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l’Acacia farnesiana, e quella a fior bianco l’A.

leucocephala. Ol. Nap. acc. 15. 23. (?) E fanno ad

encia a chi chiù addore dia La rosa co lo giglio e la gaggia.

Gazzo. Torvo, Bieco. Bas. Pent. 3. 10. p. 353.

L’uocchie gazze e trasute nninto.

Gazzofelazio. Gazofilacio. Pag. Rot. 15. 16.

Jettava dint’a lo gazzofelazio Lo puopolo judeo li pataccune.

Geberna, Giberna. Giberna.

Fig. cunnus, vulva.

Gegante. Gigante. Bas. Pent. 4. 5. p. 54. Li

tre munte che fecero gradiata a li gegante. Stigl.

En. 10. 185. Lo gran gegante Rodio.

Gegantone. Accr. di Gegante. Stigl. En. 2.

111. Ca cuorpo e forza avea de gegantone. E 12. 57. Fossero cientomilia gegantune.

Aggiunto di una sorta di arancio. Ol. Nap.

acc. 15. 26. (?) Cetrangola a barretta e gegantune.

Gelare. Gelare, Diacciare, e si dice

principalmente del Ridurre che fanno i sorbettieri a gelo i giulebbi che debbono formare i sorbetti.

Gelato. Sorbetto di una certa consistenza che

poi prende nomi speciali dalle forme che gli si danno e da altre particolarità, come

Ammantecato, Stracchino, Formetta, Spumone ec.

Gelecco. Camiciuola, Giustacuore, Panciotto,

ed oggi più comunemente Gilè. Sp. chaleco.

Sciat. 3. 249. N’attillato gelecco a la nterlice e no

cauzone de segovia a l’angrese. Cerl. Barb. pent. 1. 1. Le cauzette, le scarpe, lo gelecco. E Zing. 1. 7. Sto gelecco e sto centorino.

Geleppato. Ingiulebbato. Fer. Viecch. av. 2.

17. (?) Io me perdo sta faccia geleppata. (Fig.).

Geleppo, Geleppe. Giulebbo. Cerl. Soff. pr.

2. 5. Sto vino è no geleppo de cannella. Cort. V.

de P. 7. 2. Che geleppo rosato o franfellicca.

(Porc. ha gileppo). Fuorf. 2. 1. 89. Doce chiù de lo geleppe. Camm. Inc. inasp. 2. 13. Tre vase de geleppe.

Geliata. Bazzeca geliata dicesi la Bazzica in

cui vi è un gilè o pariglia.

Gelo. Gelo.

Gelosia. Gelosia, ed anche Sospetto. La Cant.

1. 14. (?) Nc’era dinto de sto core Na stezzella d’abbrosciore; L’ha sciosciato gelosia, E na vampa arrassossia L’ave fatto addeventà. Cort.

Ros. 3. cor. Ave la gelosia Cient’uocchie. Ciucc.

1. 10. La gelosia, La collera, la mmidia. Cap.

Son. 61. Pe na guagnastra ntrajeno ngelosia. Stigl. En. 1. 134. No caso orrenno e la gran gelosia De

sto regno… Fanno ch’io tenga… Guardia p’ogne marina. Trinch. D. Pad. 1. 8. Che mannaje la gelosia.

Gelosia delle finestre e degli armadii. Tard.

Vaj. 44. Renza che senteva lo fisco, subbeto

correva a la gelosia e… auzava no poco poco lo portiello de la gelosia. Val. Nap. sc. 18. Nè boze a le feneste chiù ncerate, Nè manco comm’a primmo gelosia. Ciucc. 9. 37. Chesta era tutta chiena de scanzie Chi co portelle e chi co gelosie.

Fed. Fr. nn. 2. 5. (?) Non vi ca la sia Nena S’è

posta ngelosia? – Ed a qua gelosia? nuje a la casa

No nn’avimmo: nce so le betriate. Lo Sagliem. 1. 2. Le gelosia che tengo a la fenesta… – La gelosia che dice Lena cca poverella È no male bruttissemo.

Gelosiella. Dim. di Gelosia. Cerl. Clor. 1. 7.

È gelosiella che t’ha fatto parlà schiattuso.

Gelosiello. Dim. di Geluso. Trinch. Elm. gen.

