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La formazione delle aziende nel settore delle industrie estrattive Il paragrafo fornisce una lettura dei dati disponibili sulla formazione nelle aziende

BEST PRACTICE 2.6

2.7 FORMAZIONE, INFORMAZIONE E ADDESTRAMENTO

2.7.3 La formazione delle aziende nel settore delle industrie estrattive Il paragrafo fornisce una lettura dei dati disponibili sulla formazione nelle aziende

Ateco - Sezione B Classe di addetti

0-10 10-100 100-500 oltre Tot > 10 500 addetti

(Fonte: Censimento Istat dell’Industria e dei Servizi anno 2011)

Figura 2.7.1 - Imprese settore Ateco - Industrie estrattive - per classe di addetti

(Fonte: Censimento Istat dell’Industria e dei Servizi anno 2011. Rielaborazione degli Autori su base Istat)

Il totale degli addetti riferiti al settore è di 33.242 unità, di cui l’83% svolge il proprio lavoro in imprese con 10 o più lavoratori (Figura 2.7.1). La classe con la percentuale più alta (39%) è quella oltre 500 addetti che rappresenta in particolare i lavoratori impegnati nell’attività di “Estrazione di petrolio greggio e gas naturale”.

2.7.3 La formazione delle aziende nel settore delle industrie estrattive Il paragrafo fornisce una lettura dei dati disponibili sulla formazione nelle aziende del settore delle industrie estrattive in Italia, al fine di descrivere le principali dimensioni del fenomeno.

Totale

Figura 2.7.2 - Imprese del settore Industrie estrattive con 10 addetti ed oltre

58,6% 68,6%

41,4%

31,4%

0 50 100 150 200 250 300 350

2010 2015

imprese che hanno realizzato attività formative Imprese che NON hanno realizzato attività formative

(Fonte: Istat dati 2010-2015 - La formazione nelle imprese in Italia. Rielaborazione degli Autori su base Istat)

I dati utilizzati fanno riferimento alle indagini che L’ISTAT conduce, in modo siste-matico, sulla formazione nelle imprese attive in Italia, e che prevedono la rilevazio-ne di più variabili esplicative quali, oltre alla numerosità delle imprese che effet-tuano attività formative, la tipologia dei corsi, i motivi che hanno ostacolato la for-mazione, le competenze coinvolte e gli aspetti economici connessi.

Dai dati che l’Istat mette a disposizione sono stati estrapolati quelli relativi al set-tore delle industrie estrattive; l’analisi è stata condotta per l’anno 2015 fornendo, laddove possibile, il confronto con i dati del 2010. Le imprese considerate nell’in-dagine appartengono alla classe con 10 addetti ed oltre. Nelle analisi di seguito esposte, la somma di alcune delle voci può non corrispondere al totale poiché la stessa impresa poteva indicare più modalità nella risposta.

Il totale delle imprese, afferenti al settore estrattivo, rilevate dall’indagine sono 590 nel 2010 e 474 nel 2015 con una diminuzione del 19,6%. La flessione del numero delle imprese riflette l’andamento generale sul territorio italiano iniziato nel 2008 e confermato nel 2015. Dal 2010 al 2015 la diminuzione del numero delle aziende attive sul territorio italiano ha avuto una riduzione del 2,75%16.

Nonostante questa flessione, si rileva nel quinquennio un aumento del 10% delle imprese che svolgono attività di formazione (Figura 2.7.2).

Interessante notare che il numero delle imprese che hanno avuto accesso a finanziamenti pubblici nazionali o europei subisce una notevole crescita nel periodo considerato, pari al 14,2%. La maggior parte dell’aumento è relativo all’utilizzo di fondi nazionali, regionali o settoriali, ma una piccola parte all’utiliz-zo di fondi Europei (Figura 2.7.3).

