EUROPEE/AMMINIST RATIVE:13-31/05/
4.5 Il profilo degli intervistat
Elaborando le informazioni tratte dalle interviste agli attivisti nei due meet-up possiamo ricavare un profilo che, sotto molti aspetti, risulta similare e presenta diversi punti in comune tra gli intervistati di Carrara e quelli di Alessandria.
Come prima cosa, i dati anagrafici sono piuttosto eterogenei, a testimonianza del fatto che il Movimento 5 Stelle abbracci fasce d’età diverse fra loro, pur se per ragioni differenti: gli intervistati comprendono ragazzi con una media di età di 22 anni, ma anche uomini nella fascia compresa tra i 30 e 40, e infine persone sopra i 50 anni. Tutti gli intervistati sono diplomati (6) o laureati (2), e dal punto di vista sociale, tutti provengono da famiglie del ceto medio, con genitori insegnanti , operai, casalinghe e pensionati. La situazione abitativa è piuttosto diversificata: alcuni degli intervistati vivono con mogli e figli, altri hanno optato per la convivenza, alcuni vivono ancora in casa con i genitori mentre altri sono single ed abitano per conto proprio.
63 una lieve diversità di fondo, come poco fa accennato: se per i ragazzi il Movimento 5 Stelle ha di fatto rappresentato l’opportunità per cercare di rivendicare un proprio spazio, soprattutto lavorativamente parlando, e la riproposizione di valori come la meritocrazia, per gli attivisti dai trent’anni in su la scelta di appoggiare il Movimento dipende in larga parte dalla delusione per la condotta politica degli altri partiti e la conseguente ricerca di una novità. Non è un caso se, fra i ragazzi intervistati, due su tre dichiarano di aver votato sempre per il Movimento 5 Stelle, da quando hanno possibilità di voto; per quanto riguarda gli altri, quasi tutti hanno alle spalle un passato di centro-sinistra, con due sole eccezioni: uno degli attivisti intervistati dichiara di essere stato principalmente un astensionista ed un altro di sentire precedentemente maggiore affinità ideologica con il centrodestra.
Fra gli intervistati, solo due dichiarano di aver precedentemente fatto parte di un partito politico, orientato sempre sul centro-sinistra: PD per uno degli attivisti di Alessandria e Democrazia Proletaria negli anni Settanta per uno degli esponenti del meet-up di Carrara.
Per quanto riguarda l’adesione a movimenti sindacali, tre intervistati dichiarano di aver avuto in passato esperienze in questo senso, entrambe terminate, mentre gli altri non solo non vi hanno mai preso parte, ma negano anche decisamente la possibilità di poterne mai fare parte.
La decisione di impegnarsi nel Movimento quasi per tutti è avvenuta nel biennio 2012-2013, in concomitanza con le amministrative nelle rispettive città o con le elezioni nazionali, dunque in un periodo di ascesa per il M5S; tutti sono formalmente iscritti al Movimento, pur se qualcuno ritiene che non si possa parlare di una vera e propria iscrizione al M5S ma solo al sito Internet, e tutti hanno votato sia per le consultazioni per i candidati alle elezioni 2013 che per quelli alla presidenza della Repubblica. Estremamente divise le modalità attraverso cui si è sviluppato il contatto con il Movimento e i rispettivi meet-up: una metà degli intervistati dichiara di essere stato messo a conoscenza tramite altri attivisti e i mezzi di informazione tradizionali, ad esempio volantini e banchetti per strada, l’altra metà invece afferma di aver spontaneamente deciso di prendere parte ad una riunione principalmente perché incuriosito. Quasi tutti però dichiarano di aver saputo dell’esistenza di un meet-up nella propria città tramite la Rete, e tutti sono riusciti a coinvolgere altre persone facendole aderire al meet-up, primariamente parenti ed amici.