3. 3. Pe sta secura, ca so gelosella.

Geluso. Geloso; E Tenere quarcuno geluso o

Stare geluso de quarcuno vale Vegliare su

qualcuno con cura gelosa. Ciucc. 1. 3. Pe quanto si geluso de l’annore De st’asenielle tuoje. E 9. 21. Uno ch’era geluso no morzillo. (Qui per

Facile a risentirsi). Perr. Agn. zeff. 3. 19. Duje

gatte geluse. E 4. 91. Na vufara gelosa campanara. Bas. Pent. 1. 2. p. 35. Certe femmene triste, gelose d’isso. Fas. Ger. 7. 55. Cossì toro geluso a ssi mazzune. Stigl. En. 10. 34. Quanto ne stava Ceterea gelosa! E 12. 6. De la vita toa sempe geluso. Trinch. D. Pad. 1. 8. Fa lo geluso tu. Cort. Ros. 5. 4. p. 105. E de chi staje geluso?

Gemiello. Gemello. Lor. Due gem. 6. Nuje

simmo gemielle. E 18. Simmo gemielle simmele.

Gemma. Gemma.

Gemmato. Gemmato. Rocc. Georg. 2. 124.

Tazze gemmate.

Gemmetria. Geometria.

Generale. Generale, tanto di soldati che di

monaci. Ol. Nap. acc. 3. 64. E s’ha creato Lo generale sujo. Fas. Ger. 1. 74. Lo generale mo, che n’è pacchiano, Cammina co lo chiummo e lo compasso. Val. Gall. d’Ap. 180. Che fu Nvenezia no gran generale. E 183. Ch’a mare e nterra fu gran generale.

Agg. Generale. Pag. Batr. 2. 11. Teneno generale parlamiento. Cap. Son. 63. Lo nnurdo falle fa generalissemo. Fuorf. 2. 2. 8. Ma ngenerale di commo se sente.

Generalessa. Femm. di Generale. Fas. Ger.

12. 2. A tutte è ncuollo sta generalessa.

Generalemente. Generalmente. Tard. Vaj. 24.

Le femmene nostre generalemente foro sempre stemmate de gran prodenzia e balore.

Generaletà. Generalità, Universalità. Val.

Mez. 1. 32. Massema de l’oneste e accostomate

Quale non vanno ngeneraletate. Tard. Vaj. 86. Potenno abbastare la generaletate de lo fatto. (Cioè l’enunciarlo in generale).

Generare, Gennerare. Generare, Produrre.

Val. Cec. pr. 201. L’essere satireco… nasce da ira

o forore che se genera ncuorpo de no poeta. Tard.

Vaj. 91. De manera tale che gennerano (la st. ha

genneranno, chè così suol fare il Tardacino per

evitare il bisdrucciolo) paricchie male ummure. Val. Fuorf. 1. p. 167. Lo sciore lo licore spisso

genera. E 2. 4. 26. Chi generaje le fu lietto martore. Bas. Pent. 4. 9. p. 97. La ventosetà retenuta… genera flate. Cap. Cap. 138. Da sto mucco po se genera De male na catastrofe. (La

ristampa ha gennera).

Generazione. Generazione. Tard. Vaj. 134.

Nne lo quinto (libro) de la generazejone. Fuorf. 2. 4. 62. La generazione pare perza. Rocc. Georg. 3. 20. A la generazejone È necessareo avere

198

attenzejone.

Genere, Genero. Genere. Mandr. all. 1. 11.

La rettoreca nvezza a ben parlare Co tre genere suoje. (Qui nel sign. retorico). Sciat. 4. 258. Sconnettevano ngenere, nummero e caso. (Nel

sign. grammaticale). Tard. Def. 217. Onnuno de

chiste nne lo genere sujo sarrà buono. E 226. Nullo poemma erroico eje nne lo genero sujo perfettamente compuosto. (Porc. ha genere).

Quattr. Ar. 193. Mmiezo a lo genere Umano. Pag. Fen. pr. p. 200. Sti genere de componemiente. Fuorf. 2. 5. 100. A lo genere omano. E 6. 49. La

capo fa rotare ad ogne genere.