16 ISTAT - Annuario Statistico Italiano 2017.

Figura 2.7.3 - Imprese, con 10 addetti e oltre, che hanno realizzato attività formative e che hanno ricevuto finanziamenti per la propria attività di formazione professionale

18,5

15,7

2,5

0,6

4,3

4,3

0,0

0,0

0,0 2,0 4,0 6,0 8,0 10,0 12,0 14,0 16,0 18,0 20,0

Imprese con finanziamenti

Imprese con finanziamenti nazionali

Imprese con finanziamenti Europei

Imprese con finanziamenti privati

2015 2010

(Fonte: Istat dati 2010-2015 - La formazione nelle imprese in Italia. Rielaborazione degli Autori su base Istat)

Figura 2.7.4 - Tipologia della formazione nelle attività di formazione dalle imprese

(Fonte: Istat dati 2010-2015 - La formazione nelle imprese in Italia. Rielaborazione degli Autori su base Istat)

La tipologia della formazione viene suddivisa in attività formative di tipo corsuale tradizionale e attività diverse dai corsi. Queste ultime contemplano la formazione sul lavoro, l’affiancamento e la rotazione nelle mansioni, la partecipazione a conve-gni, seminari, workshop, tecniche bottom-up e la formazione aperta o a distanza.

In particolare, delle 325 imprese del settore estrattivo che hanno svolto attività for-mative nel 2015, 316 hanno realizzato corsi di tipo tradizionale mentre 189 hanno effettuato attività diverse dai corsi. Si precisa che una stessa impresa può aver effettuato entrambe le tipologie di corsi. Dal confronto con il 2010 si evince che la tipologia di formazione corsuale rimane la modalità più frequente (Figura 2.7.4 ).

Figura 2.7.5 - Tipologia dei corsi effettuati nelle attività di formazione dalle imprese

49% 46,8%

76%

91,1%

0 50 100 150 200 250 300

2010 2015

corsi interni all'impresa corsi esterni

(Fonte: Istat dati 2010-2015 - La formazione nelle imprese in Italia. Rielaborazione degli Autori su base Istat)

Riguardo alla modalità di gestione dell’attività di tipo corsuale, in entrambi gli anni considerati, è prevalente la scelta di affidare le attività formative a soggetti terzi pubblici o privati esterni all’impresa che si occupano della progettazione, della gestione e dei contenuti. Di contro, minore è il numero di aziende che si occupa direttamente della gestione, progettazione e della definizione dei contenuti dei corsi formativi (Figura 2.7.5). La tipologia di corsi affidati a strutture esterne all’im-presa mostra una crescita del 15% rispetto al 2010.

Le imprese che hanno utilizzato metodi formativi diversi dai corsi tradizionali, sono aumentate rispetto al 2010 del 9%. In entrambi gli anni la tipologia più utiliz-zata è quella della “formazione in situazione di lavoro” che nel 2015 ha registrato un aumento del 12,7%. La formazione a distanza o aperta, quest’ultima centrata cioè su criteri di flessibilità e sulle esigenze individuali, ha avuto un incremento del 8,8% (Figura 2.7.6).

Ai fini della strutturazione di un percorso formativo all’interno dell’azienda, una fase importante è la rilevazione delle esigenze delle competenze professionali del personale, attraverso la quale si possono acquisire dati e informazioni necessari all’ottimizzazione dell’efficacia dell’azione formativa.

Delle 474 imprese intervistate nel 2015, la maggior parte, pari al 54,9%, effettua una valutazione non programmata delle competenze professionali, il 30,8% realiz-za una valutazione regolare, mentre il 13,7% non effettua alcuna valutazione (Figura 2.7.7). Rispetto al 2010 crescono le aziende che attuano una politica di valu-tazione delle proprie esigenze mentre diminuiscono quelle che non le valutano. Le aziende, riconoscendo il valore positivo della formazione, nel corso del tempo stanno migliorando e programmando i loro processi interni in funzione del fabbi-sogno formativo, poiché una risposta mirata alle esigenze risulta essere una stra-tegia vincente di azione formativa.

Figura 2.7.6 - Tipologia di formazione effettuata diversa dai corsi

(Fonte: Istat dati 2010-2015 - La formazione nelle imprese in Italia. Rielaborazione degli Autori su base Istat)

Tra le motivazioni che hanno ostacolato la formazione le più frequenti sono la pre-senza di personale già qualificato o formato, seguita dall’ elevato costo per la for-mazione. Le imprese che hanno dichiarato di non aver svolto attività formativa, nel 2015 sono state 149 (Figura 2.7.8).

