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I GAL E LA COMPETITIVITÀ DEL SETTORE AGRO-ALIMENTARE NELLA PROGRAMMAZIONE 2007-

E LA FILIERA IN CHIAVE GAL

4. I GAL E LA COMPETITIVITÀ DEL SETTORE AGRO-ALIMENTARE NELLA PROGRAMMAZIONE 2007-

Per il periodo 2007-13 i GAL sono chiamati, nell’ambito dei PSR, a intervenire sulle filiere sull’Asse I com- petitività per quanto riguarda il settore agro-alimentare e sull’Asse III dedicato alla diversificazione delle at- tività agricole (dove possono intervenire attraverso lo sviluppo di filiere agro-energetiche). In questo i GAL dovranno mettere a frutto esperienze già realizzate e consolidate e cimentarsi anche su aspetti più complessi delle filiere che, specie se riguardano prodotti già affermati e di dimensione significativa per l’economia lo- cale, travalicano i confini territoriali dei singoli GAL e richiedono competenze gestionali e tecniche più com- plesse e funzioni, procedure e partnership di livello più ampio. Il GAL che ha lavorato in aree rurali è un sog- getto importante nella rete di soggetti operanti per lo sviluppo delle aree rurali. È evidente che il suo patri- monio di relazioni, competenze accumulate e capacità di promuovere la concertazione può essere fonda- mentale (…)46 nel seguire il processo di sviluppo economico del territorio. Con la loro attività i GAL hanno

maturato competenze tecniche e relazionali: lavorando in stretto collegamento con le varie componenti del tessuto locale, relazionandosi con le parti più dinamiche e agendo da stimolo alla coesione, costruendo un rap- porto privilegiato con le amministrazioni locali, dal livello regionale a quello locale; raccogliendo le istanze territoriali, economiche e sociali.

Nella nuova programmazione i GAL sono descritti47quali soggetti responsabili dell’implementazione del-

l’Asse Leader, l’Asse IV dei PSR 2007-13, che attua prevalentemente interventi rivolti alla diversificazione e alla qualità della vita nelle aree rurali. Molte Regioni (14), però, hanno previsto che attraverso il metodo Lea- der i GAL possano attivare anche interventi contemplati nell’Asse I dedicato alla competitività, in particolare sulle filiere48, proponendo di fatto un allargamento dei campi di attività riservato ai partenariati GAL.

I GAL attraverso i nuovi PSL potranno favorire l’evoluzione della filiera agro-alimentare di qualità nei terri- tori rurali con l’obiettivo di strutturarla e organizzarla per renderla competitiva sul mercato (a beneficio dei

46 Cfr. Belletti e Marescotti, in “LEADER e Distretti rurali, sinergie e complementarità”, QI LEADER, Reteleader Roma, 2007. 47 Art. 62 Reg. 1698/2005 del Consiglio sul sostegno allo sviluppo rurale.

produttori e delle produzioni del territorio) evidenziando l’elemento di qualità rappresentativo del territorio rurale. In particolare l’azione del GAL può, vista la dimensione e il raggio di azione dello stesso, concentrar- si principalmente su due strategie: la promozione e l’affermazione della filiera corta nel territorio e nelle abitudini dei consumatori locali; la valorizzazione di prodotti tipici di qualità certificata e lo studio di ele- menti capaci di comunicare il valore “qualità”.

Gli elementi qualificanti sui quali il GAL potranno concentrare le strategie orientate al miglioramento della competitività del settore agro-alimentare, seguendo le caratteristiche proprie del “soggetto GAL” potranno es- sere molto articolati: l’aggregazione delle imprese del territorio (attraverso processi di animazione, dialogo e partecipazione), l’applicazione dei disciplinari di qualità e riconoscibilità territoriale e l’organizzazione del- l’offerta aggregata per un migliore accesso ai mercati, il collegamento e l’integrazione dei prodotti agro-ali- mentari con altri settori del tessuto economico e produttivo locale, l’azione di marketing.

I GAL hanno mostrato di avere la capacità di trasferire l’innovazione sperimentata e generare contaminazione e la rete ha accresciuto la capacità di diffondere il cambiamento. Con particolare riferimento al settore agro- alimentare, Leader ha messo a disposizione le sue specificità e le esperienze acquisite nel corso della speri- mentazione per organizzare e governare la filiera. Queste competenze possono essere spese anche e so- prattutto nel corso del nuovo periodo di programmazione – anche in relazione all’evoluzione dell’approccio Leader e la sua applicabilità a contesti più ampi – a beneficio principalmente di quei territori caratterizzati da gradi di organizzazione meno strutturati in cui si rende necessaria la presenza di un soggetto capace di organizzare risorse umane e finanziarie, intercettare opportunità di investimento trasformandole in strate- gia di sviluppo.

I GAL hanno maturato sempre più il loro ruolo con una progressiva assunzione di responsabilità in nome e per conto delle parti del territorio interessate. Come già detto nella nuova programmazione il GAL viene ri- proposto come soggetto che organizza le potenzialità endogene del territorio – siano esse finanziarie, im- prenditoriali, istituzionali, capitale sociale, le mette a sistema e costruisce la strategia di sviluppo. Il GAL non è però il soggetto che può risolvere i problemi che ostacolano lo sviluppo del territorio: intercetta le risorse messe a disposizione per le politiche di sviluppo integrato a favore delle aree rurali. Riportando il discorso al contesto delle filiere emerge che nella programmazione 2007-13 il GAL può impegnarsi in maniera molto più consistente e giocare un ruolo preponderante nell’organizzazione della filiera agro-alimentare, soprattutto della filiera corta locale. Il suo contributo può essere strategico – e in alcuni casi indispensabile – soprattut- to sulle filiere di più ridotta dimensione (produttiva, territoriale, economica) che seppur con livelli di tipicità differenti, sono un efficace veicolo dell’identità territoriale e della cultura rurale, contribuiscono a salva- guardare cultivar e razze autoctone, paesaggi, forze lavoro e tradizioni. Il riferimento è verso i prodotti più marcatamente locali, di nicchia, che hanno ancora capacità inespresse potendosi trasformare in fattori di suc- cesso su cui innescare processi di sviluppo rurale.

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