Delitto ngenere è la Prova generica di un

reato, Ingenere. Bas. Pent. 3. 3. p. 294. Recanosciutolo pe strommiento de sto amaro scuoppo, aveva verificato sto delitto ngenere. E 4. 10. p. 115. Ca trovarrite lo delitto ngenere.

Genero. V. Genere.

Generosità. Generosità. Pag. Rot. 19. 6. Vera

e sengera generosetate.

Generuso. Generoso, Nobile, Egregio. Vall.

Gall. d’Ap. 208. Chisto co l’arme mmano n’avea

abbiento, Tant’era generuso e de gran core. (La st.

ha generoso). Stigl. En. 3. 159. A piso s’accattano

d’argiento, Tanto so generuse, li cavalle. E 6. 183. La grann’arma generosa. E 9. 165. E a la botta d’Ascanio generuso, Gnaffete disse, o valorosa mano! Pag. Rot. 16. 31. E sto sciuscio fammuso Portaste tu, Monsorio generuso.

Ora si usa per Largo, Liberale, Che volentieri dona, Che cede ad altrui profitto. Lo Sagliem. 2. 11. Sti segnure so tanto generuse. Pag. Fen. ded. 193. Ve vego generosa comm’a chillo, de non volè da me li libre ec. Trinch. D. Pad. 1. 12. Cossì bonn’esse l’uommene, Sbrennete, generuse.

Genetivo. Genitivo. D’Ant. Part. pazz. 279.

Io songo nommenativo, genetivo ec.

Genetore. Genitore, ed in pl. Antenati. Val.

Fuorf. 1. p. 171. E de li geneture smentecatose

Commo maje de chiste nate siano. Picc. Conn.

saff. Da lo genetore Piglianne la magnanema

fortezza.

Genetrice. Genitrice. Picc. Conn. saff. E da

la genetrice tutta core La gra docezza. Fuorf. 2. 4. 26. L’ascie lo spiretillo Ncuollo a la genetrice. E 8. 127. Corp’ha lo genetore e genetrice.

Genetura. Genitura. Cerl. Am. vend. 1. 1.

Aggio da i trovanno la primma genetura e la seconna genetura?

Geniale. Piacente, Compiacente, Che va a

genio. Cerl. Fint. cant. 1. 7. Lo marito che ve vo dare è bello, geniale, compito. E Vass. 2. 1. E non ce sta st’amore geniale. Mandr. all. 4. arg. A tanto ntercessor nulla te nega Chillo llà ch’era n’ommo geniale. E rep. 2. arg. Ncommenza no descurzo geniale.

Genio. Propensione, Inclinazione, Gusto, ed

anche talvolta Capriccio. Cerl. Cronv. 1. 4. Che genio è chisto a tenì cca dinto… na sebbatura co na femmena morta. E Fint. mil. 8. È stato no genio. E Vasc. 1. 4. Aveva genio de fa viagge? E

Vill. 3. 13. Aggio avuta sempe bello genio. Cap.

Son. 163. Co ssi genie scorbuteche e pateteche. La Mil. 3. 9. Io joco contra geneo. Morm. Fedr. 1.

12. 1. E tutte chille pure che se fanno Sportare da no genio bestiale. Cilla, 1. 26. (?) Quanno e genio vezzarrisco, Si mbe pare ca m’abbascio, Chiù se nnauza la grannezza. Ciucc. 9. 25. Pe no genio… Ch’hanno tutte le scigne… De ire sempe appriesso a l’apparenzia. Viol. vern. 12. Quanno è lo genejo sujo de zoffejone? Vott. Sp. cev. 101. Li genejuse… se vonno levà tutte li genie e li golie.

Quattr. Ar. 154. Natanno senza genio. (Cioè contro voglia). Pag. Fen. 1. 3. p. 217. Me nce

trovo co lo genio mio. – Tu nce aje lo genio tujo, Ma lo genio de figlieto nce manca. Pal. Donn.

van. 2. 3. E buje pecchè co l’uocchie a

zennariello? – Pe genio: so de genio pazziariello Co chi me tira sango.

Simpatia, Grazia che attrae. Pal. Donn. van. 2. 3. A chi genio a chi bellezza. (Modo

proverbiale).

