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La gestione del debito

LE FASI DI SVILUPPO DI UN PROGETTO DI PIANIFICAZIONE FINANZIARIA

1. Le aree di pianificazione

1.3 La gestione del debito

Non tutte le famiglie riescono a soddisfare le proprie esigenze o i propri desideri nel momento in cui questi si manifestano; soprattutto quando l’impegno economico richiesto diventa particolarmente importante. Per questo la famiglia normalmente risparmia e investe; di fatto essa rinuncia a consumare delle risorse nel presente per fini precauzionali e per aumentare la propria capacità di consumo nel futuro.

Nonostante ciò, tuttavia, il consumatore si può trovare in talune occasioni nella necessità di un consumo nell’immediato senza avere ancora a disposizione le risorse sufficienti: un esempio classico è l’acquisto della prima casa da parte di una giovane coppia. Il prodotti del debito ci consentono allora di “consumare” oggi, impegnando il proprio risparmio futuro: di fatto un processo speculare rispetto a quanto avviene con l’investimento.

L’ impegno del risparmio futuro rende particolarmente delicata la pianificazione dei propri debiti8, in quanto errori di valutazione o di cattiva pianificazione possono

comportare pesanti sconvolgimenti in tutto il piano stabilito, compromettendo il raggiungimento degli obiettivi pianificati e, nei casi più gravi, pregiudicando la stessa situazione patrimoniale del consumatore.

Proprio in considerazione della delicatezza del tema, il Financial Planner nella pianificazione della posizioni debitorie dovrà seguire alcuni passi:

 qualificazione delle esigenze di indebitamento;

 verifica della sostenibilità del debito, sia oggettivamente che rispetto alla propensione al rischio soggettiva del consumatore;

 individuazione della strategia di indebitamento da adottare, coerente con quanto 8 Megale Gaetano e Sorgi Sergio Guida all’educazione finanziaria, Le aree di pianificazione: l’indebitamento, Gruppo Sole24ore, Milano, 2010, pp. 139-149.

rilevato nelle fasi precedenti.

Facciamo una premessa: avendo risorse sufficienti, tendenzialmente per il consumatore è preferibile non indebitarsi, perché in termini di efficienza complessiva è molto più difficile investire le proprie risorse ottenendo costantemente dei risultati migliori rispetto al costo del debito che si è contratto.

Infatti, la destinazione delle risorse che saranno incassate indebitandosi, la strategia adottata e il canale distributivo cui il consumatore si rivolge producono costi diversi che, in alcuni casi, possono essere rilevanti. Questi costi si sommano al valore dell’obiettivo in quanto, abitualmente, sono da riconoscere contemporaneamente (a volte in anticipo) alla sottoscrizione del debito.

La quantificazione della necessità di indebitamento deve perciò essere definita considerando anche tutti questi oneri che possono essere direttamente o indirettamente collegati all’operazione che si sta sottoscrivendo, tra i primi:

1. commissioni di mediazione creditizia, che possono essere richieste dall’intermediario qualora il consumatore si avvalga del supporto di un mediatore creditizio che svolge la funzione di broker, ricercando la soluzione più idonea del caso

2. spese di perizia, normalmente dovute quando un finanziamento è garantito da un immobile (in pratica, per i mutui);

3. spese di istruttoria, dovute all’emittente del finanziamento (banca o finanziaria) per l’attività amministrativa di gestione della richiesta, a volte non sono collegate al buon esito della domanda e sono richieste anche con esito negativo; 4. imposte e tasse, la loro applicazione è differenziata in funzione dello strumento

utilizzato, della destinazione e della durata del finanziamento, possono essere di importo prefissato o percentuale;

5. compensi notarili, ne sono soggetti i mutui, in quanto richiedono, per la loro sottoscrizione, l’intervento del notaio, il cui compenso varia in funzione dell’importo e della finalità del finanziamento richiesto;

6. polizze vita, sono richieste obbligatoriamente nelle operazioni di cessione del quinto, spesso anche per la sottoscrizione dei mutui;

7. polizze perdita d’impiego: anche in questo caso, sono richieste obbligatoriamente nelle operazioni di cessione del quinto, e con i mutui con

importo finanziato superiore all’80% del valore dell’immobile; a volte sono richieste anche in mutui con importi % più bassi;

8. polizze incendio/scoppio: sono obbligatoriamente richieste a garanzia dell’immobile con mutui.

Per semplificazione, tali oneri li troviamo riepilogati nella tabella sottostante.

Fig. 3.4 – Costi direttamente collegati alle diverse forme di finanziamento

TIPOLOGIA OPERAZIONE MUTUO

FINANZIAMENTO PERSONALE CREDITO AL CONSUMO CESSIONE DEL QUINTO DELLO STIPENDIO Mediazione creditizia X X X Perizia X Istruttoria X X X Imposte e tasse X X X Compensi Notaio X Polizze vita X X

Polizze perdita impiego X X

Polizze incendio/scoppio X

Fonte: elaborazione Progetica, pp.142, Le aree di Pianificazione finanziaria: l’indebitamento, in Guida all’Educazione Finanziaria, Megale Gaetano e Sorgi Sergio, Gruppo24Ore, Milano, 2010.

Esistono poi oneri e spese imputabili indirettamente ad operazioni di indebitamento, quali:

 se il finanziamento è sottoscritto per l’acquisto di un’abitazione, ad esempio, è opportuno quantificare anche la commissione da riconoscere all’agente immobiliare cui il consumatore si è eventualmente rivolto;

 se il finanziamento è destinato a sostituirne uno preesistente, o a consolidarne più di uno sottoscritto nel passato, è necessario avere l’evidenza anche delle spese di estinzione anticipata dei finanziamenti in essere;

 in alcuni casi, possono essere richiesti dei compensi notarili per la cancellazione di ipoteca dei mutui da sostituire.

Solo dopo aver proceduto alla quantificazione complessiva è possibile definire con ragionevole precisione la necessità di indebitamento, avendo cura di preservare almeno

la liquidità necessaria per gestire gli imprevisti di piccola entità.

Contraendo un debito, il consumatore si assume dei rischi che saranno direttamente collegati all’importo del debito stesso, alla durata del piano di restituzione, all’importo delle rate e al tipo di indicizzazione applicata al tasso.

È perciò necessario che i rischi cui si sottopone il consumatore che si sta indebitando siano valutati nei loro diversi aspetti da parte del Financial Planner, al fine di consentirgli una valutazione consapevole e permettergli scelte coerenti alla sua propensione soggettiva. Così, la sostenibilità al rischio deve essere valutata considerando sia i rischi finanziari attinenti alla soluzione d’indebitamento prescelta, sia ai rischi collegati agli eventi della vita.

Col passare del tempo molte cose possono cambiare, come la situazione familiare del consumatore, la sua posizione economica, le condizioni di mercato.

Quindi il piano deve essere revisionato periodicamente per gestire le contingenze e prevenire eventuali situazioni di stress.