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3.2 La produzione scritta in spagnolo

3.2.1 La poesia in spagnolo

3.2.1.2 La Generación del exilio o Poesía de la Resistencia

Erede della prima produzione in spagnolo elaborata nel Sahara Occidentale, nel post-abbandono, la poesia si afferma come strumento politico. L’occupazione del Sahara a opera dell’Esercito Reale del Marocco e dell’Esercito della Repubblica Islamica della Mauritania, la conseguente guerra di liberazione e l’esodo fungeranno da pietra angolare dell’intera struttura poetica e letteraria saharawi in spagnolo. Il verso, la musica, la danza, la pittura e, in generale, tutte le arti saranno condizionate dagli sfortunati accadimenti storici. In tal senso, si sviluppa spontaneamente una sorta di amore eclettico vissuto e sentito nei confronti della patria usurpata (Haidar, 2013: 133). Al canto d’amore mondano si sostituisce così il canto all’amor patrio, “convirtiéndose la patria, el Sáhara Occidental, en la amante de todos y todas” (Haidar, ibid.: 134). La quasi totalità dei componimenti poetici converge pertanto, quasi obbligatoriamente, nella dolorosa passione del popolo per la terra sequestrata. Lo spagnolo si fa eco della passione e del fervore saharawi. È uno

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spagnolo che si ispira all’opera di Antonio Machado, César Vallejo, Federico García Lorca e Miguel Hernández, appresi dai maestri repubblicani durante la colonizzazione:207

La lengua que había convivido casi un siglo con los saharauis dejaba su huella. Y en lugar de ser considerada como símbolo del colonialismo se iba a convertir en un símbolo de resistencia frente a la invasión marroquí y mauritana. El español, como lengua, era por decirlo de algún modo, el único legado importante que España dejaba a los saharauis. Y los saharauis la incorporaban a su identidad cultural. Los saharauis hablan, escriben y crean en español (Moya in Awah, 2009: 58).

La Generación del exilio o de la resistencia o del ’68 saharaui (Awah, 2012: 84) si presenterebbe come un gruppo di poeti, nati alla fine degli anni ’50, accomunati dalla condivisione degli ultimi anni del periodo coloniale e che avranno modo di esplicitare poeticamente il proprio dissenso dopo la ritirata della Spagna. Ancora una volta, il concetto di “generazione poetica” risponde ad esigenze di riorganizzazione del materiale posteriori agli anni in questione, più che alla coscienza di classe (artistica, poetica) dei giovani intellettuali che nella generazione sono inclusi. È certo che, in termini di temporalità, i membri della Generación del exilio vivono e rielaborano gli stessi fenomeni storico-sociali e culturali:

Pertenece[n] a la generación que tenía en su habitación el póster de Che Guevara. La que se preocupaba por los éxitos del pueblo vietnamita y también por el último disco de los Beatles. La que oía a los Rolling Stones, Led Zeppelin y Credence Clearwater Revival. La que se interesaba por un tal García Márquez y a la que obligaban a estudiar El Quijote, la poesía de Pemán y otros afines al régimen. La que a escondidas nos interesábamos por García Lorca, Miguel Hernández y el manifiesto comunista, oyendo las canciones de Paco Ibañez en el Olympia de París (Awah, ibid.: 85).

Prossimi a terminare gli studi superiori o studenti universitari iscritti ai primi anni dei corsi, sorpresi dall’abbandono e dalla guerra, molti di loro completeranno la formazione in Algeria, in Russia, a Cuba, altri ancora, anni dopo, in Spagna. Saranno gli stessi giovani a cui verrà affidato il compito di allestire le prime scuole improvvisate sotto le acacie, in tende e bunker, i primi professori delle future generazioni di saharawi.

Questi giovani intellettuali, avvalendosi dell’impegno assunto dal nuovo verso, inteso in termini bellici come “arma”, si fanno portavoce dell’inquietudine e del bisogno di libertà del popolo saharawi in guerra con il Marocco, difendendone l’identità. Serva da esempio l’estratto del componimento di Brahim Salek “Cuando la poesía es para el pueblo”:

207 È il caso di Don Emilio Ruíz, destinato alla provincia sahariana dal 1966 al 1970, primo maestro di

Bahía Awah (Awah, 2012: 25-28), che, come il resto di maestri di orientamento repubblicano, impartivano alla sera lezioni in merito ad argomenti non trattati in classe, perché proibiti dal regime (frammento del programma radiofonico “¡Arriba España!” del 12/04/2017, rintracciabile all’indirizzo: http://generaciondelaamistad.blogspot.it/2017/04/enrique-satue-y-bahia-awah-en-arriba.html).

