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Le strategie per la competitività del settore agro-alimentare: alcune chiavi interpretative local

E LA FILIERA IN CHIAVE GAL

3. LE STRATEGIE DEI GAL PER LA COMPETITIVITÀ DEL SETTORE AGRO-ALIMENTARE

3.4 Le strategie per la competitività del settore agro-alimentare: alcune chiavi interpretative local

Gli interventi dei GAL sulla filiera, come detto, si sono rivolti verso azioni molto differenziate, con un orien- tamento all’organizzazione delle imprese e all’accesso ai mercati; in questo paragrafo vengono analizzate al- cune delle esperienze più significative. In particolare, nella prima parte vengono segnalate alcune esperien- ze che potranno essere approfondite sui siti dei relativi GAL. Nella seconda parte, invece, si analizzano in ma- niera puntuale alcune tra le esperienze più consolidate.

Forme di intervento dei GAL sulle filiere

Innovazione di prodotto e di processo nella trasformazione Innovazione di processo nel packaging Innovazione nella produzione agricola Innovazione di processo nelle piattaforme commerciali Innovazione di processo nella produzione agricola

GAL Iniziativa realizzata e principali contenuti

Antico Frignano e Filiera Piccoli Frutti - Supporto alla costituzione di associazioni di produttori finalizzata al- l’assistenza tecnica e commerciale dei soci, assistenza alla stipula di accordi con imprese di trasformazione.

Appennino Aretino Filiera foresta - legno - energia - Rafforzamento dell’associazionismo forestale e defini- zione di nuovi modelli organizzativi di filiera forestale (progetto di cooperazione trans - nazionale).

VdA Il GAL ha finanziato interventi per la riorganizzazione della filiera delle piante officinali Maiella Verde Filiera della Carne bovina della Maiella - Interventi sull’associazionismo e promozione ac- cordi; interventi finalizzati a innovare, migliorare e organizzare la fase di promozione e commercializzazione; interventi finalizzati a garantire e certificare la tracciabilità delle diverse fasi del percorso di filiera.

Montefeltro Filiera lattiero casearia anche nell’ambito di un progetto di cooperazione interterritoriale. Sibilla e Piceno Filiera delle carni alternative anche nell’ambito di un progetto di cooperazione interterri-

toriale.

Alta Langa Filiera del formaggio Murazzano DOP e filiera della nocciola, in particolare della cultivar Tonda Gentile delle Langhe. L’obiettivo prioritario del PSL è di innovare e qualificare le due principali filiere esistenti nel sistema produttivo locale ed integrare e qualificare una filiera dei prodotti tipici di nicchia.

L’azione principale è la verifica della possibilità di intervenire sull’innovazione dei pro- dotti, del loro processo di ottenimento, dal processo di commercializzazione all’integra- zione delle diverse fasi di produzione e commercializzazione.

Colli Esini San Vicino Il GAL ha supportato la realizzazione del Distretto Rurale di Qualità e ha prestato le pro- prie competenze a servizio di altre realtà territoriali anche extra UE collaborando alla strutturazione di filiere anche nell’ambito dei progetti Interreg/Cards/Phare.

Mongioie L’intervento realizzato nell’ambito delle azioni di sviluppo del sistema economico e pro- duttivo locale ha dato il via a due progetti di filiera il primo dal titolo “Dal seme al Bi- scotto” che attraverso forme di collaborazione tra imprese locali, ha permesso la reintro- duzione sul mercato di prodotti tipici facilitando l’acquisto delle materie prime ai produt- tori. Il secondo progetto dal titolo “Le farine del nostro sacco” cerca di valorizzare culti- var locali che altrimenti rischiano la scomparsa.

Giarolo L’azione del GAL ha previsto l’elaborazione di progetti pilota di filiera o di sistema produt- tivo locale, volti all’innovazione di prodotto, servizio, processo produttivo, processo di com- mercializzazione e all’integrazione delle diverse fasi di produzione e commercializzazione, con particolare riferimento alle opportunità di utilizzo di materie prime e di sottoprodotti Appennino reggiano

e GAL del Veneto

di origine locale e alla valorizzazione dei prodotti tipici. Le “filiere di area” saranno rela- tive ai seguenti prodotti: il vino, la frutta (pesca, albicocca, ciliegia, mela, susina, pera), la carne (con riferimento all’allegamento brado bovino e suino), i formaggi (con particolare attenzione al Montebore), salumi, le erbe officinali, la Fagiolana, il tartufo.

