• Non ci sono risultati.

La gestione della Banca nel corso di una difficile congiuntura economica

42 Ruozi R & Sassi R., Riflessioni sulla riforma delle banche di credito cooperative.

3.2 I risultati di 10 anni di attività

3.2.2 La gestione della Banca nel corso di una difficile congiuntura economica

La BCC iniziò la propria attività in un momento storico economicamente difficile, ma, nonostante ciò, la sua performance nel contesto regionale fu soddisfacente.

Benché di dimensioni ridotte l’azienda, grazie all’impegno profuso da tutti coloro che a vario titolo partecipavano alla gestione della stessa, in breve tempo riuscì a raggiungere importanti traguardi, così come testimoniato dagli indici economici, finanziari e di produttività degli ultimi 5 anni (fig. 21).

Di recente è persino stata inserita nella superclassifica delle banche italiane, stilata dal mensile BancaFinanza, posizionandosi al 63esimo posto nel cluster delle banche minori51. Inoltre, nell’Atlante delle banche leader 2016 di Milano Finanza, ha ottenuto il 12° posto nella classifica regionale risultando la più bassa per costo del lavoro su numero di dipendenti.

51 Banca Finanza n.12/2016.

79 Figura 21: Indici. Periodo 2012-2016

Fonte: BCC Agrigentino, Relazione e bilancio 2016.

Dopo un primo risultato economico negativo, nell’anno 2008, già nel 2009 la BCC Agrigentino fece registrare un risultato economico sostanzialmente in pareggio, conseguendo, di fatto, tale obiettivo in anticipo rispetto a quanto indicato nel progetto di costituzione.

In soli due anni di attività, infatti, la Banca riuscì a raggiungere importanti traguardi con un significativo scostamento positivo rispetto a quando previsto nel piano strategico (fig. 22).

80 Figura 22: I risultati della gestione. Anni 2008-2009

Fonte: BCC Agrigentino, Relazione e bilancio 2009.

Anche se nel 2009 l’utile registrato ammontava a soli 3.240 euro, esso assumeva un significato importante perché era indicativo della capacità dell’azienda di raggiungere il proprio punto di pareggio in tempi brevi rispetto al conseguimento della piena capacità operativa.

Negli anni successivi il risultato è stato sempre positivo (tab. 2) anche se ha risentito dell’effetto negativo del perdurare dei bassi tassi d’interesse nel periodo della grande crisi economica (fig.23).

Tabella 2: Risultati di esercizio. Periodo 2008-2015

Ris ulta to D’ eserc izio Anno (Valori in euro) 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 (293.102) 3.240 19.497 7.874 503.814 176.927 373.281 613.028 56.180

Fonte: Nostra elaborazione su dati BCC Agrigentino, Relazione sulla

81 Figura 23: Risultato d’esercizio. Periodo 2008-2016

Fonte: BCC Agrigentino, Relazione sulla gestione 2011.

Da un confronto intertemporale in termini di utile d’esercizio, nonostante la perfomance soddisfacente, emerge che i risultati migliori sono stati conseguiti nel 2012 e nel 2015, mentre nel 2016 si è registrata una perdita considerevole rispetto all’anno precedente.

Su tale risultato ha inciso l’aumento del 9% degli oneri operativi relativi alle rettifiche di valore nette su immobilizzazioni materiali e immateriali, spese amministrative e spese per il personale, quest’ultime cresciute addirittura del 14% rispetto all’anno precedente.

E’ da evidenziare che costi operativi e costi del personale hanno avuto un andamento crescente nell’intero arco di vita aziendale (figg. 24-25).

Figura 24: Spese per il personale

82 Figura 25: Costi operativi

Fonte: BCC Agrigentino, Relazione sulla gestione 2016.

Nel 2010, pur in presenza di masse amministrate in linea con la crescita ipotizzata nel budget, il margine gestione denaro ha subito una rilevante penalizzazione, con uno scostamento negativo del -27,77% determinato dal perdurare del basso livello dei tassi d’interesse.

Tale effetto negativo è stato in gran parte compensato dai risultati realizzati nel comparto della remunerazione dei servizi forniti alla clientela, dove i margini sono stati confermati ai livelli ipotizzati.

Il vero break-even, però, è stato conseguito nel 2011, quando i risultati economici derivanti dall’attività tipica aziendale hanno consentito di creare valore aggiunto, diversamente rispetto a quanto era avvenuto negli anni pregressi quando i risultati finali positivi erano stati influenzati da eventi eccezionali: per esempio nell’esercizio 2010, sul risultato finale aveva inciso il contributo di 200 mila euro che il Fondo Sviluppo aveva riconosciuto alla banca per l’apertura della sede di Grotte.

Se l’anno 2011 ha rappresentato per la Banca un momento storico importante poichè sono state raggiunte quelle masse critiche che permettono di ottenere l’equilibrio economico e, conseguenzialmente, i risultati economici derivanti dall’attività tipica aziendale sono stati più che sufficienti per coprire i costi connessi all’attività, nel 2012 la Banca, pur in concomitanza con

83 l’imperversare della crisi economica e l’incremento dei crediti deteriorati, è stata in grado di creare nuovo valore aggiunto.