In effetti, a proposito delle modalità di reperimento dell’informazione, tutti gli intervistati partivano da un interesse personale per la politica piuttosto alto, a riprova del fatto che i media e Internet possono rappresentare un mezzo più o meno obiettivo di informazione solo laddove sia preesistente una partecipazione politica già sviluppata: i canali preferenziali sono indubbiamente la Rete e i quotidiani, sia a livello nazionale che a livello locale, con un’ampia predilezione soprattutto per “Il Fatto Quotidiano”, ma anche per i quotidiani a grande tiratura come “Repubblica”, “Il
64 Corriere” o, nel caso degli intervistati del meet-up di Alessandria, “La Stampa”, giornale di Torino: vengono scelti soprattutto per operare una sorta di “selezione” personale delle tematiche soggettivamente più interessanti e per effettuare un confronto su eventuali difformità o diversità di trattamento della stessa notizia; Internet rimane comunque il luogo principale di aggiornamento e di accesso alle notizie, in tutte le sue forme, sia tramite PC che con tablet e smartphone, con una percentuale di utilizzo che, in media, si aggira attorno al 70%.
Nella valutazione delle altre forze politiche, le opinioni sono assolutamente concordi nel rifiutare recisamente qualsiasi tipo di alleanza con partiti politici sia di destra che di sinistra, a riprova di una concordanza di idee rispetto al vertice del Movimento, rappresentato da Grillo e Casaleggio.
A proposito di Grillo e Casaleggio, la maggioranza degli intervistati dichiara di non volere assolutamente un Movimento più indipendente, soprattutto da Grillo (6), a cui è riconosciuto un ruolo di garante del rispetto dei patti con gli elettori, mentre è meno stabile la posizione di Casaleggio, giudicato elemento non indispensabile. Gli altri tre attivisti reputano che il Movimento sia già sufficientemente indipendente da entrambi. In generale di Grillo agli attivisti piace anche lo stile comunicativo, pur se alcuni ritengono che esso vada “frenato” e adattato rispetto a determinati contesti.
Il profilo degli attivisti è dunque molto simile in entrambi i due meet-up considerati: eterogeneo per età e condizione socio-economica, con un grado di istruzione medio-alto, piuttosto unito nel reperimento dell'informazione politica, con una spiccata preferenza per Internet e poca considerazione soprattutto del mezzo televisivo, all'ultimo posto nella scala di utilizzo dei mezzi di informazione dopo la Rete, i giornali (sia nazionali che locali) e la radio. Tutti partono, per motivazioni diverse, da una sfiducia crescente nei partiti tradizionali che li ha spinti a riporre nuove speranze di cambiamento nel Movimento, e per questo motivo negano la possibilità di stringere eventuali alleanze con i partiti attualmente presenti, pur rimanendo in generale aperti rispetto alla possibilità di dialogo, soprattutto in sede di commissioni e principalmente sui punti che rispecchiano il programma del M5S.
