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Nonostante molti, soprattutto in una prima fase, in concomitanza ad esempio con il V-Day, l'abbiano bollato semplicemente come “antipolitico”, escludendo la possibilità di poter scalfire l'oligopolio dei partiti tradizionali, il Movimento ha avuto il merito, fondamentale, di creare un connubio ben strutturato tra le forme organizzative tradizionali dei partiti e dei movimenti e lo sfruttamento dell’elemento social e del web, facendo della rete la nuova piazza virtuale in cui raccogliere consensi, attivisti, organizzare mobilitazioni.

39 Tutto nasce dal blog fondato a gennaio del 2005 da Beppe Grillo, comico allontanato dalle reti televisive ma ancora in auge con i suoi spettacoli teatrali in cui alla comicità unisce il dibattito su temi a lui particolarmente a cuore, e Gianroberto Casaleggio, enigmatico esperto di marketing e telecomunicazioni. Il Movimento vero e proprio è nato solo in un secondo momento, in seguito al numero sempre crescente di adesioni.

Il blog, aperto a tutti, serve principalmente per trasportare in rete gli argomenti che Grillo tratta nei suoi tour in giro per l’Italia: ambiente, acqua pubblica, energia pulita, ma in breve tempo diventa uno dei più visitati al mondo, con duecentomila visite giornaliere, mille commenti per post, tanto da vincere il premio come miglior sito italiano nella categoria “News e Informazione” dato da “Il Sole 24 ore” nel 2005 e da essere inserito dalla rivista americana “Forbes” al settimo posto nella classifica del 2008 [Biorcio e Natale, 2013, 21]. Grazie a dati del genere e al successo di campagne promosse sul web, quali “Via dall’Iraq” o “Parlamento pulito”, Grillo e i suoi lettori si rendono consapevoli delle potenzialità della rete nella diffusione di informazione politica e anche come forma di democrazia partecipativa, ecco perché, sfruttando l’idea della piattaforma meet-up già usata da alcuni candidati americani [ Lanfrey, 2012, 146] vengono creati veri e propri gruppi di discussione decentralizzati rispetto al blog, etichettati sotto il nome di “Amici di Beppe Grillo”, i quali possono essere identificati con la nascita ufficiosa del movimento. E’ grazie a questi meet-up, dislocati in oltre 250 città italiane e in grado di raccogliere, dalla nascita ad oggi, più di 75 mila cittadini per incontri di partecipazione civica e discussione, che vengono organizzate le due manifestazioni più importanti a livello nazionale, ossia i due V-day che, tra settembre 2007 ed aprile 2008, hanno raccolto firme per proposte di legge di iniziativa popolare. In particolare, lo scopo del V-day era di recuperare il dibattito sul parlamento pulito già trattato da Grillo nel blog, in cui si chiedeva di modificare le regole di eleggibilità dei candidati politici, di limitare a soli due mandati le cariche istituzionali e, soprattutto, di espellere dal Parlamento 25 deputati condannati in via definitiva.

Con il V-day l'azione passa perciò dalla rete alla piazza, sovrapponendo due contenuti diversi: da un lato, i rituali collettivi di protesta, dall'altro l'impegno civico vero e proprio, con la raccolta delle firme per portare avanti la proposta di legge “Parlamento pulito”, che a fine giornata saranno circa 350 mila [Biorcio e Natale, 2013, 88]. Nel 2009 si ha l'atto di nascita ufficiale del Movimento 5 Stelle e, proprio per rimarcare ulteriormente il suo non essere un partito politico ma, come recita il nome stesso, un movimento, dunque un qualcosa continuamente in evoluzione, intenzionato a prendere contatto con la gente piuttosto che a segnare in maniera netta un distacco, ci sono due indicazioni importanti da tenere presenti: la prima è rappresentata dal fatto che gli attivisti del Movimento, Grillo in primis, sostengono come proprio atto di fondazione un Non-statuto, ove si

40 riafferma il ruolo di semplice “strumento” del movimento rispetto al ruolo di informazione e consultazione che svolge nei confronti dei cittadini; da qui si evince, ancora una volta, l'intenzione del movimento di porre nuovamente al centro della scena politica l'elettore, sfiduciato e disincantato, allontanato dalla politica. Il secondo elemento di innovazione che emerge riguarda invece il livello di partecipazione attiva: se lo schema tradizionale proposto da Duverger negli anni Cinquanta, infatti [cit. in Biorcio, Natale, 2013, 35] distingue tre livelli di partecipazione, elettori, simpatizzanti e militanti, il M5S lo riprende parzialmente, sfruttando però le opportunità offerte dal web per stimolare la partecipazione diretta, e comunicare con gli eventuali elettori. Non solo vengono abbandonati i canali tradizionali di diffusione del messaggio politico, ma addirittura- ed è ciò che maggiormente contraddistingue il Movimento- viene stravolto il metodo di adesione: niente tessera, nessuna iscrizione formale, per diventare attivista del Movimento è sufficiente registrarsi sul blog, aderire al Non-statuto e diffondere il programma, che è scaricabile online.

