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Il presente capitolo offre una rassegna della bibliografia spagnola in versi di epoca post-coloniale di argomento sahariano.323 Nello specifico, le pagine a seguire si

propongono di suggerire i termini di una riflessione in merito al discorso letterario post- coloniale sul Sahara Occidentale, a oggi non approfondito in ambito accademico.324 Nel tentativo di problematizzare la nozione di “identità saharawi” è infatti d’obbligo tenere conto dello spazio letterario in quanto scenario del discorso occidentale sull’Oriente, la cui intellegibilità è il risultato della strategia di ridefinizione e categorizzazione applicata dall’Occidente che definisce altresì i limiti della “zona di contatto”, spazio sociale in cui culture diverse si incontrano, scontrano, affrontano, mantenendo relazioni asimmetriche di dominazione e subordinazione (Pratt, 2010: 31):

Oriente se examinaba enmarcado en un aula, un tribunal, una prisión o un manual ilustrado y el orientalismo era, por tanto, una clase sobre Oriente que situaba los asuntos orientales en una clase, un tribunal, una prisión o un manual para analizarlos, estudiarlos, juzgarlos, corregirlos y gobernarlos (Said, 1990: 64).

La letteratura, in tal senso, assurge a strumento chiave nella creazione del “soggetto domestico” del (neo)impero: l’Oriente si esprimerebbe pertanto con una voce modulata dall’immaginazione occidentale, mentre l’Occidente metterebbe in atto una strategia di “addomesticamento dell’esotico”. All’interno di questa opposizione binaria, ogni testo è definibile come “mondano” (Said, 1990) fintanto che parla del mondo esplicitando la prospettiva di un individuo che si colloca in un punto ben preciso: l’Occidente o l’Oriente. La rappresentazione letteraria dell’altro orientale è infatti costruita intorno allo stereotipo dell’immaginario coloniale rispetto al quale l’io narrante occidentale prende posizione, decidendo se appoggiare l’intervento del colonizzatore o difendere il colonizzato, ma pur sempre da una prospettiva “occidentalmente” viziata.

323 Le ricerche al riguardo sono state condotte sia tenendo conto del panorama editoriale contemporaneo e

delle pubblicazioni disponibili sui cataloghi delle biblioteche spagnole, sia su indicazione di alcuni degli autori intervistati e di autori saharawi.

324 Circa la lirica di epoca coloniale, Dalmases (2014a) riferisce di due monografie: Romancero Saharaui

(1955) di Martín Alcántara e La arena y los sueños (1972) di López Anglada, volumi che non è stato possibile reperire. In merito alla lirica post-coloniale, lo stesso Dalmases (2014a) riporta una lista di autori e opere che tuttavia risulta incompleta e che ho ritenuto utile ampliare e rettificare, in alcuni punti.

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Nel caso specifico del Sahara Occidentale, stando agli studi di Carrasco (2000) e Dalmases (2013 e 2014a), l’interesse letterario per il territorio si risveglierebbe nel post- abbandono.

È dal febbraio 1976 in poi, infatti, che Carrasco rileva la nascita di una letteratura vincolata alla relazione dell’autore spagnolo con l’ex spazio coloniale, contraddistinta dalle seguenti caratteristiche attribuibili altresì alla produzione in versi:

• la sincerità della narrazione;

• la nostalgia di quanto perduto;

• l’affetto per il popolo saharawi abbandonato a se stesso;

• un considerevole senso di vergogna;

• la nostalgia del deserto mista al legame di amicizia e alla simpatia nutrita per la popolazione autoctona venduta al Marocco;

• un senso di frustrazione e impotenza (2000: 211-213).

Altro parallelismo tra prosa e lirica post-coloniale è esposto in Dalmases (2014a), secondo cui la narrativa del “post-febbraio 1976” è una narrativa “civile”, ad opera di scrittori estranei alla professione militare che optano per una maggiore libertà nella fabulazione: si avvalgono di “licenze inverosimili”, elementi fantastici e fantascientifici, pur mantenendosi fedeli alla storia e geografia del Sahara. Al contempo, emerge un “riflesso narrativo”, conseguenza diretta del movimento solidale e delle ONG che si manifesta in un ampio ventaglio di trame che si sviluppano nei campi di rifugiati di Tindouf e nelle zone liberate (ibid.: 118-119). Autobiografia e autofinzione si alternerebbero nella riproposizione di un vincolo ereditato che si palesa nel testo rendendo tangibili un passato nostalgico, un presente vergognato e un futuro incerto anche se speranzoso. Tutto ciò, indipendentemente dall’esperienza diretta dell’abbandono.

In merito alla rassegna in versi presentata di seguito, questa si compone di opere monografiche (o collaborazioni a quattro mani) e antologiche.

Le monografie a oggi pubblicate sono opera di: María Jesús Alvarado (2002; 2010; 2011), Helio Ayala (2015), Ramón García de la Rosa (1997), Maribel Lacave (1988; 2001; 2011), Fernando Llorente (2016), Ramón Mayrata (1996 e inedito), Israel Morales Benito (2009) e Ana Rossetti (2010).325

Tra le antologie poetiche si trovano Os doy esto desnudo que es mi mano (1986), pubblicata in occasione del decimo anniversario dell’abbandono del Sahara, Un grano de

325 L’approccio alle opere monografiche è stato agevolato dalla possibilità di confrontarmi direttamente con

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arena (1998) e Ver Sáhara (2016), frutto della collaborazione di “improvvisati” scrittori canari la cui esperienza di vita è vincolata più o meno direttamente al Sahara Occidentale. Ricordiamo, altresì, la già citata antologia Bajo el mismo cielo, SON (2015) alla quale partecipano autori asturiani che compongono sia spagnolo sia in bable.

La presentazione dei testi, laddove sia stato possibile acquisire informazioni in merito, tiene conto della relazione instaurata dagli autori sia con il contesto sahariano sia con il popolo saharawi, evidenziando nello specifico:

• il contatto diretto o indiretto con il Sahara;

• le ragioni della permanenza nella regione (professionali o familiari), nel caso degli autori vissuti nel Sahara Occidentale;

• il vincolo mantenuto nel post-abbandono.

Se infatti i limiti di tempo e spazio non permettono, in questa sede, di formulare un’analisi critica ed esaustiva al riguardo, obiettivo ultimo della rassegna è quello di promuovere lo studio comparativo di entrambe le prospettive liriche, saharawi e spagnola, approfondendo i fattori extra testuali che intervengono nella formulazione del discorso letterario peninsulare sul Sahara nei termini dell’attualità della relazione colonizzatore- colonizzato.