4.6 Conclusioni
Un’escalation delle proporzioni di quella compiuta dal Movimento 5 Stelle in un arco temporale così limitato (ampliando il raggio fin dai primi passi mossi dal blog di Beppe Grillo, si parla di circa una decina di anni) è necessariamente sintomatica di un desiderio di rinnovamento, di cambiamento, espresso dall’elettorato, una sorta di protesta nei confronti della vecchia classe politica, che ha finito col premiare un movimento, non schierato politicamente –anzi quanto mai
65 intenzionato a sradicare tutte le salde convinzioni della “casta”- nato interamente su Internet, e con caratteristiche che riprendono aspetti peculiari dei gruppi di pressione degli anni Sessanta-Settanta anziché quelle di un partito. In meno di un decennio questo movimento è riuscito effettivamente a far tremare tutto il sistema politico italiano, conquistandosi, a suon di battaglie sul campo e con un programma capace di tradurre le esigenze più concrete dei cittadini, un posto di rilievo all’interno delle sedi istituzionali. Agendo in primis sulla Rete, e da lì diffondendosi su tutto il territorio grazie all'azione dei meet-up, con manifestazioni, banchetti, petizioni, il Movimento ha avuto soprattutto il merito di ricondurre sui binari dell'attivismo politico fasce di popolazione ben lontane dall'appartenenza a partiti e dall'essere politici di professione, includendo studenti così come operai, giovani e meno giovani, donne e uomini praticamente in egual misura, tutti spinti dalla prospettiva di poter essere coinvolti appieno nel decision-making e nel non dover disporre di particolari requisiti o particolare esperienza politica per potersi candidare, sia a livello locale che nazionale. Ma, proprio perché pressoché esclusivamente basato sul potere comunicativo di Internet, e perché intenzionato a scardinare un sistema fondato anche su un forte parallelismo politico e su un orientamento quasi sacerdotale da parte dei media tradizionali, il Movimento è nato e cresciuto in un clima di aperta e conclamata ostilità rispetto alla stampa e alle televisioni del nostro paese, rifiutando interviste, negando l'accesso in alcune occasioni (vedi il comizio elettorale di Piazza San Giovanni nel corso della campagna elettorale 2013) ai media italiani, addirittura imponendo il veto alla partecipazione dei propri esponenti ai talk show, quest'ultima regola sancita dal Non-Statuto stesso. Un'impostazione del genere è risultata però spesso deleteria per il Movimento stesso, poiché non ha naturalmente contribuito a creare un'opinione positiva da parte dei media stessi, e li ha sovente costretti a lavorare con informazioni lacunose e incomplete, che necessariamente hanno fornito una descrizione diversa del M5S a quei cittadini che si affidano a giornali o tg piuttosto che ad Internet. Questa considerazione è stata probabilmente alla base dell'inversione di tendenza registrata soprattutto in occasione della campagna elettorale pre-europee 2014, quando sia Grillo che Casaleggio accettarono di rilasciare interviste per la tv e i giornali ( “Porta a Porta” e “Il Fatto Quotidiano”, rispettivamente), con l'obiettivo di estendere il proprio raggio d'azione a quella parte di elettorato lontana dall'utilizzo della Rete.
Questi due elementi chiave -partecipazione politica e rapporto con i media- nell'analisi sul Movimento 5 Stelle sono stati discussi a livello teorico nei capitoli precedenti, e saranno ampliati nelle pagine seguenti con una ricerca effettuata sui giornali e all'interno di due distinti meet-up. Questo con l'obiettivo di chiarire due punti fondamentali:
• Come è stato costruito nel tempo il rapporto fra media e Movimento 5 Stelle; dove si evidenziano i maggiori conflitti, in relazione a quali aspetti, quanto spazio viene riservato al
66 Movimento 5 Stelle nell'ambito dell'informazione politica e come e se cambia l'orientamento degli stessi nei giorni precedenti e seguenti ad un avvenimento che veda coinvolto il M5S. • Come si sviluppa l'attivismo all'interno dei meet-up: profilo sociale, orientamenti politici,
grado di informazione, opinioni sul periodo politico attuale, prospettive sul futuro, atteggiamento rispetto ai temi di maggior rilievo, posizione rispetto agli avversari politici. Ciò che la ricerca intende verificare, è se il Movimento abbia effettivamente sopperito a quella lacuna di partecipazione politica lamentata dall'elettorato, acuita nel tempo dall'andamento generale del sistema dei partiti, dalla situazione economica e da alcuni scandali che hanno aumentato la disaffezione popolare dalla politica, tramite la testimonianza di chi del M5S ha scelto di far parte; e come il Movimento si sia relazionato ai media -e viceversa- nell'ambito di quel circolo comunicativo in cui spesso questi ultimi assumono il ruolo di agenda building, d'accordo con l'altro attore della comunicazione politica, ossia i partiti. Un ruolo che il Movimento sembra non avere accettato, preferendo cercare vie alternative di informazione.
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