La partecipazione per il Movimento si sposta dai comizi elettorali e dalle sedi di partito (da notare che il M5S non ha sedi, né a livello nazionale che a livello locale) al web, attraverso lo strumento del commento, sia sul blog che sulle pagine Facebook del M5S o di Beppe Grillo; lì ognuno può opinare, proporre, giudicare le proposte degli altri e valutare, mentre gli attivisti, iscritti al meet-up , partecipano alle riunioni organizzate a livello locale, affidando le proprie deliberazioni al portavoce (coordinatore), che mantiene un collegamento “verticale” con il Movimento.

Per quanto riguarda il programma , esso è , per definizione dello stesso Grillo, in continuo assestamento e mutamento, a seconda anche delle proposte che arrivano via web dai cittadini, a testimonianza, ancora una volta, del forte ruolo attivo che essi ricoprono all'interno del Movimento; molti dei punti del programma sono stati raccolti dalle manifestazioni sviluppatesi negli ultimi dieci anni, da quelle dei consumatori a quelle degli studenti fino alle contestazioni contro le grandi opere a danno delle popolazioni locali (ad esempio, contro la costruzione della Tav in Val di Susa). Pur avendo assunto una connotazione più “politica”, dovendo perciò confrontarsi con temi di livello istituzionale, economico, monetario, il Movimento non ha tuttavia abbandonato le proprie campagne ambientaliste ed ecologiste, ed è forse l'impronta più grande che Beppe Grillo ha tracciato rispetto al Movimento. La grande attenzione riservata a tali cause si evince nel nome stesso del gruppo: le cinque stelle rappresentano infatti acqua pubblica, ambiente, trasporti, sviluppo e connettività, [Biorcio e Natale, 2013, 48] quindi gli aspetti che, fuori dal contesto partitico-politico vero e proprio, sono sempre stati i cavalli di battaglia di Grillo e degli attivisti fin dal primo momento. A questo proposito, i 5 stelle lottano per una politica energetica fondata sulla riduzione dei consumi, sulla produzione di energia elettrica e termica, con l'abbassamento della quota di Co2. Viene disincentivato l'utilizzo dell'automobile nei centri urbani ed un rafforzamento

41 del servizio di trasporto pubblico.

Ma, come accennato prima, necessariamente, dal momento in cui ha assunto un ruolo da protagonista sulla scena politica italiana, e, a maggior ragione, da quando ha ottenuto un posto di rilievo a livello istituzionale, il Movimento deve presentare un programma che abbracci anche questioni politiche, economiche, sociali. La parola d'ordine per gli attivisti sembra essere anzitutto “trasparenza”, dei politici nei confronti degli elettori, con una riduzione di tutti i privilegi della “casta”: riduzione degli stipendi e abolizione dei vitalizi, ineleggibilità ed incandidabilità per i condannati a pene superiori a 10 mesi per reati non colposi, soppressione dei rimborsi elettorali. Il taglio propugnato dai 5 stelle si estenderebbe anche a livello locale, con l'abolizione delle province e l'accorpamento dei comuni sotto i 5 mila abitanti [www.beppegrillo.it/movimento/programma/]. A livello socio-economico, vengono fortemente ostacolate le privatizzazioni, e si cercano piuttosto soluzioni per migliorare il sistema di welfare esistente: sanità, scuola, trasporti pubblici, ad esempio con una netta opposizione del sistema sanitario ad accesso privato, o con la soppressione della legge Gelmini e la richiesta di destinare fondi solo alla scuola pubblica e non anche alle parificate, oltre che alla destinazione di maggiori risorse per la ricerca.

Sul piano puramente economico, il Movimento si dimostra ancora una volta più vicino ai cittadini che ai grandi imprenditori, proponendo un ridimensionamento delle oligarchie economiche delle grandi industrie e delle società finanziarie in favore dei piccoli azionisti e delle piccole-medio imprese, e con una tutela dei diritti di azione dei consumatori (un'altra delle lotte portate avanti da Grillo nei suoi spettacoli teatrali prima della nascita del M5S fu proprio quella in difesa dei consumatori/piccoli azionisti rimasti coinvolti nel crac Parmalat) [Biorcio e Natale, 2013, 21]. Ma senza dubbio il punto del programma che più di ogni altro sancisce il netto distacco del Movimento rispetto alle altre realtà politiche riguarda il ripensamento del coinvolgimento attivo dei cittadini-elettori: si propone l'introduzione di referendum senza quorum, la possibilità di vere e proprie class action, l'obbligatorietà per i parlamentari di discutere le proposte legislative di iniziativa popolare, proprio come quelle lanciate da Grillo nel corso dei V-day. A livello comunicativo, i 5 stelle esigono il ridimensionamento del monopolio dell'informazione e da qui l'opportunità per tutti di accedere ad essa, con l'utilizzo gratuito della rete, e di farla circolare, eliminando i controlli e le censure e riducendo i costi dei servizi telefonici.