Avere genio a quarcuno o co quarcuno o pe quarcuno vale Aver simpatia per alcuno. Lo Sagliem. 1. 12. Co chi avarraje chiù genio. Cap. Son. 39. E la sposa che nce ha no genio pazzo. Cerl. Fint. cant. 1. 7. Saccio tante e tante che

n’hanno avute genio co li marite. E Am. ingl. 2. 2. Pe na perzona che se nce ave genio. Pag. Fen. 4. 1. p. 272. Pe lo genio che m’aje, Figliema a te darria. (Cioè perchè mi sei simpatico. Per questo

costrutto v. Avere). E Batr. ded. Tant’è lo genio

ch’aggio pe buje e pe tutte le cose voste. Bar.

Pozz. Sal. 1. 14. Pe lo geneo… che m’ave. (Cioè perchè mi è simpatica).

Dare genio o a lo genio vale Piacere, Andare

a genio, a grado, a sangue. Quattr. Ar. 381. Si do a lo genio, No me ne ntrico. Vott. Sp. cev. 105. Te dà a lo genio? Pag. M. d’O. 6. 28. Da la volimmo chessa pe compagna A chi genio nce dà. Pal.

Donn. van. 2. 2. A chi non ve dà genio.

Così pure Ire a genio o a lo genio. Ciucc. pr. 3. Ca me va a lo genio. E 4. Tengo na casuppola Ncoppa a chella montagna, pe spassareme Quanno sto co li frate e me va a genio. Lo

Sagliem. 1. 8. Ne? ve vaco a lo genio? Cerl. Fint. cant. 1. 5. Da vero ca me vaje a genio. Trinch. D. Pad. 1. 1. Chi te va chiù a lo geneo?

Stare de genio vale Essere disposto

all’allegria, a far checchessia, Essere di buona voglia, di buon umore. Rocc. Georg. 1. 81. Tutte stanno de genio.

A genio vale A piacere. Pal. Donn. van. 2. 11.

Volimmo Fa na partita a la calavresella… - A genio usserilloro.

De genio vale Grazioso. Ciucc. 4. 11. Doje

recchiune de genio.

Ed anche Con piacere, Con gusto. Cerl. Fint.

cant. 3. 2. Avarrà otto juorne che me nne fece una

de genio. Cap. Il. 2. 20. Pe le fa ghi de genio a lo maciello.

Cosa de genio vale Cosa piacevole al gusto,

appetitosa. Vott. Sp. cev. 134. E non tiene nient’autro de genio?

Nel sign. pagano e poetico. Picc. Dial. 2. 75. E co lo genio malo che lo spesta. E 80. Gienie

199

ammice a scorrì la terra stanno.

Ingegno straordinario, ed anche Uomo di maraviglioso ingegno. Ser. Cort. 4. Ed io pe me spassà co l’abballata Non te fice a sto genio n’arronzata.

Geniuso. Simpatico, Che desta simpatia, Che

va a sangue.

Che ha molte voglie e desiderii, Voglioloso, Avvolontato. Vott. Sp. cev. 101. Li genejuse manco ponno passare p’accrianzate, pocca se vonno levà tutte li genie e li golie.

Gennerale. Lo stesso che Generale. Fas. Ger.

3. 64. Lo gennerale Pocche bedde e revedde se nne scenne. E 11. 6. Comm’è l’aosanza De gennerale. Cort. C. e P. 2. 143. Fu mannato a chiammare da lo gennerale.

Anche come agg. Val. Mez. 1. 33. E de parlare sempe ngennerale. Picc. Dial. 2. 56. Dicette ngennerale. Pag. Rot. 10. 36. Chillo puosto gennerale. Tard. Def. 188. Pe parlare ngennerale de lo sesso femminino.

Genneralemente, Genneralmente.

Generalmente. Tard. Def. 195. Se chiammano genneralemente vajasse. E 200. A fegnere genneralmente la favola.

<Gennerare. V. Generare.>

Genneraletà. Lo stesso che Generaletà. Tard.

Vaj. 87. E nn’una certa genneraletate fare capire

n’azzione o cosa.

Gennerare. V. Generare.

Gennerazione. Generazione. Tard. Vaj. 173.

Jenimma… denota gennerazione.

Gennero. Genere. Tard. Vaj. 35. Nè contiente

li dei d’avere fatto tanto male a lo gennero ommano.