In tale contesto, l’utile di esercizio di €. 504 mila evidenzia proprio tale capacità, oltre che quella di produrre un reddito significativo idoneo a ricostituire le riserve erose dalle perdite pregresse e rafforzare la capacità patrimoniale della banca quale fattore indispensabile di stabilità e crescita.

Da un’analisi del conto economico (fig. 26) dell’anno 2012 emerge che il margine di interesse era cresciuto del 22,81% rispetto al 2011, anche se risultava in lieve regresso (-6,05%) sul dato di budget. Ciò è da imputare, principalmente, alla politica di traslazione nell’ambito della raccolta diretta, dal comparto obbligazionario a quello dei conti deposito, che nel periodo in considerazione sono passati da zero a 10 milioni di euro.

Figura 26: Conto Economico

84 Già a partire dall’esercizio 2013 sul risultato del conto economico diventava evidente l’influenza degli accantonamenti effettuati per fronteggiare le

dinamiche di rischiosità degli impieghi con la clientela, dal livello dei tassi di mercato e dalla mancata crescita del margine di gestione del denaro.

Dal 2012 il margine d’interesse ha fatto registrare un andamento negativo, con uno scostamento negativo di valore più ampio nel 2014 (fig. 27).

Figura 27: Margine di interesse. Periodo 2008-2016.

Fonte: BCC Agrigentino, Relazione e Bilancio 2016.

Nell’esercizio 2014, la diminuzione del 13,18% (fig. 28) rispetto all’esercizio precedente era da ricondurre alla modesta crescita degli interessi attivi, imputabile principalmente alla riduzione dei rendimenti dei titoli in portafoglio, e all'aumento degli interessi passivi collegati in maggior misura all’incremento della raccolta in generale e dei conti deposito.

Figura 28: Margine d’interesse. Periodo 2013-2014

85 Dopo un periodo di contrazione del margine di interesse, finalmente il 2016 ha visto un incremento dello stesso del 28,67%; infatti, nonostante una politica monetaria espansiva da parte della BCE che ha ulteriormente ridotto il costo del credito per le famiglie e le imprese, l’ammontare degli interessi attivi è rimasto stabile mentre quelli passivi si sono ridotti per effetto della politica di riduzione dei tassi e delle masse, cominciata nel 2015 e proseguita nel 2016 (fig. 29).

Figura 29: Margine d’interesse. Periodo 2015-2016

Fonte: BCC Agrigentino, Bilancio 2016.

Nel periodo ebbe uno slancio positivo anche il margine di intermediazione (fig. 30).

Figura 30: Margine di intermediazione. Periodo 2008-2016.

Fonte: BCC Agrigentino

Nel 2016, rispetto al 2015, la BCC Agrigentino ha registrato un incremento di 5,52% (fig.31) degli impieghi con la clientela, mentre le masse amministrate per

86 conto della clientela sono rimaste pressoché invariate con una variazione assoluta negativa della raccolta diretta pari a 14.674 e una variazione assoluta positiva della raccolta indiretta pari a 14.271(fig. 32).

Figura 31: Impieghi con la clientela. Anno 2016.

Fonte: BCC Agrigentino, Relazione e Bilancio 2016.

Figura 32: Raccolta totale clientela. Anno 2016.

Fonte: BCC Agrigentino, Relazione e Bilancio 2016.

La modesta ripresa del ciclo economico e il permanere dei tassi su livelli estremamente ridotti non ha generato una solida ripresa della domanda di credito. L’abbondante liquidità immessa sui mercati dalla politica monetaria espansiva

87 della BCE ha prodotto i suoi effetti, che si sono manifestati soprattutto nel calo del costo dei finanziamenti per le famiglie e per le piccole e medie imprese, mentre la domanda di credito è rimasta debole a causa della scarsa dinamica degli investimenti e dei consumi. Sul fronte dell’offerta a consigliare prudenza sono rimaste le difficoltà inerenti alla qualità del credito. In un contesto generale ancora caratterizzato da incertezze la BCC ha comunque privilegiato il rapporto di servizio alle economie dei territori serviti, in particolare alle famiglie e alle piccole imprese.

L’aggregato raccolta diretta ( fig. 33)composto dai debiti verso clientela e dai titoli in circolazione, si attesta al 31 dicembre 2016 a 81 mln€ registrando una diminuzione significativa (-15mln€) rispetto al 31 dicembre 2015. In particolare, tale riduzione è dovuta alla contrazione dei depositi a risparmio (-44%), ai conti correnti (-21%) e ai prestiti obbligazionari (-22%), riduzione dovuta alla scadenza di un prestito obbligazionario nel mese di gennaio 2016. L’azione è stata agevolata da una minore necessità di funding, in ragione della favorevole situazione di tesoreria e dell’andamento degli impieghi.

Figura 33: Composizione raccolta diretta. Anno 2016.

Fonte: BCC Agrigentino, Relazione e Bilancio 2016.

La raccolta indiretta da clientela registra nel 2016 un aumento di 14,3mln€ (+79%) rispetto al 2015 che discende dalle seguenti dinamiche:

1. crescita della componente risparmio gestito per 10,4 mln (+71,39%); 2. crescita del risparmio amministrato per euro 3,9 mln (+ 112,69%).

88 La clientela in questo contesto ha riservato particolare interesse al risparmio gestito.