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Il funzionamento del M5S: il livello nazionale e la leadership

EUROPEE/AMMINIST RATIVE:13-31/05/

6.4 L’attività attuale all’interno del Movimento 5 Stelle

6.5.1 Il funzionamento del M5S: il livello nazionale e la leadership

Come abbiamo visto il Movimento 5 Stelle ha avuto un’escalation graduale, che lo ha portato dalle discussioni sul Web e dalle manifestazioni di piazza alle sedi istituzionali, sia in Italia che in Europa, aumentando nel tempo il proprio bacino di consensi e ottenendo vittorie elettorali prima a livello locale e poi a livello nazionale. Il percorso del M5S ha ricordato per alcuni versi quello compiuto dalla Lega Nord vent’anni prima, ad esempio per quanto riguarda l’atteggiamento snobistico adottato da media e partiti nei loro confronti agli esordi, e il lento insediamento all’interno del panorama politico italiano, per poi esplodere a livello elettorale nel giro di pochi anni, principalmente in risposta ad una sfiducia crescente dell’elettorato nei confronti dei partiti

162 tradizionali ( il partito di Bossi conobbe i più importanti successi proprio in concomitanza con il periodo di Tangentopoli), configurandosi come forze “antipartitiche” [Biorcio e Natale, 2013, 101]. Ma, se la formazione leghista nel tempo è scesa a patti con gli altri partiti accettando di far parte di un sistema di coalizioni che l’ha portata a partecipare al Governo in diverse occasioni, il movimento nato dal blog di Beppe Grillo ha sempre mantenuto proprie peculiarità che ancora adesso lo rendono estremamente diverso rispetto agli altri partiti, ed ha continuato un percorso indipendente dove non c’è spazio per alleanze con avversari politici. In primis, il Movimento non presenta una sede a livello centrale, a riprova del fatto che la gran parte dell’attività politica avviene online, e non ha un apparato politico professionalizzato che si ponga come intermediario fra cittadini e rappresentanti. Nessun filtro tra elettorato e vertici, quindi, ma un rapporto diretto ed immediato che rispecchia la volontà di riportare i cittadini al centro della scena politica. Fra Grillo e il movimento da lui fondato si è instaurato un rapporto di interdipendenza, in cui, reciprocamente, gli orientamenti e le risposte dell’uno hanno di volta in volta influenzato le scelte dell’altro [ivi, 32]. Eppure, molto spesso proprio l’organizzazione del Movimento, in cui i meet-up rappresentano i prolungamenti a livello locale e i dibattiti e le votazioni avvengono in un contesto virtuale, ha fatto sorgere alcuni dubbi inerenti soprattutto ad un insufficiente coordinamento fra la base e i vertici, fra gli attivisti che operano all’interno dei meet-up e i candidati eletti a livello nazionale. Se a livello locale, come gli stessi attivisti intervistati hanno affermato, fra i meet-up e le amministrazioni o fra gli stessi meet- up la comunicazione c’è ed è piuttosto efficiente, a livello nazionale ci sono ancora alcune lacune da colmare. Forse proprio queste lacune hanno portato molti, dall’esterno, a pensare spesso che all’interno del Movimento viga una sorta di “duopolio” da parte di Grillo e Casaleggio ed una scarsa democrazia. Eppure, chi vive il Movimento dall’interno, ossia gli attivisti, ha ben presente sia quali siano i ruoli di Grillo e Casaleggio, sia quali siano le reali potenzialità del Movimento indipendentemente dai due cofondatori. Tutti gli intervistati sono concordi nell’indicare in Grillo il garante che vigila sul rispetto da parte degli eletti del Movimento del programma e del Non-statuto, mentre Casaleggio è indicato soprattutto come colui che si occupa dei tecnicismi di una piattaforma sviluppatasi prettamente online.

<<Grillo è un garante che fa in modo che i patti sottoscritti con gli elettori vengano rispettati, Casaleggio si occupa della piattaforma, ci si può opporre tranquillamente alle loro opinioni, come è già capitato in diversi casi in cui la Rete ha appoggiato i parlamentari piuttosto che Beppe o Casaleggio, mentre è vietato cambiare idea rispetto ai principi base, è profondamente immorale promettere determinate cose agli elettori e poi fare l’opposto perché hai deciso di cambiare idea! I parlamentari sono dei dipendenti pubblici, ovvero dei cittadini e come tutti i lavoratori che si rispettino devono adempiere agli obblighi contrattuali, se non va bene le porte degli altri partiti sono sicuramente aperte visto che fanno entrare chiunque!>> [S. S.