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de revolución y militancia. Cuando brotan los versos con pertinaz urgencia... Cuando un pueblo existe y le niegan sus derechos. […]

Cuando los pueblos concientes se organizan para luchar y defender su honor con sangre y rebeldía. Cuando un grito unido

que denuncia el mundo de los muertos. Entonces unidas las manos

se eternizan los abrazos. […]

Cuando con rabia el poeta versos claros dispara. Cuando se vislumbra la meta y se lucha cara a cara,

la poesía es indignación, compromiso. Entonces,

se construyen los pueblos sobre macizos eternos, fundidos y afirmados en la conciencia del hombre (in AA. VV., 1990: 18-21)

Gli unici componimenti di cui si ha notizia scritta attribuibili alla Generación del exilio sono raccolti dalla scrittrice cilena Juana Flores Aedo ─ che trascorre nei campi di rifugiati saharawi gli anni dell’esilio dalla dittatura di Pinochet ─ nell’antologia bilingue I fiori nascono anche nel Sahara. Poesie in combattimento. Antologia dei poeti saharawi (1990) edita in Italia da Il Papiro Editrice (Milano) e che sarà analizzata nel dettaglio più avanti. È interessante anticipare che tra gli autori dei testi208 figurano Mohamed Ali Ali

Salem e Mohammidi Fakal-la, i quali, con Bachir Ahmed, figurano al contempo tra i membri fondatori e principali esponenti della Generación de la Amistad Saharaui, generazione di poeti saharawi contemporanei, che ho avuto modo di intervistare personalmente e sui quali mi soffermerò nel prossimo paragrafo.

Mohamed Ali Ali Salem fugge dal Sahara Occidentale il 2 dicembre 1975 per stabilirsi nei campi di rifugiati dove resterà fino all’8 marzo 1992. In Algeria, si dedicherà all’insegnamento dello spagnolo e alla direzione di vari centri educativi nonché della rivista 10 de Mayo, per poi essere inviato come rappresentante del Fronte POLISARIO

208 L’elenco completo include Brahim Salek, B. Abdala, Mohamed Ali Ali Salem, Mohammidi Fakal-la,

Bachir Ahmuda, Tahar Malainin Huara, Brahim Salem, Jatari Abdulah, Hadaya Daifal-la e un autore anonimo identificato come “un rivoluzionario dignitoso”.

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nelle Asturie e nella Comunità Valenziana e iscriversi all’Università “Carlos III” di Madrid nel 1993. Crede fermamente nel potere del verso, come arma “constructiva y mortífera a la vez”. I suoi maestri sono Hernández, Aleixandre, Lorca, Neruda e la poetessa argentina Astorna, per quanto Quevedo, a suo dire, sia il poeta spagnolo per eccellenza. Nel 1974, vince un concorso di poesia presentando un sonetto in spagnolo sul tema “musica e pace” e da quel momento continuerà a comporre.209 Nei versi di “Aurora

de una voluntad” esplicita le proprie speranze rivoluzionarie:

Venías...

venías enterrando pañuelos, cerrando llagas,

llenando los espejos de la noche de rocío de aurora.

Llegaste benévola, pura, triunfal derrotando a los agresores ¡ah! ocaso de cadenas, vencedora de la muerte, infinita mirada

de indeleble amanecer,

hija de palomar de leones, amparo de epopeyas, jubiloso grito de bandera

─ nacido entre la melodía de los fusiles – de ecos encallidos,

nunca enmudecidos (in AA. VV., ibid.: 36)

Bachir Ahmed nasce nel 1954 a Fuerteventura dove risiede fino al 1966 per poi trasferirsi a Madrid come studente di Economia del Turismo presso il Colegio “Nuestra Señora de África”.

[...] creado en junio de 1964, a propuesta del entonces Ministro Subsecretario de la Presidencia del Gobierno y del Ministerio de Educación en la época de Franco. Quedó adscrito a la Universidad Complutense, siendo considerado una fundación de Presidencia del Gobierno […] Por allí pasaron varios estudiantes saharauis, la élite intelectual de aquella juventud “del ’68 saharaui (Awah, 2012: 89).

Questo centro vedrà nascere il primo nucleo del futuro movimento della Unión de Estudiantes Saharauis diretta da Omar Mansur. La maggior parte dei suoi studenti del Colegio dovrà poi abbandonare gli studi universitari a seguito dell’invasione del Sahara

209 Cfr. nota 166. Mohamed Ali Ali Salem è autore de Verde como la franja de la bandera (1991) primo

testo (in prosa) di uno scrittore saharawi pubblicato in spagnolo: un breve racconto rivolto al pubblico infantile, ambientato nei campi di rifugiati. Il titolo fa riferimento alla difficoltà in hasanía nel distinguere linguisticamente il colore verde dall’azzurro, a causa dell’omonimia dei termini. La specificazione “como la franja de la bandera” (della R.A.S.D.) permette di dissipare la confusione-

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Occidentale perpetrata dal Marocco: “Se planteaba ante ellos una disyuntiva, la liberación del Sáhara o la continuidad de sus estudios” (Awah, ibid.: 105).