Secondo il d’Ambra val pure Genero.

Genneruso. Generoso. Tard. Def. 213. Co

n’anemo genneruso.

Genoese. Coltello da tasca, detto pure Fede

de mmerda. V. Genovese.

Genovese. Genovese.

*Cortiello a la genovese è annoverato fra le arme proibite ai preti in un sinodo di Innico Caracciolo.

Carne o Ragù alla genovese è la Carne messa

a cuocere col lardone battuto o collo strutto, a cui si aggiunge a poco per volta dell’acqua a misura che si va cocendo. In questo sign. si usa pure assol. Genovesa, dicendosi Na genovesa de

vacca, de vetella, de pulle ec.

Aggiunto di una varietà di mela. V. Milo.

Cest. Mell. 6. Le mela pera e genovese.

E di una varietà di susina, Prunus domestica v. genuensis.

Genta. Lo stesso che Gente. Pag. Fen. 1. 1.

p. 209. Quanto ha fatto co ssa genta.

Gentaglia. Gentaglia. Cap. Il. 4. 19. Chi jeva

a caccia De mposturà la povera gentaglia. Val.

Nap. sc. 150. Da lo voje viecchio lo vetiello

piglia L’asempio: così fanno ste gentaglie. Stigl.

En. 4. 127. A mala pena io le potie scrastare Da la

cetà de Tiro ste gentaglie. E 9. 37. A no murillo e fuosso de no passo Ssa gentaglia se fida. Ol. Nap.

acc. 19. 4. (?) E chillo ad una Gentaglia

p’assardare quarche terra. Tard. Vaj. 175. Muode de la gentaglia, che non sanno dicere autro che cose vetoperose e brutte.

Gentarella. Genterella. Val. Vasc. arb. 99.

Lloco vediste a mucchio li contante Sborzà da gente bone e gentarelle. (Cioè persone di bassa

condizione).

Gente. Gente; ma notisi che in napoletano è

comunissimo l’uso di questa voce in pl. in luogo di Persone. Bas. Pent. 5. 6. p. 178. Cavarcate de gente d’arme. Cort. M. P. 1. 10. O gente de valore de le Ceuze e Duchesca, priesto su Jammo a la guerra, jammo, o gente ardita. E 32. E commo s’usa nfra gente aggarbate. Vall. Gall. d’A. 23. Perchè bidde senz’uocchie tanta gente Ch’erano chiù megliara de megliare. Stigl. En. 6. 116. Na gran catervia de trojana gente Muorte a le guerre.

E 167. Le gente nce correano a centenara. E 175.

Ma d’assaje poca gente è sta ventura. E 177. La gente brava Che a le stelle auzarrà lo nomme nuosto. Tior. 1. 4. Le gente pe lo friddo arrecegnute. Ciucc. 1. 16. Le gente e l’anemale Cercajeno de se mette a lo securo. E 8. 29. Chisto è lo capotroppa de ssa gente. E 10. 4. Che fa crepà le gente pe la via. E 13. 36. De gente de tracolla e de scoppetta. E 14. 13. So morte Tanta povere gente.

Parenti in pl. Bas. Pent. 1. 1. p. 30. Morenno speruto de vedere le gente soje.

Gente bone vale Nobili e ricchi, Signori. Val. Vasc. arb. 99. Lloco vediste a mucchio li contante

Sborzà da gente bone e gentarelle.

Genteledonna. Gentildonna. Bas. Pent. 1. 10.

p. 128. Mannato a mmitare tutte le genteledonne

de lo pajese.

Gentelezza. Gentilezza. Viol. vern. 44. Addò

nc’è gentelezza e cortesia Sparà le frizze Ammore s’è beduto. Fas. Ger. 9. 84. La spata appe chiù gentelezza D’isso. Cerl. Us. pun. 3. 5. Io che la gentelezza a me fenesce. Am. Giust. 3. 10. Lo farraggio pe gentelezza mia.

Dono o Atto gentile. V. Gentilezza. Trinch.

D. Pad. 1. 9. Tu me ncatine Co tanta gentelezza.

Gentelommo. Gentiluomo. Cort. C. e P. 1. p.