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Alessandria]

<<Casaleggio ovviamente è una testa pensante del Movimento, oltre a questo il ruolo che ricopre è prevalentemente tecnico, Grillo invece ricopre un ruolo di garanzia del Movimento. Perché è un percorso che non si è ancora completato di conseguenza fino a che non si è completato queste percorso è necessario che ci sia un ruolo di garanzia che ricopre Grillo in questo momento e che nessun' altro può ora ricoprire.>> [M. P., Carrara]

Ma il ruolo di garante rivestito da Grillo non è sinonimo di unilateralità nelle scelte da compiere all'interno del Movimento; tutti gli attivisti rivendicano una netta autonomia rispetto al fondatore come pure rispetto a Casaleggio:

<<Grillo ricopre il solo ruolo di “guru” del Movimento, capace di far riflettere le persone e di svegliarle, e questa è sempre stata una sua qualità fin dai primi spettacoli. Ciò non significa che tutto ciò che Grillo dice vada preso per “oro colato” o sia il vangelo del Movimento. Uno vale uno, è il principio fondamentale del Movimento.>> [D. G., Carrara]

<<Quando si devono prendere decisioni, si utilizza il metodo delle votazioni online. A riprova, il fatto che in alcune occasioni Grillo si è espresso in una direzione e la base ha deciso ed ottenuto una linea diversa.>> [M. T., Alessandria]

L'ampia libertà di scelta di cui godono gli attivisti, attenendosi alle testimonianze degli stessi, sembra contrastare in maniera palese con certi episodi messi in risalto dai principali media italiani; uno degli esempi più eclatanti è stata la decisione di allearsi in sede europea con il partito inglese di estrema destra Ukip guidato da Nigel Farage, osteggiata da molti esponenti M5S e che ha scatenato accese discussioni all'interno del Movimento stesso, oppure, recentemente, l'espulsione dei quattro attivisti sancita da Grillo dopo la contestazione durante il comizio al Circo Massimo dell'ottobre scorso (www.ilfattoquotidiano.it, 20 ottobre 2014]. Tutti elementi che sembrerebbero non giocare a favore dell'ex comico e che necessariamente inducono a riflettere sull'effettivo livello di democrazia presente all'interno del Movimento, ma che sono tuttavia smentiti dalle parole degli intervistati, i quali non soltanto sono assolutamente concordi nel confermare la propria autonomia decisionale e l'uso al cento per cento democratico della Rete come terreno di discussione e di votazione, ma altrettanto perentoriamente rifiutano l'idea che possa esistere, almeno in un futuro prossimo, un Movimento senza Beppe Grillo.

<<Ora senza Grillo no, più avanti si e sarà lui a farsi da parte quando sarà quel momento, nessuno dovrà

dirglielo, nessuno lo saprà meglio di lui.>> [A. C., Alessandria]

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un'organizzazione più collegiale.>> [A. B. B., Carrara]

Il 100% degli attivisti è convinto che il Movimento, nato ufficialmente da poco più di 5 anni, stia compiendo un percorso evolutivo, di maturazione, che attualmente, pur con tutti i limiti e le critiche più o meno legittime che gli si possono rivolgere, non può prescindere da Grillo; è una prospettiva assolutamente delineata nei progetti stessi degli attivisti, ma che potrà compiersi solo dopo uno sviluppo completo ed approfondito del programma e delle strategie 5 Stelle che solo grazie all'apporto di Grillo possono essere realizzati, questo pur senza rinnegare la completa fiducia nei rappresentanti finora eletti.

