo

fortificato. Ciucc. 11. 29. Ma quanno sarrà fatto lo fortino, Sa quanto vanno? quant’a no lopino.

Sciat. 5. 272. Ad asservare lo steriore de lo

fortino.

Fortonato. Fortunato, Avventurato. Stigl. En.

9. 35. A l’arene de Talia fortonate. Fas. Ger. 3. 57. Fortonato Jordano, sciummo santo! E 12. 92. O fortonato scagno!

Fortonella. Dim. di Fortura.

Fortore. Fumo del vino, La parte inebbriante.

Tard. Vaj. p. 37. L’aveva dato la vettoria contra lo

fortore de lo vino. E appr. Le frunne d’ellera jovano grannemente a lo fortore de lo vino.

Fortorella. Dim. di Fortura.

Fortuna, Fortura. Fortuna, e per lo più

Buona fortuna, Buona ventura. Fas. Ger. 2. 69. Aje pe sore carnale la fortuna. E 70. Fortuna è lammia e n’ha descrezzione, Mo da figlio te tratta e mo da cane. (Porc. ha llammia). E 4. 63. Tu che