136. Essenno no gentelommo de sieggio, porraggio servire sta brutta jenimma de cane? (Così la st. 1666). E 5. p. 170. Copiddo la fa da gentelommo co li vassalle suoje. E Lett. 212. Comm’a genteluommene Fa lleverenzia e cacciase la coppola. Bas. Pent. 1. 3. p. 51. Ogne tetolato e gentelommo de sta cetate. E 5. 5. p. 173. Fattolo gentelommo de la cammara soja.

Pal. Ast. Fem. 3. 5. (?) So Giampaolo Lasagna,

gentelommo napoletano. Ciucc. 3. 14. Nn’aveva carrejato de monnezza Sso gentelommo quanno stea spetale!

Come i re hanno i gentiluomini di camera, così gli ebbero i nostri baroni, e gli hanno ancora i cardinali e grandi prelati, che sono per lo più nobili scaduti i quali così si procacciano da vivere. A questo modo è da intendere il seguente esempio. Liv. Ab. 1. 12. (?) Io gentelommo? Si marchè, io non so stato maje a criato a nesciuno.

200

cocchiere.

Gentelommo de cerza in gergo vale Mazza di

quercia, Querciuolo. Cap. Son. g. 22. No gentelommo nce vorria de cerza.

Gentile. Gentile. Cort. C. e P. 3. p. 151. Lo

core gentile canosce meglio de lo rusteco la fico da l’aglio. Bas. Pent. 2. egr. p. 251. Acquista openione De n’armo liberale, De cortese, magnannemo e gentile. (Le st. 1674 e 1679 hanno jentile). Bas. P. F. 5. 1. p. 200. Napole bella, ricca e gentelissema. Cort. Ros. 5. 7. p. 113. O figlio mio gentile! Tard. Def. 184. La gentelessema cetate nostra.

Delicato, Fino. Val. Fuorf. 1. p. 205. Na vocchella gentile e piccolissema. E 206. Co no cuollo gentile e sottelissemo. Cerl. v. 15. p. 47. (?) Gnorsì, nce fanno tanto gantile e dellicate, che ghiammo nghiettecia e sballammo. E Vasc. 1. 12. Comm’è gentile! pare na pupatella.

Pruno gentile de Francia è il Prunus insiticia

v. gentile.

Gentilezza. Lo stesso che Gentelezza. Val.

Com. d’A. 30. Te darria N’uocchio de facce

primma che te desse Na gentilezza o na galantaria. E 48. Ed isso, qual è tutta gentilezza, Me disse ec. Cerl. Ver. am. 3. 1. Schiecco d’annore e gentilezza. E Cronv. 3. 8. Co le bon’azziune e co le gentilezze.

Gentilommo. Lo stesso che Gentelommo.

Bas. Pent. 3. 3. p. 287. Buonotrovato,

gentilommo mio.

Genua. Storpiatura di Genio. Cerl. Sopr.

l’ingl. 1. 9. Me vaje a genua. E Ariob. 1. 5. Me

vaje a genua assaje.

Genzianella. Genziana.

Geografia. Geografia. Val. Fuorf. 1. p. 191.

Si de geografia nne sentessero. Mandr. all. 1. 19. A lunghezza de terra geografia Sbaglia.

Geometreco. Geometrico, ed anche Geometra. Fuorf. 2. 10. 53. Lo potecaro fa lo geometreco.

Geometria. Geometria. Mandr. all. 1. 18. La

geometria che tene ped oggietto L’immobole grannezza de sto munno. Val. Fuorf. 1. p. 190. E si la geometria ncampo metteno ec.

Geometrico. Geometrico. Cerl. Fint. par. 2.

10. Co passo geometrico.

Gerarchia. Gerarchia. Fuorf. 2. 5. 91. Chist’è

l’ordene ed è la gerarchia.

Gerare, Girare. Girare. V. Votare. Lo

Sagliem. 3. 6. Pe tutto Napole voglio gerà. E 10.

Jammo geranno n’auto poco attuorno. Bas. Pent. 2. 6. p. 208. Tanto cercaje e giraje, che ec. E 4. 3.

p. 31. Tanto geraje che fu portato a l’isola dove

steva lo darfino co Rita. E 5. 6. p. 178. Pe girare l’autre citate de lo regno sujo. Rocc. Bucc. 10. p. 361. Voglio ntanto gerà lo monte Menalo. Fas.