<<Per adesso sarebbe prematuro, stanno crescendo molti esponenti carismatici all'interno del Movimento, non è un problema di identità quanto di garanzia! Senza la garanzia il rispetto dei principi si sfalderebbe vittima del malaffare!>> [S. S., Alessandria]

La figura di garante di Grillo è dunque il motivo per cui la sua presenza all'interno del Movimento è ritenuta ancora indispensabile nella fase di assestamento definitivo, soprattutto per il mantenimento delle linee guida e dei principi che ne ispirano le azioni, i quali potrebbero altrimenti essere messi a repentaglio o “confondersi” nel marasma politico generale, rischio che l'atteggiamento più aggressivo e per nulla propenso al compromesso di Grillo sembrerebbe scongiurare. Ma l' “ombra” dell'ex comico sul Movimento non ha effetti negativi, non ne inficia in alcun modo l'indipendenza, secondo gli attivisti:

<<Il Movimento è già indipendente da Grillo e da Casaleggio. Tra qualche anno sicuramente saranno completamente e solo i cittadini a portarlo avanti.>> [F. T., Alessandria]

Del resto, la democraticità all'interno del Movimento e l'assoluta connessione esistente tra attivisti e Grillo che non necessariamente porta ad una prevaricazione degli orientamenti di quest'ultimo sui primi si evince anche, per gli attivisti, dalle modalità attraverso cui le decisioni sono prese, a tutti i livelli, locale, regionale, nazionale; una modalità che ha a che fare con il pieno rispetto dei principi di deliberazione e discussione e che non presenta differenze sostanziali fra la dimensione online e quella offline, ma in cui il pensiero di Grillo in merito non è considerato né più né meno rispetto a quello degli altri attivisti.

<<A livello di base, cittadino e regionale le decisioni sono prese con il metodo del consenso. A livello nazionale sicuramente dipende dalla decisione che va presa: molte volte è stata indetta una votazione sul blog per un determinato quesito.>> [ D. G., Carrara]

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eletti alla Camera o al Senato.>> [A. B. B., Carrara]

Il vero potere decisionale è perciò esercitato da

<<Gli iscritti ai diversi meet-up o la Rete.>> [F. T., Alessandria] <<La Rete, i meet-up a maggioranza.>> [A. C., Alessandria]

Più della “parola” di Grillo, quindi, quello che conta all'interno del Movimento è la discussione, il dibattito in Rete che precede la presa di una decisione.

<<Ogni argomentazione prima di essere votata viene sempre prima discussa dalla base.>> [M. T., Alessandria]

<<Conta moltissimo, la maggior parte delle decisioni che non sono contenute nel programma vengono prese in Rete!>> [S. S., Alessandria]

Le stessi espulsioni, su cui spesso si è discusso a livello mediatico giudicandole come espressione della volontà del solo Grillo, sono sempre state votate dalle Rete, ed hanno semplicemente confermato l'orientamento del fondatore in merito, a dimostrazione di una linea di principi coerente fra tutti gli aderenti al Movimento: anche nel caso delle più recenti, quelle che hanno avuto per protagonisti gli onorevoli Pinna e Artini, "rei" di non aver pubblicato nei tempi consentiti il proprio rendiconto su "Tirendiconto.it"(altra piattaforma virtuale che permette di monitorare , appunto, le rendicontazioni dei deputati 5 Stelle), benché su alcuni giornali e telegiornali sia stato fatto emergere come esse non fossero che il risultato di un desiderio personale di Grillo, è stato invece il popolo penstastellato ad esprimersi in favore di un allontanamento di entrambi dal Movimento, con un netto 69,8% contro il 30,2% ("La Nazione", 28 novembre 2014). Del resto, nel panorama politico italiano il Movimento 5 Stelle non è l'unica realtà ad aver sancito l'espulsione di alcuni suoi esponenti, se pensiamo che, fra 2012 e 2013, il PD ha espulso più di 30 fra sindaci, consiglieri comunali e presidenti di consigli comunali da Nord a Sud del paese, mentre il PDL e Forza Italia si sono "fermati" a meno di venti nello stesso periodo (www. infiltrato.it, 2 dicembre 2014); forse per i ruoli ricoperti dagli epurati degli altri partiti, limitati all'ambito locale, forse per il clamore con cui Grillo si è spesso scagliato contro i propri espulsi, c'è da dire che i media nazionali hanno indubbiamente dato maggiore risalto alle epurazione pentastellate che non alle altre. Da questa breve analisi emerge tuttavia che la pratica delle espulsioni è probabilmente sempre esistita ed è in qualche modo connaturata ai partiti, non è insomma una novità introdotta da Grillo e non necessariamente perciò è' l'emblema di una sorta di tirannia intellettuale all'interno del Movimento da parte del suo fondatore. E, in effetti, questa sensazione è confermata dalla gran parte degli

166 attivisti intervistati, i quali avvalorano l'appoggio a Grillo sul delicato tema espulsioni