Figura 2.7.7 - Valutazione delle esigenze di competenze professionali del personale di tutte le imprese

30,8%

54,9%

13,7%

26,6%

49,5%

23,9%

0,0% 10,0% 20,0% 30,0% 40,0% 50,0% 60,0%

Imprese che valutano regolarmente le proprie esigenze

Imprese che valutano saltuariamente le proprie esigenze

Imprese che non valutano le proprie esigenze

2010 2015

(Fonte: Istat dati 2010-2015 - La formazione nelle imprese in Italia. Rielaborazione degli Autori su base Istat)

Figura 2.7.8 - Motivi di ostacolo alla formazione per numero di aziende

14,1%

4,7%

6,7%

9,4%

16,8%

18,1%

20,1%

22,8%

62,4%

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100

Altri motivi Mancanza di tempo Assunzione di apprendisti Mancanza di corsi adeguati sul mercato Difficoltà nel valutare le esigenze di formazione Formazione già svolta in precedenza Costi della formazione troppo elevati Assunzione di personale già formato Personale già qualificato

(Fonte: Istat dati 2010-2015 - La formazione nelle imprese in Italia. Rielaborazione degli Autori su base Istat)

2.7.4 Conclusioni

I report sulla “Formazione nelle imprese in Italia” del 2010 e 2015 pubblicati dall’Istat, si riferiscono ai singoli settori produttivi ed i dati sono stati acquisiti pres-so le imprese con 10 o più addetti. Dall’ultimo Censimento dell’industria e dei ser-vizi del 2011, si evidenzia che per il settore delle industrie estrattive le imprese con più di 10 addetti rappresentano il 22% del totale del settore e convogliano, di con-tro, l’83% della forza lavoro. In particolare il 95% delle imprese appartenenti alla classe 10 o più addetti appartengono alla voce “Altra attività di estrazione di mine-rali da cave e miniere” (voce ATECO B.08).

In considerazione della peculiare ed eterogenea natura del settore estrattivo, per cui la tipologia dei rischi a cui sono sottoposti i lavoratori è molteplice e afferente a settori professionali normalmente circoscritti e a sé stanti, si potrebbe ipotizzare l’elaborazione di un sistema formativo che risponda alle necessità di sicurezza e sviluppo professionale, partendo da un’analisi delle regioni più virtuose e studiare i programmi comprensivi di contenuto e durata dei corsi, gli aggiornamenti, le cer-tificazioni, le abilità richieste dall’apparato docente e acquisite dai lavoratori a seguito della partecipazione ai corsi di formazione. Il progetto formativo potrebbe essere costituito da un doppio livello finalizzato, uno a incrementare e l’altro a col-mare, le eventuali carenze conoscitivo-culturali. Un processo di apprendimento di matrice generale e valido per tutte le variegate tipologie di cave e un secondo livel-lo di apprendimento, più specifico, costruito in risposta a ciascuna istanza di tipi-cità della singola cava, potrebbe accrescere la consapevolezza nelle diverse situa-zioni di pericolo potenziale. Inoltre, attraverso un accurato monitoraggio e analisi degli eventi infortunistici occorsi, è possibile individuare, le attività e le figure pro-fessionali che necessitano di opportuni percorsi formativi. Si possono così pianifi-care e realizzare degli interventi didattici per argomenti circoscritti in relazione ai rischi connessi più frequenti.

La disponibilità di informazioni relative alle attività inerenti le iniziative forma-tive nel comparto produttivo dell’estrazione, può essere una base da cui poter analizzare l’esistente e poter definire una organicità di intervento formativo futuro, tale da offrire una rappresentazione della situazione in modo dettaglia-to in tutte le sue espressioni e su tutdettaglia-to il terridettaglia-torio nazionale. Tale rappresenta-zione ha come punto di partenza il “conosciuto”, cioè le norme, i registri, le annotazioni, la memoria ufficiale delle Regioni e di come queste hanno recepito la regolamentazione nazionale per questo ambito produttivo e lavorativo.

Analizzare gli elementi esistenti e tentare di colmare le lacune informative attraverso i mezzi a disposizione, come potrebbe essere l’ausilio di un questio-nario inviato alle Regioni, ai Comuni e alle imprese in cui ciascuno può contri-buire a delineare con maggiore puntualità il comparto produttivo delle coltiva-zioni delle cave. Questo obiettivo ricade in un progetto di studio più ampio per tempi, per modi e per numero di figure coinvolte, rispetto ad una analisi iniziale dell’esistente, limitatamente all’argomento formativo, e di come le Regioni

hanno affrontato e tradotto questa attività empiricamente, attraverso una ricerca e comparazione dei diversi Piani Regionali delle Attività Estrattive -P.R.A.E.- presenti sul territorio nazionale.