Ger. 6. 42. O che gira o ch’avanza o ca se cede. Cort. C. e P. 3. p. 149. Commo spito de taverna

che se gira a lo fummo. E 152. Vota da cca, gira da llà, puro a la fine te vene lo suonno. Ant. Ass.

Parn. 1. (?) E dapò che geraje ciento contuorne. Ciucc. pr. 2. Dapò ave gerata l’isola. E 3. 4. Puro

gira da cca, vota da llà. E 4. 9. Vota da cca, gira

da llà. E 14. 8. Dapò d’avè gerato lo contuorno.

Perr. Agn. zeff. 3. 8. Lo cavallo gira. (Attivo). Cap. Son. 189. Mo da cca, mo da llà se gira e

bota.

Fig. detto del capo. Cap. Il. 5. 63. Ca la capo le gira comm’a tuorno.

Volgere in giro, Menare in giro, Far girare.

Fas. Ger. 7. 122. Lontano po a cadere Manna le

tenne e pe l’ajero le gira. Stigl. En. 12. 172. Nfi che de Turno la giraje la mano. (Si parla di una

spada).

Estendersi in giro, Aver circuito. Fas. Ger. 3. 65. Ca farelo l’assedio no mpotette, Tanto girava, nforma de corona.

Gerare na polesa, na cambiale e simili vale

Ordinare che si paghi ad altra persona. Cerl.

Zelm. 2. 12. Lo secutorio è bero… E Marco

Addezio l’ave a me girato. Bar. Pozz. Sal. 1. 4. Tutto l’affetto sujo l’ha gerato a sso taglia peducchie. (Fig.).

Gergo. Gergo. Cerl. Nap. in Am. 2. 2. E nuje

parlammo ngergo.

Germano, Germaniello. Lo stesso che

Jermano.

Geroglifeco. Geroglifico, e per estensione

Simbolo, Figura allegorica. Val. Fuorf. 1. p. 174. Fanno a le mprese ciente geroglifeche. Mandr.

all. 4. 10. Geroglifeco scrivo.

Gerugeco, Geruggeco. Cerusico. Cap. Il. 7.

32. Nè gerugeco vo che se nce metta. Bas. Pent. 4. 4. p. 43. E bolenno ire pe n’autro gerugeco. (Le

st. 1674 e 1679 hanno cerugeco). Cerl. Cronv. 3.

13. L’argomento… da li geruggeche e speziale de medicina che songo fatte signure. E Clar. 1. 3. Ca si no le spennite a geruggeche, a drughiere ec. E

Aq. Arag. 1. 3. Venette lo gerugeco pe la medecà. Vott. Sp. cev. 163. Chiammaje no geruggeco.

Gerunnio. Gerundio; e in pl. Studii

grammaticali. Cort. C. e P. 1. p. 135. Adesa aveva passato li gerunnie, e pe no crapiccio d’aseno vide dove si arrevato. Sciat. 3. 253. Pe lo gerunnio ndo, caso de dativo. (Allusione al v.

dare).

Gerzommino. Lo stesso che Gesummino e

Giesommino.

Gesellare. Cesellare.

Gesellatore. Cesellatore. Cerl. Alad. 1. 3.

Nce stanno li gesellature buone… ma lo gesellatore sujo lo tengo schiaffato e rebattuto. (Qui è storpiatura di Legislatore).

Gesiola. V. Ghiesiola. Gesoiteco. V. Releggione.

Gesolreut. Gesolreutte. Fuorf. 2. 10. 91. Co

no gesolreut e alamirè.

Gesommino. Lo stesso che Giesommino.

Sciat. 2. 242. Ma pregola de gesommine. Vill. Cal. 9. Rose, jacinte e gesommine.

Gesorreutto. Gesolreutte. Pal. Ing. 1. 14.

Chille Songo arrevate a lo gesorreutto. (Fig.).

Gestire. Far gesti o atti. Fas. Ger. 2. 57.

Jeano gestenno mbella assaje manera. Vott. Sp.

cev. 16. Non tene comeca, ave male gestire.

Gesto. Gesto, e talvolta in pl. Attucci. Tior. 1.