<<Le espulsioni, quelle propriamente dette, credo non solo siano state giustissime ma in alcuni casi credo di

essere stato tra i primi ad appoggiarle! Quando ho visto che quella persona (si riferisce al primo espulso, il senatore Mastrangeli, "epurato" il 30 aprile 2013) era tra i nostro senatori ho capito che c'era un

errore, possiamo rimediare mandandola fuori.>> [M. P., Carrara]

<<Le espulsioni sono la dimostrazione che ogni singolo eletto deve avere rispetto per il suo elettorato, se una volta entrato nel palazzo lo tradisce, non condividendo e non consultandolo nelle scelte, allora significa che nel Movimento no ci può e non ci deve stare, l'onestà nei confronti dei cittadini viene prima di tutto!>> [F. T., Alessandria]

Alcuni degli intervistati non solo si dichiarano assolutamente d'accordo con le espulsioni ma, come abbiamo visto, affermano di aver preso parte alle votazioni stesse:

<<Io ho sempre votato per espellere i soggetti in questione, perché ho sempre trovato rispondenze nelle motivazioni espresse dai proponenti.>> [M. T., Alessandria]

Degli 8 intervistati, solo due esprimono dubbi sulle espulsioni:

<<Sono contrario alle espulsioni. La diversità è ricchezza.>> [A. B. B., Carrara] <<Ho dubbi su qualche espulsione.>> [D. G., Carrara]

Ma, a parte questa esigua minoranza, gli altri intervistati giudicano estremamente pregiudizievole il non rispetto dei principi e del programma espressi nel Non-statuto, e, per queste ragioni, chiaramente giustificano la legittimità dei provvedimenti decretati tramite voto. Gli eletti nelle istituzioni

<<Sono dei portavoce, non dei "capi", uno vale uno anche per gli eletti. I poteri sono quelli loro conferiti all'interno delle istituzioni. Non sono indipendenti, ma fedeli ad un mandato di rappresentanza, ad una programma e alle decisioni del gruppo o della Rete.>> [A. C., Alessandria]

I deputati 5 Stelle devono perciò attenersi minuziosamente al programma stabilito dal Non-statuto, pur se esso presenta punti che indiscutibilmente potrebbero e dovrebbero essere riveduti, ad esempio per quanto riguarda il divieto di partecipazione a talk show di natura politica, dato che, come molti esponenti si stanno accorgendo, la presenza in video e sui media tradizionali sembra essere diventata indispensabile alla luce dell'allargamento e dei progressi conseguiti dal Movimento. I deputati non possono perciò ritenersi indipendenti dal M5S stesso, né godere di poteri particolari o di un ruolo privilegiato, proprio per la natura anti-partititica e fortemente democratica del

167 Movimento stesso.

<<Essere indipendenti dal Movimento vorrebbe dire svincolarsi dai cittadini, quindi la risposta è no per quanto riguarda i poteri, hanno il ruolo di vigilare all'interno delle commissioni e di riportare i fatti.>> [S. S., Alessandria]

<<Sono indipendenti nei limiti imposti dalle regole interne, se il comportamento viola una regola, è giusto essere allontanati.>> [M. T., Alessandria]

C'è anche chi tende a rimarcare verso quali soggetti viga il vincolo di dipendenza:

<<Se per Movimento si intende Grillo e Casaleggio dovrebbero essere totalmente indipendenti. Se per Movimento si intende tutte le persone di cui fanno i portavoce non devono avere alcuna indipendenza. Restando nei limiti del loro mandato, soprattutto nelle commissioni hanno pochissimi minuti per prendere decisioni per cui non è possibile interpellare la Rete, ma al di là di questo ci dovrebbe essere una discussione a monte sui temi e non avere alcuna indipendenza.>> [M. P., Carrara]

Indipendenza degli eletti si, ma solo rispetto al vertice della piramide, rappresentato da Grillo e Casaleggio, mentre il rapporto con l'elettorato deve essere improntato assolutamente alla massima trasparenza e coerenza dei principi di democrazia partecipativa su cui il M5S si basa. Il quadro che emerge dalle interviste raccolte nel corso della ricerca evidenzia tutte le caratteristiche di un Movimento compatto, concorde nel confermare la piena autonomia della base rispetto ai due fondatori e conscio di quelle che sono le linee guida da seguire e da rispettare, soprattutto per gli eletti che rappresentano i 5 Stelle all'interno delle istituzioni. La figura di Grillo non è pertanto il motivo principale di appartenenza al Movimento, di cui si condividono determinati principi e valori ma non sempre gli atteggiamenti di quello che i media definiscono il "leader"; anzi gli intervistati si "spaccano" quando si parla di Grillo e, in particolar modo, del suo stile comunicativo particolarmente pittoresco e sovente aggressivo, caratteristica di cui spesso i media si sono serviti per corroborare le proprie teorie di "dittatura" all'interno del M5S. Seguendo questa linea, c'è chi afferma:

<<Grillo è così, o lo ami o lo odi, la via di mezzo non esiste. Credo che il suo modo di comunicare sia efficace, ma molti cittadini, influenzati dai mass media tradizionali che manipolano l'informazione travisano le sue parole trasformandole in qualcosa di distruttivo.>> [F. T., Alessandria]

C'è poi chi trova il modo di esprimersi di Grillo

<< Fantastico.>> [G. G., Carrara]

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<<E' sicuramente trascinante. Ma non piace a tutti e quindi non va usato sempre. Ci sono circostanze in cui uno stile più sobrio è preferibile e quindi va dato spazio ad altre personalità>> [A. B. B., Carrara]

Forse proprio alla luce di una maggiore presa di coscienza sul fatto che il linguaggio usato da Grillo possa più ledere l'immagine del Movimento, proprio perché fortemente associato dai non frequentatori del blog e dai non simpatizzanti 5 Stelle, insomma dal resto dell'elettorato italiano, al fondatore, che aumentarne i consensi, è stato scelto di affidare ad altri esponenti 5 Stelle l'incontro con i rappresentanti del governo, prima Crimi con Bersani e, successivamente ad un fallito tentativo di dialogo fra lo stesso Grillo e Renzi, nel giugno 2014, Di Maio con il neo presidente del Consiglio. Insomma lo stile comunicativo di Grillo non piace necessariamente neppure ai militanti stessi, pur riconoscendone il ruolo di grande comunicatore che, peraltro, ha portato ad accomunarlo, anche se tramite l'utilizzo di mezzi diversi, al Berlusconi degli esordi di Forza Italia:

<<Io non sono un esperto di comunicazione, se parliamo dello stile Berlusconi e Grillo usano due piani differenti, a partire dai media che usano. Al di là di questo penso sia un grande comunicatore, tante volte però non mi è piaciuto lo stile con cui ha scritto tanti post.>> [M. P., Carrara]

Gli attivisti perciò dimostrano uniformità di vedute per quanto attiene all’opinione circa il livello di autonomia di cui essi godono rispetto ai vertici del Movimento, ma, come si è appena visto, hanno invece pareri piuttosto diversi per quanto riguarda il modo di comunicare di Grillo; la stessa eterogeneità di pensiero emerge però anche in rapporto ad altri fattori, ad esempio per ciò che concerne il programma stesso del M5S e l’ordine di importanza dei punti da esso trattati. Naturalmente, nella varietà delle risposte fornite dagli intervistati giocano in questo caso un ruolo fondamentale i valori soggettivi, le convinzioni personali, che necessariamente influenzano l’ordine di priorità attribuita da ciascuno rispetto alle questioni principali trattate. Solo un intervistato, infatti, si limita a citare i punti rappresentati dalle cinque stelle del Movimento

<<Acqua, ambiente, energia, trasporti, connettività>> [M. T., Alessandria]

Gli altri forniscono invece risposte molto varie e diverse fra loro, proprio perché subentra in questo frangente un elemento di soggettività piuttosto importante, e tuttavia, nella varietà dei punti citati, si può notare come spicchino in maniera evidente soprattutto i punti legati alla partecipazione popolare diretta e, in misura minore, la questione del reddito di cittadinanza:

<<Onestà, riduzione dei privilegi, reddito di cittadinanza, mobilità sostenibile, energie pulite e democrazia diretta.>> [S. S., Alessandria]

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quorum, introduzione del vincolo di mandato, recall degli eletti da parte dei cittadini, legge elettorale proporzionale con preferenze e giudizio negativo sui candidati.>> [A. B. B., Carrara]

<<Legalità, etica pubblica, merito, regole della politica, salvaguardia dell’ambiente, prevalenza dell’economia reale su quella finanziaria, partecipazione diretta, sanità pubblica, centralità della pubblica