Il tema di una programmazione formativa ratificata a livello nazionale è stato argo-mento di interesse da parte del Ministero dello Sviluppo Economico, attraverso l’Ufficio Nazionale Minerario per gli Idrocarburi e le Georisorse-Unmig, che nell’ot-tobre del 201817 ha rivolto l’attenzione alle figure di responsabilità operanti nel set-tore estrattivo e si è fatto portavoce per individuare e proporre i contenuti forma-tivi, in modo da sopperire alle insufficienti norme vigenti. Tali figure sono: il Direttore Responsabile, i Sorveglianti, il Capo Cava e il cosiddetto “fochino”, ossia l’addetto allo sparo mine.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI E NORMATIVI, SITOGRAFIA E IMMAGINI

[1] Decreto legislativo 15 febbraio 2016, n. 39 (GU n. 61 del 14/03/2016, in vigore dal 29/03/2016).

[2] Decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 (GU n. 101 del 30/04/2008, in vigore dal 15/05/2008).

[3] Decreto del Presidente della Repubblica 9 aprile 1959, n. 128 (GU n. 87 del 11/04/1959, in vigore dal 1/01/1960).

[4] Direttiva 92/91/CEE del Consiglio 3 novembre 1992 (GU n. L 348 del 28/11/1992).

[5] Direttiva 92/104/CEE del Consiglio 3 dicembre 1992 (GU n. L 404 del 31/12/1992).

[6] Decreto legislativo 25 novembre 1996, n. 624 (GU n. 293 del 14/12/1996).

[7] Deliberazione della Giunta regionale del 30 novembre 2015, n. X/4432, Regione Lombardia.

[8] Deliberazione della Giunta regionale del 5 luglio 2019, n. 22, Regione Puglia.

[9] Legge regionale del 7 giugno 1989, n. 30, art. 6, Regione Autonoma della Sardegna.

[10] Consiglio Europeo Lisbona 23 e 24 marzo 2000 (https://www.europarl.euro-pa.eu/summits/lis1_it.htm).

[11] Comunicazione della Commissione Europa 2020 (https://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=COM:2010:2020:FIN:IT:PDF).

[12] Censimento Istat dell’Industria e dei Servizi anno 2011.

[13] Istat - Annuario Statistico Italiano 2017 https://www.istat.it/it/archivio/213021.

17 https://unmig.mise.gov.it/index.php/it/198-notizie-stampa/2036006-le-competenze-delle-figure-che-intervengono-nel-settore-estrattivo-relativamente-alla-sicurezza-anche-ambientale.

[14] Istat anno 2010- La formazione nelle imprese in Italia https://www.istat.it/it/

archivio/97091.

[15] Istat anno 2015- La formazione nelle imprese in Italia https://www.istat.it/it/archi-vio/205094.

[16] Legambiente: http://www.amblav.it/download/0418_dossiercave.pdf.

[17] Figure 2.7.1, 2.7.2, 2.7.3, 2.7.4, 2.7.5, 2.7.6, 2.7.7, 2.7.8. Rielaborazione degli Autori su base Istat.

Valle d’Aosta

Formazione. Punto 10: - Struttura del DSS - devono essere presentati il programma e la documentazione che attestino l’atti-vità di formazione e informazione.

D.G.R. del 30 novembre 2015, n. X/4432:

Punto 6. Finalità e contenuti del corso;

punto 7. Commissione d’esame; Punto 8.

Esami di fine corso; punto 9. Contenuto del corso di formazione: 1° modulo - le leggi di settore - durata min. 30 ore, 2°

modulo - esercizio delle attività estrattive- durata min. 80 ore, 3° modulo - adempi-menti in materia di igiene e sicurezza - durata min. 80 ore, 4° modulo - tirocinio pratico - durata min. 40 ore.

L.P. del 24 ottobre 2006, n. 7 art. 23, let. g) promuove iniziative di studio, di formazione e di sensibilizzazione per l'u-tilizzo di nuove tecnologie volte alla ridu-zione dell'impatto ambientale e dei rischi per la salute, per l'utilizzo di sistemi alter-nativi di movimentazione del prodotto, per la rilocalizzazione delle attività di seconda e terza lavorazione al di fuori delle aree estrattive;

let. m) organizza corsi di formazione per addetti nel settore del porfido

L.P. del 24 ottobre 2006, n. 7 art. 24, let. d) individua e formula proposte per una maggiore tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro e per il miglioramento della qualità del lavoro