Nel 1974, Bachir Ahmed viene richiamato in patria dal Fronte POLISARIO: gli verrà affidato l’insegnamento dello spagnolo ad Amgala, nelle zone occupate del Sahara Occidentale, per poi, dopo l’esodo, essere destinato ai centri di Rabuni e di Mécheria210

in Algeria, e terminare gli studi nell’ex Unione Sovietica. Non si definisce poeta, si limita a “scrivere sentimenti”, intimità condivisa con il proprio popolo in epoca recente, a seguito dell’incorporazione al gruppo della Generación de la Amistad Saharaui.211 In

occasione del “Mundial Poético de Montevideo”, nel 2013, rivendica il valore della poesia in quanto arma di resistenza comunitaria e rivendicazione identitaria:

Lo que pretendo es lanzar el mensaje que siempre lanzamos los saharauis que escribimos en castellano: hablar de nuestra poesía y que la gente que nos escucha sepa que es reivindicativa. Aunque hay poesía de amor, nos parece que no estamos haciendo bien si vamos a un recital de poesía y no hablamos de la situación de nuestro pueblo, de lo que sufre, de las violaciones a las que es sometido. El papel del intelectual y sobre todo del escritor saharaui, tiene que ser de denuncia, para que nuestros oyentes, al terminar nuestra intervención, sepan lo que está ocurriendo porque mucha gente no lo sabe.212

Mohammidi Fakal-la è un altro dei giovani saharawi formatisi durante gli anni della colonizzazione, incaricato di insegnare spagnolo nei campi di rifugiati tra il 1975 e il 1977. Partirà poi per Cuba per completare gli studi superiori e laurearsi in Giornalismo. Ritornato nei campi di rifugiati, lavorerà per RADIO R.A.S.D. e scriverà (in prosa e in versi) per il quotidiano Sahara Libre, incrementando l’esperienza acquisita come giornalista per El Moncada (Santiago de Cuba), sul quale pubblica i primi componimenti. Considera la poesia espressione artistica dell’intimità del poeta. Al contempo, nei temi e nell’approccio all’elemento poetico si manifesta un impegno personale inquadrato in una causa generale: “el compromiso se acompaña del agradecimiento a todo los que se implican en la causa, pues nos dio y da respi ro, ímpetu y continuidad”.213 Esempio emblematico è il canto al leader del POLISARIO e secondo martire della rivoluzione Luali Mustafa Sayed, intitolato “A Lualy” il cui valore e dettami fungono da ispirazione e motore del progetto nazionale:

Trancharon tu valiosa vida dijeron: ¡ya!

210 Provincia dell’Argelia centrale che, nel 1976, accoglie i primi studenti saharawi del bachillerato en

español, fuggiti dall’invasione marocchina e l’occupazione. Proprio a Mechería, Bachir Ahmed sarà

professore dei compagni e scrittori Bahía Awah e Mohamed Salem Abdelfatah, Ebnu (cfr. nota 166).

211 Ibid.

212Cfr. http://generaciondelaamistad.blogspot.it/search/label/Bachir%20Ahmed. 213 Cfr. nota 166.

120 De repente supieron que tus ideas y tu nombre se proliferaron en el subito eco popular.

¡Sigue aún vivaz, colosal, convirtiéndote en mito desafiante que nadie podrá destruir, olvidar Lualy, empalmas lo secular en cada instante de la lucha

aunque no estás,

predicas la marcha hasta el final, genuino, flexible y rígido irrumpes con modestia en el caleidoscopio del tiempo

propugnas el suelo patrio.

Combates al culpable canalla en su propio vivir… Nos enseñaste a ser dignos para abrazar la libertad tu obra cosecha adquisiciones eternas

(in AA. VV., ibid.: 26).

I tre poeti, come il resto degli autori della generación, fungono da ponte tra il passato e il futuro della poesia saharawi in spagnolo: nei loro versi la poesia comincia a farsi memoria storica, consapevolezza del passato che è identità del presente e condizione essenziale di un futuro dignitoso. Iniziano a delinearsi i contorni della “letteratura di combattimento” propriamente detta, che richiama il popolo alla lotta per l’esistenza nazionale, letteratura che contribuirà a formare la coscienza nazionale, responsabilizzandosi in quanto “volontà temporalizzata” (Fanon, 2011: 187).