Tradizioni Terre Occitane L’intervento del PSL si concentra sullo sviluppo di filiere già presenti sul territorio con l’o- biettivo di innovazione e miglioramento dell’organizzazione. In particolare l’intervento si è sviluppato sulla Filiera lattiero casearia, della carne, ortofrutticola, delle piante officinali e vitivinicola. L’obiettivo specifico è quello di favorire la realizzazione di forme avanzate di collaborazione stabile tra le imprese locali, così da migliorare il posizionamento stra- tegico delle stesse imprese e del sistema produttivo locale nei confronti dei mercati loca- li ed extra-locali e accrescere, attraverso l’adozione di nuove metodologie produttive e/o di modalità innovative di erogazione dei servizi, il livello qualitativo dell’offerta locale. Vastese Inn Il GAL ha posto al centro del proprio piano di sviluppo il tema delle filiere agro-alimentari

tipiche in particolare realizzando interventi di valorizzazione della: Filiere delle carni fre- sche e trasformate, dell’olio, dell’ortofrutta fresca e conservata, dei cereali e prodotti de- rivati. Azioni complementari sono state realizzate per favorire l’integrazione tra com- parto agro-alimentare e filiera turistica.

Azione Ossola Il GAL ha promosso interventi per la rivitalizzazione delle filiere agro-alimentari dei pro- dotti tipici della tradizione Ossolana.

Innovaplus Il GAL ha realizzato azioni articolate per l’introduzione della Filiera corta nel settore agricolo. Piana del Tavoliere Filiere agro-alimentari locali di qualità: interventi sull’associazionismo; interventi finaliz- zati a innovare, migliorare ed organizzare la fase di promozione e commercializzazione; interventi finalizzati a garantire e certificare la tracciabilità delle diverse fasi del percor- so di filiera.

Provincia di Rieti Creazione del Brand dei prodotti tipici sabini - Progetto di filiera integrata della castani- coltura della Montagna Reatina.

Terre Pescaresi Filiere agro-alimentari del vino, dell’olio d’oliva, del latte, dei cereali - Studi preliminari e interventi di Investimenti nelle imprese agricole.

Verde Irpinia Filiera castanicola “Castagna di Montella” IGP Interventi nelle imprese e sperimentazioni - Adeguamenti delle imprese in relazione a studi di filiera e standard di produzione, re- lativamente alle filiere agro-alimentari - Sperimentazione e dimostrazione delle innova- zioni di processo e di prodotto relative ai prodotti tipici delle filiere agro-alimentari - Stu- dio di standard per prodotti tipici locali finalizzati a certificazione di processo e di prodot- to relativamente alle filiere agro-alimentari.

L’iniziativa del GAL Basento Camastra

La strategia del Piano di Sviluppo Locale Basento Camastra è fondata sull’opportunità di mettere a sistema risorse ambientali, storico culturali, economico-produttive del territorio per accrescere la competitività del- l’area. Per tale ragione il GAL ha investito molte delle sue risorse – finanziarie e umane – sulla creazione di un Marchio collettivo da conferire a un prodotto locale di qualità, l’agnello delle Dolomiti Lucane, alleva- to al pascolo brado. Il GAL ha lavorato molto sull’animazione per aggregare la base produttiva piuttosto dif- fusa ma isolata sul territorio. Per far conoscere il prodotto fuori dei ristretti confini locali si doveva, infatti, puntare alla creazione di massa critica per affermare sul mercato nazionale (attraverso canali di GDO o al- ternativi, compresa la filiera corta) un prodotto di qualità con elevato valore aggiunto. Gli obiettivi dell’in- tervento prevedevano di:

instaurare un legame forte tra produttori, prodotto e territorio;

utilizzare percorsi di tracciabilità e certificazione per garantire il riconoscimento della qualità del prodotto da parte del consumatore finale;

creare un percorso di promozione delle qualità del territorio di produzione per garantire all’agnello delle Dolomiti Lucane il maggior valore rispetto alle produzioni analoghe provenienti da mercati esteri; consentire di vincere la competizione dei mercati.

Successivamente è stato inserito l’obiettivo della creazione di un Marchio volontario d’area, un esperimento di certificazione di carni ovine del tutto originale nel panorama dei prodotti nazionali.

Il GAL ha supportato la definizione del Disciplinare di produzione e lo studio che ha portato alla creazione del Marchio “Agnello delle Dolomiti Lucane” che contraddistingue la produzione certificata. Il Marchio si rende- va necessario in quanto era possibile affiancare alle esigenze di crescita del settore un’azione di marketing territoriale. Parallelamente è stata avviata una fase di formazione e informazione rivolta ai produttori ade- renti al sistema con l’obiettivo di far prendere coscienza a tutti gli attori della filiera dell’importanza del ruo- lo del singolo all’interno della filiera stessa. Il processo di adesione al disciplinare è stato seguito dal GAL che si è incaricato anche di predisporre tutta la modulistica preparatoria.

Terminata la sperimentazione, il GAL ha promosso un bando con il quale si è finanziata l’acquisto di attrez- zature per migliorare la qualità e la competitività delle aziende che partecipavano al progetto di filiera, com- presi gli oneri per il costo dei controlli finalizzati alla certificazione di prodotto.

La fase conclusiva ha riguardato il sostegno dell’ultima parte della filiera e gli aspetti commerciali. Il GAL ha promosso la costituzione di una struttura di segreteria commerciale che, di intesa con i produttori, si è inca- ricata di seguire i rapporti con i canali commerciali locali ed extra-locali e ha rappresentato il trait d’union tra allevatori, strutture comuni di macellazione, grande distribuzione.

Parallelamente si è avviata la procedura per la realizzazione del Marchio che è stato registrato. Oggi il pro- dotto a marchio viene distribuito prevalentemente nei mercati locali e del centro nord attraverso la GDO. L’agnello inoltre rientra in un accordo più articolato che vede interessati altri prodotti zootecnici inseriti in un paniere a Marchio unico regionale denominato “Orizzonti Lucani”, sostenuto dall’Assessorato all’Agricoltura regionale.

La nascita della filiera ha permesso di conseguire anche obiettivi più generali per il territorio con ricadute po- sitive in termini di fiducia nelle azioni comuni. Si è instaurato un legame forte tra produttori, prodotto e ter- ritorio. L’azione del GAL, infatti, non ha tralasciato anche un aspetto fortemente radicato nella cultura loca- le, incapace di riconoscere il giusto valore del prodotto: la spinta verso mercati più ampi e l’attribuzione di un Marchio hanno contributo ad affermare il valore del prodotto agnello come risorsa locale.

L’obiettivo attuale è quello di far crescere la filiera in termini produttivi e qualitativi, allargando la sottoscri- zione di accordi commerciali anche ad altri soggetti.

L’azione del GAL SOPRIP

L’intesse del GAL sul tema della competitività del settore agro-alimentare prende forma nel corso della pas- sata programmazione attraverso la definizione del progetto di recupero di una razza autoctona, il suino ne- ro di Parma. Il progetto, sviluppato in collaborazione con la facoltà di Medicina e Veterinaria dell’Università di Parma, ha realizzato un’azione di monitoraggio sul territorio per la ricerca di esemplari con caratteristi- che riconducibili all’antico tipo genetico; una volta definito il gruppo campione è stato condotto un controllo dei cicli riproduttivi e sono stati stabiliti dei piani di incrocio che hanno portato alla determinazione di un nu- cleo di esemplari, che ha rappresentato la base del ripopolamento presso alcuni allevamenti campione. Suc- cessivamente, si è proceduto insieme all’associazione degli allevatori all’istituzione di un registro di ripro- duttori che è progressivamente cresciuto. Le azioni di animazione promosse dal GAL hanno portato alla co- stituzione del Consorzio per la tutela del Suino nero di Parma che a oggi si compone di una quindicina di al- levamenti di media dimensione diffusi sul territorio e di enti promotori e sostenitori. Il Consorzio si è dotato di un Disciplinare che regola le fasi della filiera dall’allevamento alla trasformazione e fornisce il supporto necessario per garantire la tracciabilità di tutti i passaggi della filiera. Il progetto è cresciuto progressiva- mente e ha investito un arco temporale piuttosto lungo: nato nell’ambito di Leader II l’intervento ha porta- to all’ottenimento del Marchio identificativo con Leader+.

L’azione del GAL Montiferru - Barigadu - Sinis

Il PSL ha definito azioni integrate finalizzate alla messa a punto di un sistema di “qualità territoriale” per so- stenere le aziende nel percorso di valorizzazione dei prodotti locali. Il risultato del processo è stato la crea- zione di un marchio collettivo per tutelare produzioni tipiche e di qualità, codificare le tecniche di produzio- ne, la riorganizzazione delle filiere sin dalla fase produttiva. L’intervento sulla competitività del settore agro- alimentare si è composto di diverse azioni, ciascuna con una propria struttura e finalità: studi di fattibilità, azioni di marketing territoriale, iniziative per il trasferimento tecnologico e incentivi per l’utilizzo di model- li di adesione volontaria al sistema di certificazione propedeutico all’attribuzione del Marchio. Le analisi e gli studi condotti a livello locale hanno portato alla definizione di una gamma di prodotti da inserire nel Panie- re dell’Alto Oristanese e all’individuazione dei produttori potenziali partecipanti all’iniziativa di valorizza- zione. Per ciascuna produzione valorizzabile è stato definito il “Modello di Adozione del Marchio” e sono sta-

o diversificazione delle produzioni. Per i prodotti meno noti e non soggetti a tutela è stata prevista la possi- bilità di elaborare il disciplinare tecnico. L’aspetto più interessante degli interventi descritti è l’inserimento in una strategia di sviluppo più ampia portata avanti dal GAL e da altri soggetti locali. L’intervento integrato, infatti, rientra in una strategia più vasta che ha previsto la costituzione del Distretto Rurale dell’Alto Orista- nese42. In questo processo il distretto ha rappresentato un ispessimento del tessuto delle relazioni, il passag-

gio successivo a quello della strutturazione della filiera quando investe una economia (di prodotti, capitali e relazioni) più ingente.

L’azione del GAL Oglio Po Terre d’acqua43

Il GAL ha inserito nella strategia Leader delineata per il territorio anche obiettivi relativi alla riorganizzazio- ne delle filiere dei prodotti locali partendo da un’azione di riqualificazione delle risorse umane.

L’agricoltura rappresenta la principale fonte di reddito del territorio rurale cui fa capo il GAL; viene pratica- ta in forma intensiva e con punte di eccellenza relativamente alla filiera lattiero-casearia, della carne (bovi- na e suina) e del comparto ortofrutta. Il settore primario è caratterizzato dalla costante perdita di addetti, scarso ricambio generazionale all’interno delle aziende agricole locali, scarsa qualificazione della manodo- pera prevalentemente extracomunitaria. Il GAL ha promosso azioni in grado di facilitare la riqualificazione del capitale umano e la creazione di nuovi posti di lavoro con particolare riguardo ai giovani, alle donne e agli immigrati, rilanciando le produzioni agro-alimentari storicamente legate al territorio (quale il melone di Casteldidone e Viadana44), stimolando la capacità di organizzarsi in associazioni, gruppi di lavoro, coopera-

tive e stimolando la creazione di reti operative per settori professionali e produttivi. Questi obiettivi hanno trovato la concretizzazione in un canale di finanziamento fuori dall’operatività di Leader, vale a dire i fondi del Programma Equal (finanziato al 100% dal FSE), cogliendo lo spirito dell’integrazione territoriale e della complementarità tra interventi di sviluppo. È nato così il progetto “Innovazione del gusto: nuove professio- nalità per nuovi mercati” che si pone come intervento complementare rispetto alle azioni realizzate nel- l’ambito del PSL del GAL Oglio Po Terre d’acqua, il cui tema catalizzatore è incentrato sulla valorizzazione del- le risorse culturali e ambientali. Il progetto è finalizzato alla creazione di un modello di gestione di filiera di trasformazione agro-alimentare con forte carattere di innovatività che stimoli la capacità delle imprese di organizzarsi in rete. Nel corso della prima fase del progetto sono state ricostruite la storia e le caratteristiche della coltivazione del melone – prodotto simbolo del territorio – e sono stati analizzati i mercati e le tendenze del consumo, si è proposto un modulo per facilitare l’introduzione delle tecniche relative alla IV gamma45a

42 ReteLeader, “Leader e distretti rurali, sinergie e complementarità”, Biemmegraf, Macerata, dicembre 2007. 43 ReteLeader, “Rivista dello Sviluppo rurale” numero 12, Biemmegraf, Macerata, febbraio 2008.

44 Per il quale è stato intrapreso il percorso per l’ottenimento del marchio di qualità IGP - Indicazione Geografica Protetta (oggi al vaglio della Commissione).

45 Per quarta gamma si intende una categoria merceologica specifica. “…sinonimo di questa categoria merceologica è l’espressione di prodotti ortofrutti- coli “pronti all’uso”. Frutta e ortaggi freschi che vengono lavati, tagliati, confezionati in sacchetti, o vaschette, di plastica o film plastico, così da risultare pronti per il consumo (da sito http://www.itard.it/melone/curiositaIV.html:)

livello produttivo. Tra le fasi più caratterizzanti del progetto, è da segnalare l’attività di informazione pro- fessionale, finalizzata all’aggiornamento dei beneficiari – referenti delle associazioni di categoria e titolari delle aziende agricole partner di progetto – su tematiche inerenti le nuove tecniche di lavorazione, trasfor- mazione e conservazione del melone e dei prodotti di IV gamma, le strategie di marketing, i sistemi di stoc- caggio, le norme igieniche, le tecniche logistiche. Il progetto si è dunque articolato lungo tutto l’arco della fi- liera per valorizzare e rilanciare il prodotto locale attraverso la formazione ad hoc per i soggetti che inter- vengono nella produzione e l’introduzione di tecniche di produzione e di packaging innovative.

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I GAL E LA COMPETITIVITÀ DEL SETTORE AGRO-ALIMENTARE